La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

" fida" del docente di recupero ..... Meglio allora spendere 50 mila lire all'ora (meno nelle piccole città). Del resto dal punto di vista dei docenti la retribuzione all'ora per un corso di recupero è di 26 mila lire. ·Il contratto dei professori: chi è d'accordo e chino Tutto è ancora aperto. A settembre, infatti, · dovrebbe passar~ per ~l <;:onsjgl!o dei 1:1inistri e per la Corte dei conti, sicche b1sognera vedere quale sarà il trattamento economico che il governo Dini intenderà riservare agli insegnanti. Per ora il contratto è stato firmato tra gli altri da Cgil, Cisl, Uil, mentre da Gilda, Snals e Cobas no. I punti di dibattito sono tre: l'abolizione degli scatti di anzianità da un criterio di anzianità a un criterio meritocratico per titoli ottenuti (lauree, corsi ...); l'aumento delle retribuzioni giudicato troppo basso (50.000 in media mensili nette) risr.etto all'aumento dei prezzi per l'inflazione; 11potere dato ai _presididi gestire economicamente gli organici dei docenti potendo assumere e assegnare compiti di direzione e gestione e scavalcando totalmente il collegio dei docenti. Tra raltro il quarto nodo è collegato alla necessità della maggior parte dei coordinamenti indipendenti dei docenti di arrivare non solo a una consultazione ma anche a una partecipazione diretta dei delegati espressi dalle scuole a livello nazionale (come del resto la maggioranza degli italiani ha deciso l'undici giugno). L'autonomia scolastica. Decentrare o privatizzare? Oggi le scuole ancora non sono "autonome" in quanto il vecchio decreto della Jervoli- ' SUOLEDI VENTO no è decaduto. Adesso il ministro della Pubblica Istruzione Lombardi ha fissato una serie di punti che verranno discussi dall'inizio di settembre in parlamento. Questi punti sono: l'innalzamento dell'obbligo, la riforma della secondaria superiore e il coordinamento tra scuola e impresa. Il terzo punto viene caldeggiato soprattutto dagli imprenditori, in quanto risulterebbe un ti_podi formazione ad hoc per il personale delle imprese, mentre viene osteggiato dai sindacati indipendenti in quanto ciò porterebbe inevitabilmente a una aziendalizzazione della secondaria superiore, rendendo di fatto subordinati i saperi alla necessità di reperire i fondi. Controverso poi il concetto di "autonomia": sburocratizzazione o utilizzo forzato da parte delle scuole di fondi privati? E c'è pure chi afferma la superiorità del sistema privato sul pubblico. Finanziaria '95: stanziare o tagliare i fondi alla scuola? A ogni legge finanziaria la scuola risulta essere più campo per operare ingenti tagli che per fare investimenti. Del resto nella maggior parte dei paesi europei vale l'equazione: maggiore spesa per l'istruzione minor grado di disoccupazione. Non è un caso che m Spagna il 32% del prodotto interno va alla formazione e vi è il 23% di disoccupazione, così come l' Olanda e alcuni paesi scandinavi che spendono attorno al 7% (il doppio dell'Italia) hanno un grado di disoccupazione di due o tre punti in meno di chi spende il quattro per cento del p.i.l. Quanto a noi, da più di vent'anni abbiamo abbassato i fondi per ogni finanziaria, tanto è vero che la maggior parte dei problemi strutturali non sono stati risolti. Un'eccezione è stata l'ultima legge finanziaria; vi è stato infatti un emendamento del governo sulla scuola per ristrutturazioni ali' edilizia scolastica (250 miliardi in più). Un anno fa ad approvare questi aumenti dei fondi è stato il governo Berlusconi con una maggioranza netta (377 favorevoli e 4 astensioni). Un'inversione di tendenza dovuta anche alla grande ondata di occupazioni, contro la quale si sono levate le continue richieste di vari parlamentari per far sgomberare le scuole con la forza pubblica. Poi lo stanziamento, forse troppo basso. Studenti e professori uniti? Mica tanto Tutti nelle stesse condizioni, così se non si possono fare lezioni tutti ci perdono, gli studenti, i docenti, i presidi. È giusto pretendere di dover compiere i propri doveri e diritti magari insieme? Secondo l'indagine dell'unione degli studenti le cose non stanno esattamente così, ed è la sorpresa che ben poche riviste hanno riportato nelle proprie inchieste sul mondo della scuola. Vi sono solo infatti casi di interventi "repressivi" operati da presidi per baci tra studenti (soprattutto al Sud) considerati come "atteggiamenti non consoni alla morale", meno frequenti gli interventi che colf>iscono l'indisciplina, parola generica che si differenza molto da scuola a scuola. Colpisce sicuramente·la presenza anche qui di un apparato regolamentare assai vecchio e inadeguato. È ancora in vigore infatti il regio decreto che stabilisce le punizioni per gli studenti indisciplinati, fino alla "espulsione da tutte le scuole del regno". Casistica ancora pi~ vasta quella del\e puni~_ioi:isilenzios_e,c<;>mrrunate agli studenti che pm s1mettono m vista, soprattutto durante le occupazioni. Così, apre-

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