La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

novazione amministrativa che permette una "alleanza" di interessi e di punti di vista tra diversi segmenti dell'associazionismo o del volontariato avvicinati da un interesse comune che promette di tradursi in relazioni sociali e culturali sperimentate durante il J?ercorso di elaborazione del testo della delibera. Una svolta, ancora fragile ed episodica, che viene, però, rappresentata pubblicamente durante una affollata assemblea in un teatro romano durante la quale, dinanzi alla commissione.comunale servizi sociali riunita pubblicamente, sono presenti e prendono la parola rappresentanti dei centri sociali e associazioni dei disabili, operatori sportivi di base, animatori dei gruppi del volontariato cattolico, esponenti dell'associazione dei superstiti dei campi di sterminio. La delibera, giunta ormai a ridosso del dibattito e dell'approvazione in Consiglio Comunale, prevede l'assegnazione degli spazi del comune in cambio di un "canone d'affitto ridotto dell'80% rispetto ·ai prezzi di mercato in presenz,1. di· attività sociali certificate, con un ulteriore sconto del 20% attraverso una convenzione specifica stipulata con il Comune". Le richieste dei Centri sociali e delle associazioni riguardano, invece - una volta superate le contrarietà del coordinamento dei Centri ad accettare il principio del canone - la presenza di membri del movimento e dell'associazionismo all'interno della commissione tecnica che istruirà le pratiche per l'assegnazione degli spazi; il calcolo degli arretrati per tutti gli anni delle occupazioni abusive e la data di applicazione della delibera che nel testo attuale lascerebbe fuori le occupazioni più recenti. Questo resoconto limitato tralascia ovviamente di riportare tutti i passaggi e i dibattiti che si accendono sulle successive stesure del documento come l'accendersi del clima nella città, a ridosso dell'approvazione della delìbera, per la ripresa di incidenti e ostilità con le sezio~i giovanili della destra che nel frattemJ;>_o orgaruzza una crescente campagna contro l'ipotesi di riconoscimento dei Centri da parte del comune (vi prendono parte nell'ordine: il sottosegretario degli Interni Gasparri, il Ministro Publio Fiori e l'intramontabile Gustavo Selva). Un clima che, invece, di deprimere le trattative e gli incontri produce, al contrario, un accentuarsi di attenzione sui nodi tecnici della delibera, tanto che le obiezioni del movimento si concretizzano in veri e propri emendamenti (oltretutto formulati correttamente, secondo il parere dei funzionari comunali) affidati ai diversi consiglieri comunali della maggioranza. Le difficoltà riguardano piuttosto l'identità costitutiva degli attori protagonisti del confronto: se da una parte, infatti, l'assessore e l'amministrazione devono muoversi negli ambiti ristretti di una giurisprudenza regolamentare che impedisce innovazioni di carattere amministrativo, dall'altra il coordinamento e i suoi esponenti che prendono parte agli incontri debbono svolgere un compito di mediazione nei confronti dell'assemblea del movimento che enfatizza volentieri le preoccupazioni di spossessamento dell'identità dei centri. Un dibattito, quello che prende corpo nelle assemblee, insieme rozzo - come quando si pretende che all'incontro con le commissioni consiliari siano esclusi i consiglieri di An - e "riformista" - quando si sottolinea l'opportunità di costituirsi in "soggetti produttori di servizi sociali e culturali". La consapevolezza finale di quella che qualcuno ha definito "la trattativa ininterrotta" tra istituzioni e centri occupati avviene in consiglio comunale. Il dibattito dura ben 15 ore e due giorni di seduta consiliare (èd è un bene, secondo i più, che la tensione venga così diluita) al termine dei quali - come recitano le cronache delle pagine romane dei giornali - "un ·battimani, anche se appena accennato, giusto per rompere la stagione di gelo e contrapposizioni con le istituzioni" ("l'Unità" del 4. 2. '95) accompagna il varo della delibera. In quelle 15 ore, a casa attraverso la radio o, invece, direttamente nell'aula consiliare, i protagonisti della trattativa possono accedere ad un corso accelerato che esemplifica le difficoltà politiche e tecniche della delibera. Un dibattito che viene seguito "incazzandosi" per l'ostruzionismo e gli attacchi della destra o esultando per l'approvazione dell'emendamento che sposta i termini della sanatoria; parteggiando per la retorica del consigliere "amico" e mugugnando al richiamo che l'assessore fa alla responsabilità e alla accettazione del principio del rifiuto della violenza compreso nel testo. Un mese dopo quel dibattito al primo piano della sala consiliare una delegazione nutrita del Centro Sociale "Corto circuito" si presenta concitata alla ricerca dei consiglieri "amici" e dell'assessore ai giardini per reclamare l'immediata riapertura ai cittadini del Parco degli Acquedotti recintato dal proprietario a causa di un contenzioso con il Comune. L'usciere a quella presenza alza gli occhi al cielo e sospirando commenta: "ma non gli avevano approvato la delibera a 'sti rompicoglioni?" • GIRO D'ITALÌA TRATTARE, SENZA FARSI MALE. Luigi Manconi Luigi Manconi, sociologo, è attualmente Senatore eletto nelle liste progressiste. , • In questo testo mi limito a esporre un'ipotesi di metodo (assai semplice da enunciare, difficile da applicare) per affrontare gli effetti delle relazioni conflittuali tra gruppi diversi all'interno dell'ambiente metropolitano. Gruppi diversi: per stili di vita, comportamenti e forme di relazione, ma anche per sistemi di valori, aspettative e erogetti sociali; e ancora: per disponibilità di nsorse e di potere. La convivenza tra questi gruppi diversi rroduce conflitti (molti gli esempi: centri sociali, nomadi, stranieri, ma anche: forme di trasgressione e devianza; e ancora: localizzazione di impianti a risch~o, traffico, utilizzo di spazi). Conflitti che rappresentano la dimensione fisiologica delle relazioni sociali contemporanee: in presenza, e a causa, della crìsi della identità SUOLEDI VENTO

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