La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

"Villaggio" vive sulle sottoscrizioni all'ingresso, sul bar e sulla cucina. In tutte le altre attività commerciali, come le bancarelle che d'estate affollano l'ampio cortile, il "Villaggio" riceve solo una sottoscrizione volontaria. Se Radio Onda Rossa organizza un concerto ti<tneper sé gli incassi degli ingressi e lascia una "sottoscrizione" per aver usato lo spazio. Sono i modi dell'impresa solidale. "Ma la solidarietà costa", ammonisce Perrotta. In un quaderno di computisteria vengono annotate a l?enna le entrate e le uscite. Il bar, per esemp10, nel mese di maggio è costato ventisei milioni e ne ha guadagnati trentatre. · . Togliendo una percentuale dai ricavi per il sostegno a campagne - leggi i soldi ai compagni del Chiapas - Alfonso Perrotta è sicuro che questo "auto-reddito" sarebbe sufficiente a dare lavoro ad una ventina di disoccupati riuniti in cooperativa. Il tutto è però illegale. "Quindici minuti prima del tuo arrivo, non · esagero, sono arrivati dei vigili urbani con un mazzetto di multe per affissione di manifesti in spazi non autorizzati. Il bello è che si tratta di una manifestazione, che solo ospitiamo". Non è l'unico inconveniente che procura l'illegalità. Il contratto per l'energia elettrica con l' Acea è appesantito da una sovrattassa. Per questi motivi Alfonso Perrotta ha deciso che nel prossimo settembre si auto-denuncerà per svelare l'assurdità della situazione. Se è vero che una grande città ha bisogno nella vasta periferia della diffusione di iniziative culturali ebbene questo avviene già oggi al1' ex Campo Boario, punto di riferimento per decine di realtà associative. "Vita artistica e sociale sono intrecciate - spiega Sandro. L'idea di fondo è quella di considerare il meno possibile l'arte come una mercanzia, piuttosto come uno strumento continuo, come contributo di ognuno". Lo provano la messe dei corsi autogestiti: vì si insegna djembè chitarra, fotografia, spagnolo, yoga, salsa appunto .. "Il centro sociale recepisce le capacità individuali e attraverso una frantumazione organizzativa tende 4 riprodurre una terra di libertà". Sandro sorride: dai corsi nascono mostre di pittura, di scultura, di fotografia. Nel tempo si professionalizzano gli spazi e le persone. Per adesso si è adibita una stanza a camera oscura ed un'altra SUOLE DI VENTO a sala prove. Ci sono ~Imeno quattro gruppi · musicali e si è "formato" un fonico. Autoproduzione non senza apertura, sembra essere la parola d'ordine, per non perdere di vista l'obiettivo del "lavoro con la città": ad una serata dedicata al liscio la pista d~ ballo all' aferto del "Villaggio" si è riempita di anziani de quartiere; così è stata una soddisfazione per Sandro e gli altri vedere gli zingari che d'inverno si accampano nell'ex-Campo Boario seduti davanti alle loro roulottes a gustarsi il concerto dei" NoveNovePosse. Sebbene "Villa~gio Globale" non si autodefinisca centro sociale ma "spazio di libertà", è qui che si riunisce ogni martedì il Coordinamento romano dei centri sociali e delle associazioni di base. Paradossalmente è stato il Coordinamento ad iniziare il dialogo con le istituzioni. Diecimila firme per rivolgere la parola al Comune di Roma, per risolvere i contenziosi sul canone, per esistere forse. Arrivare alla carta bollata "non significa mettere fine alla politica agitatoria ma disporre delle stesse opportunità per chiedere un eventuale finanziamento alla Comunità europea", precisa Alfonso Perrotta. Le diecimila firme costringono il Comune a deliberare in materia: Il due febbraio 1995 nel Palazzo Senatorio, in Campidoglio, il Cosiglio Comunale delibera di approvare un regolamento "per la regolarizzazione ~elle occupazioni senza formale titolo esistenti alla data del 31 dicembre 1993 e le assegnazioni ad uso ~ociale di spazi e str"utture di proprietà comunale iscritti al patrimonio disponibile ed indisponibile". A questo si è arrivati dopo mesi di trattavive sul testo della delibera. Il Coordinamento chiedeva due. cose: chiarezza nei criteri di assegnazione degli spazi per uso sociale ed un censimento di tutte le proprietà del Comune, sparse in tutta Roma, abbandonate o svendute ai privati. Soprattutto si aspettava da parte della municipalità un azzeramento dei debiti di locazìone come segno di sostegno alle attività sociali. Invece la delibera recita che "sia nel caso di concessione che di locazione verrà applicato il canone ridotto nei termini e cori le condizioni dettate dalla legge..." Si tratta del venti per cento circa del canone stabilito, che non è molto in assoluto ma ha un sapore amaro.

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