La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

ca, identificata, senza incertezze, con la morale italiana. In mancanza di argomenti più solidi e persuasivi, riesuma l' "idea di patria come fonte della morale" e infine cerca di rabberciare questi sconnessi tentativi di legittimare i propri pregiudizi richiamandosi ai principi di una fantomatica "morale media". Di fronte a tanta ipocrisia e a un tale aperto ossequio al più ottuso conformismo, scrive Chiaromonte, "gli studenti del liceo Parini fanno senz'altro la figura di puritani, loro che si chiedono che cosa sia bene e cosa male"6 • La prote ta desii studenti è legittima e fondata. "Le condiz10ni miserabili della scuola . italiana, le baronie professionali, il ciarlatanesimo accademico" sono sotto gli occhi di tutti. Eppure, nonostante i moventi "più che solidi", la rivolta ha preso "l'aspetto di una confusione tumultuosa sia nelle idee (o meglio nelle parole d'ordine) che negli atti". La "contestazione globale" pare nient'altro che una "formula ai.:'.' trettanto violenta quanto vacua", perché ribellarsi contro tutto significa, in definitiva, ribellarsi contro nulla. La credibilità del movimento rischia di cemare del tutto quando si protesta contro la guerra nel Vietnam e contro il totalitarismo della società dei consumi inneggiando a Guevara, Castro, Ho Chi Minh o Mao Tse Tung; quando si distingue tra violenza rivoluzionaria e violenza controrivoluzionaria, quando la libertà, quella senza aggettivi, non è mai in questione. Tali posizioni ricordano quelle di un intellettuale, Pier Paolo Pasolini, che pure, per molti aspetti, è agli antipodi dello schivo e amondano Nicola Chiaromonte. È opportuno mettere in evidenza, in primo luogo, le divergenze tra i due, per non dare la sensazione di voler omologare i tratti di due personalità così decisamente distinte e, per ragioni diverse, difficilmente classificabili. Il fossato incolmabile che li divide è_anzitutto generazi_onale:quello 1i una generazi.one tanto determinante da far s1 che, nell'anno in cui Pasolini nasce, il '22, Chiaro- .monte, diciassettenne, viva direttamente la situazione politicamente esl?losivadei giorni della marcia su Roma. E poi se le posizioni controcorrente dell'uno sono state volutamente provocatorie e pubbliche, quelle dell'altro hanno avuto risonanza solo in una ristretta cerchia di persone; ancora: Pasolini è un regista, Chia- . romonte non riconoscerà mai valore artistico al cinema, al q1.1aleantepone, senza nessuna concessione, il teatro; ma fondamentale più di ogni altra cosa è l'orizzonte nonostante tutto marxista (ser,pure non ortodosso, critico, eretico) della nflessione di Pasolini, le speranze da lui nutrite nei riguardi del Pci dei primi anni '70, alle quali si contrappone la strenua e solitaria indirendenza ideologica e il non interventismo partitico di Chiaromonte. · Questi preliminari e veloci distinguo non vietano però di stabilire alcune analogie: Pasolini interpreta lo sviluppo italiano come una "meccanica e irreversibile distruzione di valori" e attacca quel "progressismo verbalistico" incapace di comprendere che oggi chi•ubbidisce, "in quanto crede nei valori che il nuovo capitalismo vuole distruggere", è in realtà .il vero disobbediente e il vern trasgressore 1 : Chiaromonte sottoscriverebbe senza esitazione queste osservazioni, come pure potrebbe essere fatto passare per l'autore di questa riflessione che Pasolini, da buon pedagogo, inserisce nelle sue lezioni a Gennariello: "la poJ.J2.!Slli1. !emica contro la sacralità e contro i sentimenti, da parte degli intellettuali progressisti, che continuano .a macinare il vecchio illuminismo ... è inutile. Oppure è utile al potere" 8 . Ma è interessante sorrattutto il loro comune interesse, fatto di ·od10-amore, per le giovani generazioni. L'incomprensione si coniuga coq la volontà di capire, il fastidio per la trasgressione conformista dei capelloni (Pasol.ini) 9 o degli hippies 10, con l'attenzione costante e la disponibilità al dialogo, seppure dalle proprie posizioni e senza condiscendenza alcuna. Secondo Pasolini "i ragazzi sono conformisti due volte": al conformismo assimilato "dall'ordine sociale paterno" aggiungono "quella della rivolta e dell'opposizione". Essi ormai sono tutti "o 'infelici o criminali (o criminaloidi) o estremistici o conformisti" perché vivono in un vuoto di cultura, irt una società che ha perseguito lo sterminio sistematico dei valori, sostituiti senza rimpianti dall'edonismo consumista 11 • E ancora: "la 'massa' dei giovani ignora il tradizionale conflitto interiore tra il bene e il male; la sua scelta è l'impietrimento, la fine della pietà" 12• Il quadro è fosco, allar- . mato e allarmante, ma l'interesse e la preoccupazione per le sorti e le scelte esistenziali, prima ancora che politiche, di questi giovani sono autentici. Anche Chiaromonte si sente inquieto di fronte a un raduno hippy in cui quattrocentomila ragazzi, che "non portano una divisa, eppure hanno un'uniforme", cercano nella massa "una nuova fede comunitaria" e si ab-· bandonano all'istinto orgiastico, senza aver però nessun Dio, nessun Dioniso da adorare. . Secondo Chiaromonte, la rivolta, al di là dei motivi di protesta particolari - il Vietnam, la questione razziale, la scuola, il consumismo - ha una causa prima, di cui neppure i.giovani hanno una chiara e lucida coscienza: "non si tratta ... di libertà, né di di ribellione contro un regime oppressivo, bensì al contrario, di collera contro la mancanza di un'autorità e di un ordì- .ne degni· di rispetto". Quei ragazzi insofferenti delle gerarchie, degli apparati, dei conformismi, dei valori tradizionali, s0no anarchici o bisognosi di miti esotici non per libera scelta, ma per necessità. I loro padri, e in primo luogo gli intellettuali, non hanno saputo indicare alcuna guida morale e hanno declinato le loro responsabilità o irrigidendosi nel pregiudizio, o mettendosi in coda ai cortei dei ribelli. Simone Weil aveva annoverato tra le esigenze essenziali dell'anima, equivalenti a ciò che cibo, sonno e calore rappresentano per la vita del corpo, la libertà insieme all'ordine, l'ubbidienza insieme alla responsabilità, l'uguaglianza insieme alla gerarchia. La società contemporanea, oppressiva e permissivista, conformista e senza valori, è fondata invece sul disordine illiberale e sulla disobbedienza coercitiva. È contro questa mostruosità che i giovani si sono ribellati. Chiaromonte, dopo l'analisi, la condanna parziale, l'approvazione con riserva, non fa mancare il proprio consiglio, non si sottrae al proprio ruolo di padre, _autorevole perché capace di assum_ersiil compito di tentare di spiegare ai figli lo stato del mondo. Convinto che la massa amorfa e inquietante non possieda la facoltà del ragionamento e che, al pari di un terremoto, non possa avere né ragione né torto; egli indica ai giovani una possibile via d'uscita: _la"secessione risoluta" dalla società, né da soli, né in massa, ma in piccoli gruppi di individui, capaci di

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