La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

2 ibid., pp. 29 -30. 3 ibid., p. 30. 4 ibid., p. 30. . 5 H. Von Foerster, Inventare per apprendere, apprendere per inventare, in: P. Perticari - M. Sciavi (a cura di), Il senso dell'imparare, Piacenza, Anabasi, 1994, p. 4. 6 Un disinteresse che va progressivamente aumentando fino a raggiungere il suo apice nella scuola media superiore - anche questo un punto su cui riflettere: forse perché si riduce progressivamente lo spazio dell'invenzione e della creatività? 7 Cfr .. R. Lamberti, Per un insegnamento della storia delle donne, Contributo alla Conferenza nazionale della scuola promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione, Roma, 1990. 8 P. Burke, La storia "événementielle" e il revival del racconto, in: P. Burke (a cura di), La storiografia contemporanea, Roma - Bari, Laterza, p. 281. 9 ibid., p. 290. 10 Cfr .. N. Baiesi, Campi di Ylerminio tra memoria e sapere storico. Una proposta didattica del La.n.di.s., in: E. Traverso (a cùra di), Shoah e deportazione nella didattica della storia, Torino, Bollati Boringhieri (di prossima pubblicazione). 11 Il Laboratorio si inserisce nella vasta rete di Istituti di storia contemporanea facenti capo all'Istituto nazionale per la stona del movimento di liberazione in Italia. 12 Sul problema dell'inserimento della storia del. Novecento nei curricoli il La.n.di.s. sta_organizzan" do un Convegno nazionale, che si svolgerà nel corso del prossimo anno scolastico: Orizzonti della _contemporaneità.Storia del Novecento e curricoli. 13 G. Armellini, Il respiro dei bambini, cit., p. 29. 14 M. Bacchi, L'identità sospesa:bambine, bambini e storia, in: AA.VV., Generazioni. Trasmissione della storia e tradizione delle donne,, Rosenberg e Sellier, Torino 1993, p. 80. 15 G. Armellini, cit., p. 32. 16 ibid., p.32. 17 ibid., p. 32. · 18 Cfr. I. Mattozzi, Presentazione del percorso didattico "Razzismo nazista. Campi di sterminio tra memoria e sapere storico", Contributo alla prima scuola di formazione del La.n.di.s., "Approcci storiografici alla soggettività nel contesto dei regimi autoritari", aprile 1992. 19 Eurispes, Rapporto Italia '94, , Koinè, Roma 1994, p. 203. 20 ibid., p. 204. 21 G. M. Fara, Introduzione. Dal contro al per, in: Eurispes, cit., p. 19. 22 G. Armellini, Il respiro dei bambin.i, cit., p. 29. 23 Cfr .. Il giudizio e lapietà. Per aprire un dibattito nella scuola, documento del Consiglio direttivo del La.n.di.s:, 5 maggio 1994. · 24 idem. 25 I risultati della ricerca sugli insegnanti sono pubblicati nel volume: E. Guerra - I. Mattozzi (a cura di), Insegnanti di storia. Tra istituzioni e soggettività, Bologna, Clueb, 1994. Abbiamo avviato la ricerca: IndiviJualità epopolazioni giovanili: tracciati,valori, cornici, che si prevede di concludere alla fine del 1995. 26 Cfr .. C. Pavone, La resistenza oggi: problema storiografico e problema civile, in "Rivista di storia contemporanea" nn. 2/3, 1992. . 27 Cfr. il volume a cura di Enzo Traverso, citato, che raccoglie gli Atti di un Convegno curato dall'Istituto storico della resistenza in Piemonte. 28 P. Levi, / sommersi e i salvati, Einaudi, Torino, 1986. . 29 La proposta è contenuta in un documento curato dall'istituto storico provinciale della· Resistenza di Bologna. · ♦ Cosa resta di tanto ripercorrere gli stessi tracciati, come il mulo intorno al pozzo? Solo la noia di un sapere che non ha sbocchi, di una conoscenza che finisce lì, che risponde soltanto a un concetto smorto e riduttivo di cultura, fatta di nozioni che si devono possedere non si sa bene perché, e che non riescepiù, in nessun modo, a toccare la coscienza, come forse è accaduto in passato per molti di noi, per i quali la sto~ ria ha rappresentato davvero una solitaria maestra di vita. Ora, pur scèrvellandosi a trovare il linguaggio giusto, l'approccio giusto, il metodo giusto, gli strumenti giusti, si ottiene al massimo l'interesse sincero di un alunno per classe, due in caso di mira.colo. Tutto il resto smuore nell'apatia o, peggio, in un diligente senso del dovere che spesso è più scoraggiante del disinter.esse. · Personalmente provo una forte antipatia per i musei, bellissimi supermercati della memoria che svolgono fondamentalmente la f unzione di disinnescare il passato, Le bellissime teche possono solo contenere i bronzi e le magnificenze di una civiltà, non anche i crimini, le crudeltà e il fanatismo da cui sono stati generati e che a loro volta hanno prodotto. La storia che si fa a scuola, ancora oggi anno millenovecentonovantacinque, è storia da museo, che non ha futuro, che può al massimo essere sistemata nella teca di una preparazione brillante, da salotto, ma incapace di modificare di una sola virgola l'idea che un ragazzo ha del mondo. Inoltre, per insegnare questo insieme di nozioni, non si ha spazio per trattare discipline che invece potrebbero avere un'utilità ben più radicale: l'educazione civica (che è normalmente associata, non si sa.bene perché, all'inses_namento della storia, e ·viene da sempre sacriJicata), il senso dello Stato e della convivenza civile, la coscienza ecologica, lo studio dei mass-media, e anche l'educazione stradale. Tutto questo, cioè il mondo reale e contempo- . raneo, resta fuori. Esiste solo qualche patetico tentativo di inserire l'educazione sessuale;cosa inutile che tra l'altro, con lapaura dell'Aids, ha trasformato gli insegnanti in una specie di "professione", una sorta di incrocio tra professori e crocerossine ossessionati da contagi, malattie e morte,' quanto di più antieducativo possa esistere. Una scuola che, in un mondo ormai policentrico, perseveri in una storiografia orba e eurocentrica, non è credibile. Ci sono gli altri villaggi del presente da conoscere.Ne arrivano le voci, non si sa deçodi{icarle. Allora forse è arrivata l'ora di aprire le aule anche ad altre .conoscenze, che non è detto si debbano sostituire alla storia, ma che magari le si possono affiancare: l'antropologia, l'economia, per esempio. Sennò il sapere non entra dentro, resta un semplice motivo di soddisfazione piccolo-borghese, entra nel pulviscolo delle informazioni inutili che aleggia nella civiltà di massa, che vola e vola e non si attacca mai da nessuna parte. Un esercizio dilettantesco, fonte di appagan[i autogiustificazioni e, in realtà, di nevrosi abissali, di tacitate ignavie. . Bisogna ripensare i programmi. Non c'è dubbio, per esempio, che gli studenti mostrano un certo interesse nello studio del Novecento, ma nella maggioranza dei casi ci arrivann (quando ci arrivano!) sfiancati dt1 1 quattro anni di nozioni stn• · ' .,.e passivamente, di cui • ,.u L utilità. E dunque n rv1tgono di fronte allo studio ~

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