La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

deve tener çonto del fatto che l'orizzonte nel quale ci muoviamo tutti (anche noi adulti) è un orizzonte di smarrimento, di solitudine e di isolamento, dove "l'identità, perduta nei meandri di una filosofia del consumo che nei momenti di crisi rivela tutta la propria illusorietà, viene ricreata attraverso il conflitto e lo scontro etnico" 19 . Il massiccio impatto della televisione e la strisciante, silenziosa cultura cibernetica· inducono forse a modificare il nostro approccio nei confronti della realtà e a co.struire una società "tribalizzata", nella quale "il passato ricercato e risolto nei sottoprodotti dell'indl.l'Striadei consumi non può più bastare a soddisfare il desiderio di identità storica, nel momento in cui questa deve rispondere non più a un desiderio di completamento e di realizzazione della persona, bensì alla necessità di riarticolare i fondamenti della polis" 20 . E tuttavia assumiamo la responsabilità di porci come educatori, condividendo il disagio di un presente problematico e complesso, di una società eventuale, "quella per intenderci nella quale gli eventi, non più ordinati dalle ideologie, dalle istituzioni e dai partiti, irrompono liberamente nella realtà modificandone continuamente i/ercorsi, costringendola a brusche frenate e a improvvise accelerazioni che ci obbligano alla fatica· della scelta di fronte alle biforcazioni che di giorno in giorno ci propone" 21 , e quindi dobbiamo rifuggire dalla tentazione dello scandalo, dello stupore_ attonito, della accusa, di fronte a questa generazione priva di ideali, incapace di ritrovare una propria dimensione etica, "abbarbicata alla protezione della famiglia, teledipendente e qualunquista, consumista e autodistruttiva" 22 • . Come responsabili della trasmissione della memoria storica e della ricerca storica e sociale dovremo favorire la ricerca e la conoscenza di una storia di tutte e di tutti, ragionare e operare per una libera convivenza, lavorare per l'insegnamento della storia contemporanea in una scuola aperta a tutte e tutti; resistere e insegnare a resistere a questa sorta di abbassamento dei livelli energetici deUa vigilanza e della distinzione, attivando quella capacità di giudizio che ogni vivente che pensa dovrebbe esercitare sul particolare, nel presente quando e mentre si danno le molteplici circostanze quotidiane ò estreme dell'esistere. Senza una simile capacità di giudizio è imrossibile sapere il presente, avere memoria de passato e accedere alla conoscenza storica 23. Ma attraverso· quali modalità sarà possibile conseguir.e gli obiettivi che ci proponiamo da tempo? Dare spazio alla contemporaneità, avviare una riflessione sul nostro recente passato, porsi il problema del nesso memoria - storia significa aprire una via privilegiata che può, forse, consentire l'accesso alla dimensione che proponiamo. Nel compiere questa scelta siamo tuttavia consapevoli che vanno riemergendo, oggi, strati differenti di memorie e conflitti tra memorie diverse; ed anche che la memoria che vogliamo trasmettere è ferita al proprio interno e dalle sue proprie difficoltà di dirsi ed affermarsi (Amery, Levi e Bettelheim ce lo ricordano drammaticamente) 2 4 . Mentre assistiamo ad un appiattimento della storia vicina in un passato indistinto che ne cancella la corretta prospettiva, l'uso pubblico della storia, soprattutto attraverso i mass media, diviene sempre più pervasivo e mistificante e, soprattutto da parte dei giovani, viene una richiesta di riappacificazione KJ.lQLf1 che permetta di chiudere con un.passato "scomodo": tutte condizioni queste che non possiaino dimenticare. La direzione lungo la quale ci siamo incamminati con il lavoro di ricerca didattica e di' formazione degli insegnanti, ma anche con le ricerche sui soggetti, protagonisti dell'azione educativa (insegnanti e studenti) 25 , sembra corrispondere agli obiettivi, anche se occorre essere consapevoli che il nostro impegno come docenti non sarà certo sufficiente per risolvere la complessità dei problemi che la scuola e la società nella quale viviamo presentano. In quest'ottica abbiamo affrontato recentemente il problema della trasmissione dell' esperienza resistenziale nella sua duplice dimensione di problema storiografico e problema civile 26 , lavorando, come insegnanti-formatori, a fianco di chi opera quotidianamente nella scuola, per individuare una modalità efficace di trasmissione di quei temi, oggi. Nostro obiettivo è quello di sottrarli ad una dimensione puramente celebrativa, entro cui sono stati spesso costretti negli anni del dopoguerra, dimensione che ha finito con lo schiacciarli in una ritualità che ne cancella la complessa prospettiva storica. Abbiamo sostenuto la necessità di riproporre il tema resistenza in una chiave che lo collochi nel "tempo lungo" della storia del Novecento e nello "spazio allargato" della dimensione europea e che affronti alcuni "nodi" cruciali della storia di questo secolo (dalla riflessione sui totalitarismi, a quella sulle guerre del Novecento o sul rapporto guerra, resistenza, dopoguerra e fond_azione della repubblica, per fare soltanto alcuni esempi). Abbiamo poi riflettuto a lungo su un altro tema, anch'esso "cruciale" nel nostro secolo, che la storiografia considera centrale e irrinunciabile, quello della Shoah e della deportazione 27 • Lo · abbiamo affrontato a partire dalla ripresa del revisionismo storiografico e dal riaffiorare di preoccupanti manifestazioni di razzismo e di antisemitismo, ripensando all'obiettivo che già Primo Levi si poneva nel suo I sommersi e i salvati 2 8 compiere un atto di giustizia, per dare voce ai milioni di vittime di quella tragedia, contro chi sostiene che lo sterminio non è mai avvenuto o è stato un episodio marginale, oppure è avvenuto come "risposta" tedesca al gulag staliniano. Per questo abbiamo scelto di porre al · centro del percorso che abbiamo proposto le testimonianze dei sopravvissuti, assumendoci, come insegnanti, il ruolo di chi riceve dal passato un'eredità da offrire alle nuove generazioni, con la consapevolezza che saranno loro a decidere che cosa accogliere di quella eredità. È in questa direzione che, fra le possibili opzioni che si aprono .r,er il prossimo futuro, ci sembra indispensabile privilegiare una riflessione a tutto campo, aggiornata ed aperta al contributo di molte differenti voci, sull'educazione civica, ovvero sulla formazione dello studente in quanto "cittadino". "Relegata al ran~o di materia (e spesso cenerentola fra le matene), "scaricata" o delegata all'insegnante di Lettere o di Storia e Filosofia, che in questa veste assolve - quando lo assolve - un ruolo di supplenza ultenore ad un compito che dovrebbe investire l'insieme del corpo docente, l'educazione civica è viceversa un orizzonte da ridisegnare e un obiettivo cui tornare" 29 • Note 1 Cfr .. "La terra vista dalla luna", n. 1, febbraio, 1995, pp. 29 - 35.

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