La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

vuole darci tanta capacità di resistenza quanta ci è necessaria. Ma non ce la dà in anticipo, affinché non facciamo affidamento su noi stessi, ma su di lui soltanto. In questa fede dovrebbe essere vinta ogni paura del futuro. Io credo che neppure i nostri errori e i nostri sbagli sono inutili, e che a Dio non è più difficile venirne a capo, di quanto non lo sia con le nostre supposte buorie azioni. Sono certo che Dio non è un Fato atemporale, anzì credo che egli attende preghiere sincere e azioni responsabili, e che ad esse risponde. Fiducia Quasi a nessuno è stata risparmiata l'esperienza del tradimento. La figura di Giuda, che un tempo ci era così incomprensibile, non ci è quasi più estranea. L'aria in cui viviamo è tanto inquinata dalla diffidenza che ne siamo quasi soffocati. Ma dove ci siamo aperti un varco nella cortina di diffidenza,, lì ci è stato possibile fare l'esperienza di una disponibilità a fidarsi di cui finora neppure sospettavamo. Quando accordiamo la nostra fiducia, abbiamo imparato a mettere la nostra vita nelle mani degli altri; in · contrasto con tutte le ambiguità di cui le nostre azioni e la nostra vita hanno dovuto ricoprirsi, abbiamo imparato a fidarci senza riserve. Sappiamo che si può vivere e lavorare solo con una fiducia siffatta, che non cessa mai di essere un rischio, ma è un rischio accettato con letizia. Sappiamo che seminare e favorire la diffidenza è tra le azioni più riprovevoli, e che invece, dove è appena possibile, deve essere rafforzata e promossa la fiducia. La fiducia resterà per noi uno dei doni più grandi, più rari e più gioiosi della convivenza umana; e tuttavia essa potrà nascere solo sullo sfondo oscuro di una necessaria diffidenza. Abbiamo imparato a non comprometterci minimamente con il primo venuto, e a metterci invece completamente nelle mani di chi è degno di fiducia. Senso della qualità . Se non abbiamo il coraggio di ristabilire un autentico senso della distanza tra gli uomini, e di lottare personalmente per questo, affonderemo nell'anarchia dei valori umani. L'impudenza, la cui essenza consiste nel disprezzo di ogni distanza umana, è una caratteristica del volgo, così coine l'intima insicurezza, il mercanteggiare con l'impudente, il corteggiarlo per guadagnarne il favore e il mettersi al livello del volgo sono la strada per involgarire se stessi. Quando uno non sa più ciò cui uno è tenuto, davanti a se stesso, e agli altri, quando viene meno_il senso della qualità dell'uomo e la forza di mantenere le distanze, allora si è a un passo dal caos. Chi per amore della tranquillità materiale è troppo tollerante con la sfacciataggine, costui ha già rinnegato se stesso e lascia che la marea del caos rompa gli argini proprio lì dove era il proprio posto di guardia, e diventa così colpevole nei confronti di tutti. In altri tempi può essere stato compito del cristianesimo rendere _testimonianza all'eguaglianza degli uomini; ma oggi proprio il cristianesimo dovrà impegnarsi appassionatamente per il rispetto delle distanze tra gli uomini e della qualità umana. Si dovrà accettare risolutamente anche che questo possa es!ìere frainteso e interpretato. come difesa dei propri interessi, e così pure la facile accusa di nutrire sentimenti asociali. Queste sono le accuse che il volgo rivolge sempre all'ordine. 1llJS21:!1 Chi tentenna ed è incerto su questo ~u1 non si rende conto di quale sia la posta m I co; anzi, nei sui confronti quelle accuse I babilmente sono giustificate. Noi ci trovi~ al centro_ di un processo di involgarirne che interessa tutti gli strati sociali; e nello s so tempo ci troviamo di fronte alla nascit un nuovo stile di nobiltà che coinvolge uo ni da tutti gli strati sociali attualmente esis1 ti. La nobiltà nasce e si mantiene attraven sacrificio, il coraggio e la chiara cognizion cui uno è tenuto nei confronti di sé e degli tri; tanta naturalezza portandolo agli altri, in alto che in basso. Si tratta di riscoprire tutta la linea esperienze di qualità ormai po_lte,si trat_t~1i. un or~ine f?ndato sull:1e lita. La qualita e 11nemico piu potente d1q siasi massificazione. Dal punto di vista soc questo significa rinunciare alla ricerca d posizioni preminenti, rompere col divis guardare liberamente in alto e in basso, i cialm~n!e per quar:ito ~igua_rd~~a scelta d cerchia mtlma degli am1c1,s1gnrf1casaper g re di una vita nascosta e avere il coraggi, una vita pubblica. Sul piano culturale l'ei rienza della qualità significa tornare dal g nale dalla radio al libro, dalla fretta alla ca al silenzio, dalla dispersione al raccoglime: dalla sensazione alla riflessione, dal virtu smo all'arte, dallo snobismo alla modei dall'esagerazione alla misura. Le quantit contendono lo spazio, le qualità si compi no a vicenda. Compassione Dobbiamo tener conto del fatto eh maggior parte degli _uomini acquistano la : gezza solo facendc esperienze sulla pro] pelle. _ . · . Così si spiega in primo luogo la sorp1 dente incapacità della maggior parte degli mini di compiere azioni preventive di qu; voglia natura: si continua a credere di p, evitare il pericolo fino a che ormai è tro tardi; in secondo luogo la sordità nei confo delle sofferenze altrui. La compassione pre consistenza proporzionalmente al cres< della paura per la minacciosa vicinanza male. A giustificazione di questo atteggiarr to si possono fare alcune osservazioni. Dal punto di vista etico: gli uomini non gliono fermare la ruota del destino; solo vanti ali' effettivo verificarsi del caso serio vertono la vocazione interiore· e trovan, forza per agire; non sono responsabili per t i torti e le sofferenze del mondo e_non vog no ergersi a sui giudici. Dal punto di vista cologico: la mancanza di fantasia, di sens lità, di prontezza viene bilanciata da una st le imperturbabilità, da una sicura capacit lavoro, da una grande disponibilità a soffi Dal punto di vista cristiano tutte queste git ficazioni non possono naturalmente ingam ci sul fatto che decisiva su questo piano mancanza di grandezza di cuore. Finché n< giunta la sua ora, Cristo si è sottratto alla ferenza; a quel punto però è andato liberan te incontro ad essa, l'ha affrontata e vinta. e sto - così dice la Scrittura - ha provato nel corpo come sue proprie tutte le sofferenz tutti gli uomini - un'~dea di inconceJ-?ib}h tezza! - prendendole liberamente su di se. certo non siamo Cristo e non siamo chiam; redimere il mondo con le nostre azioni nostra sofferenza; non dobbiamo prop,

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