La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

motti ecc. da cui egli è dominato. È ammaliato, accecato, vittima di un abuso e di un trattamento pervertito che coinvolge la sua stessa persona. Trasformatosi in uno strumento senza volontà, lo stupido sarà capace di qualsiasi malvagità, essendo contemporaneamente incapace di riconoscerla come tale. Questo è il pericolo che una profanazione diabolica porta con sé. Ci sono uomini che potranno essere rovinati per sempre. Ma a questo punto è anche chiaro che la stupidità non potrà essere vinta impartendo degli insegnamenti, ma solo da un atto di liberazione. Ci si dovrà rassegnare al fatto che nella maggioranza dei casi un'autentica liberazione interiore è possibile solo dopo essere preceduta dalla liberazione esteriore; fino a quel momento, dovremo rinunciare ad ogni tentativo di convincere lo stupido. In questo stato di cose sta anche la ragione per cui in simili circostanze inutilmente ci sforziamo di capire che cosa effettivamente pensi il "popolo", e per cui questo interrogativo risulta contemporaneamente superfluo - sempre però in queste circostanze - per chi pensa e agisce in modo responsabile. La Bibbia, affermando che il timore di Dio è l'inizio della sapienza (Sai 111, 1O), dice che la liberazione interiore dell'uomo alla vit.a responsabile davanti a Dio è l'unica reale vittoria sulla stupidità. • Del resto, siffatte riflessioni sulla stupidità comportano questo di consolante, che con esse viene assolutamente esclusa la possibilità di considerare la maggioranza degli uomini come stupida in ogni caso. Tutto dipenderà in realtà dall'atteggiamento di coloro che detengono il potere: se essi ripongono le loro aspettative più nella stupidità o più nella autonomia inter~o~ee nella intelligenza degli uomm1. Disprezzo degli uomini? Il rischio di lasciarci spingere al disprezzo de~li uomini è molto grande. Sappiamo bene di non aver alcun diritto e che ciò ci porterebbe ad un rapporto assolutamente sterile con gli uomini. Le considerazioni che stiamo per fare ci possono tenere lontani da una simile tentazione. Disprezzando gli uomini cadremmo esattamente nello . stesso errore dei nostri avversari. Chi disprezza un uomo non potrà ottenere mai nulla. Niente di ciò che disprezziamo negli altri ci è completamente estraneo. Spesso ci aspettiamo dagli altri più di quanto noi stessi siamo disposti a dare. Perché finora abbiamo riflettuto in modo così poco obbiettivo sulla debolezza dell'uomo, e su quanto sia esposto alla tentazione? Dobbiamo imparare a valutare gli uomini più per quello che soffrono che per quello che fanno o non fanno. L'unico rapporto fruttuoso con gli uomini - e speciàlmente con i deboli - è l'amore, cioè la volontà di mantenere la comunione con loro. Dio non ha disprezzato gli uomini, ma si è fatto uomo per amor loro. Giustizia immanente È un'esperienza molto sorprendente, ma innegabile, che il male si rilevi - e spesso in un arco di tempo inaspettatamente breve - stupido e incapace di raggiungere i sui obbiettivi. Questo non significa che la punizione segua dappresso ad ogui singola azione cattiva, ma che l'eliminazione sistematica del comandamento divino, nel presunto interesse dell'autoconservazione terrena, gioca a sfavore proprio di quest'ultima. Questa esperienza può essere spiegata in vari modi. In ogni caso sembra . conseguirne con certezza che il vivere insieme possiede leggi più forti di qualsiasi cosa pretenda di levarsi al di sopra di esse, e che perciò non osservarle è non solo ingiusto, ma anche poco saggio. Dal che si comprende perché l'etica aristotelica-tomista elevi la saggezza (Klugheit) al rango di una virtù cardinale. La saggezza e la stupidità non sono realtà indifferenti dal punto di vista etico, come ha insegnato l'etica del sentimento neoprotestante. L'uomo saggio riconosce nella ricchezza del concreto come tale e delle possibilità che esso contiene i limiti invalicabili posti ad ogni agire dalle leggi permanenti della convivenza umana; così facendo, l'uomo saggio agisce bene, e l'uomo buono agisce secondo saggezza. È certo però che non esiste alcun a~ire storicamente rilevante che non superi mai i lin:iiti posti da queste leggi. Ma c'è una differenza decisiva tra il trasgredire tali limiti ritenendo con ciò di sopprimerli radicalmente e di instaurare un diritto sui generis da una parte, e il conservare dall'altra la consapevolezza di questa trasgressione rappresenta una colpa forse inevitabile che può essere giustificata solo ripristinando immediatamente la legge e rispet- --,.-----~---- .... tandola assieme ai limiti che essa pone. Non è affatto necessario considerare riduttivamente ipocrita l'affermazione per cui lo scopo dell'agire politico non è la semplice autoconservazione; ma l'istituzione del diritto. Nel mondo le cose sono semplicemente disposte in modo siffatto che l'osservanza sostanziale delle leggi e dei diritti essenziali della vita è come tale quanto di più utile dell'autoconservazione, e che queste stesse leggi ammettono solo una trasgressione di breve durata, eccezionale, e in casi non generalizzabili di necessità; mentre chi fa dell'emergenza un principio e stabilisce così una propria legge accanto ad esse viene prima o poi, ma con potenza irresistibile, distrutto. La giustizia immanente della storia premia e punisce solo l'azione; l'eterna giustizia divina vaglia e giudica i cuori. Alcune formulazioni di fede intorno al go- . verno di Dio sulla storia Io credo che Dio può e vuole far nascere il bene in ogni cosa, anche dalla più malvagia. Per questo, egli ha bisogno di uomini che sappiano servirsi di ogni cosa per il fine migliore. Io credo che in ogni situazione critica Dio lll.1Qt:!l

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