La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

segno di sinistra solo perché l'attuale destra si presenta come· una destra illiberale, ma di· per sé si tratta di una posizio- . ne più prossima alla. tradizionale cultura borghese individualista che a quella sociale della sinistra. Voglio dire che la battaglia _per il rispetto della legge scritta e delle reg.ole è oggi d'importanza vitale, ma non è di per se sufficiente a creare nel tempo i presupposti perché i valori della sinistra ·possano tornare ad essere vissuti e promossi nel corpo della società; Per que_sto non basta una "rivoluzione liberale", occorre un·a mutazione radicale in ordine al sentire sociale e allo stesso modo di produzione, e dunque una vera e propria rivoluzione culturale. Ma, obietta Flores, questo è impossibile, ed è invece tempo che ci dedichiamo a. realizzare giorno per giorno le rivoluzioni possibili in vista di una convivenza civile infine normale, cioè effettivamente liberale. "Siate utopisti, ~hiedet~ _ilpos_sibile. E impegn,atev1 rn pnma persona a costruirlo": questo~ il suo ra:- gionevole invito,7 .al quale vorrei rispondere con altrettanta utopica ragionevolezza. L'affermarsi dei valori libera-· li, posto che ci ·si arrivi, e sarebbe in ·effetti già un inizio di rivoluzione, fornirebbero ·solo un quadro di riferim~nto esterno alla convivenza civile democratica, ma sarebbero impote·nti a modificarne la qualità sociale. Come potrebbero, ad esempio, restituire identità cultu_rale e politica ai pezzi di società compressi nella borghesia di massa? Trent'anni fa l'operaio, l'insegnante, l'impiegato, il manager, l'imprenditore possedevano un ruolo; si riconoscevano in ambienti e ·appartenenze, si riferivano a valori e interessi propri, avevano degli obiettivi politici; ma ora, nella massa media:, non si è più . niente, non si conta più niente, se non. nell'immediato esercizio della prop.ria funzione, funzi.one concessa e tolta secondo le esigenze delmercato. Ma fino a quando questa perdita di identità potrà essere sopportata? In gran parte non lo è già più, e il Paese va a destra. Fermeremo questa d~riva b~ttend?ci pe~ la messa m prauca dei valon · liberali, magari. incarnati nel programma Prodi di governo? ·No; bene che ci vada · ·Prodi potrà ser:vire a scongiu- . rare il peggio, ma resterà. il . compito di costruire una alternativa al modello socioculturale oggi imper;mte . · Chi appare·consapevole della drammaticità della situazione è Norberto Bobbio; il quale sa che ~'la società creat;i dalla televisione è naturaliter di destra", cioè sa che una so-' cietà di soddisfatti acculturata dalla televisione è incompatibile con i valori storici della sinistra, la quale "vive di grandi principi, si immedesima nella sofferenza umana". Ed ecco il dilemma che lo afferra è dal quale non sa come uscire. Nel suo fortUnàto libretto Destra e sinistra, egli· ha inteso ridare chiarezza e significato ad una distinzione politica per quanto concerne . valori e moddli di riferimento; i quali, a svo àvviso, si caratteri'zz.ano in definitiva per il diverso peso attribuito dalle rispettiv·e culture all'ugua- · glianza e alla diversità; anzi, andando più a fondo, Bobbio · è "tentato di dire che la distinzione va al di là delle semplici idee politiche, è un elemento quasi antropologico". 8 Ma si dà il caso che oramai la grande maggioranza del paese è giustappunto passata attra- ·verso una sorta di mutazione antropologica che ha tolto credibilità all'esigenza di uguaglianza, ovvero alla disponibilità a riconoscere l' altro, i suoi bisogni, i suoi diritti sociali. Di qui l'impasse: se questa società è naturaliter di destra, come. è possibile modificarla senza attivare una rivoluzione culturale che ridia visibilità e credibilità ai valori della sinistra? Se poi si ritiene che tale rivoluzione è impra-_ ticabile e persino insensata, allora, dice Bobbio, non .resta c~e sceg~i~re tra l' adegu_arsi ~l mito eff1c1ertt1stae produttlvista della destra, ·cercando di addolcirlo con qualche iniezione di· sociale, oppure mettersi decisamente dalla parte • dei deboli per fare una opposizione dura, come fece il Pci negli anni Cinquanta. · In realtà la sinistra ha scelto definitivamente all'atto della scissione del Pci nel '91', · e tornare indietro, accettando di essere senz'altro •minoranza, significherebbe per il Pds abbandonare il paese a una ·destra politica autoritaria è. distruttiva. Dunque non sem- .bra esservi alternativa, o meglio tutta l'alternativa predicata pressoché all'unanimità BibliotecaGinoBianco tende a ridu'rsi a quella tra due liberalismi, il ehe vuole dire, se le parole·, hanno un senso, riconoséere al liberalismo l'egemonia culturale, e liberalismo oggi vuole dire essenzialmente mercato, sepp.u- . re sottoposto a regole, e la cultura creata dal mercato è 'una cultura di destra, come ci insegna non solo Pasolini ma · anche Bobbio. E dovrebbe anche voler dire che parlare di sinistra non ha più senso, perché essa cessa di esistere nel . . momento stesso m cm 1 suoi valori di riferimento non trovano piìi ··effettivo riscontro nell'azione/olitica, anche se segu_itanoa essere predicati. Là notte è notte: a proposito de "La Terra"· · "La sinistra, appunto. Dov'è, -che fa, che dice, chi rappresenta, come si differenzia la sinistra? (...) La sinistra· è morta nella sua "idea" e nella sua realtà storico sociale· che- l'ha retta per un secolo e mezzo, con il craxismo da un lato (e le sùe appendici "mi- · glioriste") e con la caduta del. muro. çon ..la crisi e l'agonia della classe· operaia. Con la scomparsa ancor precedente del mondo contadino. Un'altra sinistra va, altro che rifon- . data!, v~ semmai fondata.". 9 Sì, ma.come? Questa nuova rivista è il tentativo pratico da parte di Goffredo Fofi, che l'ha voluta; di rispondere alla sua stessa denuncia ed esigenza: prendere atto che una cer- · ta co_sanon c'è più e che tuttavia essa ci è necess.aria. Que$ta duplice e contraddittoria consapevolezza è indispensabile se si vuole davvero ricominciare. Ricominciare dal patrimonio culturak, morale, politico della sinistra, e ·non solo di essa, sapendo che tale· patrimonio non è più. so-. stànzialmente espresso dai partiti della sinistra, e che.

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