La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

complesso di valori che si volle mettere a fondamento della ricostruzione del Paese? E se no, attraverso quali percorsi politici essi possono infine trovare adeguata espressione? In realtà il ruolo centrale affidato dai costituenti ai partiti di massa non fu dovuto solo al fatto che essi possedevano le leve del consenso, ma più in profondità· perché si attribuiva loro una funzione indispensabile di crescita morale, culturale e politica dei cittadini. Questo in parte almeno e per qualche tempo è avvenuto, in particolare nella base comunista, e se si fosse data alternanza al potere, se la Dc non si fosse rapidamente trasformata in partito per la pura gestion<;: del potere, avrebbe-potuto funzionare. Sta invece di fatto ~he l'insieme della vita non solo politica ma civile e morale è stata profondamente inquinata e distorta da una parte e dall'altra rendendo a tutti difficile l'identificazione col proprio Paese, che gli uni consideravano in pote.re di_ preti e americani e gli altri te..: mevano potesse. finire in mi:J.-. no ai sovietici. E quindi per tutti o quasi una doppia morale, e infine per molti un ripiegare deleterio sugli inte-· ressi particolari e su un diffuso uso privato del bene pubblico. Ma ora che tali distorsioni sono sotto gli occhi di tutti, tanto più ·netto dovrebbe -risaltare il contrasto con l'idea di cittadinanza che informa la Costituzione, e quindi il ruolo educativo che una sua adeguata conoscenza ed applicazione potrebbe avere nella formazione µiorale quanto meno delle nuove. generaziòrii. Tuttavia per lo più non ·è così; anzi l'attuale passaggio critico è colto _da più parti come una occasione per contestarne quanto meno la praticabilità proprio in ragione del privilegio da essa accordato ai contenuti della libertà, e quindi ai rappòrti intersoggettivi, piuttosto che alla tutela dei diritti individuali. Insomma, mentre sul proscenio l'e destre distruggono e ridicolizzano i valori della convivenza civile, sullo sfondç> si oper:a per costruire davvero un'altra repubblica, per la cui I).ascita, lo si dica o no esplicitamente, è indispensabile tagliare il ·cordone ombelicale con la carta costituzionale del '48. Verso l'egemonia culturale del liberalismo? La seconda repubblica sarà fino in fondo liberale op- . ·pure sarà plebiscitaria e autoritaria. Questa l'alternativa secca èhe intellettuali e politologi autorevoli ci propon- . gono, riscuotendo consensi sempre più ampi e oramai diffusi ben oltre la cerchia degli addetti ai lavori. Peraltro la. soluzione liberale non è proponibile a prescindere dalla storia di questo. mezzo secolo di vita democratica, e dunque bisognerà innanzitutto trovare una soluzione a quell'incontro conflittuale che .l'ha· attraversata e segnata; bisognerà in definitiva o recuperare il cattolicesimo alla visione liberale dello Stato oppure liberalizzare la cultura· sociale della sÌnistra e del cattolicesimo. Ed ·ecco, come per magia, spuntare all'orizzonte non uno ma due liberalismi, uno un po' pi{! di destra e unci un po' più di sinistra. Dico "un po' più", perché parlare di destra e di sinistra diventa in questi termini davvero arduo. In raltà si tratta di mere definizioni di comodo, e còme tali facilmente riconoscibili non appena si consid~ra :1a realt~ del Paese nel suo ms1eme e c1 si ricorda della "massa mè- · dia". La quale per definizione non è né di. destra né di sinistra,· è solo una totalità inerte che si vuol provare ad orientare in un senso o· nell'altrò, magari scrivendo su un cartello centro-destra e sull'altro centro-:-srn1stra, ovvero più concretamente tentando chi l'accoppiata cattolici-laici, chi quella cattolici-sinistra. A propugnare program-'. matic'arri.ente la prima s~el_ta è ora apparsa una nuova nv1sta: "Liberal.. Un incontro tra cattolici e laici", corredata nel suo primo numero ·dal testo della Costituzione americana, a togliere ogni dubbio circa l'opzione di fondo espressa nel titolo. Dunque, un liberalismo ispirato al modello statunitense nel duplice senso della sua concezione liberale · dello Stato e del suo originario carattere cristiano. Operazione a dir poco ardita, .se so_- lo si pone mente a come sono andate le .cose tra cattolici e laici da Cavour all'avvento-· del fascismo prima, e poi durante la lunga_ coabit_azione governativa in regime democristiano. Se ne -dovrebbe concludere che il crociano "perché non possiamo ·non B YQQ. .ca·GinOBianco dirci cristiani" viene infine assunto come insegna del neo liberalismo, malgrado gli anatemi papali su tutto quanto sa di mercato e di consumo e di individualismo. Ecco infatti . come si esprime al riguardo Ernesto Galli della Loggia: "Il caso degli Stati Uniti sta a mostrare che proprio perché estranea ad ogni sfondo utopico· di trasformazione socia-: le, proprio perché così lontana dalle lusinghe di gualsivoglia versione secolanzzata di millenarismo religioso, pro:.. prio per questo la cultura politica della division~ dei poteri, del governo limitato e della rigida tutela dei dirittì individuali, ha rappresentato l'unica cultura politica capace di resistere alla deriva agnosticoatéistica della modernizzazione e di non cessare di rivendicare con orgoglio il suo carat- · tere cristiano" .5 Insomma, in- .. capace di camminare_ sulle · proprie gambe,. il liberalismo nostrano si inventa una versione cattolica della democra"" zia- americana; c'è da temereche, liberatici con grande fatica del· clerico-fascisrrio, ci ritroveremo a che fare con il clerico-liberalismo. . Sull'altro versante i termini della questione si fanno decisamente più problematici, e dunque più seri. È il caso della rivista· "Micromega", che; nel suo tentativo di declinare il liberalismo tra le ragioni della sinistra, recupera l'istanza gobetiiana di "una rivoluzione liberale in Italia'\ tale da stabilire finalmente il primato delle· regole sul potere, vale a dire· il governo delle leggi e non l'arbitrio dei governanti; la neutralità dello stato e l'imparzialità dei suoi apparati; la _cult_uradei ,limi~i che la Cost1tliz10ne e 1ord1-'- namento giuridico pongorio all'esercizio del potere di governo e alla sovranità della maggioranza; un mércato realmente plurali~tico, incon- • ciliabile con ogni posizione di monopolio, soprattutto nel campo dell'informazione, ecc. Ma intanto queste fondamentali richieste liberali si scontrano, come riconosce Paolo Flores d' Arcais, con il carattere culturale e morale della nostra società, che non vuole saperne di regole ·e di tutto il resto; e infatti egli si chiede: "Una società impregnata d'illegalità perché inai dovrebbe ribellarsi ad essa?".6 Appunto, perché? Inoltre è evidente che tale posizione riceve un

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