La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

di vedere. L'esterno lo si conosce anche da dentro, ma è abbastanza separato dal .vissuto effettivo. Lo si-sa, ma non lo si conosce. sta intanto nel riconoscerle dentro di sé e quindi di esprimerle attraverso l'azione. _Tu vedi una persona di. cinquant'anni che comincia a muoversi, in un esercizio d_iteatro e ti accor_gjche a~engono delle cose che non avresti mai 1mmagmato. · Adesso abbiamo deciso di fare uno spetta- . colo sull'Eneide. È evidente che cerchiamo il massimo de.gli agganci rispetto all'esterno e però cerchiamo. di capire ~a_gliattori quanto possano metterci, quanto v1 s1possano nconoscere. Dentro il carcere il primo vero problema è ql,lello dei movimenti. In primo luogo per un problema di controUo, anzi di una serie di controlli vicendevoli fra gli stessi detenuti e quindi di un autocontrollo esasperato che proviene dall'imperativo e dalla convenienza a non esprimersi, rivelarsi, scoprirsi. Ma, prima ancora, il controllo deriva ovviamente da u_n rapporto.con lo spazio, con il ritrovarsi in spazi chiusi dentro altri spazi chiusi, tutti se·mpre angusti·, limitatissimi. La stanza dove provia- · mo, talvolta anche in .trenta person_e, l'hai vista: è di tre metri per nove. · In prigione, si è carcerati due volte. Si è rinchiusi m~ si è anche obbligati a controllarsi: emotivamente, ~ei discorsi, eccetera. È chiar.o che il,_teatro lavora soprattutto su 9uesto_limite. C e· un rapporto abnorme fra l energia ac- · cumulata é i controlli o i limiti stretti in cui_si vive. Facciamo un esempio: saltare. Saltare è qualcosa che devi fare contro il tuÒ peso, ma anche contro i limiti che hai nella testa. Contro tutto quello che, specialmente lì· dentro, ti porterebbero a star fermo, a non saltare. Quando vedi che il salto avviene, ti rendi con- . to di che tipo di movimento è, della sua intensità intesa come contraddizione. · Come si pongono gli spr;ttàcoli dei detenuti in rapporto al mondo esterno? Quando scegli un testo o una storia, dovrà obbedire a due esigenze o a due convenienze: avere relazione con le motivazioni e le potenzialità degli attori, ma anche con la società, con il pubblico esterno al quale lo spettacolo verrà riconsegnato. Per fare un teatro che rion resti interno al carcere, bisognerà non soltanto rispettare la prima relazione ma anche non disattendere la .seconda, inserirsi sul piano dei problemi e dei temi attuali, parlare ai nostri. tempi o. contro i nostri tempi. Che ne sanno loro di quello che succede fuori? Come fa un loro spettacolo ad essere anche lo spet_tacologiusto per il pubblico? ' Non so come avviene la mia scelta. Ormai è difficile per me riuscire a distinguere, ma credo che nasca un po' rispetto all'esterno e un po' rispetto alle loro esigenze o al loro modoBiblioteca.GinoBia ·co · L'idea parte sempre da quelle due parole che ho fatto diventare le coordinate fisse del lavoro, la resistenza e il limite. Enea, ad esempio, è per me un vinto. Mi·interessa per questo. L'Eneide è la storia di qualcuno che ha una sconfitta, un crollo totale alle sue spalle e che va .incontro a un futuro incerto, sconosciuto. Questo è in qualche modo il ritratto della nostra situazione ....Ma è solo la no.stra? Cosa sta avvenendo all'esterno? La scelta della storia e del testo pìù che del carcere o della società d_evecomunque tener conto della storia e dell'identità del gruppo. Una storia dove ci si possa immedesimare e dove soprattutto s_ipossa ritrovare sia il nostro "limite" che la nostra "resistenza". Una resistenza che è insistenza ·e d~rata, ma prima di tutto è coerenza di una scelta. Si potrebbe smettere di fare teatro in carcere e non lo dico solo per me, ma anche per loro. "Resistenza" è una parola che esprime bene anche il coraggio e lo sforzo, altrimenti sembra che la scelta·del teatro sia una piacevole convenienza, un lusso. · Uno dei luoghi comuni con cui si guarda al detenuto che fa l'attore è appunto quello di considerare il suo "fare teatro" come un diversivo e magari solo come un divertimento; è quest9 un aspetto e un modo di vedere iJ problema,_ma è giusto ~onsiderare, dal_l'altraP!rte, anche 11problema d1un attore che e anche detenuto", e che aggiunge alla vita carceraria una disciplina in più, Un impegno in più, una con- . traddizione in più. Anche questa diffièoltà e .questo sacrificio fa parte dello loro realtà e della loro scelta, e non soltanto della mia. Perché poi dovrebbero continuare a farsi un culo così con noi, quando poi, quando usciranno, nessuno gli · darà o gli riconoscerà nulla per questo tempo che hanno perso, per questo sforzo che hanno fatto? . Per questo è stato importante fondare ed è importante far resistere una "Compagnia della Fortezza". Far riconoscere la loro identità di attori è più difficile che ottenere applausi per la loro "bravura". .. BUONI E CAITIVI

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