La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

telefonerò all'assistente sociale del Sert e che insieme cercheremo di capire se esiste qualche altra possibilità. Al più presto gli fa remo sapere qualcosa. Mi alzo e prendo il cappotto: voglio andarmene. Sto male: non riesco più ad ascoltare drammi, a sentire storie, a incontrare persone per le quali non c'è una risposta. Sto uscendo. Sulla porta di casa mi ferma suo padr:_e:è basso, grassoccio, e ha la faccia stanca. E in pensione, ha quasi settanta anni ma lavora ancora, in nero, per tirare avanti. - Non certo per arrotondare! - precisa. Ha l'aria mite, parla lentamente, e mi chiede se ho tem-: po per spiegargli cosa si può fare per il figlio. E preoccupato, vorrebbe sapere quanto ci vuole per sbloccare la situazione. La rabbia degli istanti precedenti, di fronte alla tenerezza di quest' uomo che "cerca di capire", si tramuta in amarezza: appoggio per terra la borsa e gli ripeto in breve le cose che ho detto a Nicola. La madre ascolta, seminascosta, dalla cucina. Dopo mi ringraziano, mi pregano di richiamarli e mi salutano. Fuori è ormai buio. La strada è illuminata dalla luce gialla dei lampioni. I bus continuano a non passare. 1 C. U. C. , Corso di utilizzo della città. 2 C.O. C., Centro di osservazione criminale: è il vecchio nome che aveva il secondo raggio. Ancora oggi viene da tutti chiamato così. ♦ lf toVE f)f A P/' BibliotecaGinoBianco LA CITTÀ-CARCERE Mario Cuminetti Mario Cuminetti scrive di chiesa e società ed è tra i responsabili della Associazione Corsia dei Servi e della Libreria di Via Tadino a Milano. ♦ L'esperienza del nostro gruppo1 nel carcere di S. Vittore a Milano, dura ormai da dieci anni. Anni che ci hanno visto impegnati con tipologie diverse di detenuti, che ci hanno obbligato a mutare progressivamente la nostra ottica e il modo di agire all'interno del carcere. Tuttavia non é mutata la finalità iniziale con cui abbiamo iniziato a frequentare, in forza dell'art. 17 della legge di riforma del 1975 (permesso di accedere al carcere per svolgere attività culturali),S. Vittore e a cercare trasparenza e comunicazione fra il carcere e la città. I grandi carceri sono in fondo città in miniatura. Oltre ai detenuti, moltissime sono le persone che vi ruotano attorno per i motivi più diversi. Dai fa miliari, agli avvocati, agli agenti e ai membri della direzione; vi sono poi tutti gli operatori sociali pubblici e/rivati: dai volontari, ai dipendenti della. Vs, psicologi, insegnanti, gruppi e persone che intervengono per animazione culturale. Per non parlare poi di tutte le attività economiche (spese dei detenuti, lavoro interno ristrutturazioni, ecc.) che vi sono connesse e di tutto quel mondo familiare che hanno lasciato e che sovente vive in una situazione terribile, sia economicamente che psicologicamente. Un mondo complesso, ignorato, anzi segregato. Eravamo convinti, e lo siamo ancora nonostante le difficoltà e la diffusione sempre più grande della voglia di repressione, che il carcere non è un luogo da escludere dalla città; un buco nero da cancellare; ma luogo in cui vivono persone, sovente concittadini, con cui mettersi in comunicazione; operare, rendere coscienti che si può fare qualcosa insieme. Senza, evidentemente, dimenticare i motivi per cui sono rinchiusi, gli errori commessi, la pericolosità di molti di loro. Ricordo che nei primi mesi dell'85, periodo in cui ci occupavamo esclusivamente dei numerosi detenuti "politici", un documento delle donne detenute_ a S. Vittore ricordava, proprio in rapporto alla nostra esperienza, che non c'è alcuna possibilità di aggiustare i meccanismi di una istituzione chiusa. Ess.itendono a riprodursi se non vi sono contro[orze che, introducendosi nel carcere, fanno. in modo che quella situazione sia attraversata da altre situazioni, istanze, soggettività e competenze. "Si può chiudere il carcere - così scrivevano - aprendolo; costruendo comunicazione fra i prigionieri e le realtà sociali che fuori si muovono per l'apertura di progressivi spazi di libertà, mettendo in relazione soggetti, realtà anche molto B.UONI E CATTIVI

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