La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

La zona, pur non essendo assolutamente ricca, dimostrava una capacità di auto sostentamento maggiore di quella ipotizzata dal governo. Era comunque in atto un degrado ecologico abbastanza grave perché, come altre zone simili del Nicaragua, subiva le conseguenze del diboscamento iniziato negli anni '50. Le colline di Santa Rosa del Pefion, un tempo coperte di boschi, hanno subito un processo assai accelerato di messa a coltura. Prima compagnie nordamericane tagliarono le conifere, assai pregiate; successivamente contadini poveri, in parte gli stessi lavoratori delle imprese forestali, espulsi dalle pianure della costa pacifica, si sono insediati nella zona avviando Un processo sempre più accelerato di esbosco e messa a coltura. La situazione che trovammo nel 1989 era molto drammatica per varie ragioni legate alla guerra. La zona del nostro intervento, al confine fra la pianura fertile del pacifico e la zona tropicale atlantica, aveva sempre offerto occasioni di emigrazione stagionale nelle due direzioni: ad occidente per la raccolta del cotone, ad oriente per una coltivazione di fagioli possibile solo nella zona del "tropico piovoso". Negli anni Ottanta, con la guerra, questi flussi stagionali si erano quasi completamente bloccati: di qui l'aumento della densità di popolazione in zona e, contestualmente, una perdita delle forze più valide, i giovani impegnati a combattere nei due fronti contrapposti (l' eser- _cito governativo e i "contra"). L'aumentata densità di popolazione e quindi di coltivazione, basata sulla tecnica del "taglia e brucia", aveva accelerato i processi di esbosco, con le inevitabili conseguenze di erosione dei suoli e perdita di produttività che innescavano a loro volta un processo circolare di aumentato bisogno di terra e maggiori esboschi. E qual è la ragione del tuo ritorno ora, a cinque anni di distanza? Questo caso può essere emblematico per illustrare come ha funzionato la cooperazione italiana negli ultimi tempi, sotto gli scossoni delle vicende politico-amministrative e anche giudiziarie dei vari governi che si sono succeduti in questo periodo. Io sono stato incaricato di andare a valutare il progetto ora, a cinque anni dal suo avvio, per una serie di ritardi che non erano assolutamen- , te prevedibili nel 1989, come del resto neppure la mutata situazione che ha ridotto e sostanzialmente peggiorato le caratteristiche della cooperazione allo sviluppo. Dapprima il passaggio· del ministero degli Esteri dai democristiani ai socialisti con l'inevitabile ricambio di funzionari e clientele, successivamente le vicende di "tangentopoli" e i tagli alla spesa pubblica hanno decimato la capacità d'intervento e ulteriormente peggiorato la pratica amministrativa. Il bilancio è sceso da circa 5000 miliardi a poco più di 1500 all'anno: i progetti sono stati ridotti in numero e dimensione applicando criteri molto arbitrari, senza analisi specifiche sulle loro caratteristiche e nessun rispetto per le conseguenze sulle popolazioni coinvolte. Le Ong sono state, in termini relativi, le più penalizzate da queste procedure perché, essendo mediamente più legate alle realtà locali e meno dotate di disponibilità finanziarie proprie, hanno perso credibilità a causa della discontinuità e irrazionalità delle decisioni. Ad esempio, in merito ai fondi stanziati per le Ong Bit COOPERAZIONE INTERNAZIO~ALE o dallo stato, inferiori al 2% del totale, dopo anni di ritardi e ripetute pressioni, improvvisamente verso la fine del 1993 è stata decisa una sanatoria relativa a tutte le richieste giacenti fino al dicembre 1992: a ciascuna organizzazione è stata assegnata una somma ed è stato chiesto di scegliere, fra i progetti giacenti, quelli compatibili con la somma assegnata, magari ridimensionando arbitrariamente i progetti. È a questo punto che la richiesta di finanziamento relativa al progetto di Santa Rosa del Pefion ha trovato finalmente una risposta, anche se fortemente ridimensionata rispetto al progetto iniziale. L'insieme di queste vicende rimanda comunque ad alcune considerazioni generali sulle Ong, che in Italia si presentano molto varie nella loro fisionomia, struttura e modi di operare, ma hanno in comune il fatto di essersi in maggioranza strutturate negli anni Ottanta su bilanci crescenti. Invece di investire in strutture per sollecitare e gestire solidarietà - come è scritto nella maggior parte dei loro statuti - nella promozione di contributi, sottoscrizioni, lavoro volontario, si sono praticamente adagiate sul comodo supporto degli stanziamenti statali. Quando questi si sono drasticamente ridotti, le Ong si sono trovate totalmente spiazzate, sia perché non erano più in grado di corrispondere alle aspettative dei loro partners nei vari paesi in cui operavano sia perché avevano creato strutture troppo costose. È questa una caratteristica ricorrente anche di molti imprenditori italiani, che si aspettano sempre risorse pubbliche pur rivendicando meno stato e più mercato. La dipendenza dai finanziamenti pubblici è per altro un fenomeno da cui non sono esenti neppure altri paesi europei: di non governativo per molte di queste organizzazioni resta spesso soltanto il nome. Come immaginate di riprendere il lavoro in Nicaragua, a distanza di cinque anni? avete mantenuto qualche collegamento, un filo di continuità durante tutti questi anni? Prevedendo i ritardi (anche se non cosi dilatati) Mais si era premunito per garantire, con fondi di solidarietà e stanziamenti della Comunità Europea, il primo anno e mezzo di attività. Questi soldi in pratica hanno permesso di insediare sul posto una "animatrice", una sociologa guatemalteca, con la funzione di preparare l'intervento che doveva seguire mantenendo una presenza, anche se limitata, nella zona e la continuità di azioni di formazione per attività di autosviluppo. · A questo punto non so prevedere come si possa continuare: si tratterà di valutare il lavoro svolto in questi anni e, dato che alla fine un po' di soldi sono arrivati, decidere se è ancora ragionevole spenderli nel modo previsto nel 1989. Sono cambiate molte cose in Nicaragua: è finita la guerra civile ed è cambiato il governo e un regime politico-sociale. Ma soprattutto è cambiato il mondo che, con la fine della guerra fredda, ha ridimensionato il peso politico che il Centroamerica aveva nel quadro geopolitico internazionale; nel bene e nel male, naturalmente. Il venir meno della polarizzazione è un fatto largamente positivo per l'area, se pensiamo che la guerra dei "contras" è stata finanziata illegalmente dal presidente della maggiore potenza mondiale, Reagan, per ragioni tutte ideologiche, scaricando su un paese piccolissimo il peso di problemi planetari. La riprova, se

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