La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

ILGOVERNODELLACITTÀ Ada Becchi Oltre un anno fa, tra il giugno e il dicembre 1993, sono stati eletti, nelle principali città italiane, governi locali, con la nuova legge elettorale che introduce l'elezione diretta dei sindaci (e il premio di maggioranza per lo schieramento che li ha proposti). Questa scadenza ha coinciso anche, nella transizione tumultuosamente avviata nel sistema politico italiano, con l'affermarsi in moltissimi casi di coalizioni di sinistra. Il tempo ormai trascorso va da quasi il 30 al 40% della "consigliatura ", che dura quattro anni: un lasso _non trascurabile, che merita si cominci a riflettere su come la "elezione diretta del sindaco" sta funzionando. Potrebbe essere superfluo ricordare che il periodo trascorso è stato, a dir poco, turbolento, con la contrapposizione, alimentata dai media, venuta a configurarsi tra favorevoli e contrari a una persona, e alle alleanze da questa intessute per conquistare il governo nazionale, prima ancora e più ancora che alle politiche proposte dal cosiddetto "polo". Sarebbe anzi certamente superfluo, se non fosse che la forte personalizzazione dello scontro, e l'altrettanto forte attenzione al problema del leader, hanno trascinato anche i nuovi sindaci - specie quelli di derivazione partitica - in una tenzone che per vari aspetti rammenta le preselezioni per i concorsi di bellezza. Difficile, perciò, sostenere che non vi siano legami tra il modo in cui i nuovi governi comunali hanno operato, e il ritrovarsi i loro sindaci prima coinvolti nella ricerca del leader dei progressisti, e poi utili, in quanto popolari o addirittura carismatici, per fungere da contrappeso al governo nazionale. Nel frattempo, in contrasto con le aspettative che l'elezione diretta aveva sollecitato, assai poco cambiava del rapporto tra comune e cittadini, un rapporto che, come a tutti noto, ha poco a chef are con il numero di volte in cui il sindaco appare sulla stampa, e ne ha molto di più con il funzionamento della macchina comunale. Le stessefarraginosità burocratiche, la stessa negligenza nell'assolvere a compiti essenziali per lo svolgimento della vita quotidiana. La differenza che si percepisce è che il sindaco ed i suoi assessori non sono a caccia di affari, magari lucrosi a livello personale, ma la microcorruzione (solo micro?) insita in tante attività municipali _pare ben lungi dall'essere scomparsa. Una differenza, per carità, rilevante. Ma sufficiente ad accontentar.e qu.anti pensavano proprio che fosse necessario un cambiamento profondo? Val la pena allora di provare a capire meglio quali variabili sono entrate in campo, al di là di quelle, per loro natura effimere, del gioco dei media già ricordate. E le variabili importanti sono di due tipi: la legge che ha introdotto l'elezione diretta, ha, da un lato, modificato solo un tassello del sistema decisionale e di goBibliotecaGinoBianco verno, lasciando inalterati gli altri; il rapporto tra comuni e cittadinanze è, dall'altro lato, un rapporto fortemente duale, che privilegia alcuni ceti e gruppi sociali, tenendo in assai scarsa considerazione tutti gli altri. Tra questi due insiemi, del resto, vi sono ·collegàmenti casuali che rendono più arduo il cambiamento. Comincio dal sistema decisionale. Si -deve purtroppo dare per scontato che la burocrazia comunale in genere non è efficiente né efficace, e in qualche caso è anche corrotta. Riportare 'l'attività .del comune verso standard normali, assimilabili a quelli previsti dall'ordinamento (per non continuare a far riferimento a esempi stranieri),- significava, per i-nuovi governi locali, impegnarsi in un confronto con questa burocrazia, e il confronto sarebbe stato reso inevitabilmente più arduo per i molti vizi (convalidati spesso da accordi sindacali e financo da norme) da essa -contratti negli an_nipassati e per le pulsioni paralizzanti in essa indotte dalle vicende di "Tangentopoli". In effetti, di questa situazione (che, almeno nei suoi aspetti più gravi, nessuno poteva ignorare, non foss'altro per le notizie sulle inchieste giudiziarie in corso) tenerva conto lo scenario prefigurato con le norme prevedendo che: ~ la maggioranza in consiglio, resa stabile dal premio di maggioranza, assumesse un compito di indirizzo e controllo, senza essere coinvolta nelle attività quotidiane della amministrazione; - gli assessori, pochi e scelti al di fuori del consiglio comunale, fossero esonerati da.compiti politici, di raccordo tra amministrazione e consiglio; - gli organi di controllo si attenessero concretamente al loro compito istituzionale, senza subire le pressioni dell'uno o dell'altro degli schieramenti. Nessuna di queste condizioni ha potuto essere acquisita. Sebbene nei consigli comunali in carica vi sia in genere un misto di personale politico vecchio e nuovo (ma spesso il vecchio è largamente maggioritario), esso·ha continuato a vedere il proprio ruolo non come la definizione di scenarii di funzionamento della città che l'amministrazione deve prefiggersi di conseguire, ma come la partecipazione a una capillare opera di mediazione quotidiana per la soddisfazione di micro (o macro) interessi. Gli stessi schieramenti di maggioranza - sebbene quasi sempre alternativi a quelli dei precedenti governi comunali - non si sono concepiti come portatori di interessi prima emarginati. Non hanno cercato di configurare strategie "di parte" come presuppone il meccanismo maggioritario, ma piuttosto di penetrare nei circuiti consolidati del consenso per assicurarsene il controllo. Schiacciati dal sindaco protagonista sui media, in un ruolo secondario, hanno incalzato gli assessori perché fornissero gli spazi utili - gli innumerevoli spazi del fare e anche del non fare - che perseguire questi obiettivi. Gli stessi sindaci, del resto, hanno spesso contribuito a rinsaldare questi atteggiamenti non solo perché non hanno premuto abbastanza perché vi fosse l'elaborazione strategica che mancava, ma perché hanno interpretato l'elezione diretta come un voto plebisicitario, la sollecitazione a essere il portatore degli interessi di tutti, e quindi prima di tutto degli interessi da più tempo soddisfatti. Con uno schieramento di maggioranza che elabora insieme al sindaco le strategie da rea-

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