La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

Buffet Italia Vinicio Albanesi Ripensando i nove mesi del governo della cosiddetta seconda repubblica e volendo fare un bilancio dal versante delle politiche sociali, viene in mente l'immagine del buffet di un matrimonio bene. Un'immagine irriverente, ma puntuale e soprattutto insistente. Gli sposi sono radiosi, la chiesa, i suoni, gli addobbi meravigliosi; i partecipanti, tirati a lusso, con i profumi caratteristici della buona borghesia, fanno salotto, scamb ian1 osi sorrisi e complimenti. Il momento clou, checché se ne dica, è il pranzo: i genitori degli sposi hanno scelto la formula moderna del buffet, invece che il solito lungo e pesante pranzo. È preferibile una grande tavolata alla quale gli invitati potranno accedere liberamente, scegliendo che cosa e in che quantità mangiare. Non si è badato a spese: nella parte sinistra gli antipasti, nel corpo centrale del tavolo qualcosa di sostanzioso a base di carne e di pesce, nella parte destra un segmento rusticano di porchetta, prosciutto e formaggio pecorino. A disposizione, nemmeno a dirlo, aperitivi, bevande, vini di ogni genere. Esclusa la frutta, il dolce sarà servito con il taglio della torta. Nel momento x~ quando gli sposi, dopo le foto scattate nella villa dove il verde è abbondante, fanno ingresso nella sala, inizia l'arrembaggio. Le buone maniere, espresse chiaramente durante la cerimonia, a stento frenano gli istinti famelici ·degli invitati. Nel primo quarto d'ora, i camerieri gestiscono faticosamente la richiesta di cibo che gli invitati, ammassati al tavolo chiedono come passerotti affamati. Man mano che la scorta di commestibili è consumata, anche il livello di accesso alla tavolata si abbassa. Saziata la fame, ritornano, tra BibliotecaGinoBianco gli invitati, i sorrisi, le buone maniere, i complimenti. Gli sposi, ormai spossati e sfatti, tagliano la torta, brindano incrociando le braccia e distribuiscono le bomboniere. Fa l'apparizione il proprietario dell'albergo che elargisce sorrisi e saluti, sicuro che tutto è andato bene, secondo gli accordi presi. Questa immagine è stata ossessiva perché, ripensando al governo e alla sua attività, è evidente che il problema non è il governo, ma sono gli elettori: un po' come nella parabola. Il nodo non sono gli sposi, ma gli invitati. Come non costituiscono problema i camerieri-ministri e il proprietario dell'albergo-Presidente. Nell'Italia degli anni Novanta è prevalente il desiderio di buffet: da parte di chi ha sempre partecipato ai pranzi e questo è evidente, dagli addetti ai lavori che, come i cani, riconoscono presto padroni chi dà loro da mangiare, ma anche per chi, solo saltuariamente, partecipa al pranzo. Ogni analisi politica, se vuole essere seria, deve fare i conti con questo desiderio di festa e di cibo. Non si spiegano altrimenti le maggioranze oggi prevalenti in Italia. Se infatti una buona base di invitati tut~la i pro_pri interessi, le magg10ranze si ottengono solo aggregando anche chi spera, domani, di partecipare non ad un solo banchetto, ma alla festa perenne; è vero in Italia, ma è anche vero in Inghilterra, in Germania, in Francia, negli Stati Uniti. Il proprietario dell'albergo continuer~ ~ pr?1!1et!ere ci_bo, i camenen-ministn contmueranno a servirlo: il problema rimane la voglia degli invitati. Questa storia continuerà fino a quando gli invitati, o almeno alcuni di essi, non si accorgeranno che il buffet costa caro e gli inviti e regalie in realtà sono pagati da, loro, come in ogni festa di matrimonio che si rispetta. Prima che questo avvenga, probabilmente si cambierà albergo, con diverso proprietario, con altri camerieri-ministri; si cambierà menu: ma fino a quando questo resta il sogno dell'abbondanza, ciò che avviene all'esterno dell'albergo non interessa più di tanto gli invitati. Il nocciolo duro di tutta la vicenda politica italiana, soprattutto per chi patisce incertezza, precarietà, fame è che la maggioranza è benestante. I precari culturali, contrattuali, sociali sono minoranza: a loro restano briciole dell'abbondanza ch·e i più consumano per sé e solo per sé. Quale· risposta dunque? La prima ipotesi è la distruzione di tutti gli alberghi dove si approntano banchetti e buffet. E operazione pericolosa e tutto sommato impossibile: guardie giurate, valletti, servitù sono pagate per l'integrità degli ospiti. Se poi l'operazione non riesce, c'è il carcere a vita, senza sconti e senza garanzie. La seconda ipotesi è più probabile. Far capire che il gioco non può durare all'infinito: chi non ha grandi risorse non può sperare di far partè di un mondo troppo dispendioso e di lusso; presto o tardi saranno cacciati dal banchetto o si autoespelleranno non essendo in grado di pagare il conto. Fino a quella data il tempo· di attesa sarà lungo. Decenni, se si guarda l'Inghilterra o gli Stati Uniti; un po' meno la Francia. Ma se le cose cambiassero, non è detto che la situazione migliorerà qualitativamente. Una maggioranza alternativa potrà essere "ap-

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