Studi Sociali - anno VI - n. 40 - 15 maggio 1935

:'\1a, lo ripclinrno. il ria:,cdio 11011sta Hclla. no11 or;;auizzaiiunc. :\I <·onLrnrio, ll(llle pki:nlo comr noi– la ~randr !iOtk1;1, a parte In forza OrntalP. di !:.Ui non pnU f'hS<'t't' l!lll'filionc nei t;1-t=-o no'itro. l'ori,gitw e la giustificazion-e dell'autorità sta nella di:;orga• nizzaziOllf' :-;or.i:11!•. l!H;IIHIO un:1 1·01ll'tt1Yilit ha. un bisop.110 c<l. i ~uoi membri non :--anno or::;-a111:u:1r::5i ~pontanenmente da loro stessi per provvedervi, sorge qualc·uuo, 1111':rntol'itù. eh" JH'O\IY('dP a qu<'l bisogno servendosi t.lC'IIP rorzt• di I ntti " diri~Pntlolf• :l :rna voglia. Se le strade sono mal sicure rll il J)opo\o non :-a prov\·f'dC'n·. sorge una J)olizia ehr. per c1ual– d1e rt•n·b,;io C'hn rende. si fa bOpportat P ,. pagnrc. e ,;'im!)ùllt· p lir.11111<.•.~gia; S(' v'C bisogno tli UII JH'O– dotlo. e la col!dtivlt.-"1 11ou sa int.ond<'rsi tui produt– tori lontnni per farselo mandare, in (·amùio tli pro– dotti dC'l pacs<'. vien fuori il mercante c.:ilc prol'ilta del bisogno -che lrnnno ~li uni di vendere e gli altri lii C'llllJ)l':lr('. t~fl irnponc- i Jfff'ZZi elle \'UOlc ai lll'Q· c.Jnllori ec.Jai con:,u 1 01utori. Vt?ddc c·hc (·os.1 {• tirmpro successo fn mezzo a noi: :n<·uo hiamo :-;lati organizzati più d siamo tro– v:Hl alla dis1·n•zior,~ di qn:ilclw lndlvìlluo. l~(I (• naturale che co:;i rosse. ·:-.Jai sentiamo il hisogno di :-;lnn• in r:11,porto coi (-omoa.~ni de-Ile> :dtrC' localilù, di riCC'VC'ì'<' 0 cli tlarP 11oiizie, ma 11011po~..;iamo c·i.1scu110 11Hlivhlunlmento c·orri;;.pondero con tutti i compagni. S0 siamo orga– nizzati, !ll('aric-hia·mo dei (·onqrn~ni di tPIIPre l.1 c:or– risp'>ndeuzu per conto uo!;tro, 1i l'amhiamo :;o e-;~1 non ci soddisfano. e possiamo sf..11·e Jtl 1·onc-11to sen– za dipe:1dert' dalla buona ~rn:r,ia tli qu:llcnuo -µer :1vere nna notizia; se inYecc• siamo Uisorganizzati, \"i sarà qualcuno che a\'rà i mezzi e lo \"Oglia ct1 ('01r!spondp1•e .; ace;ent:·cr.i nelle sue mani tutte le relazioni, comnnichcr;'t o non l~o1111mic.:be:,rù. le notizie ne-condo <·hr• g-li pare cd :i chi gli parr, e, se ha attivitli, ed intelligenza suHicienti. riuscirfl n nostra insaputa ,1 ,(a.1·Pial movimf'nto l'indirizzo che vuole senza che a noi, alla mas}:a del partito, resti alcun mezio di controllo, e senza. che no.-;snno abbia ?l lii.ritto di lagHarsi. poiché quell'individuo rt~i:--c-e prr routo suo. senza •mandato cli alcuno e :;euza do,·er rendtre f'onto acl alcuno del Jlroprio operato. 1 ~oi sentiamo il bisogno di avere un giornale. Se ~iaino organizzati potremo riunire i mezzi per fon- ~arlo e farlo vh·ere, incaricare alcnui compagni ,li STUDI SOCIALI potrr>bb~ attuare, a.nzicll~ 1►1 ivar:-.i tiella. l'OO}Jeraziorn: degli altri nelle (·osc eh'e~li r•n•do ùf ·1iaggiore im– port:i.nza. Sè poi 1111 iu1livid110 1ro\'.1 l'l1c ne:;:-.una dr•l!P org-a– nii:½a7.ioui ( 1 ,.;h.;teut.i accc--tta le suf' ideP <>li i suoi me:todi i11 <'i6 <'he hauno <.li es:;f-nzi:-1!0. ,, cbc in JJOò')3UIHl l)Olrl'blH' c:-.plicare la sm.1 lndiritln;ililà COU1f)- 1~gli ? 1 inte11<.le, ~.llora fm·n bt:'nC :i re:;t,1.r11e fuori; 111a allo1·a. se non vuole 1·inH1JJcre i11ntlivo c•1IimJlOtentc, deve cercare altri individui clw 1Jeu:-;a11u C'OIUPlni u farsi iniziatore di una nuova. organizzazione. Un'altra ohhiczio1w. cd (· 1'11ltim:1 di cui ti ìntr:n– tererno, é che csseuùo oJ"ganizzati :--iamo pili 1'aJ)Osli alle per.;ecu:<ioni del ;.;-oH•rno. A noi pare invece, che rpin.nto 11iù tìi (i 11niti tanto più ci si pu6 difcnden.1- t:fficnc<'me1Hc. Ed inl'atti ogni volta che le persecur.ioni ci han sorprc:;i men– i !'e e,ravamo disorganizz.ili ci hanno tomplcl:.lmcn(t'\ sbaragliati ed hanno ridotto a uulla il no:-itro lri– voro antecedente; mentrP qnando " dove eravamo orga 1 iizzati ci i1hnno ratto più heno che urnlP. Ed ù lo ~;tesso anc.be per quel che riguarda. l'iuteresdc per~cnale dei singoli: hJ:;ti l'e:H•mpio dello ultime per-sc.cuzioni che banno colpito gl'i:;olati tanto quan– to gl'i organizzati e forse anche piti. gravemente, Quei:;to, s'intende, per quelli che, isolati o no, fanno a.lmf-no la propaganda individuale; ché per quelli che r.on fanno nulla. e tengono ben nascoste le loro conv1nzioni, certamente il pericolo é poco, mn é anch,? meno l'utilitU. che danno alla causa. Il solo risultato, dal punto cli vista delle 1,ersecu• zioni, - e.be- lìi ottiene stando disorganizzati. si é di autorizzare il goYerno a negarci il diritto di a~c;so– ciazione ed a rendere pos-sibili quei mostruosi pro– cessi per asso~iazione a delinquere, che esso non ose,·ebbe fa.re contl'o gente che a!ferma altamente, ~mbb!icamente. il diritto e il ratto di stare associata, o chè. se il governo l'osasse. risnllerehhcro a seorno t;uo e a vantaggio della propaganda. Del rest.o, é naturale che l'organizzazione prenda le r01~me che ie circosuw,-;e <.onsigliano ed impon– gono. L'imporh,nte non é tanto l'organizzazione for– male. quanto lo ~pirito di organizzazione. Possono cssen·i dei casl in cui per l'imper\ 'ersa.re della rea– zion~. sh1 utile so-apendere ogni t·m-ri::ipondenza. crs- 1·errt;; r . e è'lllftl'm1111'1l1,l'tmltl'trro:"" I ,edartori (le.-t--– giornale gli daranno certamente. in moc.Jo più o mene --t-'anarehismo s·piccato. l'impronta della loro personalità. nnt ~a- rannv s~mpre gente che noi abbiamo scelta e cll':; possiamo caml)iare se non ci accontenta. Se inverP s.iamo disol'ganizzati, qualcuno che ha. sufficiente spirito d'intrapresa farà il giornale per conto pro– prio: egli trovera in mezzo a noi i corrispondenti, i clistr!hurnri. i -sottuscrHtori, e c:i .far:1 l'Onconere ai s•10i fini senza < he noi li sa))lliamo o \·ogli:11110; e noi. (·onw é MJ.)C:-..-rn avvenuto. ,accetteremo o !iO· sterremo quel g-ior11ale and1e sP- 11011c·ì piace. anclw S" 1:·ovhtn10 l'11e é danno,-;o alla e-a.usa. perl'hé 3a– remo iinpotenli a Larnl' uno l·he rwpprexP11ti 111f•~IJP le nostre- idee. ('oi,i<'ehé rorganizzazionP, lungi dal ('l'Pill'P ra1110- rit{1, (> il solo rimedio contro di essa ccl il solo mezz<• pPrchC ciasc·un di noi si aJ,ilui a prender parl~ aLtiva e cosrieutf' ne1 lavo1·0 l'Olldtivo. ~ CC':inl di t'!'-:;ert• ~1n1111ento pas:;ivo in 111a110 cll'i c~q1i. ('hé s poi non si fa nullH cli nulla e tutti rP– t--tano nell'inazione co11111leta. al!on.1 cl'rtamento non vi saranno né capi né gregari. né comandanti né comandati. ma :illora. fi11irni1110la 1,ropaganlla. il par– tilo, td .-uH•tlf' le- disn1ssioni intorno rdl'ol'~anizza- ziOIH:'. 8\1110. e <111e:.to, :-.periamo. 11011 (• l'illPalP Ili nel':i- )fa u1;'or~a1Jiizazionf:. si clicf". SU!)POllf' l'obi>li~o di com·dnrnn· !·1 proprin aii01w a quella <lt.->~li nitri, quindi viola la lihèrlii, illl'Ol)))a l'iniziatiY:L A noi sembra che qaellu f'he ,·pramenlP h:1,·a la lilwrt:'1. o rcudc impoi;sihile l'inizi:1tivél (• l"i:-.ola111e11to 1·111' rende impotente. La libel'lii non é il diritto aHtn1tto, ma la po-:;sibil1t:"1 oi fare 1111acosa: Qll<'Hlo P vpro tra {li 11oi. ('OllH"' l· \'Pro 11Plla SOCiC't:.·, .~PIH'l' il.if' . 1,:· nella COOIWl':-t7.iOIII' IIC"~li all ri 11um111i dH' 1'1101110 trova i mezzi pC'r t',•q)Ji1•,11'('} la :-.ua .i1!1,·1til. l:1 -:--11:1 poteuza d'iniziativa. Certamente, or!!;a1:izi,1;donl· si~11ific·u 1·oonliu:1zio11P di forze ad 11110sl'opo 1·011111nf' 0d ohllli~o 111-.~lior~ ;..;·n11izzati di non fnrr 1·osa coni r.1rla allo ~l c,po. )la qna.11ilo si traU:1 di or~nni:r,ztiiioni , olo11rn1·i1-, quan– t"o) ('OiOl'O (·h(' Mla1,uo nella :--l<'s;..;;i ()l'~illliZZ...li':ÌOII(.: )11111:0 \'C'l'alllPllt1• lo ~lf'SSO t-;('Of)O <' 80110 p:.11•tì:;L1n1 d ~li sl(•ssi 111c·zzi, l'obhJigo rec·iproco f'hc impegna tull.i rirsc·0 \nntag.!?;ioso pr,r tutti: 0 sp riunl<·uno J"i11111iziaa 1111alr·he-:--ua idea Jlarticolarr i11 omaggio alrnnionf'. c·i6 vuol dire che trova più vn11taggioso rinunziare ud un'Idea. f'he craltronf!e dn solo non RISPOSTA A LUIGI FABBRI La esteusione dei due articoli cui debbo rispondere :ni. obbligheni ad essere. a mia volta, esteeo. Co1f .p,q•c~richìede l'importanza dell',ngonwnto in discus– f1one. Debbo. anzitutto, chiarire nn equivoco. Jl compagno P. amic_-o Fabbri parla e torna. a parlare cli t.ota1ita• r;-:mo, rome se nell'anarchismo ci fosse una corrente rorm~ta o in formazione per portare tendenze nuove. La si'Stem:itizzazioue del vocabolo non corrisponde al– l'i11tenzlo11p mia né a quella dei compagni che pen– i-:;:no come me (l). B meno risponde alla realtà non ~i,1 c;pirituale ma intenzionale, pre.sentare tale ten– clf-1:z:t come- mia. 11 mio totalitarismo, come concetto el,L' mi ~ia proprio, non esiste. Non credo né innovo 11111la.Lo farei o cercherei farlo senza vacillare qe Il, credessi necessario. ?lfa. non re n'é bisogno. ~ concetti l'he espongo come tend nza a che la 1:m-tra minoranza procnrf cli generalizzare. fin ùa p~·incipio. le sue idee nella 1·i\•oh1zione, in oppo~i– zione alla tendenza di minoranze senza -dinamismo nP impul~o (•reatore per uscire da se stesse, non furono inventate da. me. E lo dimostrer6. )1a (ar6 os..:erval'e. prima, che dobbiamo classificarli in due ~l.1ssi o categorie: quelli cbe si riferiscono al pro– b'r•ma clw 1>os-siamo chiamare politico della rivolu– zione (atteggiamento clegli anarchici come mino– ranza nel fallo generale). e il problema della uni– Y<-1 salità o molteplicita delle tendenze ricostruttive ;111:1rl'hic·he. IL PROBLEMA POLITICO ~on pol'to nulla cli nuovo d_icendo che dobbiamo I'-11clere decisamente a orientare tutta la rivoluzione in -sem!<l libertario. Proudhon, Bakuniu, Kropotkin, Ci1a,,e. Jl~:rnre. tutti o quasi tutti i nostri teorici hanno s;__mpr pre8011tate le norme rivoluzionariP da un p1rnto di ,·it.;ta generale. Tradizionalmente l'anarcM– srno si oecup6 clella rivoluzione da un punto di viata tolnle. non tla c1uello rii rrazione s,pecifira. Tradizio- 11n!111en1e gli a1HU'Chici ha11110 PSllOsto J)rincipii e c1Pzzi ,c;e11Prali. rienza 1'11e passasse loro pcl capo co:lce:1n-;i e ridur;'\i a ima :..em11lire- funzione di mi– J1(1ra11ia clissiclente. Quest'altro atteggiamento. se non eno. apparve i•t•r la prima volta in 1t,11ia <111anclo.prima clell'a,•· ,·t"lto del l'HKCiRmo,IP-possihilità rivoluzionarie erano 1 .. •il'a111biente. El'a. f'vide-nle l'he sociali~-sti rivoluzio– n.:.ri e hol~cevic:hi. con i potenti organismi sindacali ritormisti e• corporalivihti diR·po:;ti n. seguire i µrimi. an·ebhero dominalo rorne fo'rza e orientnzione auto- ~•,·al ha ragiont', ·111, <lt;tTo i-:ì:-i d1t• una t1..•1Hlt•11za ti talltnria e·'(, stata sempn•, 1• <•c,i-.;t 1a OJlp()Sl:1.Sc,lo, f1110 <l quall'11(' anno fa. er:1 una l<'tHlf'trna p!(J lm·on~C'l:t ,•h(• illl(•nzionalt•, almeno nt•ll:1 ,:;r:rnd,~ magglo1·:111za clt-1 mlll– tr-ntl t' propa~an(li:-;tl. - Luigi Fabbri. l'à,g. 3 sare da o~ni ,innione: :,; 1rà Herupre un d:rnno, ma ~e la voglia di C':5-Sere01-~;inizzali snsi;istr, !-Seresta vivo Jo spirito di a:;fm ... ::1zione. tiC il pe,rinlfo aule-– cedente di auivJta coordinata avrà moltiplicate le re– lazioni persona:i, prodotto solide nmicizie o ere.ilo uu vero ac<·ordo d'i1lec 0 ùi condotta tra i compagni. allor:i il lavar\) IIP:.!l'i11dh·idni auche i:;olali concor– rer:\ allo scopo 1·om11ne, e 1u·esto si 1rov0rà modo cti riunirsi di nuo,·o e riparar<• al cla.nno tmbito. ~oi siamo 1•oi11r 1111f'lif'l'dlo jn gnen,, l' J>O~siamo. Sf'C)lldO il ICl'!'CllO •' ..;eco11do I(• miS\11'() ))l'CHO rial neml<'o, <'omha:tere in gra11ùi masKe o in online :-1par~o: l'essenziale 6 elio ci consideriamo sfllllf>l'8 membri tlello Glfl:"i-So csorl'ito, e.ile ubhidia.1110 tutti alJ.o stesso idee clfl'<'ltivo P i:damo somJlre pronti .n riunirci ru <·olonuc, com1lattf' quando OCCOl'l'f'\e t.i JH1Ù. Tutto c111f'sto dw abbiam detto 1• per ttnci compagni l'he re:tlmente BOiio a vvcrsarif del pl'iDCipio <li orga– nizz,1zio11n. A qut•lli µoi ehi• c:omba.ttono rorg-anizza– ziouo solo Jlen·hé 11011rogliono ,•nfrare. o non sono :u:<'nll:ili. in 1111.1 determinata org-a.nizzaziù1H•, o per– , h,·. non :,;impa11zza11n c·OJI ~li inctiviilui clu• 11e l'anno parte, noi tlkinmo: fnte Ua roi. 1·011qnolli .._~11e ~<1110 d"accordo (•on voi. un'altra or~·anizzaziono. ;\fai ame– rern1110 l"l'l'lo fMfP.r andarr tutti d'accordo e riuuirc in ui:. fascio pv ..c111!0tutte <111:rntcl~ forze cloll'a11ar~ 1:his- 1 110; ma 11011c•rf'cliamn n,•lln ~olidilù rl1,.'ll<" orga- 11it1.azioni fa.UC ' :t forza fli 1·011t·c•ssioni 1' di ..;ottin– tc•Mi f' dovr non v·t• ti-a i membri actordo e simpatia reali. '.\ff•g-lio disuniti che 11rnlnmf'ntl' uniti. Prr6 yor– re,mmo che ciascuno si unisse coi suoi a1nlti e 11011 vi ~·ossC'ro fon:" iso!atP, rorz., p1•r1iutc. ERRICO MALATESTA. (Dal periodico 0 L'Agitazione·• di Ancona. - n. 14 dell'11 giugno 1897.) Hn•vi " insi;;nificanti ron1•zioni di forma furono : J)Jlortate i11 fll?f'~to artirolo al tosto prirnit ivo de ··:.'Agitnzionc .. e.lo ! 18!)7 dal medesimo l\1alatr-.,tn jn :•ila co1lia di Mno pugno d1e d mantl6 a Parigi 11Pl :flt8, Qll~lndo q,1,...~c;io sno lavoro doveva essore ripub– !11k;ito llf" "L.1 Lottti ll11rnnn." f' non lo fn perché il 1-H'iiodiro clov<'IIL• ('PSl':i;u•p. In sut• pubblicazioni in se– ..:uitn ;1lrl'Sp11Jsio11P d:illa Frn1H'ia df'l 1·Pdattorf\ <' drl– i";1 u1 mi nh,1ratcu, ,•. nella rivoluzione ritaria. L'esempio russo avvertiva del pericolo .. 1\Ia– i::t'esta pose .allora la questio1:1e delle minoranze, ri– n:'ndicando il lol'o diritto a sperimentare le proprie iiiee. So rosse negato, aggiungeva. si sarebbe lottalo. PFr6. a p;1rle tJUCtito <'aso. ì\ 1 Jal.:1.tosta difese semprP. il ))l'imo cril<'l'io: quello drlla grneralizzazione im• nn•diat:t dPi prin<•ipii libertari 11elln rivoluzione. f., parte quel cado, ch0 fu. l.'l'C'dO. il punto di pal'– t, :1za della J)osizione clPl c·ompa~no ,,~abbri. J'a.m11· .. tldsmo eo11Hidf'rù scmprP. ne.i ~uoi 1t•nt.ath 1 i o idCP 1·H·ostrutliv0. - uegli "Statnti d<'ll"A!J('.lanza" e.li Ba– lrnnin. 11<:> "La Conqni:--Ul llrl P:rnr'' di Kropotkin. nP ''L:• Socirt{L rutur:i'' <li Cran·. in tnttr le risoluzioni r:1•1 congressi della Prim:1 lntc•rnazion..il<' <' deg1i or– g;rnismi sindacali o s1wcirki ,posteriori. la rivolu• zinne Jiì,Prtaria como 1111fc1t10 r~(·lusivo (2)_ Pu6 pP:1s;.11'did1f' quc:;to non <'· pos~ibile oggi, in molti paesi. ~pprialmrntP J)Pr 0sscre sori i flf'i partiti poli• u, i rivolniionari prinrn inPsistenti. ì\fa non rhe in ahhin invc-ntai:1 1:ile- trnclC'nia. LE TENDENZE RICOSTRUTTIVE POST-RIVOLUZIONARI E l~gualmPntn la te11d,l11za ;dl'1wilatrralilt't. i11 quanto a nrincipii rltf' potrPnnno l'hiamare giuridico-econo– mici, ha dominato :-.c.1-mprl'.lo non avrei abborclala qP< ..sta quc•stione, ma. ~ia<Th(• rahborda F'ahl1ri. pro– ritto dell'occasione per occuparmene. C:1i :imll'chiri rurouo c·ol1t,ttivi,;li. o 1·om11nisli. o !1111ividunlisti. Solo <'<'<•f•;r.ionalmrntf' ammisero la p,.:1tic~1 rlE'lle f)'P lendonzn in una ~ol'irtfr idoale. E' 11t0llo c.onosf'il1to l'odio di Proudho11 1wl comunismo t·oÌne 1nincipio eco11omìco in ~é. Vi :..;iopponrva ·'con i1;lte le snn forze'' (Della Giustizia nella Rivoluzione ~ nella Chiesa). ·'Sf>nr.a un:i teorin del s:1lario. - - :•f1ermava, (, impo~:..ihil • l:1 rip111tizione (' la giu– stizia: sf'nia 1111aon ..rnni:r,1..11.iou<'c!Plla f'OJlr·orrenza. • lll'Hs111ia g-,1ranzia sodale "· flt1inlii, 110!'-.s11na cSOlida- 1<l tù." (Contradizioni economiche). Tlalnmio non <'l'a m0no C'ate~orico Hf'illa sna deri- 11iziune dollrinalP: "lo non shno C'Omunista, ma col– lettivista" (Discorsi al Congresso di Berna). E' vero {IH' pi·eluduva ai prinf'iJlii del comunismo, perrhé procla.manclo ripetntamentf' eh<' le associ::rnioni ope- 1:lif-' c1:,:;-;;11merPbbero" ilmministrorc•bbero la propriet:i. (·<,llrliiv,1, apriva il passo a flU<'Sto concetto .. 1\'Ia ht J)l'OJH'i()t{i.. individuale non t• compatibile con tali lllll lllf'. Prrc", vf'lliamo SPmprc i11 lui 111tendenza ad ammf'lt<H'P sollanto un nrinripio <'C-Onomif'o con c– sd11sio1w drg-li altri. On ('t.'J"Lo? .\ll:tl'(•hki, \u~l1:1mo 1· ,·i sr111·z"r,•111t• llllli ,li 1\:1n' J'i1HliJ·izzo pi(1 <·0111pll•tam1·11t,· lih,•rlarin po1--sih1lp alla. 1·ivol11zion<' .. \1:t t'i,) 110n 1•sd111JP 1·ht·, m:)IJ,:ra•lo i nost,'l ~;::~: ; ~~ ~~1- ~}~~f ~· 11 ~l:ltl'i~~ 1//:;~~::.:~~·r:~~:~;',·::::~ ~'.'.~:~::. ::!'~; ti, i; .~;::;.~~ ~ lr,• 7.n di 11if<•nf1,,r,·. - L. F.

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