Studi Sociali - anno VI - n. 40 - 15 maggio 1935

Qualche giornale della Francia meridionale, fra gli altri, é arrivato ad ccces.;i tali di xenofobia che e– rano una vera e propria istigazione a delinquere. Costoro, si capisce, si scagliano specialmente contro Je immigrazioni politiche, .contro i rifugiati in Fran– ci3 dai vari 1paesi do·minati da 1dittat~re; 1e ,non v'é infamia che non sia itiventata contro di loro. E il governo re.pubblicano, - che se,m·pre ha ,cer– cato 'di .sbarazzarsi degli elementi ,sovversivi 1piU a- , vanzati, ,espell~ndone in ogni tempo gran nume·ro, - j11 questi ultimi momenti ha intensificato il suo ;.igore in modo indescrivibile. Esso ha ;onfessato il suo programma inumano: rimpatriare tutti gli o– perai stranieri sostituibili nel loro lavoro con operai francesi; ed espelleTe tutti i rifugiati politici che n~n abbiamo m~zzi propri per ,vivere o che svolgano una qualsiasi attivita politico-sociale in contrasto col regime francese e con quello degli altri governi a lui amici. Il trattamento inumano con cui s 1 incn1delisce in giCnerale contro tutta la mano d'opera straniera me– riterebbe ,un esame ,particolare, che ci porterebbe troppo lontano. Ci limitiamo a denunciare per bre– vita, soltanto l'infamia del fatto. ,Sono decine, cen– tinaia di migliaia, forse milioni di 1lavoratori di tutti i paesi chiamati e:spressame11te in Francia o inco– raggiati in ·mille modi a recarvisi fin dal termine della guerra, i quali han dato alla Francia l'energia lavorativa di quasi venti anni, hanno ricostruito cit– ta intere, scavate miniere, fecoridata ,fa terra col loro sudore. Ebbene, oggi si dice loro: "Non abbiamo piU J:?iaogno di voi. Andate.vene!" E se non se ne vanno da loro, si cacr;;iano fuori -con misure di polizia, a forza. Quello che avviene coi ,profughi politici, - di cui piU specialmente qui si occupiamo, - non é meno scar:ctaloso. Chi -scrive queste righe fu anch'egli espulso dalla francia qualche anno fa. Nonostante -conservo la sua serenita, ed ha se,mpre reagito contro altri amici che da episodi disgustosi del genere giungevano a gene– ralizzaziOni secondo lui ingiuste. "No, non é vero, - egli diceva, - che ·sia la stessa cosa in Francia, che :in lta,Jia o in Germania". Ma lo spettacelo o– difTno, se non arriva a dargli torto del tutto, poco ci m:1nca. Certo, si tollerano ancora certi profughi piU cono– $ciu_t_i-fp.ur__cbé non siano anarcblci,._s.Lc...i!~e_l_), in– tCllettuali, di condizione agiata, o che, ,pur ,essendo n~mici al regime del proprio paese, si sbracciano a ossequiare il r~gime francese: e ne levano alle stelle la 0 generosa o·spitalita". Se .le rose fioriranno, an· oh'essi ne sentiranno ile spine a suo tempo, 1non v'é dubbio. 1lntanto servono per •lo ,meno a 3alvare le àpparemze. Ma gli altri, -quelli che non hanno mezzi o 110torieta sufficiente, che devono lavorare iper :vi– v~1...: e insistono a pensarla con la loro testa, non solo i militanti attivi, rma anche i piU 'inattivi, ~he· pero non possono tornare ,al loro paese, dove li a• spetta il carcere· o il confino e peggio, vengono e- spu·lsi senza ,pieta. ' · Sappiamo di compagni nostri, in Frélncia da dieci o quindici anni, con famiglia, che han lavorato sem– Pr.e, che hanno avuto fi~ qui la fortu~·a di sfuggire a tutte le ,~etate. P.oliziesche, per ,1 1 espulsione d~i qua– li mancava il piU piccolo pretetSto, e che non òstante sono oggi sotto _un deCreto d'espulsione. Ed é il caso d.i centinaia di Colpiti, ,solo a Parigi e nella regione parigina, nei nostri am'bienti, - aggravatosi straor• dinariamente e all'improvviSe, dopo il ·ritorno del ministro Lavai dalla sua visita a Mussolini. Figuratevi tpoi la situazione dei piU attivi, restati sulb breccia,· ~he han provato a pubblicare ,qualèhe P.~riodico nostro od a tenere in vita qualche nostra ~rg_a~izzaz1one! Non .se n'é salvato nessuno. Figura– teVi ~a sorte ,dei _gi3 espulsi in 1paSsato, piU volte i_mp~igionati perché restati !~stesso in Francia, re– ~pinti ed espulsi a~che dal s·e·lgio,· dal Lussemburgo, dall'Olanda, dal.la Svizzera e dalli:I Spagna, ·senza carte e docu·menti 'J)er andare piU lontano; e non Pochi di lor'o con dei ·vecchi, µna sposa e bimbi a carfoo, e qualcuno' ammalato! C'é ,da impazzire al solo Pensai-e che v'ita d'inferno ~'Ssi -debbano con– durre, nasconti, braccati come selvaggina,··senz-a una pfetra su cui posar la testa, spesso senza .pane. C'è rpro,prio da meravigliarsi ,che fino ad·· oggi ·la disperazione nrrn abbia. s.pinto quaifcuno, o pili ,d'uno, a Cfualclie cieco e impulsivo atto di violenza, di que:lli che si de•plorano tanto "dopo" ,ma the ''prima" nessu– no 1 preve.de 'né, fra coloro che :possono, pensa di pre– venire nell'unico modo umano possibile, che consi– sterebbe· nell'evitare almeno che l'ingiustizia arrivi ad estremi di cru.delt3 e ,di provocazione cosi gravi. Al contrario, v'é ,stato chi, - nel paese dei "diritti dell'uomo e del cittadino", - ha 1pe·nsato di riso\· vere il ,problema dei profughi politici, minacciandone la ·deportazione forzata in lontane colonie africane! STUDI SOCIALI L~ situazione .diventata per tanti intollerabile ha spinto qualcun:> dei profughi ad. un gesto che peT ·fortuna ha avuto, momentaneamente, il buon risul– tato di costringere i pubblici poteri ad allargare un p6 !e -maglie della rete in cui i 1 piU minacciati, circa 150, erano inca,ppati. Quattro compag·ni nostri, - Raniero Ccciii, Virgilio Gozzoli, Alfredo Perissino e· Uuido Chiaffonati, - spalleggiati •dal "Comité de défense sociale" e da personalit& interessate da que– sto, si sono presentati, come profug\hi italiani espulsi da tempo dal territorio france'Se, alle autorita. per essere arrestati come rei di rottura di bando, idecisi poi a fare in prigione lo sciopero della fame, per premere cosi sulFo,pinione pubblica re sui pubblici poteri pe•rché la loro ,posizione e quella dei molti altri -e~·pulsi fosse mutata e resa piU tollerabile. Vatt--:i risoluto ha messo neM'imbarazzo le auto– rita francesi, che non hanno avuto il coraggio di ap· plicare la legge arrestando i colpevoli di disubbi• dienza all'espulsione, ed han dovuto quindi conce• dere ad essi, e a tutti quegli espulsi a nome dei quali i quatt:-o protestavano, un per,messo provvisorio di rimane:-e in Francia con la promessa di regolare nel fra':tempo la loro situazion,e· nel ·miglior modo possibi'e. Le -ccse un mese fa erano a questo punto; e n·e iqnoriamo il seguito, a causa della lootanan~a. Le agenzie tel~grafiche trasmettono quaggiU notizia di tutti gli starnuti de9li uomini politici europei, ma non dicono nul:a delle anonime e modeste umanita mart,Jriate ! Non c'é da tarsi troppe illusioni, purtroppo. Il momentaneo allargamento di freni, in seguito al. l'attf'l coraggioso e chiassoso dei nostri compagni e le pro-messe ottenute, passato il ,momento dell'utile e.cardalo, possono tradursi in nulla. Che l'attenzione puPblica sia stata deviata da qualche altro fatto po· litrco impressionante, ohe la solidarieta dei co·mpa– gni e degli operai francesi si sia un ,p6 raffreddata, e le -espu,lsioni a qu,e'St'ora saranno state rese di nuc"o esecutive. Vogliam credere che ci6 non~ sia avvenuto, e gli amici nostri di Parigi avran saputo bat.tere il ferro fin ohe era caldo, per stra=ppare ai governanti con una forma civile di azione diretta tutto quel rispetto del diritto d'asilo di cui costoro sono ancora capaci. Il diritto d'asilo pei ,perseguitati politici é uno dei primi di quei ",diritti dell'uomo e del cittadino" che I J;.r.anei-a-uff.i.ei.a.l.e- v.en.fo --l-a u.U.a-----S-ua-b.a.nd.i.e.r..a___$_.a,p piamo bene che é una ipocrisia; ma anche l'ipocrisia per .reg.'gersi deve mascherare la menzogna con un p6 di verita. Sto,ricamente, del resto, il diritto d'a· s1_10 è anteriore di molto alla stessa ·riv;oluzione del!'89, rispettato da tempi lontanissimi perfino in paesi de' ,piCi ;:1rretrati. Calpestandolo, la Francia si pone al di sotto di questi ultimi: cosa, per6, che il suo gov1e·rno fa lostesso, senza scrupolo alcuno, come si é visto. Tocca agli inte·ressati, ai lavoratori, agli uomini di liberta, a tu"tto il popolo, dif~ndere il diritto e imporne al governo il ris_p.etto; ed essi ci riusciranno, ne1la i-nisura delle loro forze, solo se queste forze e·ntrano in gioco· senza dimora e con sufficiente unani-tTlita. Ed il Compito di tene·r desta l'attenzione popolare, di fare da lievito in mezzo alle masse, spetta ai compagni francesi dei colpiti, che non esse'TidO stra· nieri sanò in migliori condizioni per mettere i"n pra– ticà. il principio della solidarieta -intefnazionalè. Sap– piamo che essi, - il "Comité de défense sociale'' é un· loro organrsmo, - sono sc-esi in campo per svolge·rè a tal -'uopo tutta la loro attivita, ·•fiancheg– giati da tutti : perìodici di parte· anarchica e af– fini: La voc·e eloquente del nostro Sébastien Faure non ·manca· di fart;i sentire dalla tribuna e sulla sta·mpa. Siamo· siCUri che tutti persevereran-no nel nobile Sforzo; ed il bUon e.Sito non manch·era. S'accorgeranno un giorno che combattendo una buo-na battaglia di li berta in difesa dei· compagni stranieri,- avranno · efficacemehte combattuto anche Per la libérta ·prop'ria. LU,IGI F,AB.BRI. Diremo nd prossimo 11umero anche noi tli CLEllEN'J'E J)UVAL morto a ottanta– cim1ue 11m1ia New York il 29 marzo u. s. I conÌJ1ag·11i ,1,, •iL'Adunata ilei Refrattari", che: lo ('Oaohhero cht ,·icino e1l editarono le sue c·uwziona.nti Memorie nella traduzione di i,. W1llc11ni, hanno dedicato complet~t– meufr il 1111111. 14 tlel (i aprifo u. s. del loro JJerioclico a ,1uest'uomo ili fede e di .coraµ;– g·o·, a qucst,, anarchico inflessibUe morto fedeli• alle idee elle aveYa abbracciate fin dai lontani tem11i tlella Comune di Pnrigi. r,,1· ora. rimandiamo i lettori nostri a cio (•!" clegnameutc }tanno scritto i compagni ili ~ ew York, al lutto dei quali ci. associa– mo tlnl profondo <lei cuore. L'Organizzazione II Am1ne:::h:;a 1po~sibile l'esistenza ùi una collettivitù. orgauizzata senza autorité., cioé senza coazione - e pe 1• gii il.trnrchiri e ne-cessarlo ammetterJo perché altri:nenli l'anarchia non avrehhe seuso - pa.s;.;iamo a parlarcl dell'organizzazione del partito anarchico. At,che in questo caso l'organizza.zione ci seinbra utile e necessaria. Se ·partito significa l'insieme ct·iu– divlclui che hanno uno Gcopo comune e si sforzano di raggiungere questo scopo, é naturale ch'essi s'in· tendano, unisc1no le loro forze, si dl\·idano il la• voro e prendano tutte le misure stimale atte a rag– giungere qnelln s-copo. Restare i8olali. ag·endo o volen-do agire ciascuno per conto suo senza jnte11- dersi con altri. eenza preparar.si , senza unire in 11n fascio poteP..te !e deboli forze dei singoli. si:;nifica condannarsi all'i·mpotenza, sciupare la p1·opria ener– gia in pie-coli atti eenza efficacia e ùen presto J~er– dere la fede nella. meta e cadere nella completa inaz~one. Ma anche r1ui la cosn ci sembra talmente evidente che, invece di insistere nella dimostraiio11e dirftla cerclleremo di rispondere ag-li argome11tl cle-gli avver~ sari rlell'organizzazione. ~ i,rima di tutto ci .si pre-aeHta rol>!Jiezione. diremo cosi, pregiudiziale. "l\'la di quale partito ci parlate'!''. essi dicono, "noi non siamo un partito, uoi non ah– biam~ programma". E con questa forma paradossale essi intendono dire che le idee lJl.'OgrPcliscono e ca,m– hiano <:ontinuarnente e che essi non vogliono ac– cettnre un programma fisso. cho puO 0·.~·:-;ero buono oggi, ma che sarà certamente superato domaui. Ci6 sarebbe pertettamente I-::i11.:tn ,;,• si tratta.a~o di studiosi che cercano il v<iru ~euia curar.si dellr– ~ppikazioui JH'i.lliche. Uu matomalico, un chimico, uu psicologo. un ,socio~ogo possono dire- di non aver programma o di non nvere cho quello di rieercarf> la vr.!rib°L: p,:,;si vogìiono conoscere, non vogliono fare qualche- cosa. Ma anarchia e ::;ocialismo non sono dello scimize: sono dei propositi, dei progetti che anarchici e socia'listi vogliono mcttC"re in pratica o che perci6 hanno -bisogno cli eStierc [ormulnti i~ programmi determinati. La scienza e l'n.rtc delle costruzioni progrediscono tultf i ;::;iorui: ma un inge·• gnerc- cllev"tiofcostruire, o:inclle- dcmnlin• qualcl19 cosa., deve fare il s"t10 piano. raccoglicrP i ~uoi mez1.~ di azionu e agiro cO'me sr. scienza cd n rte si fO'-· set·o arn:state ai punto on' l';,;li lr truvn oua11do c1:·1 principio ai suoi la.vori. Pu6 bcnia:'1imo :lVVC'nire che egli possa utilizzare delle uuove acquisizioni fatte nel corso dc·l b voro senza rinunciare alla par le es– senzialA ciel suo piano; e pu6 darsi anello che· lo nuove scoperte- C'cl i novi mezzi creai i llall'indu.::1tria sien!l tali che o.gli vegga ln. nl,ce-ssila di at,bandonare tutto e ricominciare cla capo. Ma ri·comi:1Cìanclo. avra bisogno di fare nn nuovo piano basalo su quello che si couo.,.;cp e- si posr:;iode fino <t qarl momento. e non 11otr:i conce-pire e metlersi aù eseguire unn cc-stn1~ionc amorfa, f'On materiali non composti, per il motivo che. dom::ini. In 8cieuza potrebbe suggm·irf' delle for•me m~gliori e l'industria fornire dei mate– riali meglio composti. Noi ìnlcndiamo per partito anarchico l'insieme di quel!! elle vogliono concorrere ad attuare l'anarchia., e che l)erci6 han bisogno cli fissarsi uno scopo da raggiungere cd una via da. percorrc-rr; e lasciamo volontieri alle loro eioctibrazioni tra..sc·cndcntali gli amatori de1la veritft. ~assoluta o del progresso co11 tinur,. che non cimentando mai le loro ltlce alln prova dei fatti finiscono poi col for nulla f' scopri:· meno. L',tltra obbiczion0 é f'he r6rganiz:r.:,zio11c <'rea dei capi, delle autorit:i. Se questo 6 ,·oro. sr 6 ,·ero cioé che gli anarchici sono incapaci di riunirsi eri accordarsi_ tra di loro sénza sottoporaj ad un'anio• ritfi, ci6 vuol cìirO:che essi sono ancora molto poco auarchici · e che prima cl\ pensare- a stabilire ra na.rchia nel mondo cle.bl> ono pensare a 1·c.n( .ler.si cn– paCl essi stessi cli vivere anarch1camcnte. Ma il ri– me.ilio non starebbe gi[L nella non organizzazionP, bon,ai nella G1·oscinta co~cìenza dei singoll memhrl. 1 (.!e1 tamonto f!e in un·organlzzazione si lascia af.l– dosso a. pochi tutto il lavor'o e tutte 1~ responsa bilit.i, se si subisce quello che ranno i pochi senza. rnet'.er mano :J.ll' opera e cercar di [ar meglio, quoi poch 1 [iniranno. anche se non Jo vogliono, col so– stituii e, 1a. propria volontà a quella ùclla collettl– vilù. So in un·organizzazlono i mrmbri tutti non si c;irano di pensare. di voler capire. cli tarsi spir• gare que,llo che non •capiscono, di c3rrcitare sempre su tutto e su tutti le loro facolhi. critiche. o lasciano à poC'hi il com·pito di pe•trsarc. per tntti. quei J)Och~ saranno j capi, le teste nensanti e <liri~cnti.

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