Studi Sociali - anno III - n. 19 - 10 giugno 1932
=====------===-S_T_UDI -S:_:O::..._C:_:'l~A:..:::U::::.'l_==--=-,'--==========-'-'=======5--= ,che, nell'a!fanno di realizzazione, giungono a c1et– tagliare sistemi, metodi e forme di organizzazione, 1QUando.'al contrariò, essi stessi giustifica.no fin troppo le inie critiche, presentando invariabilmente , plani di migliorate democrazie o di perfettissime d!ttat;1re. BaSe pill solida, pili vasto campo e sansa pili lo– gico e umano ha, invece, l'anarchismo inteso come lilosof.ia e come indirizzo di vita. ·Come filosofia, non esprime gia un sistema de– finito, ma interpetra bensf l'universo in un modo particplare cho é sintesi di tutto il conosctm-anto scientifico moderno, affermazione della casualità e assoluta Sl)ontaneita dei fenomeni e, nello stesso tempo, negazione del centralismo e del gerarchi– '8mo. L'universo non ha centro per il fatto stesso che non ha limiti e non ha princi11io come non ha. fine: -creazione e creatore, come direzione e direttore •dell'universo, sono vecchie favole che non servo– no piu. E questo C«?ncetto basico cambia i principii del– la morale, sottraendo l'uomo all'influenza di lugu– bri fantasie, al terrore mistico, al senso dell'ordi– ne coatto e dell'obbedienza cieca e fatalista. Come indirizzo cli vita, l'anarchismo tenta la in– tegrazione dell'uomo, avvertendolo ch'egli é il cen– tro del suo univer8o e il più gran sole del suo oriz– zonte. Sta a lui cli far di se stesso la persona più retta e più pregevole, incarnando le migliori qus– lité, i più alti valori, le più sane virtù. Né servo, né tiranno, ma serio, sobrio; forte e giusto; edificatore cli se stesso senza essere mo• lesto per gli a1tr·; disposto all'armonizzazione e all'accordo generoso, cordiale con tutti, ma pron– to sempre alla difesa. più energica e immediata dei suoi diritti. E ci6 nella vita contingente e in quella SQciale ugualmente: restio agli interventi autoritari e alle pratiche corruttrici, ma disposto sempre al consi– _glio one~to e intelligente e alla critica giusta e -chiara. Incoraggiare, aiutare nelle buone iniziati– ve, ma opporsi decisamente e fierissimamente agli abusi, alle ingiustizie e alle tirannie. Questo at eggiamento di oculata opposizione sarù necessario osservare specialmente in relazione ai politici e ai governi. Mai partecipaz.ione diretta, mai confusione, ma mai neppure clisconoscim~nto cl'·eventuali meriti né d'cYentuali vantaggi, mai esa– ger~zioni e violenze ingiuste. In una siffatta orientazione, adempiremo piena– mente ai doveri verso noi stessi e ci attribuiremo una ragionevole e importantissima funzione r'.• spetto alla società attuale e a quella futura. DOMENICO JACOVELLI. Permetta il nostro Jacovelli una riserva. Non entriamo in merito sulla questione f.ilosofica, poi– ché secondo noi l'anarchismo é indipendente da ogni filosofia e ciascun anarchico potrebb.e appli– care al proprio anarch'smo una filosofia diversa. D'accordo con Jacovelli che l'anarchismo é "anche"' quello che lui chiama un "indirizzo di vita" una norma della condotta, individuale e sociale, uno sforzo di miglioramento morale, di formazione del carattere, di auto-educazione al libero accordo, ecc. da sperimeçtare e realizzare fin da oggi nella vita di tutti i giorni. D'accordo, come tutti gl.i anarchici, con tutte le sue affermazioni di lotta contro le brutture e le prepotenze della società attuale, come ·contro tutti i progetti (anche se per caso dovuti ad anarchici, o sedicenti tali) cli ricostruzioni de· mocratiche o clittatori:lli. Ma poiché egli, fin dall'inizio del suo dire, parte dalla negazione dell'anarchismo come movi·mento poJ.itico e come partito, - senza soUermarci a ve– dere se per caso il contrasto consista solo in una diversa interpetrazione delle parole, che in fondo -ci lasci d'accordo lostesso, - facciamo su ci6 la riserva eh.e più ·sopra annunciavamo. Ed é questa: che noi consideriamo l'anarchismo anche e sopra– tutto come movimento politico-sociale, svolgentesi autonomamente in seno alle grandi masse popola– ri, e come partito politico-sociale di combattimento e d.i rivolta contro ogni forma cli sfruttamento e di autorit8., tendente l'uno e l'altro verso un ideale di societa senza salariati né padroni, senza sudditi 11é governi. Questi movimento e partito comprendono nel lo– ro insieme tutti gli anarchici d'ogni tendenza, or– ganizzati o disorganizzati che siano; ma secondo 1a nostra piti particolare convinzione, - vecchia quanto é vecchio l'anarchismo, e che rip-atemmo come programma f.in dal primo numero di questa Tivista, - essi, per essere efficaci preparatori d'u– n.a rivoluzione liberatrice e realizzatrice, hanno bi– sogno di concretarsi in multiple e multiformi orga– nizzazioni '1tbe1-e, o associazioni che d~r si voglia, le quaH sul terreno pratico della propaganda e del– la lotta oggi, come dell'insurrez!òne· e della' r!co-· struzione domani, dimostrino con l'esempio che l'a– narchia non é una utopia di pochi eletti chiusi in una torre d'avorio, ma un ideale umano capace di permeare di sé e diveni're norma -di vita di cia– scun individuo e insieme delle· phi vaste collettivi– tà sociali. Abbiamo voluto spiegare qui ll nostro pensiero piil a titolo illustrativo che a- titolo polemico, poi– ché non v'é tra <>!ISO e la parte positiva dell'arti– colo di Jacove11i un vero constrasto, in quanto la funzione organizzatrice e sociale che diamo noi al– l'anarchismo non esclude quella di "jndirizzo di vita" che gli attribuisce lui. Forse, posta cosi la questione, anche Jacovelli non sara lontano dall'am– mettere il viceversa. Ché, in realta, le due funzioni, lungi dall'escludersi, si completano a vicenda, né l'una potrebbe interamente svlluppa1'8i senza il concorso dell'altra. Unaformapratica l di Organi1zazione Anarchica Non si avanza con la rapidezza che alcuni deside– rerebbero. Le idee hanno il loro periodo d'incubazio– ne, revisione e verificazione, prima cli essere ammes– ~:e; restano poi nelle menti allo stato di principii più o meno astratti; in seguito, con l'osservazione a poco a poco della vita, vanno sorgendo altre idee sulla modalità di applicazione cli quei principii, idee che, come le prime da ~ui son derivate, passano anche loro per la propria fase, e subiscono le loro revisioni e verificazioni prima di essere definitiva– mente formulate, per lo meno H::!lle loro basi. Tutto questo richiede ora anni, ora lustri, ora secoli. Per6 succede talvolta che la necessita ,dei tempi anticipa il lavoro dei cervelli, e per non 08· .sere quest"ultimo al punto dovuto, l'opera e l'in– fluenza loro passano inavvertite. L'organizzazione anarchica si trova nel caso del primo paragrafo, e minacc.ia di passare in breve nel secondo caso. La sua necessita si é fatta sen– tire per un discreto numero di anni. La guerra, che. venne ad aumentare il senso delle realtà crude e terrene, irrobusti il pensiero embrionario che, del resto, aveva avuto giR, qua e la, alcuni tentativi locali di a-pplicazione. L'agitazione rivoluzionaria che scosse il mondo nel dopo-guerra, unitamente ai danni delle repres– sioni, venne a dar maggior forza alle i-dee impre– cise, e a far comprendere inoltre che l'organizza– zione anarchica, per rispondere alle necessita della lotta, deve estendersi, sorpassare i limiti locali e arrivare ad abbracciare l'intera nazione. Come per i membri dell'organizzazione operaia, troppi pro– blemi vi sono comuni a tutti, che non possono es– sere risolti frammentariamente, dalla resistenza alla reazione fìno alla realizzazione di movimenti rivo– luzionari, attraverso tutte le possibili campagne di agitazione e di propaganda. É sopratutto questo allargamento dell'organizza– zione anarchica, fino a farle abbracciare tutto un territorio nazionale, e combinare a.I di sopra delle frontiere un'azione simultanea, organizzata anch' essa se necessario, ci6 che costituisce la novita - per lo meno in alcuni paesi - incontrante mag– giore resistenza della tendenza •da noi propugn~ta. Nonostante, l'idea va progredendo, sia pure con la lentezza più sopra accennata, con molta impre– cisione e COI} poco spirito pratico cli applicazione immediata. Certamente, con l'anelar del tempo, si nrrivera. a precisare le forme più adeguate di orga– nizzazione anarchica ;1 per6, quanto meno lungo sar:.'i. il periodo d'incubazione, piti il nostro movimento ne sara avvantaggiato; ed in oltre bisogna stare at– tenti alle circostanze:, le quali non aspettano né la elaborclzione 'cerebrale definitiva, né la forma– zione materiale secondo il concetto da noi esposto. Poiché io penso che sull'argomento chi ha delle idee deve esporle, allo scopo di affrettar-e un la– voro che in troppi paesi -tarda troppo a rivestire una forma stabile, io esporr6 di nuovo qui il con– cetto di organizzazione anarchica che sono giunto a ritenere più in armonia coi nostri principii e le necessita dei nostro movimento. Dico "cli nuovo'', perché circa nove anni orsono p1;~Copizzai gia lo stesso metodo dalle colonne del periÒdico "Tierra Libre" cli Madrid'. Benché allora nessuna obiezione fosse mossa alla mia proposta, .pure non vi fu fattq molto caso; e siccone Ja credo buona e utile per l'azione anarchica, non temo di ripeterla. •Si sono fatti in pa.ssato molli tentativi 'è!i orga– nizzazione, che quasi sempre hanno trascinata una vita anemica, mancante di dina,mismo e di forza· -di 'attrazione;. e che ·non• ·dava. ·-..1. mfim'br! •de!t'orga- •· ~ nizzazione la sensazione· reale della- sua ùlifitA. Fu– rono in gran part~ ·o~ganizzazioni costU~ite con fini vaghi, prevalentemente' di ·pro'paganda, e· con una base artificiale: quella geogra!ica. Lo scopo della propaganda non baiatava a darle una ragione né a giustificare ;;Il sforzi necessa1·i al suo manteni– mento. La propaganda s'era ·fatta anche prima e r organizzazione tutt'al piti la intensificava alquanto. Con ci6 l'organizzazione non giustificava abbastanza la sua esistenza; non teneva un valore obiettivo apprezzabile. La base geografica era ed é -ll punto debole del valore soggettivo. La riunione di uomini, anche pensanti allo stesso mondo, ,sulla solo base della vicinanza ,cli domicfiio, la costituzione di federazioni per regioni e provincie, fino al punto ·di dividere, come fecero i compagni francesi, il paese in sette regioni geografiChe, non poteiva offrire una costi– tuzione solida. Anche quando non si voglia, tende troppo a·ll'obbligatorieta, non consulta a sufficienza la libera scelta incliv:duale: é una aggregazione trop– po informe e artificiale. Non si é pensato abbastanza che una nuova tat– tica deve corrispondere a nuove funzioni, l'amplia– mento dei nostri mezzi di lotta suppone forzatamen– te un ,allargamento e completamento di questa lotta. Qui sta la chiave dei due difetti capitali già se– gnalati. Oggi non possiamo, come prima del 1914, contentarci di una attivita limit::ita ad una prop~1- gancla generale piti o meno rivoluzionaria, piti o meno filosofica. 1Siamo in un époc:1 in cui bisogna darsi completamente alla preparazione della rivo– luzione. E questo comporta funzioni previe, il co– noscimento delle quali penetra a poco a poco negli spiriti. Ho- 1 segnalato gi8. alcuni aspetti della nostra mis– sione: l'agitazione rivoluzionaria per scu·0tere gli spiriti ed eccitare alla ribellione; la propaganda a– narc.hica, destinata a dare una norma di azione li– beratrice e progressiva alle collere scatenate; la lotta contro le repressioni, in forma di cainpagne nazionali e internazionali; l'aiuto ai carcerati e vittime politiche, ecc. V'é un altro lavoro, della cui utilité. in certi mo– mentl si rendono conto molti, e altre volte pochi. É quello di una sistematica e ben organizzata cam– pagna antimilitarista. Cosi, sarebbe necessario uno studio generale della pro{luzione, del consumo, delle esportazioni ed importazioni, della interdipendenza economica fra le varie regioni e dei problemi che essa suscit•era domani, nel caso in cui una di esse si levi contro la rivoluzione, ecc. Tutte queste questioni rivestono infiniti aspetti. Cosi, quella della propaganda in generale si 1•ife– risce ,alla vita dei periodici, delle riviste, delle ini– ziative editoriali 1 alla diffusione di opuscoli, ai giri di conferenze e comizi, ecc. La questione econo– mica poi, - Ja quale, finché non viene la rivolu– zione, pu6 offrire ,eccellente materiale per un lavoro cli demolizione intelligente e formidabile, - potreb– be occupare facilmente l'attività cli centinaia di com– pagni. Pa~sando ad altre attivita, certamente lontane dall'obiettivo concreto della rivoluzione, ma pure immensamente utili, potremmo occuparci in inda– gini d'ogni specie, che furono iniziate da uomini cli grandi capacita e cognizioni, e dovrebbero esser continuate. f: il caso della pratica del mutuo ap– poggio nella societa contemporanea, che anche mo– dificandosi, tende a guadagnar terreno. E cosi per altri studi scientifici, la cui utilitA comprendiamo, senza intraprenderli per mancanza di tempo e di mezzi. Mettendoci d'accordo, potremmo riuscire in parecchi a ci6 cui uno solo non pu6 arrivare. Tutte queste funzioni ed altre consimili sono quelle che, concretamente, dovr(!bbe assumere e sviluppare una organizzazione anarchica. Cosf, il suo obiettivo sara amplio, la sua esistenza giustificata e, intensa la sua vitalitA. Si rrcorrera a-cl essa non per disgu– starsi con polemiche i'nconcluclenti, bensf per la· vorare con gioia in un utile sforzo. Il modo di costituzione cli questa organizzazione variera allora radicalmente. Le federazioni non sa– ranno dell'est o dell'ovest; saranno cli propaganda e agitazione, di studi economici e scientifici, di lavoro antimilitarista o antirepressivo. I compagni si riuniranno in esse per vera affinité., non l'affi– nita eterea, idillica ed angelica, impalpabile ed in– visibt1e, di cui ci sono state tanto riempi•te le orec· chie, bensi quella che si basa su gusti effettivi, sul
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