Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

Al>l>0114,,.,.,.lò ,,.,- '"' CftllO L, Jtob aoc. Ed. Lo Stato Moderno • Am• 11tlnbtrazlone • Direzione: Milano, Via Senalo JI, lelef, U.440, fl.111 Conio Correni. POl!au N. SIWH l!:sce H 5 e il 20 di ogni melfe LOSTATO MODER CRJTlCA POLlTJCA ECONOMICA E SOCl.A .. LE Anno IV • N. 24 20 DICEMBRE 1947 Una copia L 70 SOMMARIO MARIO PAGGI: La garanzia americana GUIDO COMESSATTI: Non -resta che incassare ARRIGO CAJUMI: La fog:ia di fico (o d'edera?) ROMANUS: Lettere romane - La Democrazia cristiana, oggi . . . . . . . . . . 'ERNESTO BASSANELLI: Sotto il controllo della sinistra . . . . . . . . . . . . ARBITER: Fihe deJ, Partito Liberale . . . MARIO ALBERTINI: Con Croce, oltre Croce UMBERTO SEGRE: Chi difende la libe-rtd I VITTOR: Col permesso di Lukacs NINO RUSSO PEREZ: DiscOTso pe-r l'Uomo Qual,unque . . . . . . . G. C.: Socialismi nazionali . . . SANDRO MAURI: La Costituente della terra pag. 549 • 551 • 552 • 553 • 554 • 555 557 • 558 • 560 • 561 • 564 » 565 • ALDO DURANTE: Comunismo e rifomia agraria pag. 566 EMILIO TACCANI: L'accertamento Jei costi di produzione . · . . . . . . . . . . . LIBERO LENTI: Purga monetaria . . . . . NINO PITT ALUGA: Restrizioni creditizie e ri- • 568 » 570 sparmio . . . . . . . . . . . . . • 571 •GIUSEPPE DE FINETTl: L'ItO:ia nella -rete aerea inte-rcontinentdle • Un grande aero- porlo in Lombardia . . . . • 512 GAETANO RICCI: L'autonomia nella -regione tridentiria . . . . . . . . . . . . » 516 AMOS CHIABOV: Lettere triestine • Spartire il TerritOTioLibero? . • 578. A. B.: Mutano i tempi, ma... . • 579 ANTONIO BASSO: Ennesimo fallimento • 579 LA GAI~ANZli\AMERICANA Mentre volgevano alla fine le trattative di un rim– pasto tanto laborioso quanto ingiustificato nelle sue premesse e probabilmente squallido nei suoi risultati politici, la politica internazionale ha stretto i suoi tempi, e ha dato luogo ad eventi di grande im– po tanza, anche per l'Italia. I . Memorabile nella storia del mondo appare la ri- costituzione dello Stato Ebraico in Palestina; evento quanto mai singolare e capace di interessare ogni ra– mo della cultura umanistica, dalla religione all'eco– nomia. Una enorme, paradossale parentesi si chiude nella storia di un popolo, e se ne inizia un'altra che :,i riallaccia, e forse non soltanto in termini oratori o iett.erari, a q,uiella che si chiuse circa due millenru or sono. Alla base della sua distruzione come alla ba– se della sua ricostruzione come entità politica c'è, in sede storica, sempre la stessa causa: l'equilibrio del Mediterraneo. Sarebbe interessante - ma troppo lontano dal nostro tema - studiare come e perché una stessa causa abbia una volta votato il popolo ebraico a una millenaria disperazione, e lo abbia og- gi invece favorito nel1e sue speranze di risurrezione. Qui basterà solo sottolineare come si tratti di un fat– to che ha certamente alterato i dati della questione mediterranea, e di fronte al quale, in conseguenza, l'Italia non può non assumere una posizione precisa. Che le sciagurate vicende e i durevoli effetti della guerra non abbiano consentito al nostro paese il pri– .vilegio storico di appartenere a quel gruppo di Stati, rappresentati nell'O.N.U, la cui volontà ha dato vita ,all'evento, non significa che esso non sia tale da ri– chiamare tutta l'attenzione dei nostri ambie!'}ti po– litici. E' chiaro che tale evento va osservato nel qua– dro di quella nuova situazione politica internazio- . nale che si è venuta creando sui grandi vuoti lasciati dalla Germania e dal Giappone; onde ~rrerebbero a~fai coloro cbe esaminassero la spartizione della P lestina e la ricostruzione dello Stato Ebraico coi vecchi schemi dell'antica mentalità colonialistica, e quindi con aprioristici intendimenti filo-arabi, nel– la speranza di cattivarsi così la simpatia delle popo– lazioni rivierasche del Mediterraneo, dove una volta

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