Lo Stato Moderno - anno II - n.7 - 1 maggio 1945

LO STATO MODERNO, 1• MAGGIO 1945 17 non può farsi in un batter d'occhio, su scala locale, disor– ganicamente, e... mentre la casa brucia. E' una rivoluzionaria trasformazione dell'intero apparato economico del Paese, che dovrà essere accompagnata da un'azione eversiva dei mono– poli, dei protezionismi e dei parassitismi. Ma per la stessa concludenza e stabilità dei suoi risultati essa non potrà ef– fettuarsi che su scala nazionale e in conformità di un orga– nico piano, fondato sulla situazione reale del Paese e scatu– rente dalla democratica elaborazione di normali assemblee !<egislative. E' una trasformazione - strettamente condizio– nata dalla rivoluzione politica dell'assetto statale - che non può realizzarsi con sbrigativi provvedimenti dall'a!<to e di autorità con ambito limitato o carattere temporaneo. Essa infatti deve essere la risultante da un lato della pressione dal basso delle forze del mondo del lavoro, dalb'altro della inqua– dratura in organiche ed efficienti istituzioni da parte degli organi responsabili. Questi due fattori sono entrambi impre– scindibili ai nostri fini. Senza le rivendicazioni, gli sforzi e le conquiste del mondo del lavoro lia socializzazione e la tra– sformazione economica in senso democratico-socialista rischie• rebbero, come nell'altro dopoguerra, di vanificarsi o di sfo– ciare in sterili compromessi corporativistici; ma senza una ponderata elaborazione istituzionale ed organizzativa la. rivo– luzione, economica rischierebbe, e di per sè e per le ostilità del mondo capitahstico, di non reggersi e di non «marciare•· Di fronte a queste esigenze, di ben più vasta portata, la cosiddetta < socializzazione > neo-fascista rappresenta un in– tralcio, un diversivo, un elemento di confusione. Sorge così il problema, schiettamente politico: che fare della sedicente < socializzazione> neo-fascista? Problema che si tramuta poi, praticamente, nel determinare quali organi e quali poteri assicureranno il trapasso tra l'oggi e una fase nor– male di legislazione sul piano nazionale, trapasso affidato essenzialmente all'iniziativa del C. d. L. I. - Abrogare la legislazione neo-fascista in tema di « so– cializzazione > senza provocare un ritorno reazionario (comun– que venga inteso dalle masse) è solo possibile ove se ne preservi quel nucleo positivo e tempestivo che, sottto demagogica deno– minazione di < socializzazione > e con gravi difetti tecnico– legislativi, pur rispondeva ad un'aspirazione divenuta ormai di dominio universale per tutto il mondo del lavoro. Intendo cioè parlare della partecipazione del mondo del lavoro (operai, tec– nici, impiegati) alla gestione aziendale ch'è premessa del prin– cipio della partecipazione agli utili. In base ai poteri delegatigli, il C. d. L., nell'abrogare le disposizioni neo-fasciste in tema. di < socializzazione >, dovrà affermare, come diritto ormai acquisito per i lavoratori, quello della partecipazione agli utili per tutte le imprese che non abbiano carattere artigiano o familiare, nelle modalità, termini e forme da stabilirsi successivamente per legge di portata na– ziona}c, stabilendo che nel frattempo non dovrà essere fatta per gli azionisti alcuna distribuzione di dividendi, o consentito comunque alcun riparto di capitale e di riserve. II. - Quel che preme più che l'effettivo riparto degli utili tra capitale e lavoro, è che nel frattempo il C. d. L. dell'Alta ltaHa assicuri con le sue disposizioni la partecipazione del mondo del lavoro alla vita aziendale, il che del pari costituisce un suo diritto acquisito, già in parte in atto. Se essa non co– stituirà ancora una forma di partecipazione diretta ed a parità di diritti col capitale alla gestione a fianco dell'imprenditore - mèta ulteriore che non può essere raggiunta con provve– dimenti di natura transitoria, - essa affermerà pure una fun– zione insieme consultiva e di controllo che mentre non elimina la responsabilità esclusiva dell'imprenditore, limita, nell'inte– resse generale, i pericoli di sue iniziative tralignanti e, in quello dei lavoratori, predispone una premessa indispensabile per la utili dell'impresa, soggetti a riparto, e sui fattori con questa rimane mera utopia demagogica, cara agli stessi capitalisti, se non si ammettono i lavoratori ad un controllo sulla genesi degli utili dell'impresa, soggetti a riparto, e sui fattori con questa connessi. III. - Questo controllo in realtà è complesso (ed invero non potrà raggiungere in pieno il suo obbiettivo se non quando, usciti dalla fase provvisoria, potrà raggiungersi un'effettiv:1 compartccipazio~c nella gestione. a) E' anzitutto controllo contabile sulla valutazione de– gli utili, che comporta controllo sulle valutazioni patrimoniali, attive e passive, e sui costi. Lo scopo è di impedire macchi– nazioni e frodi contabili a danno dei lavoratori. b) E' controllo sulla consisten"za aziendale, patrimoniale e tecnica. Lo scopo è di conservare all'impresa la integrità del suo patrimonio, impedendo ogni malversazione, ogni di– strazione di fondi, ogni atto di disposizione che ne minorino l'efficienza. e) E' contro1lo (da esplicarsi in via consultiva per le operazioni di maggiore importanza o in via di suggerimenti) sul migliore e più economico impiego dei vari fattori produt– tivi, delle materie prime e dell'attrezzatura tecnica e com– merciale. Lo scopo è insieme di vigilare e sussidiare l'impren– ditore affinchè la sua opera si compia in conformità alla prassi di una sana e oculata amministrazione, benevisa ai dipendenti. se non ancor da essi condivisa, togliendogli contemporanea– mente 1a pos.sibilità di atti e comportamenti antisociali e, liO· prattutto, contrari all'interesse, non più esclusivamente per– sonale, dell'impresa. d) E' infine controllo sull'osservanza delle leggi per la tutelo del lavoro, dei contratti collettivi, sulla formazione dei regolamenti interni. E lo scopo è di una tutela sindacale nel– l'ambito dell'impresa. IV. - Organi per questa partecipazione consultiva e di con– trollo dovranno essere i C. d. L. di fabbrica e. di azienda, per l'ascendente meritatamente e con tanti sacrifici acquisito nella lotta di liberazione, i quali dovranno tuttavia integrarsi, esten– dersi e rimaneggiarsi in modo da fungere come commissione interna di fabbrica e di azienda. Nelle imprese con esiguo personale, i C. d. L. aziendali saranno sostituiti da uno o più fiduciari. Per poter esplicare efficacemente il controllo, 11pe– cie in ordine ai punti a) e b), i C. d. L. aziendali potranno. farsi assistere da personale contabilmente esperto, estraneo al– i' azienda, ma a spese di questa (e ciò potrebbe costituire lo– spunto per un salutare rinnovamento dell'istituto dei sindaci). V. - Oltre a1 predetto controllo, ai C. d. L. aziendali do– vrebbero essere demandate, con facoltà di reclamo alla Com– missione Economica del C. d. L. locale o regionale, la vigi– lanza sulla applicazione deUe disposizioni economiche emanate da questi e la collaborazione con l'imprenditore nell'opera di epurazione del personale aziendale. VI. - Per esplicare le loro funzioni, i C. d. L. aziendali potranno partecipare alle assemblee sociali ed alle riunioni del consiglio di amministrazione (per le imprese individuali e le società in nome collettivo si potranno predisporre riunioni pe– riodiche), senza diritto di voto, ma con facoltà di esporre e di far verba1izzare relazioni, pareri, proposte, proteste e dissensi. VII .• Occorre peraltro che, nella eventualità di contras(i, il potere di controllo possa esplicarsi più efficacemente. Il mezzo potrebbe consistere nell'attribuire ai C. d. L. aziendali facoltà di pronunciare un veto sospensivo per atti in spregio delle fina– Utà indicate, demandando tosto alla Commissione Economica dei C. d. L. locali o regionali la risoluzione in contraddittorio del conflitto. VIII. - Con ciò permane la responsabilità di · ammilli11tra-

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