Lo Stato Moderno - anno II - n.7 - 1 maggio 1945

l ' ,, . I ' ,. . ~ ib TAro • 0 u~- 0 E ·1 1• "l 16 d" · AbbF4mento per un e1nno: L. 248 SCe 1 e 1 1 og~ll mese MIIClffO - For• BUonClpClrt•, •e . . . . LOCN"STATO MODERN CRITICA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE . Anno II - N. 7 MARTEDI' 1 MAGGIO 1945 Un numero L. IO SOMMARIO ¼. PAGGI: La rivoluzione concreta comincia ... M. BONESCHI: Saluto alla regione .. . G. B.: Nascita della nuova democrazia .. . S. SOLMI: Fascismo e cultura ... A. BASSO: Responsabilità della guerra e responsabilitd della pace - I ... S. MIGLIAZZA: i',. .,osizione dello Stato repubblicano fascista del dir. ·-/ernazionale . . . . . . . .. A. BASSO: Da Dun, . • w11 Oakr a San Francisco pag. 1 . 2 3 » 4 » 7 » 9 » 11 DOCUMENTI: La Carta Atlantica .pag. 13 Dichiarazione di Filadelfia ,. 13 Accordo di Dumbarton Oaks ... ,. 14 G. PISCHEL: Che fare della socializzazione neo-fascista? ,. 16 G. RONCHI: Problemi della ricostruzione - Il ... ,. 18 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA ,. 21 DIARIO DELLA QUINDICINA ,. 23 LA RIVOLUZIONE CONCRETACOMINCIA ~-"''' f Nel primo numero dello Stato Moderno, serie clan- destina, scrivevamo della necessità sempre più impe– riosa di una rivoluzione concreta in Italia, e cioè di un rivolgimento di istituti e di rapporti che non si richiamasse nè a delle astratte postulazioni raziona– listiche, valide per ogni tempo ed ogni luogo, nè a pregiudiziali teoretiche, capaci solo di velare i cri– stallini risultati del ventennio fascista. Col 25 aprile 1945 l'augurio ha trovato la pre– messa storica per tradursi in costruzione politièa. Non è nello stile di questa rivista attardarsi in con– siderazioni di mera eloquenza e dobbiamo vera gra– titudine al popolo milanese il quale non ha trapas– sato i limiti che dividono l'ardore della lotta dall'in– genua passione picaresca per la dimostrazione fe– staiola. · Questa semplice e contenuta compostezza con cui Milano ha salutato l'ora della sua liberazione ci eso– nera da obblighi di colore e di verbalistico entusia– smo, quand'anche a ciò non facesse oJ,tacolo il modo che abbiamo di considerare la stor~. ì .., La liberazione dell'Italia settentriònale ripropone in termini nettissimi il problema politico del Governo Nazionale. Il secondo Governo Bonomi ha esaurito il suo compito. Per ora, senza procedere ad un bilancio critico della sua opera, che sarebbe necessariam~nte frettoloso e incompleto, ci basta la constatazione ma– teriale della scadenza del suò mandato. Era da tutti risaputo che il Governo uscito dalla crisi di novem– bre ed al qualp· partecipavano tutti i partiti del C. L. N. tranne il r•artito d'Azione e il Partito Socialista, portava in s,, stesso il proprio termine: esso doveva essere l'ultiÙo ministero dell'Italia scissa; quando le forze del ~ord fossero giunte a rinsanguare le ancora un po' tenui e scolorite formazioni politiche del Mez– zogiorno, il supremo consesso nazionale avrebbe do– vuto esser,~ ricomgosto non tanto - il_ che pure sa- . rebbe stato motivo legittimo - per consentire agli V uomini della lotta clandestina di portare su altro piano l'energia spiegata e l'esperienza acquisita nella lunga e difficile vigilia, ma soprattutto perchè le forze poli– tiche settentrionali - che sono masse e interessi, co– stumi idee e tendenze - possano portare nella dire– zione del Paese il peso che loro compete. Limitiamoci dunque a questa constatazione e senza polemiche, che per essere prive di bersaglio efficace, sarebbero dannose, consideriamo aperta fin da ora la successione al secondo Governo Bonomi. La critica all'opera svolta da questo Gabinetto potrà venire più tardi quando si tratterà di evitarne gli errori o di continuarne e svolgerne le -impostazioni utili. Su tre punti ci par facilmente raggiungibile il con– senso pressocchè unanime dei gruppi politici setten– trionali: che una terza reincarnazione Bonorni è da escludere, che il Ministero dev'essere formato da tutti i Partiti aderenti al C. L .N. e infine, che più che un Ministero occorre all'Italia un Governo. La necessità del ritiro di Bonomi non ha bisogno di ampie spiegazioni: la sua fatica di novembre. il vio– lento contrasto con i due partiti rimasti fuori dalla compagine ministeriale non più placatosi, le sue an– tiche compromissioni col fascismo e quelle recenti con la monarchia. la sua evidente incapacità di rin– novare una ormai attardata mentalità di vecchio par– lamentare, la insufficienza di una solida e larga piat– taforma politica che lo costringe a frequenti acroba– zie puramente virtuosistiche e prive di effettive ca– pacità costruttive lo rendono con tutta chiarezza in– capace di guidare un mondo politico cosi ricco, com– plesso, dinamico, e per lui nUO\'.Oe originale come quello che si è andato enucleando nell'Italia del Nord. Ma è anche chiaro che qualunque sia l'uomo al quale toccherà per primo l'ingrato onore di aprire la serie dei ricostruttori, la sua opera sarebbe precaria ed effimera - nè giova sottolineare o drammatizzare · la realtà per intendere i pericoli dei due aggettivi se .

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