Spettacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 1 - dicembre 1942

GIOSTRA DELLE OPINIONI APPUNTISULLA ' TEATRALITA QUANDO vogliamo rifarci ad una defini• zione nostra di un termine che gli altri hanno logorato, è necessario un particolare processo psicologico. Bisogna liberarsi dalle eredità, e concentrarsi in purezza. Vogliamo definire il termine • teatra• lità ». Con un procedimento che è tipica• mente nostro, preferiamo rifarci ad una meditazione esclusiva di ogni riferimento. Anche a costo di apparire meno colti e, per un altro riguardo, meno originali. Per• chè <1uello c~e conta non siamo noi • e: non, quindi, la nostra originalità e cultura • ma iJ concetto da conseguire, r' idea da intendere e da far intendere. La esigenza di una definizione ci era stata suggerita agli inizi di questo anno da una nota, tipograficamente rilevante con• tenuta in un numero di Spettacolo. Qui si rivalutava il termine di fronte all' inftazio• ne penosa che ne avevano fatto gli autori di mestiere del nostro paese. Una ripro• po8izione di quella esigenza ci è venuta in questi ultimi recenti giorni. Un convegno universitario della nostra città, centrato sulle " nuove correnti del teatro contem• poraneo ,,, ci aveva precipitato nell' abisso di discuasioni estetiche raffinatissime. Può capitare in queste occasioni - come del resto effettivamente capitò - che qualcuno si levi sbalordit1vamente a sollecitare ansie imprevedibili. Chi nega, per esempio, tranquillo, che il teatro sia un' arte. Chi, spa• valdo, per esempio, s~gghigna sull' analfa. betismo grossolano dei sostenitori di una autonomia del teatro, in barba a] superamento semieecolare dei "generi letterari "" Cosicchè ci ritroviamo, in ·dialettica nudità, di fronte a un problema che, se non è nuovo, è almeno - novecentistica• cameote - rigenerato, cioè quasi nuovo. I giovani della nostra città si sono allarmati per le parole di Grassi, di Ronchi, di lop• polo, specialmente di quelle sul leggìo e il testo. Bisogna capire che ai meridionali questo può sembrare un malinconico ambientamento luterano. Poi, colui che Pattuglia doveva definire lo spiritello del teatro italiano, ed E. F. Palmieri spacciare come critico teatrale, - dico, il doppio direttore Mosca - ha scherzosamente accentuato il paradosso, consigliando di man• dar via anche gli attori. (Mosca è molto spiritoso, e questo qualche volta gli impedisce di esser serio. Pure non è man• cato qualche affascinato lettore di Sette Giorni, che ci ha sottolineato con compiaciFondazione Ruffilli - Forlì G :tg?ù '-'- ~ · GIACOMO MANZÙ : Spettacolo in manicomio mento come Mosca e i suoi siano gli intelligenti fustigatori dei giovani arrivisti. Siccome tra costoro ci siamo anche noi, non abbiamo ·saputo gustare a pieno questi novelli Irenebrin. Anche perchè pensiamo che tra i giovani arrivisti di cui sopra, ci siaoo anche loro, no?). Ma importa assai di più, il termine che avevamo fissato al nostro • sermonetto •· La teatralità dicevamo. Cioè, conseguire l' essenza di quella autonomia del teatro, a fronte alle altre espressioni d' arte, che almeno molti di noi intuiscono. Un discorso sulla poeticità assoluta del teatro sarebbe assurdo. Nel nostro tempe• rato sensismo, non pensiamo possibile ri. nunciare alle esperienze storiche, e intendiamo risparmiare lo sciorinamento dei soliti grandi nomi. E' più delicato l' altro problema : posto il teatro come espressione d' arte, in che ne rileviamo la originalità ? Come siamo acceduti a quella intuizione tipica di teatro - a fronte di quella di pittura o di letteratura o di musica - che è così forte da tonsentirci una serena obliterazione del problema dei j generi ,, ? E, avvicinandoci ancor più al nO$tro teorema, sarà lecita alla generazione contemporanea, una definizione nuova della teatralità, che rovesci le conquiste critiche tradizionali ? Si intende, anzitutto, come questa serie di interrogativi sia in una relazione intima con gli altri che ci poniamo dalla • morte • di Pirandello io poi circa I' assenza di un teatro italiano. Una risposta a quegli inter• rogativi scarnirebbe anche certe posizioni del secondo gruppo, scoprendone là dove c' è - il tessuto frigido o artificioso. Teatro, a malgrado (sembrerebbe) delJ' ètimo rigoroso, e suHa linea dell' esperienza storica, è parola. Ma ci aCcorgiamo subito che nè l' ètimo si annulla, nè il termine parola ha uo senso più che vago. Infatti, parola - in una detlazione critica - è senso della €$pressione, universale, del- )' arte. C' è, in un significato neppure ec• cessivamente figurato, la parola suono della Musica, la parola - colore della Pit- . 7

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