Il Socialismo - Anno II - n. 17 - 25 ottobre 1903

268 IL SOCIALISMO i;:udonc"può ccrcar.,;i nel fatto, che. l'opposizione si er:1 rcw conto dcll:i. su:\ w:we deholezz:i.. Il K:\utsky ritiene però che la vera rn• gione si h:i. in ciò, che esistono effettiv3.mentc due specie di rcvi. <:.ionismo: uno teorico e cosdt:nle, l'altro prntico ed incosciente. Solo l:\ prima forma si sentì colpit:i d:1\l'ordine del giomo Bebcl. l.,a sccond:-t r:-tpprcscnta poco pii\ che una disposizione di spirito, che pOlrehbe chi:un:lrsi opportunistico, se cli tale nome non si fosse troppo :i.busato. Non si r:i.ccoglie intorno ad un d:uo progr:unma, ad un d:tto concclto di evoluzione, ma si palesa con la tendenza di !l.da.ttarsi all'ambiente borghese, di diminuire gli attriti con es<1.0 1 cli evitare gli urti dei ceti non proletari. Questo revisio11is1110 pratico è l'espressione di condizioni psi• cologiche, che "cngono molte "olte detcnninatc dall'ambiente. Bcbcl chiamò schcrz:mdo Mon:1.co l:1.C:1.puadei socialisti, m:1. nello scherzo c'cm ;n gmno di verità, pcrchè è certo ~1$s:1.i di"crs:1. l' innucnza escrciL'l.t:l.d:1.Monaco o K:1.rlsmhc da quell:i clcll':i.mbiente soci:1.li – sta di l.ipsi:1.o di Berlino. Insieme 3.lle condizioni loc21iagiscono quelle del tempo. Periodi di prosperit:ì e floridczz.3 economica in– fluiscono sui nostri concetti e sulle nostre tendenze in modo di– verso che periodi di crisi, e quest'azione dell':unbiente è tanto più potente quanto meno sono salde e profonde le ba<;iteoric:he delle nostre convinzioni. Fu dumnte un'èm di prosperità che si introdusse iu Germania - importato dall'Inghilterra - il revisiooismo teorico Bemstci– niano. Corrispondeva allora ai desiderì di molti, non gi:l perchè essi ne accettassero le premesse teoriche, ma perchè ne approv:i.– rono le conseguenze tauiche: a 1tcnu:1.zionedella lotta di classe ed avvicin:unento ai partiti democratici borghesi. Questi revisionisti pmtici, che non si identificarono con le teorie di Bemstein, ma però le difendevano e sostenevano sempre, hanno. dato al revisionismo teorico ~11:1. qualche import:1.nia politica. D'altra p:1rte essi, i revi– sionisti pratici, hanno trovato dal Berusteinismo una specie di for– mala, che li univa. Da una disposizione di spirito che era da prin– cipio l'opportunismo, divenne una tendenza nel p:1.rtito,con perio– dico proprio. L 'ant:t.gonismo frn al:1.destr:l e sinistra :i.ssunse:11lorac..'tr::ittcrc di,•erso. Perchè consider:mdosi il revisionismo teorico come guid:1. cd inform:\tore di quello pratico, questo !!.pparve come ·una tcn– dcnz!l che mirasse a svi:lre il partito dalla sua \'ecchia rotta. Le divergenze da occasionali si fecero continue, e tanto gravi d:1.divi– dere l':1.micod:11l':1mico. È errore gr:wissimo, dice il Kaul<;;ky,credere il dissidio attuale determinato da rancori cd antipatie personali. 11 contrario è il ,•ero : dal profondo dissidio di concetli nacquero le :mtipatie, ed i rancori. Una cos:1 però si è vista a Dresd:l, ncll:l sceh!l stess.'l.dei rap– presentanti, che.cioè i revisionisti non hanno pres:1.nelle masse: che sono degli ufficiali senza esercito. All'importanz.'l che essi hanno saputo assumere nella stampa del partito non corrii::pondono :iffatto le forze loro nell'esercito operaio. A Dresd:l poi i revisionisti pratici hanno gettato a mare quelli teorici: non si sono resi solid:1li col Bernstein. Ciò non deve stu– pire :1.ffatto.Jn principio i pratici spcrav:lno dalle dottrine di Bcrn– stein di vedere fa,•orito l'estendersi della loro tattic3. nelle m:1.sse. hwece <tUCStcdotlrine hanno destato l'attenzione del proletariato, hanno compromesso il revisionismo pratico e gli Auer, Heine, Sil– dekum, Vollmar vot:'lrono anch'essi l'ordine del giorno di condanna della tendenza bernsteiniana. I ,e opinitwi dei comp:igni non mutano per una decisione di Congresso, nè può un Congresso col suo voto consta1are o negare l'cs.'lttezz2 scientifica dì un concetto. 1\fa la forza politiC!l del re,•i– sionismo teorico è annichilita dopo l'o.bbandooo dei pratici. Ed il m:rnipolo di questi, av, 1 enuto il distacco dalla. teoria., torner-3 ad essere il caos di disposizioni psichiche che ern prima dell'entrata di Bcmstein nel loro ca.mpo, indebolendosi sempre pili di fronte a.li: \ grande corrente ri"oluzionaria. Il perdurnre della crisi, la decadcn1..a del liber.i.lismo, l'av,·icin.'l.rsidi gravissimi confllui con le forze costituite contribuiranno a loro volta. a. mul !l.re gli ambiemi, che favorivano lo sviluppo del revisionismo pratico. In questo modo si a.ttenueranno anche i dissidi e gli antagonismi nel partito. L'altra campana. Nei Sociolistisd1t Alo11ahJ:efte di ottobre troviamo un articolo di voo Elm sullo stesso argomento. li depu1a10 operaio, che ern uno degli undici, che votarono contro l'ordine del giorno Bebel, intitolò il suo commento ironi– camente • li Congresso della vittoria •. Esordiste dicendo, che cbl primo Congresso tenuto dal partilo dei Ire milio11idi voli il pr<.>· lctari:lto si aspettava un esame sereno dcli' utile pratico, che la sua classe potesse ritrarre d :1.ll 'aumentala potenz3. nella C:1mem e nel paese. lnvecc il Congresso non ebbe tempo per occuparsi di questo, pcrchè la. pili gran p!l.rte delle sedute è stat:l. spesa nel tentativo di denigrare il valore della vittoria elettorale, ncll'a.s– sicura.re che essa non v!l.leva gran cos:.1 essendo molti dei nuovi eleui dei rroisi ini.sli, gente cioè che vuole tradire il p:1rtito :1.iri– fonuisti borghesi. P:1ss.'l.. poi a p3.rl !l.redella questione della collaborazione alla st:unp!l. borghese. L' A. non esita ad ammettere, che nel caso spe– ciale della collaborazione alla Zulmnft il Congresso abbia pien:1.– mente ragione. Ritiene però ingiusto che le accuse si rivolgessero solo :1i re,•isionisti, perchè non solo essi, ma anche i radicali hanno collabor:110 a tale ri"ista. Ma quanto alla collaborazione in generale il \'OU Elm a,•rebbe voluto vedcrl:l lasciata al tatto dei compagni, sa.l"o il diritto della direzione :l reprimere energica– mente ogni abuso. Certo, non può essere lecito il critic:ire il proprio partito in riviste borghe~i. Ma il proibire la collaborazione in pub– blic:11-ioni che muovono critica. 111a/ig-,,a cd odiosa :ti Partito so– clalist:i. equivale ad escludere ogni collaborazione alla stampa non del pa.rtito, perchè non e' è periodico borghese che non aggradisca, di tempo in tempo, m:1lignamente ed odiosamente il p:1.rtito so– ci:1.lista. Tale proibizione è molto poca cosa per colui che non vive dc\l:i. propria pcnn:1.. Che cos2 è il revisionismo? Chi è revisionista? Ecco il pro– blema, la. cui soluzione era m3.nd :1t2 al concorso. Ma. nessuno, malgrado le lunghe :lCC:ldemiedi Dresda, vinse il premio. Non c'è tendenza nel partito che voglia rinunciare alla lotta di classe, fore concessioni all'ordine a.ttuale, :ippoggiarsi ai partiti borghesi. Perciò i revisionisti potevano benissimo vot:1.rel' ordine del giorno Bebel. Se l'A. votò contro, lo fece perchè non volle :lSSOciarsi :1d un:1 dichiar.lzionc che suppone"a l'esistenza di queste aspirnzioni tra– ditrici del partito. Inoltre ritenev2 troppo fiacca e vaga la formu– la.zione dei c6mpiti pmtici. Secondo il Bcbel il proletariato sarebhe maturo fino da ora ad assumere il potere. Il von Elm dice che la sua lungn esperienza lo ha persuaso che la classe lavoratrice h:l. a.ncora molto da impamre. Appunto per questo l'A. avrebbe vo– luto che l'ordine del giorno parlasse anche dei c6mpiti pmtici cd immediati che al proletari3.tO spetbno nel lavoro lcgisl:l.tivo . Cosa è poi la nostra antica e gloriosa tattical Secondo il Kaut• sky consisteva nell 'allarg:l.re m:1.ggiormcntc l'abisso che ci separa dalle classi dominanti, ncl\'3guzzarc di pili i conflitti, nello spin– gerci verso uno stato di cose che renda indispeos:lbile il conflitto decisivo. I~ stata proprio questa la nostra iattic!I.?- si domanda il von Elm. - Egli crede di no; crede che il p!lrtito non abbia avuto di mir:l di preparare il conflitto, ma bensl di tutelare gli interessi delle classi lavoratrici, prcp:1rando così il terreno alle org:mizz:1 zioni politiche ed economiche. Il Congresso di Drcscla non ha chiarito nulla su quest'argo– mento, ma si è content:1.to di uccidere ùno spettro con l'ordine del giorno Bebel. È certo che gli operai non aspettano una C!lt:lstrofe, nè S.'\rebbcro per essa preparati. Per 1' A. non si prepara l :1.so – ciet?i.nuov:1 1 intensificando l'antagonismo fra operai e borghesia, mn rinforzando l'organizz~ione politic::i cd economica del prole-

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