Il Socialismo - Anno II - n. 9 - 25 giugno 1903

IL SOCIALISMO 133 delle minoranze unite di so,·ente superano la somma dei voti della maggioranza trionfante, sia che si usi lo scrutinio di lista, mercè il quale non bastano a Fe– lice Cavallofti 28 mila voti per essere eletto, sia che si usi il sistema uninonimale, per cui « Bismark non è stato eletto, e il domani della spedizione dei mille, Francesco Crispi non fu eletto in un quartiere di Pa– lermo, mentre lo sarebbe stato da tutta la città di Palermo 1 • » L'esclusione del diritto delle minoranze parve cosi lesiva della giustizia, che molti sistemi fu1·0110 proposti per porvi riparo; l'elezione a voto unico, a voto ne– gativo, a voto trasferibile, a voto cumulativo, a voto semiproporzionale, a quoziente, a lista libera.. sono tutti progetti conosciuti, spesso ingegnosi 1 ma spesso anche poco pratici. Dei prìncipali basta un semplice accenno, tutti essendo conosciutissimi, se non in pra– tica1 in teoria, Consiclérant ~ propose il sistema della lista libera: ogni partito o meglio ogni comitato elettorale presen– terebbe una lista completa cli candidati; l'elettore vo– terebbe una delle liste. Chiuse le urne, si dividerebbe il numero dei votanti per quello degli, eleggendi ; il quoziente servirebbe a dividere il numero totale dej voti raccolti da ciascuna lista e il nuovo quoto, indice del numero degli eletti per ciascheduna delle liste vo– tate. Ma ben presto sorsero contestazioni e critiche, specialmente per opera del Naville 3 e poi dell'Asso– cia7.ione riformista ginevrina,~ la quale corresse il sistema proponendo cli fissare la parte proporzionale delle liste mediante l'addizione dei suffragi accordati ai candidati ed indicando il voto comulativo come il procedimento migliore per la redazione delle schede. Ma il sistema è complicato e non dà garanzie cli sincerità 5 • Donde :a proposta del voto comulativo, che con– siste nell'accordare aJllelettore tanti voti quanti sono coloro, nel collegio di lui, da eleggersi, e co11 la fa– coltà di disporre parte o tutti i propri voti a favore di alcuni o anche di un solo candidato. J1 Grey 6 so– stenne vivamente tale riforma, ma non meno vivamente fu osteggiata, 7 anche perchè, acquistando i collegi omogeneità ed accostandosi ad un concetto uniforme, si dovrà provvedere di nuovo a garantire la rappre– sentanza delle minoranze. li metodo semiproporzionale, in Italia sostenuto dal Cenala 8 ebbe anche parecchi anni dopo dei con- voti rim~ero sconfitti. Nel 1886 mentre D:i.miani t:r:l eletto per volonl~ di 16 mila elettori, i\faiocchi lo era per volontà di soli 2410, e Simonelli, Cimbali, Carducci e<l altri erano sconfitti con 7, S, 9 mi1:tvoti. Nel 1892 Borgìano con 2747 voti, Molmcnti con 2848, Pisani con 3051, Bcrhetti con 3954 erano sconfitti; mentre eletti: ì\lecacci con 954 voti, \Vollcmborg con 809, C:imbray-Digny con 564, Dettolo con 499. Nel 1897 mentre Uors.uelli con 3721 voti fu tr.t gli eletti con maggior numero di voti, il Cocito fu sconfitto con 3283 voti. Nel 1900 il Rogna :i. Vignale con 3222 voti e il Dall'Aglio a Villade:tti con 2497 furono sconfiui, mentre riuscirono eletti: Carugati a Zogno con 756 e Castigliani a Breno con 867; ben 108 candidati riuscirono eletti con minor numero ·di voti ottenuti d:t altri 108, i quali caddero. Ad ogni elezione. applicato il sistema a scrutinio di lista o quello uninominale, lo stesso gr:n 1 issimo inconveniente' si è sempre verificato, a danno della giustizia ed :1 neg:i.zione del principio che In. Camer:i. debba essere l'espressione della volontà della m:i.ggioranza. Cfr. la Slali– slica delle varie elezioni, edit:1 dal :Ministero. 1 MURATORI, Alfi del Parlammto, tor. 24 :tprilc 1891. 2 Dt la sinctrité du gouvtrnmunt représmlativt, Genéve 1846. 3 La vueslion éltctoralt m Europt ti m Amerivue, (:enéve 1867. 4 1 7 dicembre t 875. s BRUKIALTI, Dir. cosi. t po!., t:it., ], cap. 4, § 5. 6 Governo par!ammtart, pag. 203 della trad. ital. 7 Articoli pubblicati sul Fraur' s magazim, agosto 1865, sulla Saturday Rtvitw, 25 febbrnio 1865 e sulla For11ighl/y .Rt– view, 15 febbraio 1866. 8 Della libirtà e cvuivalcma dei suffragi mli, tlcdoni, Mil. 1871·. vinti fautori ; ' esso si ispira al progetto del Grey: ogni elettore scrive sulla scheda un nome; è eletto il candidato che abbia ottenuto un sesto più uno dei voti validi in un collegio a cinque deputati, un quinto se il collegio è a quattro deputati, un quarto (sempre almeno più uno) se i: collegio è a tre deputati, un terzo se a due. Il ballottaggio avviene f~-ai candidati « che ottennero maggiori voti in numero triplo dei deputati che rimangono da eleggere. In tal caso l'élettore vota per tre dove ne restano da eleggere cinque, per due dove ne restano quattro o tre, per uno dove ne restano due od uno 2 ». Sistema che~ fra l'altro, à il difetto di mantenere gli inconvenienti ciel sistema uninominale, disgregando i collegi e non aumentan.clo per conse– guenza l'autorità degli eletti. Fra tuttì ingegnoso è il sistema del quoziente o di Tommaso Hare, 3 sistema che ebbe i suoi precursori nel Richmond, nel Rowland Holl, nel Mamiani, nel Rosmini, nel Garth l\'lars Hall• ed ebbe nel Mili il suo più autorevole e convinto apostolo. Consiste in ciò: il collegio circoscritto è abolito; l'elettore vota ovunque si trova; dividendo il numero dei votanti pel numero fisso degli eleggendi, si à un quoziente che rappre– senta il numero di voti necessario ad ogni candidato per essere eletto 5 • Ma poichè certi candidati potreb– bero raccogliere un numero stragrande di voti, Hare concede all'elettore di scrivere più di un nome sulla propria scheda, disposti secondo il criterio della pre– feribilità, sicchè al secondo candidato preferito siano attribuiti i voti eccedenti ciel primo candidato, al terzo i voti eccedenti del secondo candidato, e via via 6 . Pur non dividendo l'opinione ciel Mili, che il sistema dell'Hare sia, nell'ordine morale e legislativo, un pro– gresso paragonabile, nell'ordine materiale, alla ferrovia ed al telegrafo, è indiscutibile che teoricamente il quo– ziente è. il sistema migliore per dare una rappresentanza effettivamente proporzionale; ma nella pratica? occorre si verifichi una quasi completa omogeneità nell'ordine della preferenza; perchè se un candidato è preferibile come primo da mille elettori, come decimo da mille altri, come undecimo da altri mille, mentre chi fu da altrettanti preferito secondo, poi è preferito terzo da altri mille, duodecimo da altri, e via via, si viene creando una tale confusione nel computo finale del- 1 'attribuzione dei voti, che la proporzionalità potrà e potrà anche non essere rispettata. Altro vantaggio, contro il parere del Palma, è che il sistema contri– buirebbe a sciogliere i neSsi sociali, in quanto ne di– struggerebbe 1' importanza rispetto ali 'azione politica; mirerebbe cioè al trionfo di un dato programma 1 co– mune a tutta la nazione, a scapito degli interessi locali, di sovente dannosi all'intera collettività; ma d 1altra parte la completa distruzione del principio della terri– torialità, che non è già creazione della legge, bensì della natura, sarebbe un male gravissimo 1 tanto µiù in Italia 1 dove esistono grandi differenze etniche e sociali, economiche ed etiche fra le varie popolazioni : la cir– coscrizione elettorale, pur mirando a distruggere quel regionalismo e quel campanilismo che sono causa di ' MASSABÒ, Alli della Camera dei Deputali, tor. 22 aprile 1891. ~ BRUNIAI.TI , Commtnlo cit., pag. 258. 3 '/ìu machf,ury o/ rtpruenlalùm, London 1857. 4 i\'hRABELLI, La rappresmlam:a pr,,porzio11a!c, pag. 11, Na– poli 1900. 5 li Mirabelli osserva che nel 1900 i voti essendo stati 1 .30 r .480, il quoziente avrebbe dovuto essere 2 S 79; i partiti popolari avendo raccolto 345.594 voti gli eletti a,•rcbbero dovuto essere 135 e non soltanto 95 come furono. 6 Per notizie brevi e chiarissime sul sistem!"l.,che troppe sim– patie à sollevate e solleva, specialmente per opera in It:tlia, di scrittori repubblicani, vedi oltre al !IIJRAllELI.I ed al BRUNIAL TI: il FAWCETT, /lart' s reformbi/1, London r86o: il MonL, Encido– pkdù tler Straatswissmkaflm: PADIA, Queslioui costi/. m. 2, 3 e 8; Corso tli Dir. Cosi., Il, 4°, IO; Polert dcli., Xl.

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