Il Socialismo - Anno II - n. 9 - 25 giugno 1903

144 IL SOCIALISMO si tuffa nel ghi!lccio fino al collo. Oppure, si l:'lSci:\ qu:\Si asfis– si:uc facendosi appendere, con la testa in gi\1, al di sopra di un mucchio cli paglia umida a cui si è dato fuoco. ~la la piì1 orri– bile è A!'lgeh di Foligno che curav:i. i mala.ti - COS.'\ assai lo• devolc. Soltanto, essa ne profitL'\va per dare sfogo !\ quell'im– mondo senso di sudiciume che scmbrn formare l'i5tpirazionc irrc• sistibilc dei gr.indi santi del C.'lttolicismo. Esempio. Un giorno dava.mi a un lebbroso le cui croste purulenti :unmorb:mo \':1.ria, le viene un senso di n:rnsc:'l. Per punire sè stessa di questo di– sgusto, si getta sull':tcqua con l:t qu3.\e :weva b.vnto le croste del lebbroso, e la beve. Ln nausc:t la riprende alla gola. Ed essa si punisce una voll.3.ancora forz:mdosi ad inghiottire una crosta che l'acqua aveva portato via dal corpo del moribondo ... E perchè tanto orribile dilcllo nel marcio? Per pincere n quel l\loloch feroce che ln fraseologi:\ cristiana ha chiamato Dio cli giustizia e di bontà! Nella nuova edi7.ione francese di Si6ast"pol, del Tolstoi, pub– blicata nella preziosa collezione delle opere complete tolstoi:lne, dello Stock, leggo unn prefazione inedita, in cui si trovano queste parole: • Sul punto di terminare questa prefazione sono stato interrotto da un allievo dcli' Istituto milit.'lre... I.a nostra convers:i.zione cadde sulle bibite alcooliche, e poichè io lo mettevo i,, gti!l.rdia contro l'abuso di esse, l'!!.llievo mi rispose: - l\fa, nel mestiere di sol– dato, il bere è qu:tlche volta ncceSsario. - lo credetti che con– sider:tSsc l'alcool come utile :ilb. S.'llute, ed egli continuò: - Per esempio, che cos.'\ si S.'\rebbe dovuto fare a Goek-Tépé quando Skobeleff ordinò di m:\ss:icrare tulti gli abiL'lnti? Avendo alcuni rifiutato ed esitato di fronte al massacro genemle, egli fece distri– buire dell'alcool, e tutlo andò benone. • Questo meraviglioso quadro di • educazione• militare, ha bi– sogno di commenti ? Napolt:0ne 111 1 fo. notte del 2 Dicembre, per salire sul trono c uccidere la Repubblic.'l, fece ubbriac.'lrc i soldati. E la tradizione n,.m si perde. Ora, per compiere il massacro del re di Serbia e dei suoi, si sono 3ncora un.'\ volta ubbri3C.'lti i soldati. Quando la giustizia manca, le sèue spuntano e i cittadini si fanno ginstizia da sè stessi. E triste, ma è così. Avevano condan• nato a soli qu3ttro anni di c'lrccre il c:::idettodi marina 1 IUssner perchè aveva ammazzato un soldato che non l'aveva salutato. li giorno dopo un brigadiere di 3rtiglierfo. :l Treviri (Gem1ania) fonna per la strad!\ un sold:1.to e lo rimprovera pcrchè non lo ha s."\lu– tato. l..:i. folla si fa intorno al gruppo. Sorge una discussione. 11 brigadiere estrae b sciabola; la folla lo atterra, lo calpesrn. e lo uccide. È trisic ma è così. Chi semina vento miete tempesta. E semina vento la polizia di Quesan, nel\~ Polonia tedesca, che im• bastiscc un processo fenomenale contro 24 allievi del ginnasio - dai dodici ai quindici anni - colpevoli di aver fatto tra loro una Società • per lo studio e per la gioventù •. In quella Società si S.'\rc0be studiato il polacco e si sarebbero fatte discussioni lettera– rie in polacco. l\la poichè è proibito SC\'eramente, ai polacchi te– deschi, di ricorcfo.rsi d'essere polacchi, il processo cade loro addosso tra C.'\p0 e collo. Arresti, manette, persecu1.ioni, e dibattimento. li tribunale ha cominciato ad operare e a distribuire le condnnnc. Raccoglieranno tempesta. E sarà bene. Anzi, benoue. Al tribunale austriaco di Vienna. (li codice penale della C.'\ltO– licissima Austria punisce ancora la bestemmia). - Dunque· - dice il presidente :1.1\' imputato - riconoscete pro- prio di :1.verebestemmiato? · - Ma, signor presidente, - risponde il disgr:i.tiato - Non sa• pevo quello che dicevo. Il lxunbino mi era mono di difterite, così all'improvviso. Gli volevamo tutti tanto bene! Era l:l luce dei nostri occhi. Ce lo siamo visti portar via così, come da un colpo di fulmine. E quando l'hanno messo nella bara, e sopra gli hanno collocato il crocefisso, non ne hu potuto pi\1 e ho eletto qualche cosa con1ro il crocefisso ... Non me ne ricordo ... );on ricordo più nulla! E giì1 uno scoppio di pianlo, Sfilano i testimoni. Sicuro, che il po,•ero uomo era dispernto in quel momento. Non S.'\peva.quello che diceva .. lJa bestemmiato <1uando gli h:111110 messo il figliolo nella cassa funebre. Ila doman– dato come mai lddio, se c'era, permetteva queste infamie. Un bam– bino co~ì bello, e così buono! ).f ,m1.le . Il tribunale condanna il povero padre a un mese di c.1rcere per ... offese alla di,•inità. l\loralc austriaca e C.'lltolic.'l ! Bisogna leggere una corrispondcnz.'l m:md:i.taal 1Valio11allid(lu/e di Copenaghen, dal suo corrispondente Franz de Jcssen dalla l\b. cedonia. Trecento soldati turchi assaltano, nel ,,i\laggio di Meghila, una C!l.Sadove si erano rifugiati 25 insorti m:icedoni. Il combat– timemo dura mezza giornata: i /1.facedonisi bauono fino all'ultimo respiro cantando canzoni inneggianti :.1113. libertà. Alcuni, per non c.'\dere vivi nelle m:.1ni del turco, si bruciano le cervella. Final– mente sono distrutti. Allora i soldati turchi incendiano tutto il villaggio; uccidono i fuggenti - che fino :illora erano rimasti na• scoSti nelle C.'\Se- e torturano i feriti. Si tagliano nasi, orecchi, braccia; si ficcano le canne clei fucili negli occhi. Tuuo finisce e dispare nel gran fumo dcli' incendio dev:tStatore. • Ecco che cos.'\ ho visto, - scrive testualmente Franz Jessen - ecco che COS.'l ho visto. E dopo di ciò io dico che, in un paese simile, parlare di riforme è non più ridicolo, ma addirittura stomachevole ... • E più giù, alludendo alle prOposte che la Turchia :i.nebbe fatto al– l'Europa di affidare le sue truppe· p:i.cificanti (?) la Macedoni:1 1 :i. degli ufficiali scandinavi, Franz Jessen aggiunge: • Per me - dopo aver visto tali azioni e tali infamie - io procl:tmo che nessun SC!lndinavo può accetta,-c di servire un tale esercito nè ren– dersi complice di tali fa1ti. L'onore e l'u.manità lo vietano.• Frauz Jessen si sbagli:i.. Egli dimentic:::i che l'onore e l'umanità del militarismo e della diploma.tia, non sono affa.tto l'onore e la umanità del re.sto... dell'um:i.nità, e che, perciò, tutto è possibile qu:i.ggiù ! Al tribunale di Tours. . .. Continua il processo delle Sorelle di. Gesù, o Figlit dtl Sacro Cuore, o Figlit dd Sangue sparso che sicno. Per carità cristiana esse tenev:mo delle r:i.gazze, e intanto, giacchè c'erano, le facevano lavorare, mentre nello stesso tempo provvedevano all:i..&alvazione della loro anima ... La s:i.lvatione del corpo è un':i.ltra coS."\iquel che importa è l'anima, per la dottrina cristiana. Ecco qul alcune risultante processuali: I .e ragazze del laboratorio annesso al Ricovero hanno confor– mato di a,•er ricevuto maltratt:unenti, di essç:restate gettate a terra, e costrelte a fare croci in terra con la lingua. Alcune h:umo perfino dichiarato che per punizione veniva us.'\ta anche la ca.micia di forza, e talvolta s' immergev:i. la testa entro bacini d'acqua. Le ricoverate er :i.no battute quando il lavoro urgcv:i., perchè lo facessero rapidamente. Esse cr :i.no inoltre costrette a lavorare fino alle 1 1 della sera, avevano un nutrimento insufficiente e menavano una vita contraria alle pi\1 necessarie regole igieniche. l,;na ricoverata impazzì, in seguito alle sevizie inflittclc. ).la quel che S.'lrebbe non meno intcress.'\nte è il sapere dove vanno a finire i bei milioni estorti dalle carni di t:mte povere gio– vanette, nei mille e uno conventi e ricoveri dello stesso genere. l,;no spiraglio di luce si foce nell'ultima grande campagna ciel• tarale di Frnncia: buona p:lrte dei fondi enormi dei comitati cle– ric.'lli, nazionalisti e monarchici venivano d:i.i conventi, infatti. Questa gente sfrutta per assicurare la continuità dello sfrutta– mento, mediante il potere politico-J >3.rl :imcntare: m:i. in Francia la fecero bass.'l! Il gm;r,ioso è che non ci son rimasti che gli anar– chici a profcss.'\re un alto disprezzo per l'uso del potere politico– parlamcntare. Anche i preti han capito i tempi, ma loro no! Il giura.mento di fedeltà dell'esercito di Serbia al nuovo re. Ecco un'esercito fe<lc\e ! Fedele fino... alla morte! Nix. ENRICO FERRI, direllore-respomabile. Roma, 1903. - Tipografia Cooperaliva Sociale, via B:i.rbicri, 6.

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