Il Socialismo - Anno II - n. 7 - 25 maggio 1903

IL SOCIALISMO li I J redattori ringouo di ignornrc che l:i.stampa, essendo stata ìu– ,·cntata d:t un pezzo, ed ogni settimana essa mostrando ai profani i mi– ..tcri degli :unplessi cattolici nei mon:i.steri , nei chiostri, nelle scuole pretesche, rivcl:\ che la pedcrasti:i. è la nota caratteristica dello :-trcgone e dcli' esorcista tonsurnto - e che la luridit:\ di cui :ic– cus.'lno lo Zola, m:i.i fu portata a sì alto grado vergogn:i. e di li· hidinc come in quel libro che, appunto perchè forma 1n sublima– tiouc della oscenità, costituisce la quinta essenza della morale c:tttolica. Voglio p:l.rbrc delle /)iaco11a/i . .Diaco1Jali, vostro libro, l)iacom1/i, vostra mornlc su cui vi stendete come su un c:m:1.pèdi donn:-t allegra., .Diaeom1/i1 vostra guida, che consultate come i pic– coli seminaristi consult!lno, col respiro grosso, le fotografie oscene, Oiaconali, vostra condanna, vostra gogna, vostra ghigliottina, vo. stro eterno, imperituro, ineancelfo.bile deliuo. E voi, che scriveste questo m:mu:\le di confessori, ove dilettaste contemplare casi che farebbero arrossire l'uhima prostituta dell'ultimo bordello, voi che con questo monumento di erotismo sa.peste sapientemente tra– mutare in alcova il confessionale, voi, ador,-tori del dio Fallo, del dio l.iugam, <! di Venere detta C.'lllipigi:i, ossia dalle belle chiappe, - voi avete la foccia tosta di definire lurido il romanzo dello Zola, e di chi:\marc cnlwmia lo stupro perpetrato dal frate Gorgias i-ul piccolo Zéphirin? Eppure, ogni quindicina io riporto su queste colonne ove noi vi combani:uno spietatamente e inesorabilmente, pcrchè siamo qui un gnippo di uomini liberi che ci si:uno pro– messi di smascherare tutto ciò che è lurido e ignobile, - io riporto qui casi analoghi. E oggi vi trasmetto che la Ct,rlt d" assist di Sa6m-tl-Uirt ha co11da1111olo o vtnli a1111idi lavori forzali prr al/minio al pudort il prtlt Coudnrd, pro/tssorr. Vi bastn? Ah! furb.'lcchioni, so bene che no. So bene che, voi pronti a credere seni:,. prove :-illa cornific.'lzione di San Giuseppe per mezzo di una colomba, - ai viaggi circolari di Ciana nella pancia della baleM e ai colloqui di Daniele nella fossa, con i leoni, fingerete di dubi– l:lre della notizia, e avvezzi come siete alla quotidiana menzogna cattolica e religiosa, fingerete credere che la notizia è falsa. Ah! furbacchioni, so bene che preferireste, ali' enunciato di questa sem– plice notizia ... le prove stesse del delitto, e magari .., il corpo del llclitto, :mzi i corpi del delitto tra le m:mi: che gazz:irra ! ~la n tuui i frnti, monache, e preti, rossi, neri, gialli, ciocco– btL'\ e mnrrone, a tutti gli adoratori di S. Tere&'l, l' istericn innamo– rata, di S. Veronica ubbriaca di erotismo, e di tutti gli ahri Santi che per divozione si leccano le piaghe, che divorano gli escre– menti, che si strigli:mo a sangue come somari, io ho in animo di fare un giorno o l'altro un bel tiro. Voi vi procl:-1mate i monopoiizzatori della morale, e questa mo– rale dettate d:-t quei càbinels•Parliculiers di ebbrezza e di lussuria che avete chiamnte confessionali. Ebbene un giorno o l'altro, io comincerò qui, in queste pagine, I:,. pubblicazione delle Dioco11ali, il vostr? libro della Confessione, e .'.l.llora: 1 - o il popolo si accorger?t che negli oscuri antri di Circe del vostro confcsseon.'.l.levoi pronunciate le porcherie più inun.' .l.ni che mai un.'.l.Santa isterica abbia concepito nei suoi lesbici deliri erotici; - o il Regio Procuratore dichiarerà oscena tale pubblicn– zione, del che io certamente lo biasimerò, ma allora il suo :i.tto suoner?t al tempo stesso conPanna ufficiale della vostra morale, poichè S.'\rà estrem:uncme eloquente qu~sto fatto: che lo Stato, di– chiar:mdo In religione callolica religione dello Stato, trovj poi tra quei suoi pubblici ufficiali, che esso ·paga per proteggere il suo di– ritto, uomini che processano per immornlità e oscenità i manuali di confes!-ione che fanno pnrte integrante di quella religione ... che lo Stato fa Rua ! ~ per finire, torno alla. go:zrlln callolica di Sartltgm,. Con– froulnndo le scuole laiche cun le cleriC:lli, ess.'l bi:isima le prime perchè ... vi si rompono i \·ctri. ~lcglio rompere i vetri, - diet>io, - come nelle scuole la.iche, - che rompere ... altre cose, come nelle vostre! Quelli, non dico dei miei compatrioui, perchè io non consi– dero come comp:itriotti quegli Italiani che si piegano a fare i servi e i lacchè dei tirnnui e degli imperatori da ridere, mn soh:mto tutti gli uomini liberi che popolano la terra, qualunque sia l:i raz7~'l, il paese, la nazionalit?t •- e la religione in cui il C.'\SO li ha falli nascere, - quelli dunque degli Ttaliani che, mescolati agli sbirri in borghese, applaudirono fanaticamente il grande Guglielmo impera– tore, nipote di Dio, come egli stesso ebbe da disinvoltura di pro• clamarsi, - nelle \'ie di Roma, - ignor:i.no certamente la logica. E mi spiego". • Gli individui e i giornali che h:mno sperticatamente applaudito Guglielmo, quel Guglielmo che rappresenta ammirabilmente il 1ipo del dentista. per la gran cassa che si fa suonare da.Ila riclomt e p.:r I' ::ipparato scenico di cui si sa circondare, - sono quegli stessi individui e quegli stessi giornali che ha.nno biasimato a grnndi grid:t i nazionalisti francesi pcrchè, da bravi lacchè, si sdilinquivano in acclamationi a Nicola il tirnnno di Russia. l\fo. come! esclamarono questi lt:-tliani improvisamente ebbri di libertà, ma come! Una. re• pubblica festeggia I' impiccatore russo! L"na rcpubblic:t innalta l' in– censo allo Jmul.' Dove sono andati i tempi in cui il buon Floquct gridava, al passaggio dello czar: Vivt la Polog11t,11/011.simrl Oh! che buffoni questi repubblicani! E via di seguito. Essi dunque ammette\•ano allora che un popolo libero non deve gettarsi in ginocchio dinanzi a un granfie industriale del cnpcstro e del dispotismo. Oggi però i fedeli e felici sudditi del Regno d' Italin cambiano rnpid:tmente d'opinione. L' imperatore Guglielmo è certnmcntc la pi\1 bella stoffa di imperatore dispotico che esista. Gli ltalfo.ni i quali si commuovono per la Polonia ... russa, se ne infischiano della Po– lagn:l tedesca e fingonç. dimentic.1.re che per ordine imperiale le donne polacche e i bambini delle scuole polacche in Germania sono pcrseguilati, fuc:tigati, insultati dalla tradizionale bnatalit?t prussiana. Questi oscuri maniri di una idea sono colpevoli di amare l'indipendenza e la libertà del proprio paese, della propria lingua, del proprio pensiero, esattamente come i nostri martiri del Risor– gimento amareno que\l' Italia che essi seppero pens.'\re e prepa– rnre, ma che oggi i degeneri discendenti stanno tranquillamente mangiandosi !l fette, come un \'olgare pasticcio di fegato di oca. Non è forse in Germania ove le pubbliche libertà sono insidi:tte e compresse, ove la censura, ancora più feroce di quel che non sia in Austria, perseguita ogni mauifestazione artistica piena di luce e di ideale, ove l'imperatore pronuncia i discorsi che fanno rcstnre a bocc.1.aperta le nazioni libere, ove la gra.zi :-i sovrnna piove su quei membri della casb militare che si distinsero uccidendo corag– giosamente con b loro s.:iabola il borghese senzn armi, al tavolo di un caffè, a un angolo di strada, sul marciapiede, al pubblico passeggio? Un giornale S.'ltiricotedesco, il Stmplicùsimus, tradusse un giorno, sotto forma mitissima, la not:1.mania di Guglielmo per i discorsi da dentista. l,;n'immagine rappresentava un buon borghese in con– templ.'.l.zione dav:i.nti :l un quadro storico. « Chi è? • domand:wa il brav' uomo. - • Guglielmo il Taciturno • gli risponde un :-iltro. E il borghese mer.i.vigliato: - • Guglielmo il T:1.citumo? Ma dunque ce n'è uno>• I,a cos.1.era graziosa e senza C.'lUiveria.Ma il giornale ru proces– S.'\tOe il direttore dovette volont~iamente esiliarsi. Egli vh 1 e oggi a Parigi, in esilio, nè più, nè meno che se avesse tentato di cam– biare la fonna di Go,•erno! Ed è sotto i C:t\•alli rii un tnlc impe– r:i..toreche i huoni Romani !'-i sono gett:ui, in segno di ammira– zione! Come è facile amare la libertà, le nobili idee, e i nobili gesti ... presso gli :thri, - e come si è vili in cas.'\ propria!

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