Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 18 - 30 settembre 1901

RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E ~CJENZE SOCIALI 347 stra costituzio11e ecouomica e ci permettano davvero di scambiare coll'estero prodotti contro prodotti e non si sia pii1 costretti, come per tanto tempo avvenne, a saldare i nostri debiti all'estero coll'a~censione cli altri delliti, o coll'esportazione di moneta. E non comprendo poi come a titolo di comJ)enso per il conservato dar.io sul grano non si possa fare la riduzione di qualche altro dazio doganale, la quale, senza danneggiare alcuna nostra, importante produzione, giovi veramente a tutta la classe lavoratrice e iilthlstriale ed agricola: cito ad esempio il dazio sul petrolio, derrata di consumo· veramente generale e popolare, prodotta all'interno in quarJtitìt esigua (se ne pl'oduce per mezzo milione, mentre se ne importa per più di sedici milioni}: e questa riduzione ci potrebbe anche eccellentemente servire proprio per quelle trattative commerciali colla Russia e cogli Stat,i Uniti d'America ii nostri due principalissimi fornitori di petrolio), per le quali si vorrebbe da taluni sacrificare il dazio sul grano. Così con una avveduta politica economica e fiuanziaria il momento opportuno per abolire il dazio sul grano o ridurlo a, dazio fiscale ani verà forse piì1 presto che ora non si pensi; ed intanto lasciamo in pace questa tribolata cerealicoltura e pensiamo ad altri provvedi menti ben più necessari. Una cosa però non dobbiamo, rispetto al grnno, trascurare: bisogna fare rilevazi<_mistatistiohe alquanto più esatte delle attuali snlla, estensione della coltnra di esso, sulla quantità che se ne produce, sui miglioramenti nei metodi di coltivazione, La censuraa Milano. - Ma il nostro procuratore del Re e diventato matto? Sequestra tutti i giorni un giornale.... /L'Italia del Popolo). - Non è matto, caro mio! Anzi è un perfetto liberale. Egli cerca di ricondurre la pace tra i partiti popolari facendo assaggiar loro un po' di vecchia reazione! che si introducano nelle varie località, e via dicendo, onde poter conoscere con precisione le reali condizioni di qnella, colturn e quindi arguirne gli effetti del <lazio. Ho così finito di tediare i lettori della, Stm ri vistii. Ed Ella voglia sempre bene al suo dev.mo CARLO P. FERRARIS. GIOIEFRANCORUSSE Prin1a tlell'a1•rlvo CRONACA PARIGINA PARIGI Sette1nbre. La. vita parigina di oggi è diventata un cinematografo ... russo. Quante istantanee, - e quante macchiette! Parigi si trasforma in Pietroburgo. I francesi diventano rusei, - e così di seguito. Ogni negozio espone alle sue vetrine uno, dieci, venti ritratti dello czar. I cainelots dei grandi boulevards banno cominciato la vendita delle bandierine e delle coccarde ruRse, - dei picc·ol i elmetti da cosacco - oh! carini! -- dei ritrattini della famiglia imperiale - di figure allegoriche di ccm-can ballati in famiglia tra l'orso russo e il gallo franoese. Da tutti i bazai·s sventolano le bandiere impe1·iali russe, gialle con tanto di uccellaccio nero, ad ali aperto, nel bel mezzo. Tutti i giornali pa.rlaJJo di roba rn&sa, tutti si slavizBibliotecaGjno Bianco zano, anche il berretto frigio, che diventa di colore smorto ... • •• La, corrente na,ziona,lista, - e la corrente repubblicana-socialista si delineano sempre più. Da un lato si grida Viva, - dall'altro si urfa: Dàgli, Dàgli. E tutti strillano con quanto fiato ha,nno in gola. Le signore degli nfficiali aprono una, sottoscrizione per offrire alla e.zarina uua corb6ille gigante cli fiori. Le mogli dei pescatori di Dun kerque aprono altra sottoscrizione per offrire alla medesima czarina un pesce d'argento, - che non sarà un pesce... d'aprile, per la semplice ragione che il pesc(I d'aprile se lo beocheranno i patriottardi francesi stessi, quando cessate le feste sborsr.ranno dalle loro tasche due miliardi, - dico miliardi due - pe1· imprestarli all'amico ed alleato carissimo, lo czar delle Russi e I - Passata la festa, gabbato lo santo! • • • i\fa non tutti i cittadini francesi la int!'nclono cosi. Il municipio socialista fli ~Iarsiglia ba stabilito che il palazzo municipale e i monumenti pubblici dipeudcnti dal 111u11icipion, on saranno nè illuminati nè imbandierati, durante il tempo delle feste franco-russe. L'ese1npio è stato seguito, e da ogni parte della Francia il telegrafo ci ann nncia che i municipi socialisti si .asten • go no dalle feste. - ·1forchettaioli. L'irleale del giornalista conservatore : - Rifar l'Italia con la forca, e rimangiarsela... con la fora chetta. • • • (Asino di Roma). Nè basta. Le sezioni socialiste e repubblicane disse-• miuate su tutta la Francia, fanno piovere ordini del giorno che non debbono troppo solleticare l'imperiale epidermide dello czar. Sentite, ad esempio, quest'ordine del giorno votnLo dalla Federazione Socialista cli Reims: cc I gruppi dr.Ila Federazione Socialista di Reims, aderenti al Partito Operaio Francese, riuniti in assemblea gen rrale, protestano con veemenza contro l'odiosa commedia che sta ora per svolgersi a proposito dell'arrivo dello czar in Francia - e si indignano al pensare che il governo e la Francia si gettano ai piedi dello staffilatore (Knouteu,r) di donne e dello impiccatore di ~ociaJisti, Nicolò II, le cni prigioni risuonano ancora delle imprecazioni delle sue ultime vittime. Protestano anche contro il consiglio comunale di Reims che ha votato un sussidio per festeggiare l'abbraccio moRtruoso tra l'autocrate russo e il capitalismo francese, rossi entrambi del saugue del proletariato, e mandano ai lavoratori rnssi il grido di: Viva la 1·iv0Eu.zione ! • • • Se non vi basta, eccovi un altro zuccherino dirntto al palato imperiale: « La sezione del partit,o Socialista di Besauçon protesta con tutta lz. sua energia contro '!a visita in Francia di Nicolò II, lo scroccone (tcipeur), l'impiccatore, e il carnefice degli esiliati siberiani. Protesta, anche contro le cosidette misure cli polizia che si sono prese a Parigi per proteggere la vita dell'assassino e leva la seduta al grido : Abbasso lo czar. Vi va la Rivoluzione ! »

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