Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 4 - 28 febbraio 1901

RIVISTA POPOLARE Di POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALT 97 Lachmann alza la cortina ilietro la quale e' è la ùara. KrtAMEJt (solo, volgendo sempre le sne rotte parole a Lacbmann che ò dietro la cortina,) - « Qnando nella « vita entra qualche cosa di grande, tutto il pic- <I colo va via, via. Il piccolo ci separa, il grnnde ci « unisco. La morte ò sempre il grande, capite : la <I morte è l'amore. (Lnchmanu torm,). ..... (Trae dalla tasca un album, e lo !lquaderna innanzi a Lachmann. I dne uomini sono accanto alla fìnestm, dnlla quale viene ancora un po' di luce scialba). <I Questi sono tutti i suoi carnefici, riuniti. Così « come egli li vedeva. Occhi ne aveva, egli! Un c:\t- (l tivo sguardo, ma uno sguardo (pausa,). « lo non sono così straziato, così inconsolabile co- (l me qualcuno crede. << La morte, vedete, eleva, solleva. « Che cosa non rui è morto, nella vitn f . . . . . (Kramer alza la cortina : la bara ò iu fondo, e su essa c'é il cadM·ere cli Arnoldo coperto dal lenzuolo). « Vedete, il figliuolo di una maclre. '!'risti bestif', « gli uomini! (Comincia ad accendere le candele attorno alla barn) (pausa'. <I Che volevano dunque quei damerini? da lui, da <I mo, dai nostri dolori! Me lo hanno condotto a « morte. Colpito, come un cane, Laclnna11a.Sempre: « entrate, signori, entrate, gnardatelo, offendetelo. « È finito, om, Lachmaun (scopre il viso del morto). <I Così sta bene, sta bene, sta bene. « Ho lavorato qui, ho presa la sua maschera. Ec- « cola, ll. (Guardando la maschera di Beethoven).« Ciò che si <I legge sul suo volto, io l'ho scoperto prima degli < altri. Lo sentivo, lo sapevo, lo conoscevo, e non lo <I potevo trarre fuori il tesoro. Vedete, ora la morte • l'ha sollevato. Guardate, come tntto è cl1iaro, iu- « torno a lui. Sentite: fni sempre il suo maestro. L'ho « maltrattato: ed ora egli mi si è innalzato. <I Io ho amrniserita codesta pianta. li'orse gli bo ue- <I gato il sole, costringenclolo nella mia ombra. Ve- « clete Lachmann : egli non mi ,·olle. E se gli fosse « mancato l'amico ! ..... « Io lo guardo, come il mio antenato, ora. . . . (sollevandosi). • L'amore, dicono ò forte come la morte. Perchò a non il contrario ! La morte è dolce come l'amot·e, « Lachmaun. a La morte è calunniata: è la pii1 grantle impostn- <I ra del mondo, questa! La morte ò la pii', dole~ for- « ma della vitu. (Apre la grande finestra dello studio. Con la fresca aria della sera giungo il suono lento dello campane) (pausa\ « Voi faceste lo stesso al figliuolo di Dio! Voi lo « fate oggi a lui ! Ma, corno allora, egli non rnorrn ! . . . « Le campane parlano. Udite, udite. Raccontano per (l tutte le strade la storia del 111iofigli nolo, la sto- « ria mia. Dicono che nessuno di noi tluo è 1.rn por- <I duto ! Lo si comproude parola por parola. Oggi. ù « accaduto. Oggi è il giorno. La ca1npmrn è pii1 del I.. ([ Chiesa, Lnchmann ! (prendenclo tra le rn11,11i la maschera ili BeethoYe11). <I Dove andiamo 1 Perchè ci uccidiamo nella incer- « tazza 1 :Koi piccoli; noi perduti. Se noi potessimo « sapere. Cosl hai tu sofferto! ..... E che cosa hai sa- " puto 1.... « Delle feste terreno niente! li cielo dei [)reti! ;'\011 <I è questo, nò quello, ma, allora ... (con lo mani le- ([vate al oiolo) ehe cosa sarà, alla fine 1 » • ., ,. Questo ù il dramma, cli Gerardo l[auptmau11. Il puùblico del Lessing-'J.'hecitcr ha apJJltu1dito se1u:a, entni;iasmo, la critica ò stata, soeoud,, me, un po' s011 era. Bib11otecaGino Bianco E per giustificare codesta &eYerità si è clètto chi) molte figure (la moglie di Kramer, la figliuola Michelina) sono inosplicahili, nppo1m abbozzate. Certo i severi censori hanno ragione, e nessun lavoro come questo present.a tanta inesperienza tecnica. Ma, vivaddio, nell'anilizione, nella lettura il pensiero ha da rinssumersi nella idea, e sul Yero persona.ggio etl il resto non conta. E se questo succocle per lo spettatore e per il lettore, perchè non dove accadere per l'autore, se questo autore ò un ,ero artista ? Ha il 1lram11m del giovane autore tlei Tessitori un simbolo. un siguificn,to1 Il tlramma finisce 0011 la morte fli Arnoldo: conti11ua e si esplica noi monologo di Michele Kramer E' questo il dramma della ingiustizia, della carne 'l Ha voluto Gernrdo Hauptmann descrivere la eterna lotta fra il terreno ed il celeste i E' questa la tragedia della bruttezza fisica 1 Ovrnro è la pura e semplice trngedia della morto: la glorificazione della morte1 Le due cose insieme I Innanzi tut,to anche qni Gerardo Ha11ptmann ci dà delle Anime solitm·ic E1l ancom nna volta il problema delle anime solitarie ò un problema di educazione. E g1rnrdate la coerenza dello svolgimento letterario. Fin dal primo lavoro (ln11a11;;i al levar del sole) anche quando al pnbbl ico elegante del Lessi'llg Thecitvr questo giovane imberbe diceva a.udacomente che la società così come è costituita marcia alla rovina, in fondo, pur esponendo la tragedia dell'alcoolismo, poneva un problema di ecluca;;ionc. E così nella J]'esta clella vace, e così nelle Anime solitarie, e così oggi in Michele Krmner. E come in Vor Sonnenm~f.qcmg gli effetti biologici di una educazione falsa - cosi in Jt'rieclenfest, in Einsmne Me,ischen sono sempre le consegnenze morali della falsa educazione che preparano il dramma. Nel piccolo podere manc}tvano le condizioni morali per co111battere l'alcoolismo, nella famiglia del dottor Scholz c'era stato troppo abbandono perchè sani principi fossero germogliati, nella casa del buon Vockerat piccola o strcttlL non c'era posto per Haeckel ! Or bene in 1\1ic!wle.TCramcr l'eroe non ò la vittima della mancata educazione, ma ò lo ,tosso educatore, che non sa, che non può trovare la via della educazione retta. Epporchò? :Xon bastava circondare Arnoldo di tutte le cure peclagogicho, non bastava curarne la educazione intellettuale: o così 11011 sarebbe bastiita nna si111ile educazione per i figliuol i del Dott. Scltob in .Frieclenfest. Non basta eYitar la degenerazione, e rnutar l'atmosfera. Bisognava trovare la via, del cuore di Arnoldo: e .Michele J(ranwr 11011 sapeva, non poteva tro,·arla. Qui la lotta, qul il conflitto. Sapere che lì dentro, c'è un tesoro, o non trovar le chiavi per fax girar su i cardini la pesante porta. };on ùast,a l'educazione: ci vuol l"amore. llla che tragetlia delli1, bruttezza! Arnoldo ò brutto, perchè il tesoro dell'anima risplen• ,la. dippiì,, ])Archè l'angoscia del padre, che solo, intr:ivede tJuel tesoro, a.urnenti, cliventi pazzia. fi aanco ! Li, morte 'I Ecco qui. Tutti i 11ersonaggi di Gerardo Haupt111anu sono ilei forti apparenti : o nei conflitti, nelle lotte che sost!;lugouo trovano tutti la solt1,.ione nella morto. Hicorclate. Elena (1"ric<lenjcst) trnva la libera?.ione nella n,orto, la coppia Sclto/;; vince cadendo, i tessitori vincono cedendo, - Hannele vince 111orendo, - l•'loriano Ge,yer vince 1,ella morto, e il giovnne profes~ore delle .Llnrnw solttm·ie tl'orn la sua liberazione nel lago. E' )Jichclo Kramer un vincitore? Sa egli trovare la soluzione tlol grande prnblema / ::-i'o.Egli 11011 ò dissi111iledagli altri. )fa qui la morto non è tutta liberazione. Michele Kra111er guarda ancora pii\ in lù. E sul volto cerco tlol figliuolo trova la vita. Xon solo. Ma nella mmte ritrova, il figliuolo stesiio. Ha ben ragione, chi vi,lo in questo tlrarn111a q1rnlcho cosa cli grandioso e cli religio$o . Gerardo lfaupt111an11ricortla hene le lezioni di llaeckel asC'oltate nello aule dt•ll'Unirnrsitù di Jena ! E così la conclusione ù ,1 ucsta: l'autore dei 'J.'cssitori ha volt1to toccare la seconrla parte del problc111a cducath·o. Mi~

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