RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE i!,' SCIENZE SOCIALl ficier du bon d'importation; les types de farine admis à la sortio seront les mèmes pour lo bon d'imporlation que pour l'admission tomporaire. Le blé dovra étre d'essencc indigène et de bonnc qualité commerciale. - Art. 5. - Sont applicables a la présento loi l'articlo 1 de la loi du 30 mars 1887 et l'article 14 dc la loi du 12 janvier 1892 ». L'origine del disegno di leggo, dovuto all'iniziativa parlamentare e presentato quasi contro la volontà del Govorno, si trova evidentemente nelle tendenze protezioniste che prevalgono soprattutto fra gli agricoltori della vicina nazione. Questa volta però é il caso di dire che i discepoli hanno superato il maestro, perché lo stesso Giulio Méline, il sommo sacerdote del protezionismo in Francia, non si è mostrato favorevole al nuovissimo espediente doganale. Come poi i protezionisti si siano trovati costretti ad escogitare un espediente, che può dirsi nuovo in Europa, per quanto riferiscesi al commercio dei grani, é dimostrato dalle condizioni della produzione granaria francese. Questa, insieme con il grano che viene direttamente dalle colonie senza pagare il dazio d'im1ortazione cli L. 7 al quintale, é quasi sufficiente a bisogno della popolazione, la quale, come è noto, si mantiene stazionaria. 1 egli anni di raccolto normale, quindi, le importazioni di grano dall'estero sono ben limitato o non hanno perciò la forza di elevare il prc~zo del ~rano all'interno dolla somma corrispondente al dazio doganale: e cosi lo scopo economico del dazio stesso viene in gran parte a mancare. Rimaneva pertanto, come suprema speranza, il premio sull'esportazione del grano e delle farine. Sull'efficacia dell'espediente non è il caso, ora, di insistere. Basti l'osservare che l'utilità per i possessori francesi di grano e per i mugnai è diretta cd indiretta: diretta, per coloro che esportano grani e farine, - indiretta, per tutti gli altri, in quanto cho il prezzo cli tali generi, a causa della minore offerta e della scemata concorrenza, dovrà cleYarsi. Occorre anche accennare che si discusse a lungo se si dovessero favorire col premio cli esportazione il grano o le farine. L'autore del disegno di legge, il deputato Debussy, sosteneYa che il premio dovesse estendersi ad ambedue i generi, mentre la sotto-Commissione parlamentare nominata dalla Commissiono delle Dogane per l'~samo del clis_egno,opinava_ c~e si dovessero favorire solo le far111e,e ciò per 11 timore che le uscite· potessero essere soverchie, con danno troppo grave del bilancio. Come si è visto, però, la Camera francese elette ragione al proponente : dato lo scopo del progetto. e:ssa fu logica. Ma quali gli effetti presumibili del disegno di legge sopra il prezzo dei nostri grani e farine? Tutti vcggono, scriveva qualche mese fa uno dei nostri più importanti periodici commerc\ali, _come, a~cordando il Governo francese un prem10 di esportaz10ne, che é quasi parificato a quanto pagano clicla?:ioJe farinc1 per la loro introduzione in Italia, Yerremmo a. parificare i prezzi dei nostri frumenti a quelli francesi ; in poche parole, i frumenti nostri che si vendono, oggi, a circa 25 lire, verrebbero a portarsi, pure tenendo conto del cambio sull'oro, a circa 22 lire. Questo ra~ionamento, che pare così evidente, pecca del solito vizio logico nel quale cadono coloro che non sono abituati a considerare i fenomeni dell'economia sociale nella loro complessità. Si rilc,,a infatti il primo cd immediato effetto dei premi francesi relativamente ai prezzi italiani, ma si dimentica di considerare gli effetti dei premi stessi sui prezzi in Francia, e quindi le nuove e immediate conseguenze che, nel secondo stadio del fenomeno, vorrehbsro, a seguire per rispetto anche ai prezzi del orano e òelle farine italiani. 0 Se scopo dell'espediente escogitalo dai protezionisti francesi è principalmente quello che noi abhiamo chiamato indiretto in quanto che quello diretto faYorirehbc un numero troppo ristretto cli persone e più i commercianti e gli industriali che i produttori e i:sli agricoltori, i quali sono appunto coloro che calcteggiano maggiormente il cli egno) e se tale scopo è veramente conseguibile, ò evidente che rlonà attendersi di Jatto un olevamcn to generale del prezzo del grano e quindi anche delle farine in tutta la Francia: i premi di esportazione dovrebbero dare ai granicultori francesi ciò che il dazio doganale d'importazione non ò più capace cli elargire. Sarebbe assurdo, contrario cioè alle più elementari leggi economiche, che tali effetti non fossero per verificarsi. Ed in vero, poiché il grano e le farine esportati avrebbero il vantag()'io, in confronto del prezzo dei mercati interni dcffa Francia, cli cs:serc venduti a que to prezzo, aumentato del forte premio di esportazione, i possessori di grano e cli farine si darebbero evidentemente, con grande slancio, alla esportazione. Ora, cosi avvenendo, la condizione del mercato, in Francia, dovrebbe giungere fatalmente ad 1111 punto tale per cui la scemata offerta rli farine e di grano farebbe salire i prezzi delle une e dell'altro. Se il grano e le farine francesi tenderanno, dunque, ad un prezzo più elevato di quello che avrehliero naturalmente senza lo speciale eccitamento all'esportazione, il premio di esportazione, servendo unicamente ad eliminare per i generi esporla.Li tale elevazione artificiale di prezzi, non vcrrehhe ad es:scre più nocivo ai grani italiani, i quali resterebbero così salvati dalla temuta concorrenza cli quei francesi, portati sul nostro mercato - ripetiamo - ad un prcz?:O o uguale o di ben poco inferiore al corrente. Cosi si dovrebbe verificare dopo brevissimo tempo dall'applicazione dei premi protezionisti francesi. Coloro che forse verrebbero a risentire danno dei premi francesi sarebbero gli industriali elci molini. perché la nuova concorrenza delle farine francesi potrebbe rompere quella certa e latente tendenza monopolistica, che rivelano i grandi moJini italiani cli fronte tanto ai produttori di grano quanto ai consumatori. Ma ciò, lungi dall'essere dannoso alla nostra agricoltura ccl al paese, sarebbe il conscgt,timento di un vero clesideratum. In conclusione, se il periodico commerciale, a cui sopra abbiamo alluso. segnala un pericolo p~r l'Italia, questo può con maggior fondamento segnalarsi principalmente e quasi esclusivamente per gli industriali dei molini. E' bene poi rammentare che gli agricoltori italiani non sempre si lasciano illudere sino a divenire facile strumento degli intere si altrui. Prof. FRANCESCO CoLETTI. Lecondizioni economiche dellaRussia (Un imperoeuropeoa incivilire) Lo Rioislct Popolctl'e - i nostri lettori lo sanno - si sforza cli far conoscere quanto più è possibile, ciò che si scrive e ciò che avviene nel mondo a quanti non hanno modo e tempo di leggere molti libri e molte riviste. Oggi crediamo cli rispondere bono al compito, che ci siamo prefissi riproducendo, in gran parte integralmente, due articoli che vennero pubblicati nella Zeit di Vienna (n. del 18 e 25 agosto) sulle condizioni economiche della Russia. L'autore, \\'aelaw Studnick-Gizbert, è un liberista ardente; perciò vanno accolte con una certa ri. crva le sue dimostrazioni incomplete sui risultati del protezionismo industriale. Anertiamo, del pari, che al-
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