'R._IVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl ~ Buondì, signorina. La pazza era seduta presso alla sponda del suo letto -,e ci voltava le spalle. Da prima io non vidi che l'onda -d'oro de' suoi capelli disciolti. Intravidi una mano esangue, bianca e sottile, abbondonata sulla tavola eh' era -·accanto a lei, tutta sparsa di fiori: e la mano era più bianca de' crisantemi diffusi intorno ad essa, e toccava e s'a..(ita.va, con quel lieve moto irresoluto che han le dita dei ciechi. [:';:L;' Eisen soggiunse: - Il mio amico Litten, signorina. "!'".'.t,Elslai volse e si levò, di scatto. Quale grido! Non -lo !dimenticherò mai più! La pazza, indietreggiando, -s'era quasi addossata a. uno scuro della finestra. Circonfusi dal sole che pioveva per la vetrata la figura -di lei sottile ed alta, i suoi capelli spioventi, le sue braccia esili levate in atto di meraviglia e di terrore ·-eran cose che si allontanavano dalla realtà: la luce ~oloriva un fantasma. Che cosa io dissi, che cosa io feci in quel momento? }· dre mi pre~e per mano e mi condusse nella camera dove mia madre, sua moglie, moriva. Non vedevo mia.- madre da tanto tempo! Com'era biauca nel suo letto, come le sue mani sottili trema vano sulla mia testa! Che mi disse? Ella bdlbettava parole eh' io non potetti comprendere. Oh, Dio! oh, Dio! Perchè non le compresi? ... Erano le ultime sue. Poi tutto fini. Mi trovai solo con mio padre, in un' altra casa, in campagna, molto lontano dalla città. Tutti spariti: i servi, la cameriera fedele alla mia povera mamma e perfin Federiga, mia sorella, quella bionda bambina alla quale mio padre non parlò mai, che non guardava mai, che non ricordava più mai ... La pazza era lì e mi guardava, immobile come impietrata. Mi sentivo trascinare addietro, dolcemente, dall'Eisen. E a un tratto la porta di chiuse. Questa volta ancora ella aveva messo un grido terribile. Il mio nome! Ella pronunziava il mio nome! - Ma come! - fece l'Eisen - Vi conosce? Si, ella m'aveva riconosciuto, dopo tanti anni. Oh, ·.,",,? :r·' I . / Il Palazzo d'Italia all'Esposizione di Parigi. Mi è parso di cader ginocchioni, con le braccia stese, -~on gli occhi spalancati su di lei che veniva a me, lenta, dal .fondo luminoso della finestra, Ella mi mise la mano sulla spalla, si chinò, mi guardò, lungamente. Gli occhi le si empirono di lagrime. - Ricordi ? - mormorò - Ricordi? ... * • • Ebbene, sì, io ricordavo. Ma in quale confusione di --particolari, in che nebbia! Rivedevo, anzitutto, in questa pallida e bionda fi- :gura - lo dirò senza più indugiare - rivedevo mia :madre, morta quando io nulla ancora poteva comprendere della. vita e de' suoi drammi sanguinosi, de' suoi -dolori profondi, delle orribili amarezze che vi invec- --chiano a un tratto e vi lanciano, di~fatti, se pure an- -cor giovani, nel profondo mare del tedio. Sì, io rive- -devo mia madre : era il suo profilo puro e dolce, erano i suoi capelli d'oro che io amavo di carezzare, erano i '6UOÌ grandi occhi azzurri, pieni di dolore, che io non vidi mai lieti. E sopratutto era la sua voce! Questa voce era rimasta in me. da quel tempo della mia infanzia in cui la sentivo suonar melodiosa e tenera per :il triste silenzio della mia casa. Che più? ... Tutto, ~u.to ora ricordavo. Ricordavo che un giorno mia pamio Dio! Non era costei Federiga? La bambina che. non era figlia di mio padre ? Oh, Federiga, o sorella mia, dimmi dal mistero ov& t'aggiri viva o morta, dimmi che non sei tu: la pazz& di Reswy, dimmelo, dimmelo !... S. DI GIACOMO. L'Esposizione di Parigi L'Esposizione di Parigi, la quale è aperta al pubblico dalla seconda m~tà di Aprile, costituisce veramente e rappresenta una colossale somma di idee e di attività tenaci realizzate e c0mpiute in sei anni di pratici sfoni. L' E:3posizione forma a Parigi come una città nuova; come un sogno di bellezza e di forza materiatosi per incanto, meravigliosamente. L'Esposizione forma una. agglomerazione del tutto distinta nella grande capitale di Francia: un insieme che ha la sua amministrazione speciale e tutti i servizi complicati d'una città autonoma, e che ha porte qua e là e delle proprie mura di cinta. La città di sogno è tutta composta di palazzi magnifici e caduchi come una fantasia di grandiosità·
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