'1{_IVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALr del governo! (1) E non si Vtrgogn;,no di farsi chiamare rappresentanti del popolo e di atteggiarsi a democratici, quando trovano la convenienza di farsi credere... quello che non sono. L'amarezza in noi è maggiore pel fatto che i deputati ei mostrano vili e ipocriti; il paese, ch'è peggiore, lascia intendere che non merita rappresentanti migiiori. · La maledetta atonia delle nostre popolazioni avvilite dalla miseria, abbrutite dall'ignoranza, mentre non giu:1tifica. in modo alcuno gli attentati contro la libertà, contro lo Statuto, deve far raddoppiare, vorremmo dire centuplicare, gli sforzi dell'Estrema. Essa deve tanto insistere che gl'inerti finiranno col muoversi, i dormienti collo svegliarsi. Ad essa, per ora, sia premio unico : la coscienza del dovere che compie, con serenità, con coraggio, con talento, con abnegazione. Ma è poi meritoria la sua opera? Ma il decreto-le 6 ge costituisce davvero un attentato contro la libertà, contro lo Statuto? Lo negano taluni, o per supina ignoranza, o per malafede insigne. Basta leggere gli articoli 1°, 4°, 10° del decreto legge per convincerdi che il dubbio non può essere generato da altri plausibili motivi. Coll'arA ticolo 1 ° viene soppresso, non regolato, il diritto di riunione garantito dallo Statuto; coll'articolo. 4° viene ristabilita la:servitù politica ed economica ~ danno degli impiegati,· agenti ed operai addetti ai servizi pubblici, anche quando questi vengano disimpegnati da privati; coll'articolo :i0° vengono usurpate dal potere esecutivo le facoltà e le attribuzioni del Parlamento ... La violazione è tanto patente che la Corte dei Conti non volle saperne di registrazione del Decreto-legge. E i difensori dell'ultimo - da Sonnino a Spirito, da Girardi a Pelloux, a Bonasi - infatti, non seppero esporre alc1,1nargomento a difesa dell'attentato commesso, e si liQiitarono a ritorcere contro gli oppositori di Destra e di Sinistra l'accusa di violazione dello Statuto. Essi non potendo difendersi cercarono dei complici. Ed. è v~ro che i complici sono parecchi - - da Di Rudini a Giolitti ecc. - e noi non intendiamo attenuare la responsabilità degli ultimi, sebbene ci sarebbero da fare non poche e non piccole distinzioni sull'indole dei decreti-legge in materia finanziaria e quelli politici ; sui decreti legge politici in momenti di urgenza e di necessità, reale o apparente, e quelli puramente capricciosi suggeriti dalla libidine di reazione. Ma ai motivi anti-.;hi, che facevano condannare questi atti di governo illegali o extra-legali, come li chiamò colla sua sapienza giuridica e costituzionale l'on. Pelloux, se ne aggiunge uno capitale, che fece passare in seconda linea tutti gli altri. Colla chiusura della sessione cadono tutte le proposte. e i disegni di legge che si trovano dinanzi al Parlamento. Il decreto-legge del 22 Giugno 1899 era un d:segno di legge come qualunquè altro ; tanto che fu mandato ad una commissione, fu nominato un relatore, e S\3 ne intraprese la discu::;sione come per tutti gli (l) Tra i 189 voti contrari che ebbe il generale Pelloux il 2 marzo, il Mezzogiorno e la Sicilia non contribuirono che con quaranta voti circa. I Siciliani, sia detto a loro onore, questa volta tenendo conto delle astenaioni, quasi si pareggiarono. altri disegni di legge. Dunque esso cad le e decadde colla chiusura della Sessione ; la sua ripresentazione tale e quale al Parlamento, perciò, non poteva essere considerata che come un lussJ malvagio di prepotenza e di disprezzo verso la Costituzione Albertina. La cosa era di una evidenza incontrastabile. Era tanto evidente che la Suprema Corte di Cassazione dt Roma, il cui servilismo è proverbial •, la cui larghezza di maniche in fatto di costituzionalità ha sorpassato sempre la verosimiglianza, si vide costretta - certamente a malincuore - a pronunziare solennemente che il decretolegge del 2! Giugno non esisteva pj_ù,era caducato - come scrisse nel suo barbaro lin_ uaggio burocratico - colla chiusura ddla sessione. Chi lo crederebbe? Anche dopo la sentenza della Suprema Corte - di quella Corte verso la quale s'inculca il rispetto, quando le sue decisioni fanno comodo - il ministero si è ostinato a discutere un decreto - legge illegale o extralegale nelle sue origini- decaduto, inesistente dopo la chiusura della sessione, e tale riconosciuto dalla suprema magistratura del Regno. La enormità fenomenale del ministero_ Pelloux, che ora sorpassa i tristi ricordi del Polignac, e quasi fa pensare a lord Strafford, ha indignato i più temperati uomini del Parlamento: i Branca, i Rosano si sono ribellati, ed indignati e minacciosi hanno ripetuto che tra Re e Popolo c'è un contratto bilaterale - la Costituzione; che lacerata la Corte Albertina da 1.ma delle parti, l'altra non ha più il dovere di rispettare il-contratto. Sono parole testuali pronunziate in Giugno dall'on. Branca e ripetute in questa discussione dell' on. Rasano. Questi fieri propositi - ad<Ìirittura rivoluzionari - sono stati sottolineati infine dalle dichiarazioni a dal voto dei due soli Collari della SS.a Annunziata che stanno nelle Camera dei Deputati: l' on. Biancheri e l'on. Di Rudinì. La conclusione è chiara ed evidente: chi combatte contro il ministero Pelloux combatte per la libertà, per la Jegg~, per lo Statuto. L'ost·ruzionismo perciò è un arma legittima; e si deve adoperarlo con il massimo vigore perchè è la sola, che rimane, prima di ricorrere al cosidetto diritto sopracostituzionale di Hallam. Nor. ~ Il puntdoivistaitalianeoutilitario nella guerra anglo-africana Maffeo Pantaleoni, l'amico indimenticabile illustre e caro, mi manda una lettera confidenziale. Egli n·on me ne vorrà se io la pubblico: è tanto buono ! La pubblico perché a me pare che le sue parole sintetizzino nel modo migliore, Iimpidamenle, con tratti raì)idi e incisivi, il punto di vista italiano e della utilità generale. Le sue ragioni non mi convincono del tutto; ma, seguendo la no~ma adottala dalla Ric,ista, non mi permet- · to ora critiche e commenti. Li riserbo ad un altro numero. Per ora lascio a lui la parola, e lo ringrazio, a nome di tutta l'Estrema, dell'incoraggiamento che le dà nella lotta che essa ha impegnalo contro la reazione. Dr. N. CoLAJA~N1
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==