16 RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E,SCIENZE SOCIALI Entrando in argomento, il La brio la comincia dal dimostrare che lo studio del mercato non può illuminarci sulle_.ragioni di scambio dei prodotti. La legge dell'offerta e della domanda ci dà ragicne delle oscillazioni dei pre2Zi, ma se offerta e domanda si coprono, allora restiamo allo· scuro sulla causa del prezzo. La concorrenza unifica i prezzi, e crea un profitto eguale nei vari rami della produzione. Lo scopo della produzione capitalistica è il profitto, e per l'adeguamento del saggio del profitto, il capitale pare produrre valore per virtù propria, anzi essere la sola sorgente del valore; ma in realtà il solo lavoro è creatore di valore. Dimostrata la insostenibilità delle opinioni contrarie, il Labriola passa all'esposizione dtlla teoria di Marx. . Il Marx studia la società mercantile, e fa oggetto delle sue ricerche non la ricchezza in generale, ma le s·ole merci. Il valore è il purchasingpower, è un rapporto di uguaglianza fra due oggetti, e ne presuppone la proprietà privata. In che può consistere questo rapporto di uguaglianza? Il valore è un rapporto fra gli uomini, mediato dalle cose, quindi l'eguaglianza deve consistere in una qualità comune dt:lle cose, che sia opera degli uomini. Questa qualità non può consistere che nell'esser dei prodotti del lavoro. Quindi i beni naturali ed immaginari non hanno valore, sono dei falsi valori. Potendosi scambiare, essi hanno un prezzo, ed è ciò che crea l' illusione che essi abbiano un valore. La scienza dell'Utilità studia i beni, siano essi dei non valori (non scambiabili); dei.falsi valori (beni naturali o immaginari), o _dei valori (merci); l'economia non studia che i valori. La caratteristica della sccietà capitalistica è che il éà.- pitale presentasi continuamente sul mercato in forma denaro, p.er acquistarvi i vari elementi in dispensa bili all'accrescimento del capitale stesso, accrescimento che si manifesta come lo scopo dellt produzione sociale. Guardando alla superficie della circolazione 1 scompare ogni distinzione fra capitale costante e cap:tale variabile, il. costo appare come un anticipo del capitalista, e tutto il capitale, e non solo quello salari, produttivo di valore. Essendo il solo· capitale variabile a. produrre il sopravalore, quelle industrie nelle quali il rapporto.di questo al capitale costante è maggiore, avrebbero, a saggi di plusvalore eguale, un profitto maggiore, e• viceversa. Ma i capitalisti abbandonano le industrie nelle _quali il saggio del profitto è più basso, ed .affluiscono a quelle in cui è . più alto, fino alla parificazione dei saggi del profitto. Di conseguenza, i prodotti delle industrie in cui la_proporzione del capitale costante al variabile è superiore alla media si vendono ad un prezzo superiore al loro valore, e :viceversa. Quindi le merci si vendono complessivamente al loro valore, una singolarmente al loro costo capitalistico (capitale consumato, più profitto medio). Ma sotto il prezzo di produzione si nasconde il valore, e sotto il profitto jJ plus-valore. Dopo un cenno storico sulla formazione del prezzo di produzione, il Labriola affronta il problema della distribuzione del plusvalore fra il capitale industriale ed il capitale commerciale. Pel Marx produce .un plusvalore solo il lavoro impiegato alla produzione delle merci, e di quello impiegato nella circolazione solo la parte necessaria obiettivamente (trasporto, magazzinaggio, ecc.), indipendentemente dalla costituzione sociale. Il capitale commerciale è quindi in_ gran rarte sterile, ed il profitto comrrerciale non è che una sottrazione al profitto industriale. Il Labriola osserva invece che essendo il valore un fenomeno della società mercantile, ogni impiego di lavoro reso necessario dalla costituzione della scc:età deve produrre valore. Nel caso opposto, la depressione dei profitti industriali sarebbe molto maggiore di quello che è realmente. Nell'ultimo capitolo del suo libro H Labriola esamina la legge della , aduta del saggio del profitto. Pel Marx, essendo il capitale variabile il solo a produrre il plusvalore, ed e&sendo effetto dei progressi t~cpiçi un~ di..,. minuzione del capitale variabile, relativamente al costante, conseguenza necessaria del progresso tecnico è la diminuzione del saggio del profitto (rapporto del plusvalore ali' intero capitale). Il Labriola crede che la teoria del Marx, pur essendo formalmente vera, trascuri degli elementi, di cui bisogna tener conto. Egli crede c.he la cagione della caduta del saggio del profitto debba cercarsi nella concorrenz1 dei capitali sempre più abbondanti ( r ). Egli passa poi all'esame della depressione iqdustriale e degli effetti della rendita sui salari e sui profitti. · L'Autore chiude il suo libro osservando che Marx nel Capitale, si è proposta una indagine sulle leggi della formazione normale del profitto. L'idea del profitto è un'idea di differenza da un fondo originario anticipato, di relazione con la causa della vari11zione quantitativa del fondo stesso. Questa indagine è possibile solo rispetto ai beni riproducibili, deve astrarre dalle variazioni del profitto pei singoli capitalisti, e supporre il profitto prodotto p~r tutti in condizioni identiche. In ultimo, essa pre• suppone la separazione del produttore dai mezzi di lavoro. Nei limiti di queste ipotesi, son vere le leggi enunziate dal Marx. . , « La legge marxistica del valore è dunque un mezzo per spiegarl:! la formazione norm:1le del profitto, e non già una dichiarazione del modo reale come si effettuano gli scambi nella società capitalistica ». Dimostrato che il profitto è un prodotto del lavoro, resta il problema della distribuzione di es~o fra le varie classi di capitalisti, e fra i_capitalisti individuali. Il Marx risponde solo al primo quesito. Per rispondere al secondo bisogna aver esaminate tutte le condizioni dell'equilibrio economko. La scuola psicologicomatematica ha intrapreso questo compito, e le sue conclusioni « non saranno in contrasto con le leggi marxiste, perchè queste si riferiscono ad un ordine di fatti che forma il sostrato, ma non l'obbietto delle ricerche della scuola psicologico-matematica ». Come si ,ede, il Labriola segue un ordine di . esposizione perfettamente opposto a quello del Marx. Questi parte dall'enunciare la legge che regola i fenomeni, il Labriola invece dal fenomeno risale alla legge. Quindi con un processo indipendente egli giunge a provare la verità della tesi fondamentale del Marx. Ciò, gli arditi tentativi di parziale conciliazione con la scuola psicologica. le critiche ingegnose di alcune vedute del Marx e delle obbiezioni degli avversari, fanno del forte lavoro del Labriola un'opera veramente originale, che solleverà certo molte discussioni, ma della quale· dovrà tener conto chiunque si occuperà d'ora innanzi dei problemi che il Labriola esamina. E. C. LONGOBARDL . (r) Sull'argomento, Benedetto Croce ha pubblicato « Una obiezione alla legge marxistica della caduta del saggio del profitto. » Gli ha risposto poderosamente E. Leone nella « Rivista Critica del Socialismo. » Numero del r · Giugno 1899.- Biblioteca della Rivista Popolare EMILIO VANDERVELDE LE·CITTÀ"PIOVRE ,, Questo importantissimo studio del deputato socialista belga, già pubblicato in vari numeri della Rivista Popolare, e ora raccolto io opuscolo, è posto· in vendita al prezzo di centes·mi venti Si spedisce gratis agli abbonati che pagheranno anticipatamente l'abbonamento. Dr. Napoleone Colajanni: Per la Raz.z.aMaledetta, . L. 0,50 Id. : La grandebattagliadel lavoro » 0,75 Id. : Mouvementssociaux en Italie » 1,- Id. ( Settentrionali e Meridionali Prof. Ettore Ciccotti ( SettentrioneeMez.z.ogiorndo'Italia 11 -
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