RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCJALJ 353 Recentissimamente il Grassi, il Bignani e il Bastianelli, in una nota preliminare, di straordinaria importanza, hanno comunicato degli htudì sul ciclo evoluti\ o dei pa• rassiti malarici nel corpo del zanzarone ( ..Anophelesclaviger ). Gli autori hanno trovato nei zanzaroni, che dimora - vano nelle case di malarici, i plasmodii malarici con una percentualità del 75 °/,. Hanno del pari potuto vedere, tenendo alla temperatura di 30° dtlle zanzare che av-,- vano punto ammalati malarici, le fasi di sviluppo dell'emosporidio. L'indole della Rivista non ci permette di andare più oltre. Basti il dire che per noi medici, gli esperimenti sono veramente attraenti. Queste belle ricerche, quelle di Rosse e di R. Koch hanno spinto la Società reale di Londra a nominare, nel mese di settembre ultimo, d'accordo col ministro delle colonie, una commissione coll'incarico speciale di studiare la malaria nelle Indie, in Africa e in altre contrade. Il governo del Congo, per l'istesso intento, ha raccolto la somma di 50,000 lire. Quello della Germania, persuaso dell'interesse, che, in vista dei possedimenti africani, è in relazione a ciò che può contribuire a risolvere la quistione dell'origine della malaria e dei mezzi da usare, per opporsi efficacemente all'infezione specifica, non ha esitato a iscrivere nel bilancio del 1899 una prima somma di 75,000 lire per una nuova missione di Koch in Africa. Come si vede, mentre i governi stranieri fanno a gara, per riholvere questo problema di indole igienico-sociale, il nostro governo, in tutt'altre faccende affaccendato, non si dà neppure pensiero di fare studiare questa quistione di vitalissimo interesse. E dire che la malaria in Italia mantiene incolti 2 milioni di ettari di terreno, e ogni anno, in media, colpisce 2 milioni dd suoi figli più utili e ne uccide 1 5 mila I ! Ciò è semplicemente vergognoso, se si tien conto che fra i componenti l'attuale ministero v'è un uomo di valore indiscutibile, qual'è !'on. Baccelli. Fra tutte le nazioni d'Europa, l'Italia è quella che presenta il più vasto campo all'endemia malarica. Questo flagello, che abbatte e snerva, non solo fisicamente, ma anche moralmente, non piccola parte della nostra popolazione, che ha convertito in luoghi isolati regioni, già famose per floridezza, riesce di enorme danno, anche finanziariamente allo stato e ai privati. La malaria, mietendo numerose vittime, e sottraendo al valore una quantità enorme di operai, sottrae all'economia nazionale nientemrno che 875 milioni all'anno. Basta dare uno sguardo alla importante carta dellamalaria in Italia illustrata dal senatore Torelli e che fa parte del rapporto presentato al Senato,il 30 giugno 1882; basta consultare le carte nosografiche, che corredano il lavoro di Sforza e Gigliarelli « La malai·iain Italia » e pur troppo le parole, dianzi enunciate, risulteranno altret• tanto vere, quanto sconfortanti. Colpiti da queste verità, due intelligenti e volenterosi deputati italiani, Francbetti e Fortunato, due mesi prima della costituzione della commissione inglese, proposero la fondazione in Roma di una Società per lo studio della malaria. Questa società è stata inaugurata con ottimi auspici il giorno 3 decembre 1898 sotto la presidenza dell'on. Fortunato, con uno splendido discorso dell'on. Prof. Celli. Se, talvolta, qualche cosa di buono si arriva a realizzare, quì, tra noi, spesso si deve all'iniziativa privata! I In parentesi facciamo notare che nessuòo dei ricchi Epuloni del meridionale ha risposto all'appello generoso e umanitario. Nessuno ha incoraggiato la nobile e santa iniziativa. Sarebbe stata, invero, una eccezione alla regola, per l'Italia barbara contemporanea, condannata a restare sempre prostrata nell•ignavia e nell'egoismo piu detestabili. Il nostro ricco proprietario, « C'ha il cerve! nella borsa e l'anima ne l'epa » « Che al boia dice: salve ed al povero: crepa>> continua a sghignazzue ! ! . « Di tanti milionari, proprietari di migliaia di ettari di terreno, non uno ba neppur risposto. E i comuni zero. E le provincie zero. L'Italia meridionale è fatta cosi. • Queste parole ci scriveva !'on. Fortunato in una sua cortesissima lettera. C'è da arrossire per le sdegno e per la vergogna I Al nuovo sodalizio gli augurii più lieti : ai promotori di esso le nostre congrat-:ilazioni. La provincia di Avellino, questa cenerentola fra le provincie d'Italia, fra i tanti mali fisici e morali, da cui è afflitta, non è neppure risparmiata dall'infezione palustre. li Prof. Sormani, nella sua Geografianosologica, ha distinta l'Italia in tre zone, a proposito della morbosità e della mortalità per malaria. La nostra provincia appartiene alla zona meridionale, dove la malaria ha la maggiore ~sten~ione e la mag~i~re gravità. . _ Altn, dividendo la malana m debole,grave e grav1mma, comprende la nostra provincia fra i terreni di malaria debole e grnve. - Come nelle altre parti d'Italia, anche nella nostra provincia l'impaludismo è andato aumentando. La causa di questo a,1mento da noi è da attribuirsi tutta alla distruzione dei boschi. Noi ci reputeremmo fortunati e contenti, se riuscissimo, con queste osservazioni, a persuadere coloro che hanno la fregola di distruggere le foreste della necessità dell'imboschimento. Il volgo dovrebbe capirlo una buona volta: bisognerebbe fargli toccare con mano i vantaggi immensi che ne verrebbero alla salute generale e all'interesse economico. L'argomento si presta moltissimo e ha fornito materia di libri di grossa mole. Non è qui il caso di parlare, sommariamente, delle influenze delle f0reste sulle condizioni climatologiche, meteorologiche, elettriche, chimiche, idrografiche. A noi importa considerarle dal lato igienico, malgrado la opinione in contrario dell'on. prof. Credarc', manifestata in un suo articolo, pubblicato nel N. 14. Anno li di questa Rivista. Certo non abbiamo la pretensione di dire cose nuove. Il nostro illustre Lancisi, ripetute volte, affermò la necessità e utilità dei boschi, fino al punto da persuadere Clemente XI a non permettere alla casa Caetani di tagliare la selva, posta al sud di Cisterna. Vi hanno dei fatti, sulla realtà dei quali nulla c'induce a dubitare, che comprovano chiaramente gli asserti dell'illustre clinico. Castel Giuliano, borgata presso Cervetri, non è molestata dalle febbri palustri che ad epoche fisse, circa ogni otto anni. E ciò avviene sempre dopo che si è effettuato il taglio novennale del bosco-ceduo, Monte della Guardia, forse cosi chiamato, percbè sta là, quasi destinato a proteggere quegli abitanti dall'infezione palustre. Questo paese è molestato ancora, quando si taglia la cosi detta macchia della Signora, la quale è una vecchia selva situata fra il rinomato padule Maccarese e il comune di Cervetri. Nel territorio di Velletri e i lavori ferroviari, nonchè le alluvioni frequenti del fiume Sacco, aumentarono le condizioni della malaria nelle adiacenze del comune di Segni.» È opinione dei fisici di quei luoghi che la malaria vi apparisse dopo il taglio di alcuni boschi di alto fusto, nella località detta Anteria, fra Roccamassima e Segni. Sassari deve l'infierire della malaria al disboscamento. L'isola di Sardegna, un tempo ricchissima di foreste, oggi n'e quasi ~eserta e appunto la _prov\nci~ ~i Sas_sa~i è quella che pn\ ne ha sofferto nel temton d1 Or ;sei, Onifai, Irgoli, Loculi, Gattelli, Siniscola e Posoda. Gravemente minacciosa si mostra la malaria nei cir-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==