Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 9 - 15 novembre 1898

174 'l{.IVISTA POPOLARE DI POLI1ICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI di quel cranio contenente forse un po' di fosforo, poca materia grigia e molte altre materie d'ogni colore ; lo fece volgere di profilo, di due terzi e di tre quarti, poi lo licenziò con un cenno paterno. Volgendosi. modestamente al direttore annunziò a voce bassa : « E un cranio dolicocefalo; zigomi prominenti, mento puntuto, bocca larga: è un sanguinario, certo è stato un assassino ». L'amico mio si asciugò una lagrima nell'occhio invalido e rispose melanconicamente: « Il N. 109 è un falsario; fu conddnnato per un testamento che diede molto da fare alla grafomania, sbaglio, ai periti calligrafi ». " Strano I - mormorò il professore. Gli studenti non dicevano ancora nulla, ma già si diletta vano molto. Allora l'augure scelse un altro cranio, e fu un cranio microcefalo, così microcefalo da far pietà ; la testina sembrava fatta al torno ; poco o niente fronte, la calotta del cranio cominciava a un pollice dalle sopracciglia : tastato e ritastato quel simulacro di testa umana disse tutta la sua m,iseria al professore, il quale annunziò al la scolaresca : « E un cleptomane ». Invece no, aveva ammazzato suo padre. Un'altra volta il professore portentoso lesse uno stupro semplice mentre si trattava di fotto con scasso. In tre prove il caso burlone non si degnò di aiutare la scienza nuova nemmeno una volta. Allora gli studenti si volsero da tutte le parti del camerone per icgannare il riso prepotente che voleva manifestarsi a ogni costo; il direttore asciugò molte lagrime e il professore chiese di visitare qualche cella dove fu compensato ad usura della sua mala fortuna con due o tre invettive spropositate incise sulla parete con un chiodo. Subito le copiò nel taccuino ; di là sono passate o passeranno in un libro da consegnare ai posteri ; il celebre professore vi farà dei preziosi commenti affermando sempre qualche cosa, non dimostrando mai nulla. Tutto ciò che ho riferito è genuino. Il direttore che me lo cantò il giorno dopo ora è incapace di riderne, ma quel giorno si, rideva, rideva tanto da avere le lagrime in tutti due gli occhi. Or se il direttore non è più in terra vi passeggiano ancora molti medici e avvocati i quali vent'anni sono furono studenti e accompagnarono il loro maestro dottissimo a quella memoranda catastrofe. Uno di questi studenti, oggi avvocato, vivo ancora, e così sia per luoghi anni, l'avvocato A.... confidò ai suoi compagni (e non dubito che messo alle strette non smentirà la sua confidenza) un tiro da lui fatto al signor maestro. li quale volendo avere per un suo libro il ritratto autentico d'un bandito che destava terrore ed ammirazione, si era rivolto allo studente A..... laureando in leggi perchè appunto era del paese del bandito. Il laureando promise in buona fede, ma non trovando modo di mantenere perchè disgraziatamente quel bandito non si era mai portato a tiro di una macchina fotografica, si lasciò tentare da un' idea allegra che mise rnbito in atto. Fra le fotografie di famiglia scelse quella dello zio canonico, eccellente pasta d'uomo, la negazione viva della delinquenza nata, e la mandò al professore. Quella fotografia doveva essere inserita in un libro a dimostrare molte cose straordinarie, e forse la. faccia canonicale è in giro ancora a spaurire mezzo mondo. L'altra metà sorride. Perché dite un poco : non è vero che della degenerazione non si sentirebbe punto bisogno se in luogo di una grossa parola si portasse al mondo un po' di educazione, d'istruzione e sopratutto l'esempio ? E se la degenerazione ha tanto lavoro da fare in Italia, se ne fa forse meno della metà nei paesi più educati, come vi dirà la statistica (se è di buon umore, perchè la statistica dice sempre un po' quel che le fa comodo), che cosa argomentate voi ? Io molte cose. E prima di tutto che certa scienza è per lo meno una scienza incerta, e che certissimamente in un tempo non lontano ci farà ridere tutti quanti. lo solo non riderò, perchè, capitando queste pagine sotto gli occhi di un gran sacerdote della nuova scienza, egli, se è furbo, si procurerà due righe dei miei caratteri disgraziati, e facendoli passare al crogiuolo della sua dottrina portentosa annunzierà al mondo intontito che io non soltanto sono un degenerato, sapevamcelo, ma che ho un vizio al cuore, e che sono fatalmente avviato alla paralisi progressiva. SALVATORE FARINA. I PARASSITI DELLAETTERATURA Il microbo : dove non entra questo importuno e pericoloso per quanto microscopico flagello? Dan• noso ed invadente nel mondo organico, altrettanto, se non di più, lo è nel mondo del pensiero e dell'arte; e nell'un caso e nell'altro esercii a la stessa funzione parassitaria, esplicando la propria attività alle spese di qualche organismo più forte o più complesso ed esauriendolo lentamente. Come il parassitismo organico assume vari aspetti e si presenta con diverse forme e gradazioni, cosi nel più vasto sistema del parassitismo sociale in genere, pullulano e prendon forma e si impongono varietà e sotto varietà di parissitismo, sviluppantesi intorno a qualche istituzione od a qualche forma dell'arte o della letteratura. Il parassitismo in letteratura ha poi questo di caratteristico : che svolgendosi alle spese d: ciò che è produzione del pensiero e del sentimento di tutto un popolo tende a falsarne il significato, la natura, l'entità, a danno dell'evoluzione mentale del popolo stesso. Per l'uomo-parassita della letteratllra l'arte non è che un pretesto ed un mezzo, e la funzione sua si riflette, meglio che altrove, nel giornale. Osservando un po' davvicino i rapporti che legano la nascita e la pubblicazione di opere letterarie e l'indole e l'intonazione di certi articoli che compaiono su giornali che si occupano di letteratura ; cercando di guardare ben addentro in certi accenni di prefazione, in certe dediche piene di allusioni; interpretando nel giusto verso il significato di certe note ed appendici in fondo <li pagina, di certi nomi fatti a caso nel bel mezzo di una conferenza o di una polemica, e collegando il tutto colle recensioni, le critiche, gli annunci e le citazioni dell'opera in questione, non di rado si viene a scoprire un certo filo conduttore che tiene ben legate ciò che a tutta prima sembra essere ben disgiunto, e che può servire di guida all'osserva· tore che tenta di andare alla scoperta di quanto ordinariamente sfugge alla maggioranza. Imperocchè esiste una invisibile catena i cui anelli corrono, attraverso alle vicende di un' edizione, dal grandeuomo, poeta o s,rittore ed autore, sino al giovane recensionista, qualificato dall'autore (ogni qualvolta gli riesce possibile) cogli epiteti lusinghieri di giovane anima d'arti.-ta,forte e chiara intelligenza ecc. Ed è cotesta catena che dà la chiave del mi· stero; ed ali' osservatore coscenzioso si rivela improvvisamente tutto il piccolo scandaloso retrosce-

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