Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 3 - 15 agosto 1898

t I I RIVISTPAOPOLARE POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Direttore: Dr. NAPOLEONE COLAJANNI DBPUTATO Al. PARLAMENTO Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Il ALIA: anno lire 5 ; semestre lire 3 - ESTERO : anno lire 7; semestre lire 4. Un numero separato: Cent. ~O AnnoIV. - N. 3. Abbonamento postale Roma15Agosto1898. SOMMARIO: On. Dr. EDOARDOPANTANO: Questione ardente. (Le societa ferroviarie, l'energia elettrica e l'eco11omianazio11ale). On. Dr. NAPOLEONECoLAJANNI:Gl' insegnamenti della Guerra Ispano-Americana. On. Avv. SALVATOREBARZILAI:La conJanna dei deputati. LA fuvrsT A: Bismarck. Prof. ACHILLELORIA: I d<biti pubblici e le classi lavoratrici. LA RrvrsTA: li nuovo Giosuè. ETTORE C,ccOTTI : Mezzogiorno e Settentrione d'Italia. li problema rurale in Ioghilte,rd. (La piccola e ira,11/e proprietà). · GIUSEPPEPARATORE:Ancora Eleonora Marx. Rivista delle Riviste. Recensioni. QUESTIONE ARDENTE Le Società ferroviarie, l'energia elettrica e l'economia, nazionale. Il problema della tras:ormazione delle forze idrauliche in energia elettrica utilizzata in beneficio dell'economia nazionale, è problema di vitale importanza per l'Italia. La :;campa quotidiana, che pur si trascina affannosamente in cerca di argomenti per colmare il vuoto che in quest'ora canicolare le crea intorno la morta gora de\!a vita politica, o non se ne preoccupa affatto, o dopo avervi accennato appena, lascia languire la discussione, mentre consacra intere colonne al Corriere delle stazioni balnearie; salvo, bene inteso, a fare_.piu tardi della retorica sentimentale sull' atonia del paese intorno alle quistioni che piu lo interessano, e a tirare a palle infuocate sui dcputiti che, a Camera chiusa, non sentono il dovere di richiamare su di esse l'opinione pubblica per averne norma e consiglio nel loro compitO legislativo. Poche, e perciò nobilissime le eccezioni. Qut,to fenomeno triste e sconfortante che dice assai piu di quel che non parrebbe, messo a confronto dell' interesse con cui la ~tampa in altri paesi segue e discute le piu vitali quistioni economiche, costituisce uno degli indici misuratori della nostra inopia morale e materiale. Lottatori impenitenti, proseguiamo la nostra rotta, senza lasciarci scoraggiare da simile esempio, traendo soltanto consiglio dalla nostra coscienza. E poichè altri tace o fa richiami monchi ed inesatti sulla quistione, così come fu da noi nettamente po,ta, prima alla Camera e poi nell'ultimo numero <li questa Rivista, cominciamo dal pubblicare il testo dello schema di convenzione fra il Go\·erno e la Società Adriatica, e fra questa e la Casa Ganz, relativamente alla concessione delle forze motrici del1'Adda. Come è facile intendere, trattandosi di documenti rimasti allo stato di larva negli alti ufficii della burocrazia centrale e della Società delle meri. dion:ili, io non posso garantirne in maniera assoluta l'autenticità; ma essi rispondono in modo così armonico. alle informazioni, fin qui non smentite, che determinarono il mio grido d'allarme, da autorizzarmi a ritenerli esatti; e ove per caso non lo fossero sarò ben lieto che una rettifica, da parte di coloro che ne avrebbero il diritto ed il dovere, venga a correggerli o ad integrarli. Certe quistioni, una volta sul tappeto, non tollerano misteri quando implicano alte responsabilità di governo, e conviene che l'opinione pubblica si pronunzi su di esse con piena scienza e coscienza. Ecco intanto il testo delle con venzi0ni così .:ome a me è stato dato di averlo. SCHEMA di convenzionefra la So:ittà Italiana per le Strade Ferrate Meridionaliesercente la R. A. ed il R.Governo. Art. I. - li R. Governo acconsente che sia fatto un esperimento di esercizio delle linee ferroviarie Lecco-Colico-Sondrio e Colico-Chiavenna mediante la ·trazione elettrica con le modalità ed impianti risultanti dall'unito progetto, che la So, città Italiana per le Strade Ferrate Meridionali esercente la R. A. prescora col concorso della Casa Ganz e C. di Budapest. Detto esperimento durerà fino alla scadenza dell'attuale contratto d'esercizio della Rete Adriatica. Art. 2. Il R. Governo non assume alcun impegno relativo alle spese d'impianto eJ esercizio di qu~lunque genere occorrenti per l'effettuazione dell'esperimento. Come da accordi intervenuti tra la Casa Ganz e C., e la Società della R. A. tutte le spese dell'impianto sono assunte dalla stessa Casa Ganz e C. e quelle di esercizio dalla Società della Rete Adriatica. Art. 3. - La Società della R. A .• d'accordo con la Ditta Ganz e C., si impegna di ultimare tutto l'impianto in modo che le lince possano interamente esercitarsi col nuovo sistema dopo 18 (diciotto) mesi dalla data di regolare autorizzazione a cominciare i lavori, purc/ui questa sia data entro il 31 Luglio 1898.

42 RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Ari. 4. - li R. Governo concede l'introduzione tempo• ranea con esenzione da dazio per tutti i materiali occorrenti ali' impianto per rutta la durata dd periodo d'esperimento. . 11R. Governo e la Società esercente la R. A. conceJono 1 trasporti gratuiti, sulla rete stessa del materiale e del personale. Ari. 5. - L'imposta sul reddito industriale dell'officina elettrica sar:i pagata dalla Casa Gan1. e C. soltanto sulla parte di essa officina che eventualmente s1rà utilinata per i terzi, intendendo libera di ogni imposta la parte riflettente !"esercizio- delle strade f,;rrate. Ari. 6. - La Società della R. A. avrà facoltà di applicare per tutto il periodo della presente convenzione e per i trasporti viagpiatori e merci, tariffe infaiori ai limiti minimi fissati dalle Convenzioni in vignre. e fruirà del beneficio concesso con . l'art. 42 del capo IV0 dell'attuale contratto d'esercizio per i trasporti viaggiatori dei treni locali, anche se viaggianti ad una velocità superiore ai 30 chilometri all'ora. Essa avr:\ la facoltà di ridurre a due le classi pei viaggiatori locali e di fare l'esercizio delle linee contemplate nella presente convenzione in base a regolamenti diversi da quelli in vigore per la rete principale e che si allegano alla presente quali concordati nelle linee generali. Ari. 7. - L'applicazione della trazione elettrica al servizio delle linee interessate si riterrà soddisfacente: 11) quando nei riguardi della reg'llarit:i dell'orario. della frequenza e potenzialità dei treni, non si abbiano a verificare inconvenienti maggiori di quelli che con l'ordinaria trazione a vapore; b) quando nei riguardi alle spese complessive di esercizio si avrà un risparmio in confronto di quelle col sistema attuale; Ogni anno la Società della R. A. presenterà al Governo un rapporto particolareggiato sull'esercizio delle linee comprese nell'attuale convenzione corredato di tutti i dati necessari per poterne giudicare il risultato. ArL8. - Alla fine dell'esperimen:o, qualora a nornn dd criteri sopra stabiliti esso fosse dichiarato srddisfacente, il Governo o la Società allora esercenti le linee interessate avranno il diritto o di riscattare tutto l'impianto o la sola parte del m~ l<'riale mobile di eserci,io, a condizioni da stabilirsi (1), restando però fisso che per uguali obbli[[!,ida esso asm11ti d1m111teil. periodo di esperimento sarà da pagarsi 1111 ca11011aennuo 1101m1 feriore alla media delle corrispo11dentisomme liquidate 11ei tre t1lti111iesercizi in base al vigmte contratto della Casa Ga11z e C. colla Società della R. .A. • . I Ari. 9. - Il R. Governo concederà gratuitamenteper ann. 60 (sessanta) alla Società della R. A. con facoltà da parte d] questa di trasmetterlo gratuitamente alla Casa Ganz e C., 1 diritto di derivazione ed uso d'acqua sul corso dell'Adda, come dall'unito progetto, e d'istallazione di tutte le opere necessarie per utilizzare la forzl occorreme all'esercizio delle linee interessate, nonchè l'occupazione temporanea di aree demaniali ed il diritto di scarico di mat,riali d'escavo sul letto dell'Adda durante l'esecuzione dei lavori. La socie1à concessionaria o sub-concessionaria avrà a11cl,ela facolt1ì di dispo,re, per altri 11sia terzi, della forza eccede11ta,i bisng11idelw-vi:;_ioferroviario, quale attualmente stabilito a11cl,edurante l'esercì:;o_medesimo, ed 111casodi riscatto da pa· te del Gover110, questo dovrà subentrare alla società co11cessio11aroiasub-co11c:ssio11ariaiu tutti i diritti ed obblighi d11questa assunti rispello ai terzi. Tale concessione per tutta la sua durata è intesa a mantenere integro al Governo il diritto di disporre della forza occorrente per l'esercizio delle linee stesse conforme al programma allegato. Quando il R. Governo intenda di rinunciare all'uso di questa forzl per l'esercizio delle linee suddette, la Società concessionaria o sub-:oncessiouaria avrà piena facoltà di disporne per tu/la la durata della co11cessio11pe r quelli usi cl,e crederà del cas~. ·Ari. 10. - Se allo scadere della presente convenzione si dovesse ritornare al sistema di trazione a vapore, l' Ammini· (1) Lo st,esso art. 8, pubblicato dalla Dire,iooe delle Meridionali nella sua risposta all'on. Afan de Rivera, in questo punto suona invece così : « avranno il diritto o di riscattare tutto l'impiant0, o la sola parte del materiale mobile d'esercizio, oppure di addivenire ad ,ma nuova co11venz.io11de'esercizio, a condizioni da stabilirsi •· Comunque la dizione, l'articolo è assai sibillino e si presta ad interpretazioni molto elastiche. strazione ferroviaria si obbliga a rimettere ogni cosa nel pri• stino stato, ad eccezione della linea di trasporto che potrà sussistere in tutto quanto non è incompatibile con l'esercizio del servizio, senza che la Casa Ganz e C. abbia a sopportare alcun onere di canone. Ari. I 1·.- I contratti relativi all'esecuzione dell'esperimento, t~nto nei rapporti fra il R. Governo e la R. A, quanto, fra questa e la Casa Ganz e C., saranno registrati con la tassa fiss1 di L. 1,20. SCHEMAdi contrattofra la Società Italianaper le StradeFerrate Meridionaleisercente la R. A. e la Casa Ganze C. di Budapest. Allo scopo di concretare un esperimento di esercizio delle linee ferroviarie in genere con trazione elettrica, fra la Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali esercente la R. A. e la Casa Ganz e C. di Budapest viene concordato quanto segue per un' applicazione alle linee Lecco-Colico-Sondrio e Colico-Chiavenna. Art. I. - La Casa Ganz e C. si obbliga di provvedere a tutta sua cura e spese alla costruzione deUa derivazione e condotta di acqua dell'officina idro-elettrica, della trasmissione e distribuzione dell'energia, e alle provviste del materiale mobile automotore, conforme al progetto e relazione allegati. Tutto l'impianto dovrà essere ultimato in modo che le lince possano interamente e regolarmente esercitarsi col nuovo sistema dopo diciotto mesi dalla data di regolare autorizzazione a cominciare i lavori, purché questa sia data entro il J 1 luglio 1898. Art. 2. - La Società della R. A. fornirà gratuitamente alla Casa Ganz e C. le prestazioni di manovalanza per i lavori da compiersi sul corpo stradale della ferrovia, e concederà d' accordo col R. Governo i trasporti gratuiti sulla propria rete del materiale e personale occorrente per i lavori. Art. .3 - La Società della R. A. s'impegna di trasmettere alla Ditta Ga11ze C. la concessioneda essa avuta dal Governo della derivazione di acqua per forz.a motrice ad uso della Strada Ferrata, e dei terzi cogli stessi oneri e diritti imposti/e dal Goi•emo nell'atto di concessioneallegato in originale al presente. Per quanto riguarda la forza idraulica eccedente agli attuali bisogni delle linee interessate, pur restando ferma la facoltà della ditta Ganz e C. di valersene a favo re di terzi, tutta via è , iservato alla Società della R. A. il diritto di prelazione per valersene per i propri eventuali ulteriori bisogni. · Ari. 4. - La Società della R. A. pagherà alla Ditta Ganz e C. i seguenti canoni annui per i titoli di cui appresso: a) per la trazione dei treni nei limiti di frequenza e peso quali risultanti dagli allegati, L. 145.000; b) per compenso delle minori spese per personale dei convC'gli, Lire 12,000; e) per l'illuminazione delle stazioni e dei convogli L. 15.000 d) per compenso delle minori spese di manutenzione del mate1iale mobile Lire 3000; Quando il prodotto annuo chilometrico medio complessivo èclle linee interessate pel traffico viaggiatori e merci avesse a superare le L. 7000, la Società della R. A. pagherà alla Casa Ganz e C. a titolo di premio una somma di L. 10,000 per ,gui 500 lire indivisibili di maggior prodotto comprese fra le L. 7000 ed 8000 complessive annue; di L. 8000 per ogni 5 oo lire come sopra per prodotti dalle lire 8000 alle lire 9000, e di lire 6000 per ogni 500 lire come sopra per prodotti oltre le lire 9000. I canoni fissi saranno pagati in rate uguali trimestrali posticipate, il premio sul prodotto sarà pagato entro 30 giorni dalla liquidazione amministrativa del prodotto stesso. Alla Casa Ganz e C. saranno concesse gratuitamente, per quanto conciliabile con le esigenze del servizio ferroviario, locali per proprio uso e per la posa degli apparecchi, specialmente per i servizi d' illuminazione cumulativi per le stazioni e terzi. Per tutta la durata del presente contratto è concesso il trasporto gratuito sulle linee della R. A. del personale e del materiale occorrente per l'esercizio delle linee. Art. 5. - Sono a totale carico della Casa Ganz e C., oltre all'uso del materiale d'impianto : a) l'esercizio dell'officina centrale; b) la manutenzione di tutta la rete di trasm1ss1one e distribuzione, ad eccezione dei pali posti sulla sede stradale, al cui ricambio e manutenzione provvederà la Società della R. A; c) la manutenzione di tutta la parte elettrica del materiale di esercizio fisso e mobile ;

'R._IVISTA 'POPOLARE POLITICA DI LETTERE E SCIENZE SOCIALI d) tutte le tasse governative nella misura attuale, con la eventuale limitazione conteuuta nell'art. IO del contratto allegato al presente. Art. 6. - In caso che la Società della R. A. richiedesse con preavviso di almeno 6 ore un prolunc,amento di servi1jo all'officina centrale, oltre i limiti normali fissati dalle ore 4,30 alle 22. 30, essa pagherà alla Ditta Ganz e C. un canone supplementare di L. 0,20 per treno viaggiatori-chilometro, e L. 0,40 per treno merci-chilometro. Art. 7. - Durante il periodo di validitit del presente contratto, la Società della R. A., pur riservandosi il diritto d' invitare al concorso altre ditte nazionali od estere, a parità di condizioni tecniche e finanziarie riconosce alla Casa Ganz e C. il diritto di prelazione per l'estensione del sistema ad altre linee della propria rete. Art. 8. -, La ditta Ganz e C. si a~soggetta, rispetto alla Società della R. A., alle penalità stabilite dal regolamento, per la polizia, sicurezza e regolarità dell'esercizio delle strade ferrate (approvato con R. Decreto F Ottobre 1873 N.0 1687 titolo 7 art. 58) per i ritardi dei treni imputabili al funzionamento dell'impianto fatto dalla Ditta stessa. In caso di sospensione parziale o totale dell'esercizio, con preavviso di almeno 24 ore la Società della R. A. disimpegnerà il servizio di locomotive a vapore, con diritto di rifusione delle spese incontrate per tale sostituzione. In caso di sospensione del servizio per interruzione di linea, sarà pure, durante tale periodo, sospeso il pagamento alla Ditta Ganz e C., del corrispettivo canone di trazione. Art. 9. - Nei riguardi della regolarità del servizio, l'esperimento sarà dichiarato soddisfacente quando, sia rispetto al mantenimento dell'orario, quanto per l'elasticità e la prontezza dimostrata nelle esigenze massime di frequenza di traffico, quali stabiliti negli allegati e nei rapporti di sicurezza, non si avranno avuti inconvenienti maggiori di quelli che si hanuo dall'ordinario sistema a vapore. Art. I O. - Alla fine del presente contratto, qualora, a uorma dei criteri sopra stabiliti, l'esperimento fosse dichiarato soddisfacente, il Governo o la Società allora esercente le lince interessate, avranno il diritto o di riscattare tutto l'impianto o la sola parte del materiale mobile di esercizio, a condizioni da stabilirsi, restando però fisso che per eg11aliobblighi quali le so110falli 11elpresente co11trallo,alla dilla Ga11z e C. sarà da pagarsi w1 cano11ea11111101011inferiore alla media dellecorrispo11de11tiso111meliquidale nei Ire ultimi esercizi. Art. I I. _ Qualora 11011si rimuwasse il co11/rallocome sopra previsto, la Casa Ganz e C. dovrà ritirare il proprio materiale, per quanto interessa la proprietà ferroviaria, salvo però di mantenere sul corpo stradale la propria linea di trasmissione, in quanto compatibile con l'esercizio della ferrovia, e senza che abbia per questo a sopportare obbligo alcuno, conservandole l'esercizio dell'illuminazione delle stazioni e servizi accessori con canone da stabilirsi. La Società della 'R. A. co1tlim,eràperò alla Dilla Ganz. e C. la mb-concessionedellaforz.a idraulica, restandoess1Ja disposiz.io1tt della dilla medesima, per quelli usi a favore dei terzi pei q11ali crederà valersene. Ari. 12. - Il presente contratto avrà la durata dell'attuale contratto per l'esercizio della R. A. fra la Società italiana per le Strade Ferrate Meridionali e il R. Go,·erno. In caso che l'attuale contrattèl di esercizio fra il Governo e la R. A. continui oltre tale periodo, il presente contratto sarà esteso a tutta la sua durata. In caso di nuovi contratti di esercizio fra il Governo e la R. A., il nuovo contratto eventualmente a stipularsi fra questa e la casa Ganz e C. avrà la durata di almeno 15 anni. Art. 13. - La Società della R. A. offre tutto il proprio appoggio alla Ditta Ganz e C. per rendere possibile il prolungamento della linea oltre Chiavenua a trazione elettrica ed energia e per l'eventuale prolungamento della linea oltre Sondrio. Art. 14. - Al presente contratto vengono allegati come parte integrante : I. Una relazione e progetto di massiml pel servizio cd impianto; II. L'atto di concessione della forza idraulica; 111. li contratto fra la Socit:tà àdla R. A. ed il Go,·erco. Art. 15. - L'Amministrazione della R. A. assume a proprio carico tutte le spese di registrazione del presente contratto. ~ * * Questo duplice schema di convenzione che, fino a prova in contrario, devo ritenere esatto, confermando le affermazioni da me fatte alla Camera e in questa Rivista, consone a quelle pubblicate dall'on. Afan De Rivera sulla Nuova Antologia, ne rendono ancor più grave il significato in vista della clausola con cui il Governo si sarebbe impegnato a cedere gratuitamen/e e per 60 anni, tutta la forza motrice dell'Adda, non soltanto per trazione ferroviaria ma ancht: per altri usi a favore di terzi: clausola che io ignoravo e che getta una luce ancora più viva su tutto il complesso dell'operazione. Nè vale il dire che la Società Adriatica, di fronte alla Casa Ganz si riserbava il diritto di prelazione pei suoi eventuali ulteriori bisogni; perocchè è evidente che, fatto il primo impianto, la Società non avrebbe tardato a concedere l'eccedente energia per altri ,tsi, senza attendere che l'Adriatica avesse maturato i suoi futuri progetti. Per certe imprese il tempo è moneta. L'obhligo poi fatto al Governo, in caso di riscatto, di subentrare alla Società concessionaria o subconcessionaria in tutti i diritti ed obblighi da questa assunti rispetto a terzi. equivaleva, nè più nè meno, che a paralizzare l'azione futura dello Stato e a rendergli onerosissimo il riscatto delle forze gratuitamente concesse. La Societa Ganz si affacciava cosi sul tappeto della C:onvenzione con una duplice corazza: coi canoni annui che le assicuravano, come è giusto, il frutto d.:11'impiego dei suoi capitali, e col diritto di concess:one ai terzi, che, in c:iso di successo, le avrebbero dischiuso una inestimabile fonte di guadagno, senza impiego di altri capitali; e nel caso poi di insuccesso, non solo l'avrebbero messa al coperto di ogni rischio, ma le avrebbero lasciato sempre, nel campo industriale, un ampio margine di lauti guadagni. Or diamo anche noi il benvenuto· al capitale estero, quando venga a portare il suo contributo al movimento economico del no tro paese, a stimolarne la ccncorrenza, a moltiplicarne le energie; ma dove sono in 6 iuoco gli interessi diretti dello Stato e quelli gent:rali della nazione, bisogna evitare che l' azione sua rivesta le torme dello sfruttamento e del monopolio. * Di fronte alla chiara dizione dell'art. 9 dello schema di contratto fra l'Adriatica e il Governo, e a tutto il conteHo della duplice Convenzione, a che si riducono le sottili disquisizioni con cui la Direzione delie Meridionali tentò nella Nuova Antologia di dimostrare che gl' interessi dello Stato non s:irebbero stati menomamcnte vincolati o compromessi? Quali vincoli maggiori di quelli che lo Stato s:irebbe andato :id assumere di fronte alla Società Adriatica e alla casa Ganz - quale che fosse per essere il risultato dell'esperimento? E come anebbe potuto svincolarsi da questa sottile maglia di seta e di acciaio, senza lasciarvi qualche lembo dei suo; muscoli e della sua borsa, che sono poi i muscoli e la borsa del popolo italiano? La semplice lettura del duplice schema di convenzione b:tsta a dimostrarlo: ogni commento sarebbe superfluo.

44 'R_IVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl Ml, guale che sia il valore d:i ~..:oi_ragionamenti, mentre la Direzione delle Mend10nah s1 è creduta in debito di ribattere direttamente le gravi affermazioni dell'on. Afan de Riverl, l'Ispettorato ferroviario invece ha creduto di poter proYvedere sufficientemente alla propria responsabilità m?rale~inanzi ali' opinione pubblica, accordando un' rn_terv1sta al corrispondent,: del Messaggero che dell_a '°;lportante questione si è oc~upato con vivo e .~pec1a)e·mteressr. E sia pure: esamineremo guell_mterv1sta_dandole il significato di un vero e proprio comunicato ufficioso. (I) ,. * * Il Comm. Ottoleoghi, reggente dell' Ispetto~ato, ricorJa che lo studio dd problema della trazl()ne elettrica applicata ai treni ferroviari fu inizi:it? dall'on. Prinetti, e proseguito dall'on. Pavoncelh, con la nomin:i di una apposita Commissione sulle cui proposte le Società prepararono dei progetti _che una volta compiuti il Ministro del tempo, prima di pronunziarsi, avrebbe dovuto es_am_inare previo il parere dei corpi consulenti. D1ch1ara « perciò semplicemente ridicola l' affermazione che gli accordi con le Società fossero ignorate dai ministri». Ciò significa semplicemente spostare la questionr. La tesi sollevata tanto da me quanto •·dall' on. A fan de Rivera, concerne non già le proposte di studi in genere fatte o da farsi tra l'Ispettora~o e le Società, ma il caso specifico della concessione delle forze idrauliche dell'Adda, per la quale nessuna CO· munica:;ione preventiva venne mai fatta ai rispettivi ministri: cosa che qui riaftermo nuov~m~nte senza tema di smentite. Del resto la stessa D1rez1one delle Meridionali nel suo articolo sulla Nuova Antologia non può fare a meno di convenirne: riconoscendo « con I' on. Afan de Rivera che le Società ferroviarie hanno da prendere iniziative per affari di questo genere col Ministro, anzichè direttamente coi suoi dipendenti, come appunto nel caso presente è avvenuto ». Quale commento più eloquente di questo ? Ciò che vi è quindi di semplicemente_ ridicolo _non solo m:i di altamente deplorevole m tutto ciò è que;to : che il Comm. Ottolenghi, di fronte ad accu~e c:negoriche, come quel1e venulate dall'on. Afa_n de Rivera, e da mr nettamente formulate e precisate, ritenga di p_oter scagion1:e ~e stesso ~ l'Ispettorato ferroviario trincerandosi dietro frasi vaghe, in pieno conflitto con la realtà delle cose, e s~nz~ la diretta responsabilità delle proprie affermaz1om affidate alla discrezic.ne di un'intervista che lascia aperto facilmente l' adito ~ qualsiasi e~ratacorrige. Stando poi allo sche_n:iad1 contratto pi~ sop~a pub: blicato, la responsabilità del!' Ammm1str~z1,one SI aggraya di fron_te alla scad~nz:1,del_ 3.1 i11gl!o 9~ fissata come termme perentorio m cui I autonzzaz1one avrebbe dovuto essere concessa. E poichè nessun Minis,ro ne aveva avuto comunicazioni! e il termine incalzava è evidente che la Società, forte dell'onnipotenza e~ercit_ata pel passa~o sull'Amministrazione dello Stato, s1 reputava sicura del fatto suo. Ciò che non si spiega in alcun modo è invece I~ acquiescenza dell'Is~ettorato a co~~or_dare le _basi di un contratto cosi grave, le cm mc1denze avrebbero avuto una ripercussione grandissima sui rap- (1) Vedi Messaggero. del 12 agosto, N. 223. porti futuri fra Stato e Società - uscendo dall'~~- bito dei suoi poteri di controllo tecnico e ammm1strativo per entrare in quello riservato all'iniziativa del Governo e della sua responsabilità di fronte al Parlamento - senza sentire il bisogno e il dovere ad un tempo di consultare preventivamente il Ministro dei Lavori Pubblici. Il Comm. Ot,olenghi si chiarisce favorevole alla riforma .dell'Ispettorato nel senso che debba e possa aggiungere con:ipeten~a, pr~st)gi? e_d ~uto~ità all'~- zione sua ed a1 mezzi assai lnmtatl d1 cui ora dispone di fronte agli organismi tecnici ed amministrativi delle Società, fortemente costituiti; ma deplora che la si invochi « a base di calunnie, d! contumelie e di denigrazione come quelle a cm sinora è stato bersaglio questo corpo nel Parlamento, nella stampa e nella pubblica opinione>. Di chi la colpa? È purtroppo vero che in Italia si è pi~ facili a criticare il mal fatto che ad affrontare arditamente le riforme intese ad eliminarne le cause determinanti; ma ciò nulla toglie alla realtà dolorosa che l'Ispettorato, cosi com'è, si è chiarito inane a tutelare efficacemente i diritti dello Stato, non solo per la debolezza del suo organismo ma ezian~io per quella di coloro che non hann? saputo at_u_ngere nel sentimento alto della propria responsabilità l'energia della resistenza nella quale avr_ebbero avuto ausiliaria e concorde l'opinione pubblica. Soltanto un'inchiesta potrebbe dire la verità su certi fatti quasi incredibili, ma dei quali si parla oramai un po' dappertutto: di ispezioni ordinate in talune sedi e alle quali le Società si sarebbero ribellate di obbedire ; onde allorchè s_i tratt? degli ultimi casi della Sicula per le note, mgentt multe che la Società poi dovette pagare, ci volle, secondo quel che si afferma, un ordi~e p~rentorio _del Ministro, ptrchè, malgrado ogni resistenza, s1 procedesse all'ispezione. . Per quanto poi lo riguarda personalmente, 11 Comm. Ottolenghi, afferma di non avere alcuna attinenza nè permanente, nè temporanea c~m le Società. ferroviarie, e che, se seguita a fare mtegralmente e a proprio carico i versamenti alla Cassa pensioni pel personale ferroviario, lo fa per non perdere per sè e per la propria_ famiglia i diritti acquisiti verso la Cassa pensiom alla guale era ascritto fin dal I 870, mentre invece ora, come facente parte èell' Amministra_zio~e. centrale l_o Stato, non gli si riconoscerebbe 11 dmtto a pens10ne se non dal 1885. Comprendo perfettamente ciò che egli dice_: ma, in cambio di distruggere, ciò corrob?ra la mia asserzione: che egli, cioè, prosegue vmualmente a far parte del personale ferroviario ; altrimenti quei versamenti non potrebbe fare, nè ripetere quel diritto. Della fama di rispettabilità personale della quale egli gode io stesso mi feci interprete nel mio primo articolo; ma la quistione è ben altra : riguarda il prestigio dell'Ispettorato il quale richiede che i suoi rappresentanti, segnatamente coloro che ne hanno la più alta responsabilità, ve1;1gano sottratti non dirò al dubbio ma anche al più lontano sospttto di non possedere, di fronte. ali!! Società che debhono controllare, tutta quella mdipendenza ed autor!tà morale che è. iodisp_ensabile al rigoroso adempimento del propno uffic10.

'R_IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 45 Un'ultima parola sul quesito in genere che concerne il nuovo indirizzo al quale si vorrebbe affi. dare lo svolgimento futuro delle nostre forz•~ idr auliche, nell'interesse del paese. La circolare del r 7 Giugno dell'on. Afan De Rivera provvede a risolvere l'arduo problema? ' No certamente : da questo punto di vista avrebbero ragion d'essere le critiche di coloro che, preoccupati non meno dell'avvenire delle nostre ferrovie che di quello dell'industria e dell'agricoltura nazionale, hanno sollevato un grido d'allarme sui pericoli a cui potrebbe andare incontro lo sviluppo economico del paese, ove si volesse paralizzare l'esplicazione delle sue forze idrauliche -in vista soltanto della loro futura, eventuale utilizzazione per la trazione ferroviaria. Ma la circolare dell'on. Afan De Rivera non ebbe, nè poteva avere altro obbiettivo che quello ,li impedire momentaneamente la possibilità di concessioni intese a monopolizzare le future risorse del l'energia elettrica derivata dalle forze idrauliche. Il suo articolo nella Nuova Antologia esplica e completa il suo pensiero, che si allarga dall'ambito ferroviario a tutto il vasto e complesso orizzonte del!' attività nazionale: orizzonte a cui mirano ezian - dio chiaramente le linee tracciate dall'on. Lacava alla Commissione incaricata di studiare la riforma della legge e del regolamento sulle derivazioni delle acque pubbliche. Nè poteva essere altrimenti. Il precipuo obbiettivo dell'applicazione dell'energia elettrica alla trazione ferrovi,.ria non può nè dev'essere che quello di aiutare la riscossa dell'economia nazionale, non solo con l'emanciparla dal combustibile estero, ma coll'imprimere, mercè la potenzialità e la modicità dei tra<;porti, un impulso poderoso a tutto il movimento commerciale ed economico del paese. Ora ciò sarebbe in flagrante contraddizione col fine stesso che si vuol r.iggiungere se, in vista di una siffatta utilità futura, si dovesse, per ciò stesso immobilizzare e paralizzare lo svolgimento di tutte le altre forze produttive dell'industria e dell'agricoltura, che attendono dall'energia elettrica alimento e conforto. lo ritengo che l'Italia, dotata com'è di uno dei più. importanti sistemi fluviali, possa ritrarre dalle sue forze idrauliche - sapientemente utilizzate non solo nei tronchi montani e nelle naturali cadute ma eziandio in pianura, presso le foci, vicino ai grandi centri di popolazion~ - tanta energia elettrica da bastae ai bisogni della sua agricoltura, della sua industria e dei suoi commerci. La qual cosa sarebbe assicurata meglio ancora dalla contemporanea utilizzazione dei suoi vasti giacimenti di liguiti e di torbe, per Lt produzione della stessa enagia, come ebbi ad accennare nel mio precedente articolo. Occorre pero affrontare il problema arditamente, con visiqne chiara e con propositi determin.ni in modo da collegare in un'armonia di intenti tutti i singoli interessi del paese che, csrnsto nelle vecchie fonti della sua ricchezza, non può nè deve trascurare questa insperata, preziosa risorsa della sua futura prosperirà. È necessario quindi ed urgente che la Commissione a ciò delegata dall'on. Lacava, compia rapidamente i su0i lavori e che ad essa si uniscano anche i rappresentanti del Ministero di Agricoltura, Industria e Comm, rcio onde il complesso problema venga studiato nella sua pienezza, facendo anche tesoro delle opinioni e dei suggèrimenti che quà e là /!Ìà si vengono delineando nella stampa tecnica e nell'opinione pubblica ( r) E' argomento cotesto su cui il Parlamento dovrebbe esser chiamato a pronunziarsi appena aperta la nuova sessione, abbreviando co;i la fase attuale, indispensabile è vero ma puramente transitoria, e che non potrebbe prolungarsi oltre misura senza grave detrimento dell'economia pubblica. Dr. EDOARDO PANTANO. GLI'NSEGNAMENTI D LLGAUERRA ISPANO-AMERICANA Chi non sacrifica al successo e manifesta le sue simpatie e le sue previsioni prima che si conosca l'esito di un dato avvenimento, a fatti compiuti può dar segno di vivo compiacimento quando alle une è stata data soddisfazione e le altre vennero confermate. Di questo com• piacimento potrebbe o 6 gi far mostra la parte democratica italiana, che non attese la battaglia di Santiago per fare voti calorosi in favore della vittoria degli americani nella guerra per Cuba. Eppure oggi essa non si abbandona alla gioia, perchè la vittoria della buona causa è amareggiata dal pensiero delle migliaia di vittime innocenti mghiottite dal mare delle Antille e dal dolore e dalle soffaenze di un popolo generoso, per quanto traviato e corrotto da tanti secoli di educazione monarchica e gesuitica,_qual' è quello di Spagna : popolo generoso, ma presso 11 quale è tanto il pervertimento morale e l'aberrazione .intellettuale, che la chiara visione della realt~ fu il dono di poche menti elette la cui V(?Cep, reannunziante la sconfitta e la rovina della Spagna, rimase perduta nella gazzarra militaresca dei fanatici e degli spccola~ori sulle sventure della patria. Ho nominato il repubblicano Py y J\'fargall e il socialista Pablo Ingle,ias. I voti della parte ctemocratica italiana non furono suggeriti dal prc,giudizio politico - dalla simpatia che si sentiva verso una repubblica - ma dalla bontà dei morivi che indussero il governo di Washington ad intervenire dopo lunghi anni di paziente attesa, di consigli leali e di proposte ragionevoli, di cui non volle tener conto la monarchia spagnola. Meno che agli altri potrebbe essere rimproverato questo pregio-dizio alla 'R_ivislaPopolare, che non esitò un istante a far conoscere ai propri lettori - quando nessuno in Italia se n' era occupato· - le brutture del Jellow l(idd, di quella stampa f!,ialla, rappresentata dal Journal e dal World di New-York, che con tante male arti aveva eccitato il morboso patriottismo - jingoismo - del popolo americano (Anno J° N. 22 ). Si può e si deve deplorare questo artificioso ed interessato eccitamento; si può constatare che gl' interessi economici degli Stati Uniti danneggiati graycmente dalla lunga guerra civile di Cuba hanno potuto influire sulle (1) Fra le varie proposte e pubblicazioni tecniche, alcune delle quali merit~voli di ser;o esame, che si son venute facendo in questi giorni rdativamente al grave problema che ci occupa menta di venir seg,ulata quella del sig. Raffaele Canevari relativa all.t costituzione di Cousor,.ì obbligatori cou l'intervento dello Stato; integrando la legge 2 febbraio 1888, nell'intendimento di armonizzare sotto una forma cooperativa l'uso delle forze idrauliche, per sottrarle ai monopolii parziali che con l'elevazione artificiale del prezzo di costo, anzichè un'azione benefica e stimolatrice, potrebbero esercitare un'azione deprimente sul mercato della produzione e del lavoro.

'R._lVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI decisioni della Casa Bianca, ne ci sarebbe da sorprendersene: negli Stati Uniti, come altrove, viYono, pensano ed agiscono uomini e non angioli. Ma non mi pare che sia esatto il dire che alla guerra la grande repubblica sia stata spinta anche, e sopratutto, dal sentimento della razza e dal contrasto tra due civiltà antagonistiche. Questi mi sembrano motivi troppo idealistici, se non addirittura immaginari. Se fossero reali il conflitto sarebbe scoppiato da tempo col Messico limitrofo. * * * Quali saranno le conseguenze di questa breve guerra per Cuba, che ne fu la causa diretta, e per gli Stati Uniti che ne uscirono facilmente e rapidamente vittoriosi? I pessimisti monarchici, che non poterono vedere uscir bene dalla lotta la Spagna, vedono nero nell'avvenire di Cuba e non risparmiano le sinistre previsioni per gli Stati Uniti. In quanto a Cuba non si ha torto prevedendo, che continuerà ad essere devastata dalla guerra civile; perciò non rimasi sorpreso all'annunzio che i volontari del Generale Bianco. non potendo più reggersi il dominio spagnuolo, preferivano il protettorato americano. A me sembrerebbe preferibile l'annessione pura e semplice alla Unione sul piede dell'eguaglianza cogli altri Stati, Le differenze di razza e di coltura non costituiscono un ostacolo serio: il Texas e la Luigiana le presentavano primitivamente e non dettero luogo a particolari inconvenienti. La libertà e l'elasticità, che offrono il regime federale, sono la più sicura garanzia che gli spagnuoli di Cuba annessi alla grande repubblica troverebbero tutte le condizioni opportune per una sana evoluzione economica, intellettuale e politica. N è devono considerarsi meglio fondate le maligne previsioni dei monarchici europei sulle sorti degli ordinamenti americani. Essi sperano che la guerra faccia nascere tendenze che riescano allo stabilimrnto di quel militarismo, che forma la cancrena devastatrice del vecchio continente, Ma se a questo risultato non si pervenne colla lunga guerra di secessione, non si riesce a comprendere perchè ci si debba arrivare adesso dopo una guerra brevissima, e quando l'esperienza recente ba riconfermato i vantaggi e la superiorità del sistema americano, la inutilità e i danni del militarismo della vecchia Europa. Il ritiro dei battaglioni da Santiago, e la sospensione della partenza di altri battaglioni per Cuba indicano già che non si vuole togliere a pretesto la presente lotta nè la esplosione di entusiasmo che ha susc_itato tra gli Jan/.èes, per avviarsi verso il militarismo. E lecito, perciò, mantenere la speranza manifrstata altra volta in questa stessa rivista (Anno lll 0 N. 19), che gli Stati Uniti continuino a tenersi fedeli allo spirito pacifico di Francklin: il solo adattato ad assicurare la prosperità economica e i benefizi della libertà politica. ~ • * li conflitto ispano-americano intanto è ricco d' insegnamenti per gli Europei e somministra le armi migliori per battere in breccia le loro istituzioni militari, che costituiscono il maggiore pericolo per la libertà dove esi,te - e la causa di un continuo e crescente esaurimento economico, senza che se ne ottengano i buoni risultati messi sempre innanzi per giustificarle. A Cuba, come in ogni tempo e in ogni luogo - <lu- _rante le guerre dell' 89, coi volontari tcJeschi combattenti contro Napoleone 1°, coi garibalèini, coi doro/Jn11si della Rumenia a Plewna ecc. - si è rifatta la prova della inferiorità degli eserciti permanenti. I droghic ri, gli operai, i contadini, le masse raccogliticce degli Stati Uniti, improvvisati soldati, nonostante l'inane tentativo di metterli in ridicolo, hanno battuto solennemente l'esercito permanente della Spagna. Per la vittoria, ora come sempre 1 si è visto çhe non occorn; la lunga pr<:· parazione della caserma e le abitudini pern1c1ose della guerra. I Yolontari tolti ali' improvviso dai campi, dalle officine, dalle scuole si sanno battere più e meglio dei disgraziati condotti per forza al macello. Questa esperienza insegna altresì q'Jaato poco siano nel vero i nostri pseudo-darviniani che nella lunga pace e nella mancanza di alfenamento fisico, che viene dalla vita militare, scorgono una causa potente d'infiacchimento materiale e morale. No I o illustri apologisti della Caserma, che \li ammantate colla clamide di una scienza falsata : i fatti vi smentiscono brutalmente ! I fatti insegnano che la Francia che ha esercitato per un secolo il brutto mestiere della guerra, nel momento supremo si è mostrata fiacca ed è stata preda facile della landwehr germanica ; viceversa vi dimostrano che gli Stati Uniti dopo cinquant'anni di pace e di nessuna educazione da caserma spiegarcno una insuperabile energia fisica e morale durante i cinque anni della grandiosa guerra di secessione; e ritrovarono questa stessa indomita energia dopo altri trent'anni di pace nella breve guerra contro la Spagna. Se l'esperienza vale qualche cosa, essa, a quanti sono in buona fede, dice: che la pace e le abitudini del lavoro offrono le migliori condizioni per lo sviluppo pieno e completo della pianta 'Jomo. Quest'ultimo esperimento riconferma inoltre I' insegnamento che dovrebbe essere del maggior valore per i politici che non rifuggono dalla guerra quando questa di viene una necessità, cui devono sottostare anche gli amici più sinceri della pace e della libertà. Eccolo l'insegnamento supremo: il militarismo, l'esercito permanente numeroso, toglie ad un popolo la condizione principale per la lotta e la vittoria : lo esaurisce economicamente, lo disarma, lo consegna vinto al nemico quasi senza combattere. Questo insegnamento, ad onore del vero, venne formulato in Italia, sull'esempio della guerra di secessione, da un militare: dal generale Marselli, nella sua Storia della Guerrn, ed aveva in suo favore l'altissima autor•tà del Von der Goltz. Sull'importanza capitale della condizione economica come fattore della vittoria insistetti nello scritto: La difesa na:zionnle e le economiemilitari; ma con poca fortuna, perchè gl'Italiani si lasciano facilmente illudere dai guerrafondai e dai militari per mestiere. Qualche frutto buono, però, ha dato la guerra ispanoamericana se ha indotto Folchello, il notissimo corrispondente parigino. a scrivere nella Trib1111a (N. 191 del 1898) queste eloquenti considerazioni: « Sono profondamente umiliato come latino in particolare e come europeo in generale. Da ventotto anni tutti i paesi civilizzati, in una corsa funesta e pazza, profondono miliardi a chi più può, per organizzare i loro eserciti e le loro armate; milioni di uomini sono strappati al lavoro per apprendere a uccidersi scambievolmente in una guerra che nessuno vuole e nessuno spera. Fanno come colui che si rovina per accumulare materiale per fabbricare una casa che, terminata, gli cadrà addosso e lo s:hiaccerà. Ed ecco un paese di settantacinque milioni d'anime, che non ha in tempo normale nè esercito, nè armata, improvvisare l'uno e l' altra in tre mesi, e ottenerne miracoli. E notate che a guerra finita, soldati e marinai saranno licenziati, e che non resteranno di tanto sforzo, che i titoli di capitano, di commodoro o di generale nelle carte di visita, e anche un esercitino di pensionati. « Oh I so bene che in questa guerra crudele e micidiale, in principio gli americani sprecarono vite e denaro, per mancanza di esperienza balbettando quasi quell'arte della guerra, nella quale noi di qu:\ dell'Atlantico crediamo di esser maestri. Ogni tre o quattro anni, noi cangiamo gli armamenti, i fucili, la polvere, il tipo ddll! navi - e gli americani ci stanno a guard,tre. Noi:,ltri sprechiamo sistematicamente il nervo della nostra fortuna - cd essi venuto il momento, spendono di botto, la ventesima pane di ciò che noi spendiamo da venti anni - e riescono. E che vale l'eroismo degli spagnuoli, vecchia nazior.e che almeno ha serbato il culto dell'onore, contro questa « improvvisazione »? Nulla; perchè gli americani improvvivisano anche generali e ammiragli, e giuocano la loro vita in 11naguerra come questa, assolutamente come giuocando, gua•

'FJVISTA POPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 47 <lagnano,perdono e riguadagnano una fortuna, sopra un colpo di Borsa, senzabatter palpebra ». Analoghe riflessioni si possono leggere in molti altri giornali; ma non hanno il valore di quelle che ci ha ammannito l'organo ufficiale dei guerrafondai, che tanta influenza esercita in tutto il mezzogiorno d'Italia, e che continua anche adesso ad insistere perchè il uostro paese arrivi al completo esaurimento aumentando le spese militari ! .. * * Gli ammaestramenti che sorgono dalla mala prova fatta dall'esercito permanente di fronte ai soldati improvvisati della repubblica, più che altrove in Italia devono essere poste in rilievo, perchè da noi per lo appunto, nonostante le indicazioni imperiose che vengono dalle tristi nostre condizioni economiche, si cerca pervertire la pubblica opinione suscitando una recrudescenza di inte• ressamento in favore del rovinoso militarismo. Alcuni per sostenerlo dicono che l'esempio degli Stati Uniti non vale per noi, perchè essi trovavansi in particolari condizioni favorevoli per vincere la Spagna lontana. Eppure in principio della guerra si giurava sulla vittoria dell'ultima, almeno nella prima fase, perchè si credeva che stessero dalla sua tutte le probabilità del successo. Si conceda pure che uno Stato che ha nei vicini limitrofi i possibili nemici debba preoccuparsi degli ordinamenti militari più che non abbiano fatto gli Americani, che si sapevano preservati da una aggressione improvvisa. Si potrebbe però rispondere che gli assalti briganteschi dall'oggi al domani, che colgono un popolo alla sprovvista - come quello del romanzo della spedizione·francese contro la Spezia, pullulato nel cervello di Francesco Crispi - non sono di questo secolo. Ammessa questa rapidità di azione offensiva, che non consenta una certa preparazione, non dovrebbe dimenticarsi, però, l'ordinamento militare della Svizzera, - alla cui solidità resero omaggio non pochi illustri difensori degli eserciti permanenti - ordinamento che è stato messo alla prova nella guerra del Sonderbund e in varie altre occasioni di torbidi locali, e che si vide funzionare splendidamente nel conflitto franco-tedesco del r 870-7 r. Le schiere dell'esercito permanente e i vecchi troupiers delle guerre del secondo impero francese non erano ancora pronti, quando la repubblica Svizzera aveva gia realizzata la propria mobilizzazione per fare rispettare la propria neutralità; e mostrossi anche stupendamente organizzata più tardi quando disarmò prima e soccorse fraternamente poscia, il corpo di esercito del generale Bo9rbaki cosfretto a rifugiarsi in !svizzera. Invece non dobbiamo noi ricordare con dolore e vergogna che la nostra organizzazione è tale che i nostri soldati ebbero a provare la fame quando invasero nel 1870 lo Stato Romano? .... Del resto non va dimenticato ciò che altra volta disse alla Camera dei deputati !'on. Marazzi - un valoroso soldato del Regio Esercito - sulla facilità della difesa dalla penisola con un esercito d1 prima lmea poco numeroso; e ciò per le particolari condizioni geografiche dell'Italia ..... Un inno ali' esercito scioglie il capitano Ranzi in una rivista di Roma per la vittoria di Milano, dalla quale toglie occasione per dare addosso al Ferrero ed al suo buon libro sul Militarismo. Questo eccellente capitano Ranzi. immemore che l'aristocrazia e la grassa borghesie lombarda in altri tempi rivolsero indiriz.i riboccanti di affetto e di riconoscenza all'Imperatore d'Austria, si rallegra del mutamento di opinione avvenuto nella stessa Milano che aveva applaudito alle conferenze del Ferrere: mutamento che desume proprio dal!' indirizzo di ammirazione e di riconoscenza che alcuni moderati milanesi fècero pervenire al generale Bava Beccaris. Questo stesso capitano Ranzi toglie occasione dalla villoria di Milano - che fece distribuire medaglie ed onorificenze quante non ne distribuì l'Imptro tedesco al l'indomani di Gravelotte e di Sedan - non solo per inneggiare modestamente alle virtù di quel corpo di cui egli fa parte - corpo, sempre colla stessa modestia, proclamato sano per eccellenza; e meravigl osamente sano in meno al decadimentodelle virtù civili - ma anche per additare, come un velenoperniciosissimo per il morale dell'esercito, l'accennato libro del Ferrere, e per consigliare. se non imporre, un cieco rispetto verso l'esercito e dichiararlo intangibile anche più di Roma ..... Se al capitano Ranzi per quanto ha scritto si dtssero lodi e promozioni verrebbe a prendere consistenza il timore manifestato da Edoardo Scarfoglio - un monarchico militarista dei più saldi e dei più intelligenti - e cioè: che si renderebbe odioso l'esercito designandolo destinato a preferenza alla repressione dei moti interni. In tali condizioni esso verrebbe meno al suo vero e supremo compito, alla ditesa dell'Italia dai nemici esterni. L'osservazione è giusta; ma dev'essere completata: tale qual'è il nostro esercito non può rispondere alla missione, in nome della quale si domandano al paese continui e gravi sacrifizi. Ciò è dovere di tutti' il riconoscere, aggiungendo però, che il fallimento militare italiano non è cagionato menomamente dalla mancanza di coraggio personale nei soldati. Questa dolorosa conclusione non è mia: è quella del generale Primerano. L'ex capo dello Stato Maggiòre la annunziò in Senato e sinora non venne dimostrata falsa. Certamente non sarà la vittoria di Milano che potrà smentirla. D.r NAPOLEONE CoLAIANNI. LACONDANNDAEIDEPUTTAI Nt:i giorni dei tumulti il Governo mentre più gli sarcbl.,e dovuta soccorrere la fre,ldezza, e la c«lma, pt::rdeva int1tramente ogni serenita, e proporzionalità di giudizi. La storia psicopatologica del suo Capo, poi, in quei giorni è tutta da fare, ed io potrò farla forse - in parte - un giorno, mC'glio di qualche altro, a base d'impressioni personali dirette e sincere. IntantO mi è lecito dire : nella tempesta che travolgeva quello spirito, tra un pericolo non preveduto che sorgeva, e un portafoglio tenacemente se, bato che stava per andarsene, vi fu qualche intervallo di lucidezza. - E a chi nel suo gabinetto di lavoro al .Palazzo Bra5chi lo interpellava, sulle cause dei tumulti, il nove o il dieci di maggio, egli rispt>ndeva : ci è di mezzo si e no la propaganda socialista, - repubblicana non posso dire - e che ci sia dico più che altro per induzione, per la coincidenza topografica tra la linea stguit:t <lai mmulti, e quella della ferrovia Adriatica lungo la quale sono Jisseminate le organizzazioni socialiste; ma vi concorsero bena Itri coefficenti principali: nel campo economico la mancanza di lavoro, le gravezze tributarie, la crisi annonaria; nel campo politico l'opera lenta, assidu.t dd clericalismo e lo scredito progressivo del Parlamento. In quel l11cido intervallo anche chi aveva e co~ì male adoprava la responsabilità del Governo inten· deva benis,imo che ci trovavamo di fronte ad un fenomeno che poi nell'ultimo suo brano di pros.t edita, la lettera al Comm. Alfazio, dichiarava lilosoficamente sociale. - Come si è provveduto da al !ora in quà è troppo noto. Due leggi <li app:irenza economica dichi:irate di urgenza erano seppellite con la chiusura della Sessione. Restava la

'RJVISTA 'POPOLARE DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI giustizia militare degli stati d'assedio, con il soccorso della nuova legge sul' Jomicilio coatto! Il problema da complesso divent.1va estremamente semplice; tutto si riduceva agli eccitamenti compiuti, si noti, per ripetute dichiarazioni di tribunali, senza concerto, senza complotto, dai partiti socialista e repubblicano. Rimedio sicuro, antidoto unico la condanna a centinaia e migliaia di anni di reclusione di cittadini di ogni classe costituenti l'esercito, completamente disarmato, della voluta guerra civile. - E occorreva che questo concetto, con tanta sapienza e veggenza attuato dal Governo centrale e da' suoi plenipotenziari, avesse una rappresentazione sintetica, tipica, e l'ultimo processo di Milano, con la condanna di quello che il questore Minozzi chiamava il pontefice del socialismo, e dell'altro cui dallo stesso questore si affidava,almeno interinalmente, l'ufficio di capo del repubblicanesimo, doveva servire allo scopo. .. * * · Il Tribunale ha inteso di seguire nella sua sentenza del primo d'agosto il metodo ibseniano. I personaggi d' Ibsen - notoriamente - non sono individui ma personificazioni, ma simboli. Turati e De Andreis riassumevano e simboleggiavano i due partiti ribelli; il Colonnello Presidente la manomilitare, che contro di essi rivendicava i diritti dello Stato. - Prima che della sentenza converrebbe dir qualche cosa, del dibattimento durato quattro giorni, ma troppo odiosi· sono i confronti che esso · ritorna alla mente, troppo amare le parole ch'esso chiamerebbe alle labbra....... Vediamo i considerando della sentenza i quali meritano essl're con scrupolosa precisione riassunti. Motivi di responsabilità del Turati. Generici: collaboratore di giornali socialisti; condannato gia per la pubblicazione di un' articolo su De Felice e di u11'almanacco socialista. Autore nel I8y6 di un discorso elogiante gli studenti di Pavia che impedivano la partenza dei soldati per l'Africa e autore del!' Inno dei lavoratori; se non autore conoscitore (per induzione) di un manifesto ai lavoratori pubblicato ai 5 di maggio dai socialisti. Elementi di colpa specifica durante i tumulti: volendo raccomandare ai tumultuanti la calma, dichiarando che quello non era momento opportuno per il tumulto, . riusci ad eccitaremaggiormente; nel giorno successivo in un discorso privato con l'avvocato Cavalla, ma in modo da poter esseresentito da alcuni rivoltosi disse : i cadaveri sono le pietre miliari delleconquiste del popolo, più tardi alla stazione centrale si abbocco col ferroviere Mantovani, condannato in contumacia. Non una virgola di più. Motivi di responsabilità del De Andreis. Generici: opinioni republicane, istituzioni di circoli, discorsi republicaoi. Una volta a Parma commemorando Mazzini sostenne la necessità della rivoluzione. Nel cinquantennio dello statuto disse dwanti al monumento di Garibaldi che il popolo aveva per sè il voto e la carabina. Ai primi di maggio andò dorante i tumulti a Parma a Piacenza e Pavia per osservarvi quanto vi succedeva. Motivi specifici: a Porta Venezia si riferi da un reporter cl/egli protestasse contro le violenze del!' autorita. Due giovinotti andarono a cercarlo in casa perchè an- <lasse ali' Italia del Popolo. Sul Corso Garibaldi parlo in modo sospetto con varie persone estranee a quel quartiere. Al tenente dei carabinieri che gli raccomandò d' interporsi per far cessare i disordini rispose : ormai è tardi vi è sangue. Parole, dice la sentenza, che l'accusato spiega come dichiarazione d'impotenza e il tribunale ritiene essere di approvazione della rivolta. Questo con scrupolosa esattezza il contenuto della sentenza. E da questo la medesima deduce che entrambi tennero conferenze, discorsi, fecero pubblicazioni, con cui, e con la parte suddetta presa nei tumulti, commisero il fatto direttoa suscitare la guerra civile la dwasta;;ionee il saccheggio e la strage, con l'aggravante di avere ottenuto l' intenta perchè non potevano ignorare, e quindi vollero, le conseguenze dell'odio che avevano seminato fra le classi sociali ! .. * * Quelli che nei consi,lerando di una qualunque sentenza penale, anche della Papuasia, starebbero come i pregiudizi generi ci dimostranti - se mai - la capacità a delinquere degli imputati, in questa diventano l'argomentazioce principale per stabilire il commessoreato. Anzi, poichè parve impossibile stabilire una responsabilità di eccitamento alla guerra civile sulla base della presenza per le vie di lviilanonei giorni dei tumulti, o delle due frasi rettoriche, con due privati interlocutori, pronunciate dagli imputati, si sente la imprescindibile necessità di far consistere proprio esclusivamentein quei precedenti per i quali, o già vi era stata condanna, o nessuno aveva pensato mai di procedere la vera soitanza del reato. E ciò è luminosamente svelato da una considerazione contenuta nel dispositivo nell.t quale l' aggravante dell'articolo 252 (la pena da 10 a 18 se si consegua anche in parte l'intento) è· applicata nel caso, perchè gl'imputati volevano le conseguenze dell'odio seminalotra le varie classi sociali, opera lontana, non c..:rto commessa durante il 6 e 7 Maggio e nella quale consisteva dunqueil loro eccitamentoalla guerra civile! La sentenza deve passare sotto il sindacato del!;! Corte Suprema di Cassazione che ne conosce per i vizii di incompc::tenza e di eccessodi potere. Ora è lecito immaginare un caso giudiziario nel quale dai limiti dei poteri si sia ecceduto cosi da sconvolgere tutte le basi fondamentali del diritto di punire ? Ed è lecito fingere un caso più tipico di audace ribellione a ciò che in casi identici già la stessa Corte aveva sàncito per quel che riguarda la retroattività nella competenza dei tribunali militari? In materia di competenza straordinaria si è ammessa - e si è fatto un gran salto - una deroga al principio eterno della nonretroattività delle leggi penali. A Roma nel 1867 proclamatosi lo stato di assedio per i fatti di casa Aiani,· il Tribunale eccezionale di Montecitorio si dichiarava inrompetente a giudicare di qut:i cospiratori solo perchè il fatto avevano commesso ttn giornoprima dellaproclamazione dello stato d'assedio. E il governo dei papi era agonizzante, colpito al cuore! Nel!' Italia liberata e sicura di se questi scrupoli non hanno p:ù corso. Ma ad ogni modo alla deroga la Cassazione ha fis 'ati limiti precisi. Per esempio nel caso Gat-

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