Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 2 - 30 luglio 1898

32 'l{IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI latini più progrediti industrialmente. Infatti allorchè nel 1874 venne proposto di unificare la Svizzera militarmente e doganalmente, la grande maggioranza favorevole venne data dai cantoni tedeschi e da Ginevra ; l'opposizione fu costituita dai paesi latini meno progre- •diti e dai cantoni di montagna. Cosi Zurigo accettò la unificazione con 61,779 voti contro 3,516, Berna con 63,367 contro 18,225, la Turgovia con 18,232 contro 3,761 ecc.; mentre nel Ticino, il più rabbiosamente anti-unitario di tutti i cantoni, 12,507 voti furono contro l'unità e circa 6000 in favore, nel V.tud i6,204 contro e 17,362 in favore e cosi via (1). Da quel tempo sino ad oggi il moYimento unitario ha proceduto sempre più, strapìdndo i cantoni al loro isolamento poco a poco, ma togliendo ad essi la maggior parte della loro .indipendenza, e fu prima l'indipendenza nei rapporti internazionali, poi l'indipendenza finanziaria e commerciale, viene adesso in ultimo l'indipendenza giuridica. Ai cantoni oramai non TèSta se non una certa autonomia amministrativa interna, contro della quale, del resto, pare si affaccino non poche obbiezioni. Ma la indipendenza anzi l'esistenza stessa dei cantoni è minacciata da un elemento più pericoloso ancora, per chi si metta da questo punto di vista, ed è il trionfo della democrazia radicale e socialista. .. * ,. L'assembleafederale della Svizzera si compone di due sezioni : il consiglio nazionale ed il consiglio di Stato. Il consiglio nazionale è composto dei deputati eletti •per ogni 20,000 abitanti, ma questi debbono trovarsi entro il limite di un sol cantone. Ogni cantone è diYiso in uno o più collegi ; le frazioni al disopra di 10,000 abitanti contano per 20,000 e dànno diritto ali' elezione di un deputato. Gl'inconvenienti ·a cui questa legge dà luogo sono evidenti. Innanzi tutto i collegi sono assai mal distribuiti, poi non d:\nno nessun luogo alla rappresentanza della minoranza. Un partito può essere fortissimo nei differenti cantoni della Svizzera e non avere la maggioranza in nessuno di essi. Cosi esso non avrebbe alcun rappresentante. L'ostacolo principale alla rappresentanza della minoranza è la divisione della Svizzera in cantoni e come questi vogliono serbare la loro autonomia, non ammettono che alle pubbliche cariche possano giungere, nei limiti di ciascun cantone, altri che i membri delle maggioranze. I radicali ed i sociali'sti son contrari a questo sistema elettorale. Essi quindi portano iscritto nel loro programma la rappresentanz:i proporzionale, in base ad una nuova distribuzione dei collegi elettorali, prescindendo dalla camicia di Nesso dei confini cantonali. Il deputato \Vullschlager, socialista, ha presentato questa proposta al Consiglio di Stat0, ma essa è stata respinta a forte maggioranza, appunto perchè si è visto il pericolo che conteneva per la indipendenza dei cantoni. Quando questi non valessero più nemmeno come unità geografiche ed elettornli a che cosa servirt bbero · più ? L'assembleafederale ha potuto attentare alla sostanza del federalismo proponendo di togliere ai cantoni persino la indipendenza giuridica, ma essa resta scandalizzata innanzi alla proposta di sanzionare politicamente il fatto compiuto della fine della indipendenza cantonale. Il cantone è ormai un simbolo ed almeno come simbolo bisogna rispettarlo (2). Questa è la sapienza delle cose umane! ~ ~ * È facile seguire il processo storico che ha allontanato la Svizzera dal rigido federalismo an:eriore. Dopo la guerra del S011dcrbu11d, nel 1848, in cui i federalisti ebbero il soprav\·ento, venne adottata una costituzione la quale fu come un compromesso fra gli unitarii cd i fe- (1) N. Droz - Imtructio11civique - Lausannc 1884, pag. 163. (2) Analogamente Morgan ha dimostrato che le forme parentali sopravvivono al disfarsi dei rapporti familiari effettivi. deralisti. con prevalenza di questi ultimi. Ma la costituzione del r 848 attaccò, senza accorgersene, alla radice il principio federalistico togliendo ai cantoni l'indipendenza doganale. Il patto federale stabili che tutti i cantoni dovevano accettare il principio del libero scambio nella sua forma più estesa. Ciò, naturalmente, fu causa di una serie di lunghi attriti fra i cantoni industriali, protezionisti per tendenza, ed i cantoni agricoli, liberali per interesse,ma il principio fu mantenuto e di poi si scorse che fu la causa prima del mirabile sviluppo dell'industria Svizzera degli ultimi anni. Dato il regime capitalistico, il sistema della libertà di commercio è quello che più secondi gli interessi generali, tanto déi consumatori che dei produttori. « La sovranità dei cantoni- dice il Droz, l'ex presidente della Confederazione -in materia d'industria e commercio non poteva a lungo reggersi, a causa degli ostacoli e delle ingiustizie che ne risultavano. li commercio sovrattutto era esposto ad ogni specie di vessazioni. Non solo dei diritti fiscali erano percepiti all.t frontiera dei cantoni, ma nell'istesso territorio interno dei cantoni esistevano delle numerose barriere ... Di qui numerose lagnanze e reclami» (r) La costituzione del 1848 impedì ai cantoni di imporre pedaggi e dazii e devolvette questa prerogativa alla Assemblea f<derale, in quanto rappresentanza di tutto il ·popolo svizzero e con l'espressa menzione che diritti interni non se ne avessero a mettere più e diritti esterni se ne potessero imporre solo come mezzo fiscale e non già al fine di proteggere qualsiasi industria ( 2 ). . La costituzione federale del I 848 ha procurato alla Svizzera circa trent'anni di benessere e di pace, ma essa non mancò di rivelare inconvenienti e difetti essenziali. Il cantcnalismo, nel senso rigido della parola, poteva sussistere finchè i cittadini restavano nel loro comune di origine, ma con lo sviluppo degli scambii e dei commerci è stato necessario pareggiare in tutti i cantoni i diritti di tutti i membri della Confederazione. I cantoni avevano anche libertà in materia religiosa, ma ciò dava luogo ad atti di riprovevole intolleranza, per cui i membri di un cantone cattolico potevano essere espulsi da un cantone riformato e viceversa. L'autorità federale doveva contiµuamente intervenire, spesso fuori l'espresso senso della legge. Poi l'istessa posizione geografica della Svizzera - vaso di creta immobile in mezzo ad una danza sfrenata di vasi di bronzo - la costringeva a pigliare un pò più di cura del suo organismo militare, in verità troppo trascuratò, per pregiudizii democratici e preoccupazioni economiche, sino al 1870. Fu cosi che si venne alla costituzione del 1874, la quale ha prescritto persino che le costituzioni interne dei singoli cantoni debbano essere sottoposte all'approvazione federale (3), ed ha dato nelle mani del potere centrale la forza militare ( art. 16 a 20 della Costituzione), distruggendo cosi il mezzo per il quale i singoli cantoni avrebber.o potuto affermare e mantenere la prooria indipendenza eventualmente minacciata. L'unitarismo trionrò anche nel senso che il potere centrale può disporre del territorio dei singoli cantoni (art. 2 3 a 26), impedendo o promuovendo lavori speciali, e dando su di essi un diritto di alta sorveglianza. Quando si parla del federalismo svizzero occorre fare dunque ddle limitazioni e delle restrizioni assai impor- (1) N. Droz. Essais éco110111iq11es, G nève 1896, pag. 9. (2) Ciò non deve trarre in inganno alcuno. Data l'opposizione fra cantoni agricoli ed industriali e l'orga•iizzazione federalistica, i cantoni agricoli non avrebbero mai accondisceso a favorire con dazii i cantoni industri~li. li fatto di questa opposizione tr:onlò sotto forma di trionfo di un principio economico. Ciò che non ~ avvenuto in Italia per la nostra cosntuzione unitaria che ha sacrificatoil Mezzogiorno al Settentrivne. ( 3) Co11stil11tiofé1d1éral, art. 6 : « Les cantons sont teous de demander la garentic de leurs constitutions. Cette garant,e est accordée, pourvu: a) que ces constitutions ne ren!erment rien de contraire aux dispositions de la constitution fédéraleecc. »

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