\!58 RIVISTAPOPOLARE I)} POLITICALETTERE E SCrENZESOClALl merciaie della Germania potrà essere assai luminoso; essa potrà continuare, anzi continuerà, a rappresentare nel mondo una parte importante, ma la questione se essa deve diventare uno dei grandi stati mondiali, e se il suo popolo debba esser annoverato fra quelli che governano il mondo, io credo che sia già stata decisa e decisa contro di essa. Solo in Africa sembrava che vi fosse qualche probabilità in suo favore; ma la Francia e l'Inghilterra hanno cosi esteso il loro dominio con possedimenti e protettorati, da escludere la possibilità per l'Africa germanica di una vastità, superiore a quella di un rifugio africano per l'eccesso di popolazione tedesca. li fenomenale progresso nazionale e commerciale della Germania negli ultimi anni rende, per essa, una politica di avanzamento indispensabile; ma le opportunità che il tempo potrà offrirle non sono delle occasioni di allargamento dell'impero. Il suo avvenire è piu verosimile sia nel campo commerciale, piuttosto che in quello dell'allargamento del dominio. Se cosi deve essere, la sua vera politica non è l'ostentazione di annessioni promiscue, quà, là, e dovunque; ma una sobria politica diretta verso l'estensione del suo commercio e la protezione dei suoi interessi in ogni parte del mondo. Un tale programmà comprenderebbe natunlmente il rafforzamento della sua flotta per essere in grado di rispondere agli accresciuti doveri che su di essa si fondano, e perchè non le sia preclusa la via all'acquisto di posizioni strategiche le quali possouo ancora ottenersi, e quando siano tali da ritenersi necessarie per la protezione e difesa degl'interessi del suo commercio. ('N..illelee11lChent11ry, febbraio). • Dr. Iwa11Fra11ko: I fratellislavi. Krakau, la piccola Roma, dalla caduta del conte Badeni è di ventata il cuore del mondo slavo. Al congresso di Praga (1848) ed a quello di Mosca (1867) beo può far compagnia quello di Krakau (Decembre 1897). li terzo atto di una commedia, la cui fine ci è completamente ignota. Gli eroi? Czechi e Polacchi. A Praga, dopo tanto rumore, non si venne a nessuna conclusione, poichè se un gruppo era venuto con intenzioni manifeste ed utili solo alla sua causa era proprio il polacco. Aristocratici, democratici, emigrati, solo una metà avevano innanzi agli occhi : rovesciar l'Austria, avere una terra, dove potesse sorgere uno stato polacco. Gli Czechi non potevano seguire gli amati fratelli su questo terreno, e lasciano il Reischstag (1848) quando s'accorsero che i polacchi con tutta forza lavoravano per una intesa con i ribelli ungheresi. D'allora i fratelli ebbero diversi cammini. I polacchi si sollevarono (1863) contro Io Czar, gli Czechi vennero a Mosca a render omaggio all'lmperator~ delle Russie. Come furono allora trattati gli Czechi dalla stampa polacca I Quale odio, specie io Galizia, sorse contro di loro! Nel 1867 lasciarono i Polacchi anche, io Vienna la loro federalistica bandiera, ed i loro alleati per sai vare il loro piu santo bene nazionale, la propinazione. Neanche codesta seconda unione durò lungamente, come si vede. Gli Czechi con l'amicizia per la Russia, non potevano sopportare il sentime11to1zatio11alpeo. lacco e a loro volta i polacchi non potevano sopportare i brindisi degli Czechi allo Czar. O come mai dunque codesti fratelli hanno, così improvvisamente scoperto 1111 cuore slavo? È una cosa semplicissima, che trova la sua spiegazione nella de. cadenza degli Czechi. I gìovani Czechi non esercitano alcuna influenza oramai aè politica, nè sociale. In tanta bancarotta non è strano un :ivvicinamento simile. Ma durerà? Lo diceva uno dei piu grandi politici c,echi, Havlicek : « Con orgoglio dirò: sono czeco, mai invece, sono uno slavo». E dall'altra parte i polacchi: « Finchè come polacchi saremo oppressi , non abbiamo il dritto di parlare di una fratellanza slava ». La bandiera piantata a Krakau tra non molto cadrà. E il nuovo patto lo improvviso risv<!glio fraterno costerà caro a tutti e due i popoli. (Die Zeit 26 febb. 98). D.,· Stillic/J: La filosofiagreca comeconcezionematerialistica dellastoria. Tanto Belfort-Bax, quanto Kautsky hanno negato che la sto~ia della filosofia nei suoi tre momenti e periodi, da stati economici prenda le mosse, stati economici delinei e rappresenti. La filosofia greca - lo si ammette da tutti - è strettamente connessa ai fenomeni economici e sociali dell'antichità classica. Quale è la definizione della filosofia ? Ci sono d•te filosofi che sieno arrivati ad accordarsi su essa? D'onde tutte queste divergenze? Fino ad ora si credeva che le teorie filosofiche non avessero nessuna base positiva, fino ad ora si trovava il sistema dei filosofi per una massa di combinazioni concettuali, per un tentativo, che doveise dare la spiegazione dei fenomeni del mondo con ur1 atto della riflessione, che dovesse gettar giu il velo che copre il grande segreto della natura. Ogni filosofia, invece, secondo la nostra definizione, è la interpretazione psichica d'un certo stato materiale Jella società, è lo specchio della situazione economica di un popolo, di una classe, di un partito. La maggior parte dei filosofi greci cercarono provare la rettitudine del loro concetto della vita per mezzo della cosmogeoia : poichè il mondo così e non diver• samente è sorto, o è stato create,, debbono i ricchi, i poveri, gli altri vivere cosi, e non diversamente. Cosi, la manierJ di vita fu elevata a legge naturale, e la filosofia divenne la interpretazione delld medesima. Tre periodi si riconoscono nella storia dell'antichità greca: I (settimo e sesto secolo) periodo, io cui dall'economia naturale si passò alla monetaria, caratterizzato dalla lotta che imperversò aspra e terribile fra ari;tocrazia e democrazia. II (quinto secolo) periodo, in cui Atene raggiunse il massimo di splendore. Qui le differenze sociali cominciano a cessare, col potere acquistato dalla democrazia. III periodo : il tramonto di Atene. Fino alle guerre persiane lo spirito ellenico trovò il suo maggior sviluppo nell'Asia Minore, dove fiorirono le colonie joniche. La ricchezza rapidamente sopravvenuta portò quel popolo ad una vita eminentemente materiale: lasciaci viver, e star coutenti, poichédomani saremomorti. Era questa la loro filosofia. Ed ecco Talete, Anassimene ed Anassimandro dimostrare l'origine meccanica dell'universo: tutto è prodotto dal caso, nessuna forza superiore, nessun Dio. Proprio simile era la vita che si viveva a Samo, contro la quale sorse, reazione naturale, una tendenza riformativa, che io Pitagora trovò il maggior rappresentante. Pitagora fu un riformatore della società esistente, come Cristo. Nella sua teoria dei numeri, si manifesta l'idea della misura e dell'armonia. Se tutto è numero, l'armonia deve essere la legge dell'universo. Perciò devono gli uomini vivere egualmente, diversamente si andrebbe contro l'armonia della natura, della quale l'uomo è parte principale. Mentre cosi stavaq le cose, ecco incominciar una lotta di classe fra l'aristocrazia, e la massa di popolo, priva di pane e di dritto. la questo conflitto ha ogni partito la sua speciale filosofia. Quella del popolo vien sostenuta da Senofonte, col poswlato del/'eg11aglia11zdaegli uomini, e da Parmenide col principio : l'eg11aglia11zea l' tt11ilàdi lutti i cittadini deriva dall'1111iteàdalla eg11aglia11tdaell'universo. Difensore e patrocinatore degli interessi della aristocrazia fu Eraclito. Egli prova che aristocratici e democratici, ricchi e po. veri non possono e non debbono essere eguali, poichè anche il mondo non è eguale, signoreggiato com'è da contrasti, da opposizioni. La lotta quindi tra ricchi e poveri e le diff<!renze sociali son necessarie e giuste. Passiamo 41 secondo periodo, Atene in questa epoca può dirsi città mondiale. Pericle è l'eroe, sn cui si fissano tutti gli sguardi. La filosofia di Anassagora - con la intelligenza ordinatrice dell'universo - rispecchia tedelmente queste condizioni. I sofisti poi del quinto secolo fu. rono quelli che iniziarono il risorgimento greco. In Agrigento troviamo la medesima lotta di classe, tra una sanguinosa tirannia, ed una popolare democrazia. E qui sorge Empedocle, Egli consiglia i cittadini all'unione, alla pace, perchè l'odio divide, l'amore unisce. L'intiero mondo è il prodotto déll'odio e dell'amore. Come nel mondo, cosi nella società all'amore
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