Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 18 - 30 marzo 1898

H.IVISTAPOPOLAREDl POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI Certo, all'occhio esercitato del critico non mancherà di apparire qua e là qualche leggera stonatura, che disdice un poco all'armonia dell'insieme. Si potrebbe osservare, per esempio, che a certe parti si è dato uno sviluppo eccessivo, mentre certe altre si rivelano piuttosto manchevoli e incompiute. Fra le prime, cito le idealità sociali, la teoria detl' indistinto e sue differenze con l'omogeneo spenceriano, che furono trattate, in modo analogo, dal D'Aguanno, dall' Asturaro, dal B<!nini,dal Faggi, dal Marchesini, dal Puglia, e da altri ; fra le seconde, le teorie pedagogiche dell' Ardigò, pur tanto meritevoli di studio e d'attenzione, e che offrirono argomento ad un solo articolo, sostanzioso ma breve, del Groprali. Ma trattandosi d'un volume compilato da diversi autori sparsi da un capo all'altro d'Italia, le ripetizioni e le lacune erano quasi direi inevitabili; e la critica anche più arcigna ha quindi il dovere di mostrarsi indulgente. Ed ora terminerò esponendo un mio fervido augurio: che cioè l'esempio datoci ora dal Groppali e dal Marchesini sia sempre seguito in simili occasioni, e che alla buona volontà degli autori corrisponda sempr<!, come questa volta, l'operosità, la diligenza, il disinteresse di un editore qual'è il Bocca. Sarebbe questo uno dei mezzi con .:ui la scienza italiana, piena di tanta gloria per il passato e di tante promesse per l'avvenire, ma intristita dagli innumerevoli ostacoli che l'inceppano al presente,• potrebbe riprendere il posto che le compete tra le na- , zioni più intellettuali d'Europa. CESARE RANZOLI. (l\lATRIMONIARISTOCRATICI) Nella società attuale il matrimonio è Jivenuto per la borghesia onnipotente, un affare puramente commerciale. Non ha più per base l'amore e la stima reciproca dei due sposi; non si tratta più di aiuti o di soccorsi mutui per sopportar la vita come nemmeno delle attitudini per dividere un comune destino; il matrimonio, oggi, è fondato sull'interesse materiale che ciascuno degli sposi pGò ritrarne. In quanto agli aristocratici, principi, duchi marchesi, puritani in diciottesimo, il matrimonio non serve che a far ridorare il loro blasone. In epoca nella quale l'oro è onnipotente, poco importa ai rappresentanti delle antiche famiglie aristocratiche di vedere i loro rampolli, contrariamente a tutte le tradizioni dei loro antenati, allearsi coi figli dei ricchi borghesi ! l.)uesti matrimoni prima condannati, sono attualmente praticati sempre che se ne presenta l'occasione. Siamo nell'età ddl'oro, ed è vero! Un titolo di conte in uno dei piatti della bilancia, un milione nell'altro ed il mercato è conchiuso ed il matrimonio è celebrato con pompa. Vediamo ogni giorno conchiudersi mercati simili. Ma è soprattutto in America che i cacciatori di doti fanno la loro battuta. Gli Americani che vivono sotto il regime protezionista si meravigliano che non si sia trovato il modo d'interdire l'importazione delle bestie coronate come si è interdetto quella delle bestie cornute. I membri dell'aristocrazia americana hanno anch'essi organizzata questa caccia che vorrebbero fosse riservata. " .. I rappresentanti delle grandi famiglie francesi praticano la caccia più degli altri. Nell'ultimo quarto del seco'o che muore non sono stati meno di centotrentaquattro i marchesi ed i principi che hanno traversato l'Atlantico, per andar a togliere a ricchi negozianti americani 'parecchi milioni e le loro figliu:ile. Ecco, d'altronde, le curiose indagini pubblicate dal Correspondant, rivista che non potrebbe essere di tendenze più conservatrici e reazionarie. L'autore dell'articolo che spigoliamo, F. E. Johannet, dopo averci insegnato che « la caccia alla dote, è tanto bene organizzata agli Stati Uniti, e che uon vi sono, oramai cerbiatte nel bosco delle quali non sieno state conosciute e pubblicamente scoverte le piste » aggiunge che i giornali di New-York hanno pubblicata la lista delle ereditiere disponibili, colla cifra della rispettiva dote, come pure la lista di quelle che si sono maritate all'estero da una ventina d'anni in quà. Vi appariscono tutti i grandi nomi francesi. Ma contentiamoci di riprodurre dal Correspondant la famosa lista colle cifre relative. Il conte di Castellane ha sposato Miss Anna Gould per I 5,000,000 di dollari ; il conte di Burtales, Miss Labella Andrews per 800,000 dollari; il barone Lepelletier d'Aunnay, Miss Berdan per 350,000; il conte di Montauban, Miss Butterfield per 200,000 ; il barone Lagrange, Miss Carro! per 250,000; il barone De Vrière, Miss Annie Aultrug per 5 50,000 ; il Marchese di Choiseul, Miss Clara Condert per 250,000; il conte di Suzannet, Miss Field per 500,000; il conte Jacques d'Aramont, Miss Bianche Fisher per 250,000; il duca di Choiscul-PrJ!ier, Miss Forbes per un milione; il marchese di Breteuil, Miss Litta Gorner per 4 milioni; il Conte: Augusto di Rohan Chabot, Miss Herbert Gallatin per 200,000; il Principe Carlo Poniatowsky, miss Maud Elly Godard per •200,000; il conte di Montholon, Miss M. Gratiot, per 200,000; il muchese di Mores, Miss M. Hoffmann per 300,000 ; il conte di Chabot, miss Marie HeywarJ per .wo,ooo ; il marchese Valori, Miss Sedoux per 200,000; il conte Sangler- Villars, Miss Carda Livingston per 800,000; il barone Seillères, Miss Livermore per un milione ; il conte Dion, Miss Carthy per 250,000; il conte Balleroche, Miss Mata Mittebel per 300,000; il conte Neffray, miss Meiggs, per 250,000 franchi; il conte d'Avenel, Miss .Meynall; il barone de la Tournelle, Miss Maynell; 11 conte Bassettièr~, miss Alice O' Donnell, il marchese ChapelooupSaubat, miss Filee; il baron Drémont, Miss Penninau, per 200,000; il principe Say-Montbéliard, Miss M. Singer e il duca Decases, Miss I. Singer per 2 milioni ; il" ba• rone Erlanger, ;.\'liss Stedel per 200,000; il p1i11cipe A. Poniatocosky Miss Beth-Sperray, per 500,000; il duca di Dino, Miss Frederic Stevens per 7 milioni; il barone Blanc, Miss Terry per 500,000; il conte de Sartiges, Miss La Thorn Dike ; 11 visconte d'Aigremont miss H. Thomas per 200,000; e infine il conte Foreste-Divonne, miss Florence Andenreid per 375,000 dollari. Afferma Johanet che questa lista è incompleta, ma essa dà anche così un rispettabile totale di più che 2 55 milioni di lire, importati dall'America in Francia.

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