Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 6 - 30 settembre 1897

RIVISTPAOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Direttore: Dr. NAPOLEONE COLAJANNI DBPUTATO AL PA&LAMBNTO 1TALIA: anno lire &; semestre lire 8 - ESTERO: anno lire 7; semestre lire 4. Un numero separato Cent. 20. Annolii. - N. 6. Abbonamentopostale Roma30 Settembre 1897 Sommario. LA R1v1STA- Al nuovo ministro di Grazia e Giustizia e al Procuratore Generale di Roma. (Sequestrato) Dr. N. COLAJANN-I Per la razza maledetta. Prof. F. PUGLIA- Concezione sociologica della storia. GIUSEPPEPARATORE- Scienza e Popolo. PAOLOV~LERA- I baccaristi di " Tram by Croft ,, e il Principe di Galles erede del trono dei Brunswick. PAuL Lou1s - Corrispondenza Francese. Sperimentalismo Sociale. Rivista delle Riviste. Recensioni_ Nuovamente s qu sLtr.ati È una frenesia davvero inconcepibile questa del Procuratore generale di Roma, nell'ordinare i sequestri. A questo siamo giunti. La Rivista dirige al nuovo Ministro di grazia e giustizia, Gianturco ed al Procuratore generale, le sue proteste per gli ingiustificati sequestri, invoca che il reazionario della Minerva ritorni liberale a Palazzo Firenze, e compia un' opera radicale di rinnovazione in quella, che, - sa il Procuratore generale con quanta precisione - si dice Giustizia; ed ecco che nel nome di quel Ministro, per ordine di quel Procuratore, ai quali la lettera era indirizzata, il Giudice istruttore decreta il sequestro. E va bene. Vuol dire dal ministero Gianturco, sul quale potevamo ancora illuderci, avremo i medesimi frutti che dagli altri che lo hanno preceduto. V' ha però nell'attuale sequestro una circostanza importante: Il giudice istruttore analizzando partitamente ogni linea dell'articolo incriminato, non avrebbe saputo scuoprire gli elementi di un reato. Quanto si diceva essendo pura verità, e ripetizione di quanto alla Camera, al Senato, nei discorsi ministeriali e in quelli della corona si legge o apertamente o fra le righe. Da che è dunque motivato il sequestro? L'ordinanza dice: per offese ad una istituzione fondamentale dello Stato ; ma noi questa offesa non sappiamo scuoprirvela, perchè non è offesa alla Giustizia, il dire che gli uomini che oggi dovrebbero amministrarla l'hanno pervertita : che il cittadino non si sente più dalla legge protetto, che in nome della legge e ammantati dalla toga, questi uomini, si lasciano vincere dalle passioni partigiane o subiscono le violenze del potere, o ricevono il prezzo della corruzione, o celano, malattia insanabile, la più cocciuta asinaggine. Questo l'ha detto anche il Ministro Gianturco inviando il suo saluto alla magistratura italiana, e il Procuratore (bontà sua!) non l'ha sequestrato. Ma è che la lettera a lui ed al ministro diretta metteva in luce le sue personali qualità, la cortezza del suo ingegno, la persistente, irragionevole paura della verità, lo strazio ch'egli fa della logica nell'applicazione della legge, la facilità colla quale, poichè non siamo ·dei ferventi giolittiani, egli ci gratifica di sequestri non seguiti da processo; ora, non ridano i lettori: È una istituzio~e il Commendatore Procurator generale ? Noi però siamo costanti, nei nostri propositi, e poichè conviene proprio dare la prova provata di quanto diciamo, la daremo. La Rivista col numero del 15 Ottobre comincerà la pubblicazione di una serie di ar-ticolidel Deputato Pantano, che costituiscono la Cronaca Azzurra. Parecchi di tali articoli, al Procuratore Generale della Cort.e di Appello di Roma sembreranno assai gravi e piì1 incriminabili di quelli sinora sequestratici ; ci aspettiamo quindi la visita del Fisco. Se nonostante, e appunto perciò, noi persisteremo nella pubblicazione di quegli articoli, egli é, che coi possibili futuri sequestri noi daremo luminosa prova del mutamento avvenuto nella nostra magistratura. Gli articoli sulla Cronaca Az-zurra, furono pubblicati nel 1884 sul Fascio della Democrazia, - cnnsule Depretis ! - e riprodotti dalla stampa democratica cl' Italia senza essere sequestrati nè in Roma, nè altrove. LA REDAZIONE.

,J0:2 llIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTER E ESCIBNZESOCIALI In questi giorni, i voti e gli auguri di tutta Italia si volgono a Siena, dove MATTEO RENATO lMBRIANI posa sul letto del dolore. In un giorno solenne, mentre ai piedi del monumento commer.:iorava gli ultimi caduti nelle lotte per la liberti'L Italiana,, ,egli cadde, e l' improvvìso malore troncò sulle sue labbra una nuova invocazione alla libertà: la perenne aspirazione dell'uomo, la divisa sua di paladino. Intorno al suo capezzale si affollarono e si affollano ancora gli amici, alla sua porta è un pellegrinaggio di popolo che trepidando chiede se può ancora sperare; per tutta Italia è un'attesa angosciosa che vela gli occhi di stristezza all'annuncio di un peggioramento e li fa brillare di gioia quando il telegrafo f'a sapere che un'aìtra crise è superata e la guarigioné; parziale o totale è possibile. Che cosa è questo, se non l'affetto che dovunque, fra tutti egli si era accaparrato? Proprio quando più si scriveva che in Italia siamo fatti scettici; che nulla ornai scuote la fib1'a delle masse, il pe1·icolo di quest'uomo, il solo forse che superstite di una genernzione di e1·oi sac1'ificatisi pet' la Patr;a, non le abbia mandato il conto ed abbia continuato a dedicarle come gli altri se stesso; il pe1·icolo di questo generoso ha fatto ::;erpeggiaro per l'Italia come •un fremito e Mur1icipi, associazioni, cittadini, amici, tutti hanno dimostr-ato che la minacciata sciagura. Ct'...1la, sciagura delb pat!'ia e che i voti ai·denti di tutti la scongiura\'ano. Bovio, ha splenclidamente sintetizzato questo fotto così: « Il popolo sa quello che fa; ImiJriani non è scienzato illustre, non è gurrriero famoso, non è artista predaro. Eppure a nessuno scienziato, a nessun guerriero, a nessuno artista YCnnemai pro(ligato tanto tributo di affetlo. Egli è che Imbriani è eminente uomo cli cuore c(I il popolo lo ha i11tuilo; egli è il difensore dei deboli contro l'oppressore; la sua voce J1atuonato contro i (lcprcsso1•idi una nobile c(I infelice nazione, quanto per l' intlividuo malt1·atlato e percosso (lai poliziotti. lrniJriani ha il coraggio elci !con!'. e il p11(101·e <liu11al'anci11lla;ha riunite insieme la \'il'ilitù della vc11- <ll'tta e la g·cnc1·ositùdel perdono, E lo scienziato, il filosofo, il. gucl'l·ic1·0, l'artista, restano indietro, c(I hnllriani cmcrgr, pc1·chè il popolo lo Ila immcdc,imato in se stesso, lo sente, lo capiSCC',quasi carne (lclla sua cnrnc ». E noi che tutte queste sue qualità a,bbiamo da vicino ammirate, e sono state a noi stimolo e fede nella lotta; noi cl1e sentiamo quanto l'opera sua di difensore d'ogni giusta cau a sia necessaria in questi tempi tristi ali' Italia, auguriamo che la scienza esaudisca i voti fervidi, dovtmque si levano e lo renda alla sua vita di lotta, al suo ::ipo::tolato, all'affetto riconoscente del Paese. ~~~~ Perlarazzmaaledetta Gl' illusi, i !)ricconi e gli igno1·a11tic,he vogliono tro• val'C un'elevata giustificazione al brigantaggio collclti\'O, cioè nlla politica coloniale, parlauo con grande sicumera delle razze inferiori e clcllc razze superiori proprio come i llapagnetLa ]>'Annunzio parlano elci wpcruo111i11i, elle hanno il diritto di vivcl'c e scialare alle spalle ciel gTcgge vile dei lavo1·atori.Queste razze inferiori, elle si dovevano distruggere senza 1·impianto nell' interesse della civillà, altraYolta si cercavano nell'Africa, ncll'Asi1t, in America, nell'Auslrnlia - dovunque c'erano terre fertili eia con(Juistare, miniere eia $fruttare - qualche cosa insomma eia annaspare. I progTcssi dell'antropologia e della sociologia adesso hanno portalo le ricel'che in Europa dove hanno riscontrato razze inferiori, di rui - sempre nel!' interesse delle Ci\'iltùcd anche della mo1·alitù- bisognava augurarsi la pi-onta ~cornpursn elle all'uopo si può anche aitificialmcntr p1·ocurarc. ll Lapougc è il 1·npp1·cscntantc più geniale e più logico di crucstiani ,·opo-sociologi, che {)Cl'vcclc1·eJ)l'ogrctlirc e migliora1·cl'nmanitit vor1·ebbc1·0(list1·u1·ncal111cnouna buona metil. Jn Italia, pc1·ò, e' è tutta una scuola rinomata - quella del Lombr·oso - che, se l'ossc logil'a e non fosse impcciaia di opporlllllislllO, dovrcblJc a1Ti\'a1·e alle iclcnlichc conelusioni cui pCl'\'Cnncl'twto1·cdelle Sclcl'!io11s Socia/es. JI LomiJroso, infatti, in numr,·osc e ben note pub- ])lica,;ioni, J1a sostenuto sempre, che l'alta delinquenza di alru11i paesi. spccialmcnlc di alcune l'Cgioni ()cli' Italia, clcvcsi ali' influenza cli un fatto1·ci1'l'iducibilc: la n1Zza. A Lombr·oso, in questo si uniscono inconclizionatamcntc gli altri cluc triumviri clclla scuola antropologico-c1•iminalc, Fc1'l'i e Ga1•ofalo. I clisccpoli cli questa scuola si sono crccluti nel cloverc cli esagerare gl' insegnamenti ciel maestri forse non senza compiacimento degli ultimi, cui talo1·a mancò il coraggio clellc conclusioni rac\icali. E di cluc c\isce1)0li.il Fc1Tc1·0e il Cirnolo Hamnctt, la Rivista si è occupata. Oggi è la volln cli esaminare ciò che ha scritto tcstè un altro (lisccpolo, cui non manca il cornggio della p1·op1·iaopinione. Si potr·cbl)Cpnssar sopra al volume cli Alfrc<lo ·iccl'ol'o: La dcli11q11c;;1a1in Sardegna (Palermo, Hclllo Samlt·on) pr1-rhè ha ])rn poco valol'c scicnl ifico; ma il l'lllllUl'e illl0l'IIO al mcdcsilll0, sollernto con J'al'a aiJililù e co11vcl'a solicla1•ielùclaicompagni (li scuola, consiglia alll'imcnli; e impone poi un diligente esame pc! l'alto che il Ferri al libr·o ha aggiunto una prefazione, nella crualc lo p1·cscnta come uno elci saggi più compie/i di sociologia criminale. Combattendo il 'iccforo, (l11nrp1r,si combatte Il F<:1Tie tutta la sua

lUYlSTA POPOLARE m POLITICA LETTERE E scm ·zE SOCW,T 103 scuola in una delle qublioni più (\iscu~e e che Ila grande impol'tanza scicnlifica e pratica. Alfrcclo "iccforo, un bravo giovanollo dall'ingegno vivace e dallo spit·ilo intrapl'cnclcnlr, ha !rovaio anzitullo che I' inlcra Sal'llegna ha un suo reato speciale e tc1Tito1·ialc,elle la cai·allcr·izza: la g1·assazione. Ogni suo ci1·co11dal'io;ogni sua zona ha poi la sua spccialilà: in Alghero, ad esempio, pl'cvnlc il fu1·10e vi è, piaga intmcdicabile, la co1·1·uziom·fcrnminill'; a Bosa - limi11·ofadi Alghcl'o - prevalgono le ingiut·ic e le cliffanrnzioni.. . perchè nelle vene dei suoi abitanti scorre mollo sangue vauiloso spagnuolo: nel Nuorese spcsscggiano ful'IOe clanncgginmcnto. li 'uo1·ce e l'Alla Oglia tra con l'appendice cli Yillaciclro co Litui cono la ::;ona delinqne11/e per anlonomasia. In contrapposto a que La :ona deli11quenl'e sta la Gallura, eh' è la parte moralmente più sana della Sardegna (p. 1. L a 30). Le conclusioni dell'esame statistico ono chiare e semplici: l O ogni territorio della Sardegna ha una forma ua particolare, carattcrislica cli criminalità; 2° e' è una specie di plaga moralmente ammalala, che ha per carattere s110speciale la 1·apina, il furto. Il danneggiamento. Da qucsln .:.;011adcli11q11c11/e pnrtono numerosi bacteri palogrni a porlarc nelle nll1·c regioni il smI[J11e la strage (p. 31). J;aulorc non lo clicc csplicitamculc. ma la~cia c.ipirc che in ogni abitante della .:.;onadeli11q11e11/e ~i può scorgere 1111 candidato alL'assassinio. Il sospetto l'icnc corl'oborato da quanto scrisse il ig. Paolo O1·ano, suo compagno di scuola e cli viaggio in Sardegna: il quale Ornno con certe sue lenti cl' ingrandimento scopr·ì cin<ruantn clelitli cli prim'ordi11e al giorno nel l\'uorcsc ! (Psicologia della Sarde[J11a. Homa, L896. Jl. 19). Stabilili i falli. il l\'iccforo, risale alle <·ausc.E rausa ca11sar11111 di lauto male è « il te111pera111e11/() rer1io11ale del popolo sardo i11 [}e11erale della .:.;011adeli1u111e11/e i 1 parlicolore, eh' è Ira i /attori predispo11c11ti cui a/rune (onne tri111inose.ccl in ispccial modo all'oniicirlio e al da111te[J[Jia111e11/u pur 11011 polc11dosistabilire quale for~a esso /attore rag[Ji1111ya11ella ge11esidi si111ile forma di deli11q11e11::;a (p. 103) (1). 'on e' è imbal'azzo alcuno per· ispicgarc le varietà c1•iminoscelci ci,.condar·ie elcimandamenti. Sappiamo già elle gli spagnuoli sono responsabili delle diffamazioni e clellc iogi111·icli Bosa; con un pizzico (li altri popoli si spiega il l'CSto. « Le f01•mc speciali cli delinquenza C0l'l'ispondouo alla gran(ll' rnFFEREKZA ANTROPOLOGICA della popolazione, SCl'iVe il l\iccf0l'0. lbcri, Gl'cci, Tr·ojani, llalcari, Co1·si,Etruschi, Cartaginesi, Homaoi, Yaoclali, Saraccui, Pi ani, Genovesi, Spagnuoli e poi.... Piemontesi ». E q11asia conferma di tullo ciò aggiunge che nella Gallu1·a - la zona. relativamente, elci galantuomini - la razza è diver'. sissima: « occbi azzur1•i vi guardano e belle fanciulle dai capelli bioncli vi passano accanto; ivi trovate tipi perfettamente celti » (!) (p. 32). Questa grande clifle1·cnzaantropologica, che i p11ò già intravedere dalla conoscenzn delle viccn(lr. storiche cicli' isola viene confermata dalla craniologia. Il Niccforo. srg11encloil Scrgi e il "\(cigs. l'ilienc elle la forma del cro11io come <1ucllache si t1·:ismcuc Cl'<'- dilnl'iamente e inalleralJilmcutc eia patll'C in figlio sommini tr·i il cr·itcrio migliot·l· pcl' giudical'C delle razze vivcuti in 1111pacsl'; e trov:1 che « dallo l11clio « elcicrani sal'clipuò ris11llar·caucol'a rnrg·lio la grande . « e co11tim1asovr·apposizione ((elle l'azze in Sarclc- " gua " (p. 33 e 31-). Il ì\"it'cl'ol'O(In bt·a,·o sl11dcntc in l1•ggc, 11011si è limitato acl accettare i 1•is11llaticienlifieidelle lunghe l' diligenti ricet'('hCdel Scq;i, ha studialo ))Cl' C0lll0 (1) li corsivo ò dell'autore, che cosi ba ,olnto richiamare maggiormenLe l'attenzione del lettore. prop,·io i crani Nl altl'i dati antropologici elci Sardi ccl hn scovr1·to qualche cosa, che fo1·r el'a s{uggita 1111' illustre pr·of'essol'Cdi. Homa. « 'e.I delinquente na- " tivo cli O,·gozolo l'iseontr·ù stigmate ataviche (pcc- " calo che 110nci elica quali sono!) impres·c ncll'or- " ganismo in modo sorpre11dc11/c (p. 2L), e negli 110- " mini <liPorto Scuso ha tr·ovato cremi spicca/amen/e " dolicocefali » (!) (p. 3:3). icntedimcno ! * * * Ho l'sposto fcclcl111cntrle osservazioni an11·opologichc ccl etnologiche del Nicefol'O.pcrchè costituiscono il c/011del suo libro: prima cli p1·occclcrcallo esame critico (lcllc rncclcsime accennerò brevemente alla parte psico-sociale. Il Xiccforo noo vuole seguire in lulto ciecamente i maestri; perciò non accetta la classifìcazioncchiara e semplice di Ferri elci fattori ciel delitto; uon li divide in fattori fisici, biologici e sociali, nrn parla cli cl11e fattori - il fattore incliYidualc moltiplicato pel fattore cli ambiente (p. 41). Povero fattore fisico! In Sardegna non poteva comparire perchè vi avrebbe fntto ben magrn figura; perciò il nostro autore, forse maliziosamente. dando uno strappo alln tricotomia del Ferri r contro le consuetudini della scuola ne ha taciuto. S1•ne lodi la prudenza, almeno per questo. Passo sopra alle ripetizioni frequenti in grazia delle pagine clel laccnino cli viaggio, che volendo es ere cosa arlislica tnlora ci fanno conoscere episodi eia operetta offrmbacchiana : acl esempio gli espcclicnti cui clevc ricorrc1·c un esattore nell'alta Ogliastra ~nclc sfuggire ai ladri (pag. 27). iXon mi fermo alla paradossale importanza, che eia alla caccia come indizio ctella delinquenza o prcpllt'azionc alla mcclcsima (p. 8:5e 86) e alla perizia nel maneggio delle armi anche tra le clonnc (I). 77 e 81). Lascio che per la pt·ima protestino gli onesti seguaci di l\rmlwocl e cliS. Uberto· e in quanto nlla seroncla. m1'glio che l'autot'ità del Lomb1·oso, vale l'eset11()io clella S,izzcra, che non ostante la gl'anctc perizia nel maneggio delle ai-mi è t1·a i meno clclinqucnli paesi di Eu1•op1J,e accenno appena alla patente contraclclizionc sull'atavismo psichico. che respinge se è sostenuto eia :uantcgazza e eia mc, e che accetta ripct11tamcn1cse lo può prcscntt11·ccome tco1•iapropl'ia. In quanto ai fattori cli ambiente, elle sarebbero i fattori socia(j. il disnccordo non è granclc. Accetto qunnto egli dice sull'isolamento, che ha mantenuto la Sardegna in condizioni morali e intellettuali anacro11ilichc. e che eia solo spiegherebbe grandissima pa1·1cclclla f'enomcnolog·iacriminosa cicli' isola (p. 55 59); accetto ciò che egli dice sulla poca ricchezza, Sltlla poh·erizzazionc della prop1·ictà fondiaria alternantesi col lati{;mdo, sulla mancanza di capitnli e conseguente granclissima usura, sulla gravezza delle impo te, ui sala1•iinsufficienti - quantuncrne mi sembrino anco1·a troppo alti quelli da lui indicati - etc. (p. J.lO a 130). I casi di miseria estrema che il l\"iceforo descrive e la tavola XYI che dimostra il parallelismo tra fnrti, omicicli,rapine e prezzo dei cercali (p.132)basterebbero a spiegare l'alta clclinqL1cnzaclella Sardegna, senza bisogno cli rico1Terc alla razza. Ma la l'azza clcvcrimanere in iscena per ispiegarc l'omiciclio, pcr·cltè l'omiciclio 110nha eia far•ccoll' ambiente economico (p. 134). Jl Siccforo 1·isparmia fatica ai suoi critcr·i pcl'cltè egli stesso invoca l'eloq11e11.:.;a delle ci/l'e - sono sue pal'ole - per mcttCl'Cin evidenza in due pel'iodi. 1880-87e 1888-91, il l'apporlo tra le condizioni rconomichc (la 1111 lato e le rapine gli omicidi e le f'l'ocliin ('0llltn('t·cioclall"alt1·0(p. 1/40) e pr1· co11<:l11clcl'e rlw : " 1·1·i111i11alità e 1·011di::,io11i « C/'1)//l)IUÌClte,Sl(l/l/1(/ ili ye11erale /l'(t di loro r/JlllCdue « coloI111e di 111err11rioin due /uhi corn1111ica11li:la « pressione esercita/ci in n11adelle colo1111esi ('ci im- « mediatamente risentire nell'altm », (p. -14-1).

104 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI La conclusione è giusta e dopo averla constatata si può dimenticare la sua precedente asserzione sulla minima azione attribtùta alle condizioni econonùcl1e nella zona delinqnente (p. 1.36). La capricciosa eccezione non vale la pena di essere discussa. Meglio vale ricordargli cbe la condizione economica esercita una azione indiretta J>otentissima sull'omicidio. La miseria, infatti, non consente l'istruzione e la buona educazione, che sono indispensabiJi per ridurre al minimo i reati di sangue; e questa è induzione rigorosa dai fatti. Guanti il Nicefero al parallelismo costante tra analfabetismo e frequenza nell'omicidio in Italia; al parallelismo tra i due fenomeni in Ispagna e in Ungheria; segua ancbe il Bosco in America (L'omicidio negli Stati Uniti. Roma -1897. p. 54) e siccome escludo in lui la malafede, sono sicuro cbe se ne convincerà pienamente e in una seconda edizione riveduta e corretta del lihl'o, son sicw·o cbe non trascurerà, come ha fatto nella prima, con tanta· leggerezza il fattore istruzione nel discorrere dell'omicidio. .. * * La Nuova Sardegna, valoroso giornale democratico di Sassari, rimpicciolendo alquanto la quistione si è data acl un esame statistico per respingere da Sassari e dal Nuorese· il triste primato, elle il Niceforo ha loro assegnato e con mal celata compiacenza, ricordandogli eh' egli è siciliano e che in Sicilia e' è qualche provincia, cbe in quanto ad onùcidi è la prima, pare abbia voluto dirgli: rnedice cura te ipsurnl Il richiamo per quanto sanguinoso è giusto. Non me ne ho a male io che sono pure siciliano; e di sicuro non se ne offenderà il mio conterraneo Niceforo che non creclo affetto dal male dello Chauvinisme. Sono convinto che se egli al suo studio è stato mosso da criteri ohiettivi, assolutamente disinteressati: non può ignorare che anche lui appartiene alla razza maledetta e della medesima porta inoccultabili alcuni caratteri, tra i quali la bassa statura. Il cranio non glie l'ho misurato. Dissi che il giornale di Sassari rimpiccioliva la quistionc indugiandosi a dimostrare che il numero dei reati è maggiore nella provincia di ·Cagliari o in Si.- cilia o in Roma o nelle Calabric. La verità è che le isole e tutto il mezzogiorno <la lloma in giù - il Lazio tutto compreso - si rassomigliano grandemente nella delinquenza, che varia cla una regione all'altra, ma non di molto· e che oscilla da un anno all'altro in guisa che il p/imato passa facilmente in uno o più reati, eia questa a quell'altra JH·ovincia.Rinun~io J?crciò alla verilìca delle cifre dcll'Orano e del N1ceioro esaminate dalla Nuova Sardcyna e studierò sinteticamente la criminalità di metà d'Italia in rapporto alla razza - con tutte le sue varietà - che l'abita; poichè è bene si sappia che ciò che si dice_della Sardegna sotto questo aspetto. dal più al meno, si applica alla Sicilia, a Roma, alla Campania, alle Calabrie ccc. ecc. La spiegazione dei fenomeni sociali, vari _da nazione a nazione, da molto tempo e eia oscuri o da illustri scr·ittol'i venne cercata nella di!Tert~nzadi razza. Alla di!Te1·cnzadi razza anche testè ricorse il Russel Garnier onde t1·ovarc la ragione della pretesa superiorità del larnratore llella terra in Iscozia sul contadino drll' Inghilterra e la differente legislazione sui poveri d'Inghilterra, Scozia e Irlancla. (.,/Jmals o( lite British l'cosonl1J·. Lonclon. Swan Sonnenschein e C: 0 (pag. 3Jg e ,1g2). La spiegazione è comoda, facile; ma non regge alla critica come llo tlimostrato esaurientemente nel 2° volume 'della mia Sociologia Criminale. Per reggersi si tlovrebbcro eliminnre ~li innun~ere~1oli .con: trasli che presentano •ra loro m luoghi d1vers1 gh elementi di uua stessa razza e le variazioni notevolissime che in secoli diversi la stessa razza presenta in un medesimo luogo. Non è agevole intendersi sui caratteri, che devono distinguere le razze tra loro; e le gravi difll.coltà cui si va incontro nello assegnare tali caratteri sono state esposte da G. Sergi nell'ultima sua eccellente pubblicazione (Africa. Antropologia della stirpe camitica. Torino. Fili Bocca, 1.897. L. ,10). Agli stessi risultati pervenne testè il Novicow, sebbene partito da un diverso punto di vista sulla quasi impossibilità, oggi, di parlare di razza pura. (L'avenir de la race bianche. Paris. F. Alcan. 1.897). Dato che si fosse d'accordo sui caratteri antropologici non si avrebbe fatto un passo per ispiegare la storia dei diversi popoli. L'antropologia, infatti, dimostra la persistenza dei principali caratteri fisici di un popolo, mentre la storia mette in evidenza la mutabilità delle condizioni intellettuali, morali e sociali dello stesso popolo; permanenza di caratteri fisici da un lato e mutabilità di caratteri psichici dall'altro che vennero or ora riconfermate splendidamente dal Sergi a proposito dell'Egitto (Africa etc.). Ed a c1uesta obiezione da me sollevata cc,ntro le teorie del Lombroso, non si è data ancora risposta alcuna. Comunque una influenza relativa alla razza si può assegnare, ma nei limiti stabilili da mc: « questa in- " fluenza è quella stessa della e1·edilà lissnta, rinvigo- " rita cd allal'gata clalle condizioni comuni di esistenza « dell'ambiente fisico e sociale, in conformità degli « insegnamenti di Waltz e di Hiliot ». (Sociologia Criminale. Yolumc 2° p. '189) (,t). Ciò premesso si può sottoporre ad esame la quistione della razza in Sardegna, nel mezzogiorno e in Sicilia. Nulla di più strano - è la parola più benevola che posso adoperare - dell'asserita grande differen=a antropologica in Sarclcgna; per convincersene in modo da rendere semplicemente ridicolo ogni tentativo cli opposizione basta gettare un colpo d'occhio sull'aliante, che accompagna la splendida pubblicazione elci Capitano meclico Rodolfo Livi. (Antropnn1elrirt 111ililfll'C. Homa 1896). 1"on e' è regione cli llalia, che per tulti i dati antl'Opometrici - indice ccf;:1lico.statlll'a, colol'C della carnagione, degli occhi e elci capelli, altezza e stl'cttczza della fronte, piccolezza e gl'anclezza della bocca, forma del naso MJuilino, arriccinto o schiacciato, ampiezza del torace, capelli ricciuli o ondulali - presenti tanta unilormità di colorazione quanto la Sardegna, cui si accostano la Sicilia - con mag·giore varietà cli tinte - e tutto il mezzogiorno ct' Halia. La scoperta dei crani spiccola111c11/cr.lolicocc/ali a Porto Scuso è semplicemente una cosa allegra, che supera per l' importarza le scoperte clil\lonsicur dc la Palissc: in Sardegna prevale la massinrn dolicocefalia non solo rispetto ali'ltalia, ma anche al resto di Europa: il massimo assoluto si riscontra in Flurnini, San J,uri. e Lanpsei, da 7~, 2 a 75, 7; immediatamente dopo, con un indice cefalico tra 75, 7 e 76, 7, Yengono la .zona delinquente ed altri punti della provincia cli Cagliari. Solo l'isoletta di Carloforte per l'indice cefaUco, come per altri dati antropometrici si distingue dal resto; ma di Carloforte, dove con una certa verosimiglianza avrebbe potuto parlarsi di una razza diversa - celtica o slava o germanica - il Niccforo non fa parola. In quanto agli occhi o :,=111'/'i che vi guardano nella Gallura e ai ca- . pelli biondi delle belle fanciulle e ai tipi perfellamente cclii il Niceforo uaviga in pieno romanzo. II tipo biondo puro (capelli biondi e occhi celesti) ci presenta le minime proporzioni assolute in Sardegna: meno di 0,79. Solo cluc punti della provincia cli Sassari, Alghero e Tempio, superano di un grado questo ininirno assoluto e ne presentano da 0,79 a 1..54 "fo. Fortunato il i\iceforo, sotto i cui occhi passarono lutti i tipi per- (1) Con YE'ro piacere ho potuto costatare che il, Bo~c~ intende allo stesso modo l' influeoza della razza (L omicidio negli Stati Uniti, pag. 26).

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 105 fellamente celti, che costituiscono l'infima minoranza della Gallura I Antropologicamente, ,Hhmquc, le grandi dif/erenze affermate dal nostl'O A. sono un mito e non possono far fede della asserita sov,·apposizionc .clellc l'azzc in Sarclcgna. Con ciò non si uega ciò che tlicc sull'autorità ciel Scrgi e cioè che vi possano cssel'e nell' isola varietà umane microcefaliche; ma questa constatazione non ha alcun valore sociologico. Figuriamoci cruale esso possa essere pensando che scconclo la nota 5 a p. 34 del libro di 'iceforo la varietà ellisoidesmicros si trova in i\Iosca e nel Sannio, in Kasan e a noma, in Smolensk e in Sicilia e Pompei; la plalycephalus micros in 'ovogorod e nel Sannio; la spheroiclesmieros in Kasan e a Roma! ..... etc. etc. Del resto questa unità antropometrica della Sardegna - la massima che si possa rinYenire in un aggregato sociale - non deYe e non può sorprendere; anche se razze spiccatamente diverse dal lato antropologico l'avessero invasa nel corso dei secoli, in un ambiente così piccolo,a forza d'iucrociamenti sarebbero gradatamente scomparse le clifferenze. l\la il fatto dell' unità a11tropologica ha una spiegazione più sem1)licesecondo le teorie del Sergi accettate incondizionatamente dal Niceforo: i Greci, i Troiani, gli Spagnuoli, i Berberi, i Libi, i Genovesi, i Pisani etc. e tutti i popoli elle egli ci ha fatto passare dinanzi come in una lanterna magica, non sarebbero che rami della stessa grande stirpe camitica, che si sarebbe diffusa non solo in tutto il bacino del Mediterraneo, ma che sarebbe anche penetrata nell'Em·opa occidentale fino alla Gran Brcttagna e nell'Europa centrale ccl orientale fino n limiti poco clctcrminati finora. (/lfrica p. 395). E con ciò rimarl'cblJc spiegata l' unifol'mità elci caratteri fisici tn1 gli abitanli (!ella Sa,tleg·na e la gramlc rassomiglianza con quelli della maggio!' parte d' Itnlia. Chi in nome clcll'antl'opolog•ia aclunquc volesse impl'imerc il mal'Chio cicli' inferiorità alla sola Sal'clegna sbaglia cli grosso e lo impl'ime,·ebl>e oltre che a noma e a tutto il mezzogiol'no cl'Italia a tutti i popoli cielllleclilcl'l'aneo,comp,·cso il G,·eco,compl'eso l'Egiziano, che il Scl'gi chiama ·11n ramo gto1•iosodalla stirpe cheha.coloni=::ato il ìlledilerrnueo(Africa p. 5). " * * Dissi che l' influenza clclla ra;;;;;;ct era sLata invocata da molti. e in molle occasioni; ma nessuno ha fallo ta11touso ccl nbuso cli questa lol'za mistel'iosa e l'ha fatta intervenire nella spiegazione dei fenomeni sociali con tnnta leggerezza cruanto la famosa scuo.la di Antropologia criminale. Lombroso, Ferri e Gal'ofalo, tacendo dei minori, hanno voluto spiegare la dclincruenza clelle varie regioni d'Italia coll'iJ1tervento clella cliversità delle razze dimenticando che le stesse razze chiamate in soccorso altrove hanno avuto diversa fenomenologia e che questa ha variato da un periodo all'altro, e ha avuto le sue fasi ascendenti e cliscenclcnti. Così Lombroso vedendo che la provincia di Siracusa in Sicilia dà una minore delinquenza delle altre dell'isola, non esita ad attril)ui,1e il fatto alla prevalenza dcli' elemento Greco; la frccruenzadegli omicidi nelle provincie di Girgcnti, cli Call/lnissclla e cli Palermo, invece l'attribuisce all'azione clcllctril)t'1 semite e berbere. E il Ferri più lal'gamenlc la 111aggiol'Ccriminalità ciel mczzog·iol'lloe clellc isole l'attl'il)uiscc alla l'azza medile1Tanea, nella quale comp,·encle arabi, fr. 11ici,ali)ancsi e gl'cci; mc11tre la mino,·c dcH'Jlalia settrntrio11alc la spiega colla ))l'l'\'alrnza dei celti. li Lomb,·oso a sostcgrnJ ckllc clislinzioni s11cpel' la Sicilia non JJltù assolutnmcnte mltlt11·1·ealc1111dato antropolog·iro ccl è rnl'pt·rndente che si possa sostc11el'l' una tcol'ia ai1tl'opolog•icasenza dati m,1,·opologici.Allo stesso Lombl'oso in altl'a occasiom' clal'Òampie spiegazioni d'indole csclt,sivamenle sociale s11lgn111dissi1110 numero di omicidi, che si commcllono nelle p1·ovi11cic cli Girgcnti e cli Callanisselta; per ora mi pcl'mcttcrò di ripcte,·gli che cnlunnia aclclirittura i berberi e i semiti a111·ibucnclolol'Ouna influenza Cl'iminog·cnasmentila l11minosamcnlc eia.li.astol'ia. Secondo g·li uJtimi studi ciel Sc,•gi,.,.inlanto, i semiti rapprcsentcrcllbel'O u11arazza clivel'sa eia quella t·11iappartengono i berberi; i q11ali invccC'sn1·1·bbCl'Ofralclli clei G-,·cci. li meglio poi è questo: i semiti danno una mino,·c delinquenza in lulla Eul'0pa; i berbei·i cli Ghaclamès e clcllnKabilin nulla hanno eia inviclial'e ai più onesti popoli dell'Europa civile.Solo per com11clitcàicli'illustre psichiatl'a torinese cla1·cbbcl'Oin Sicilia risultati vcs• Simi! Le conseguenze cli qL1esto pregiudizio scientifico sono più enormi quando le razze si guardano solo in un cinto momento, senza considerarle attraverso al tempo. L'm1ilatcrale osse1-Yazionc lellafenomenologia sociale in un clato momcuto clella storia, inclucc sicuramente in errore in senso ottimista verso una razza e pessimista verso un' :i ltra, percllè tutte le razze hanno avL1tola loro fase progressiva e cruellaregrcssirn. L'istantanea presa nel periodo ascendente a cui si cliaun ,,nlore assolL1to,farà accorciare il primato in tutte le virtù ad un clato popolo; e viceversa. Così attualmente c' è il pregiudizio prevalente in favore clella razza anglo-sassone o anglo-celtica. Osservatori di altri tempi avrebbero JJ0tuto stabilire il prcgiutlizio in favore de' Chinesi, clegli Egiziani, dei Greci dei tempi cli Temistocle o di Perirle, clei lllacecloni di Filippo, elci Romani antichi, dei Greci cli Siracusa e della lllagna Grecia, dei Saraceni cli Sicilia, cleilllauri lli Spa- . gna, clegli Italiani clei comuni .... Egli è così cbc ogni razza ha giudicato se,-c1·amenle un'altra nemica, che alla sua volta è staia fatta segno alle stesse accuse. I Romani stabilirono la lrgg·cncladella fedepunica; più tal'cli t111numiclico, Giugurta, diceva che Roma si venderebbe se t1·ow1sse1111cornpl'atorc. Catone volle respi11gel'C al'llcaclella Romn pc,· paura che v'importasse la col'ruzionc gl'eca; poscia alt1·i avl'c))bc voluto cvilal'e il contatto clei Ialini pc,· paura clcllaco1·1·11zione romana. Il genr,·alc T,·ochu - che viveva a Pal'igi ! - aL11·ibulia sconfitta clell' cm11èleerrible alla co1·1·uzionc ilnliana, mentre Jacopo G1·icumrifiutò ogni sentimento mol'alc ni francesi, come i Russi lo negheranno ai Tedeschi e gl' incliani, VCl'l'àgio!'llo in cui non vorranno riconoscel'J0 negli Anglo-Sassoni. Per la stessa ragione un siciliano cielpcrioclo stol'ico cl.ciSnl'aceni avrebbe stabilito che la barba,·ic e il pr•irnalo ucll'omiciclio spellavano alla ra;;;;;;a, clic J>opoJava la Scozia; mcnt,·c uno Scozzese oclicmo con pm·i leggerezza dirà che nnalfal>ctismo cclomicicliosono le carattc1·istichc Clelia ra;;;za che popola la Sicilia. Questo sistema errato cli giuclicare fa ripetere al i'iiccforo gli insegnamenti ricevuti dai maestri e gli fa attribuire la minima quota cli omicidi nelle isole britanniche nlla razza anglo-celtica. (p. 94) Egli, e con lui i suoi illustri maestri, hanw-, climenticato mia ba7,zeccola : che questi virtuosi anglo-celti cli oggi erano alcruanto diversi qunlchc tempo fa; ci rassomigliavano, se non erano peggiori di noi. Ciò coll'autorità cliReclus, cli ìHac,nJay, cli Bucklc climostrni nella Sociologia Crimùwle; ciò posso 0l'a riconfcrmm·e coli' autorità (li un eminente scl'itto,·e anglo-celtico con1empol'a11co. En,·ico FCl'l'i - in ])al'lC contro la ve,•ità - cllce i popoli sellcntl'ionali llcll'Africa - eia cui vengono agli italiani llcllc isole e clcJ i:Uezzogiomo Jc lol'o catlivc qualità - fieri, bellicosi,veementi; {Niccfol'op. VG) ma sentile ciò che Jlussrll Gm·nie,· dice cle;;li Scozzesi quasi contcmpontnei - sino ai l)l'incipì di q11cstosecolo mol'l'nte: « il l'urto t'l'a la 1·egolacll'glillighlanclcrs « non solo nella pianu,·a vicina, ma anche tra i rnem- " hri dello stesso clan. Essi ese,•citavano l'esol'IJiLnnlc « polel'e l''\ legl' (I/tee:rorbitc11l1atwlespowc1') coi p,·opri « compag·ni. Non mig·liornvano la 1wopl'ia casa per « paura cl'invog•lia,·cg·li alll'i a clcl'ulJarla; così tra « lorn r1·a sbandita ogni specie cl'intlustl'ia e la pigri-

106 RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI « zia, la maclrc cli ogni vizio e la sorgente cklla di- " pcnclenza, era amala sopra tntlC' lC' eosr. Come oggi « in Irl.ancla, prevalevano in Iscozia i <lt'littiagrari: ... « gli ScozzC'siinfine rrano asinli, pig,·i, vendicativi, « rissosi, sa11gni11arì. » (/ftmals o/ Brilish Pcasa11flJ· p. 150). 1\011si clirelJIJr_.chelo scrillore angl.o-ccUico parti <lei Siciliani e elci S,ll'(li o<licrni? E e' è (li meglio. Il Loml)l'0SOSl('SS0in uno dei snoi ravvieinamcnli etnici esclama : « Le grnssazioni acca- " dono in Sardegna come nei clan Scozzesi o nelle « tribLLArabe. n (Nicc{oro p. 65). Duncruc? Dunque: habernus con{ìtcntem reumi Questa grassazione che sollo il regime <Lcl clan carallcrizza i Sareii, gli Arabi e gli Scozzesi elimina Ja distinzione trn le razze e alla razza, in se stessa, loglic crualunqne speciale potere criminogeno. * Potrei ancora dilungarmi su qucslo tema e adclurre nuovi fatti storici in favore cli ciò che sostengo, ma la lLrnghczza cli (JLLCstoarticolo m' impone di porre termine alle citazioni; mi Hmiterò soltanto a rico1'(lm·c che alla fine ciel secolo scorso .la Loml)a1·cliae il PicmoHlc clic oggi sono oggC'tto lii ammi1·azionc e cli inviclia, erano in conclizioni morali assai clivcrsc; i caratteri dei piemontesi sopratullo si avvicinaYanomaggiormente a quclfr elci Sardi e dei Sici.liani o(licmi. (Vedi Tivaroni: L'Italia prima della rivolidonc francese p. 153, -158 e 272). Ciò dctlo mi affrclto alla conclusione per chiedere: Si può sperare che in un avvenire più o meno prossimo e promovcmlo opportune trasformazioni clclle concliz1onisociali queste razze, 0ra tanlo proclivi al rlclillo, progrediscano moralmente? Pc1· la .::;onadelinquente il Niccforo lo esclude recisamente; egli ne ritiene la razza, elle l'abita inallallabile, impossibilitata a progrcclirr, e a<l evolversi, cristaUizzata, immersa in 1111 passato, chr non ha pi1't ragione cli csisten·. (p. 58 e o!.J). Questa la sua <lesolanlr concl11sioor; la quale se rosse giusta eonsigliercbl)c l'uso del l"l'rro e del fuoco per clisL1·111·g1l1ic abitanti. La Sarclegna così p1·r,cntcr-elJbc 1111azona <loppiamente malcllella: maledetta nrlla terra, che J'on. ìUacola ha proclamala immo(lifìca!Jilc - malcclctta negli 11omi11ic,he non hanno racollà cli aclattamcnlo alla civiltà! La conclusione sa1·cl)bcallclirilt11raclolOl'0a; e meno male se 11011 si trnttassc lii applical'la che alla piccola zona dclinquc11tc clclla Sa1·llcg1ia.lUa I.a logica sugg·c1·isccallrimcnli: la razza malcclclla, elle popola lulla la Sarllegna, la Sicilia e il mezzogiorno li' llalia, eh' è tanlo affine per la sua criminalità alla prima, llovrcbbc essere ugualmcnlc tratlala col ferro e col fuoco - cla1malaalla morte come le ra::.::;cinferiori clcll'Africa, (lcll' ALtslralia ccc. clic i feroci e scellcrali civiliz.::;atori dell'Europa sislcmalicamcnlc clistrug·gonoper rubarne le terre. i'on esagero per· comodità clipolemica. Chi conosce la leltcrnlura della scuola (li antropologia cr•iminalc sa che tra le lincl' cli ogni sua pulJJ)licnziouesi legge siffatta at1·occ co11cl11sio11Sr.e esplicitamente non vi è formulala lo si deve alla p,111ru dell'impopolarità; paure elle nou ha avuto il i'licefo1·0, il cui pensiero genuino si rileva eia ciò che egli scrive sulla eredità, che costituisce, come <lissi, l'influenza alliva clclla ra::::a. « L' crcclilariclà psichica è fallo ben salclo e « ben organizzato che non sparisce - come crcclono « il D'I raussonYillc e il lloll, di fronle all'imitazione « e alla educazione; è la psiche che si trasmette <lai « padre al figlio, falalmc11tccon Lutlo il cumulo dei « suoi clifctli,come ne fanno fc<lcle strane genealogie « cli Lcmairc, cli Cllrclicn, del beone i\Ja, - le os- " scrvazioni lii. Thompson, cli , irgilio, di )larro, cli. « Kocll; è l'organizzazione <lei carallcri morali, che « passa dal generante al generato per mezzo del mi- « sterioso fenomeno clcll'credità psico-organica " (p. 68 e altrove. E qui ripeto: se non si lrallassc clrc cicli'opinione pc1·so1rnlcciel l\iccforo la si potrcl)IJCprcnclcrc come una clcllc solilc csagcrnzio11idei giovani e dei neofiti; ma è il macstro,Enrico Ferri che lo loda per le opinioni manifestate. Nella Prefazione elciFerri, infatti si legge: « Lontano da ogni reliccnza e eia ogni convenziona- « lismo, il Niceloro chiama « pane il pcmc » così nelle « premesse cliagnoslichc come nei suggcrimcnli della « cura. Forse qualche particolare affermazione o in- " clLtzioncmeritavano il crogiuolo di una osservazione « più oslinata; ma le lince genernli e i dati principali « e le conclnsioni non sono che documento nuovo « della f'econdità teorica e pratica portata nel campo « clella criminologia clal mctoclo sperimentale e clios- " servazionc clclla scuola posiliva. » (p. I e II). Est0cc clai1·? La solidarietà è completa tra il maestro e il discepolo; solidarietà, che apparisce meglio dalle parole ciel maeslro, che il clisccpolo riporta a p. 07. E l'el'rore, fortunalamentc è ncll' uno e nel- !' altro. L'eternità, l'immutabilità elci caratteri clclla razza emerge chiara clal modo cl' intcnclerc l'eredità. Questa concezione si adatterebbe perfettamente alla teoria di Wcissmann, che nega la trasmissibilità ciel caralteri acquisiti; ma riconosciuta crucsta trnsmisslliilità, senza la quale non si piegherebbe il progresso morale e intelleltuale, dall'uomo primitivo, dal selvaggio all'uomo civile attuale, l' ipotesi della perennilà elci caratteri clclla razza, s' inl'rangc dinnanzi all'evidenza dei fatti. Questi caratteri non muLano se non interviene l' azione cli altri l'attori - elci!' cclucazionc e clclla istruzione sopratutto, come bellamente, tra lanli altri, ha insegnato il Guyau. Se gli Scozzesi cl'oggi quanto agli .istinli sanguinari sono tanto diversi clai loro non remoti antenati e l'omicidio è tra loro un n1tto eccezionalissimo,lo si deve a quella legge scolastica elci IG96, che prima che in [nghiltcrTa diffuse ne.Ila Scozia l'istruzione. La benefica infinenza di quella legge da tanti riconosciuta vP.nnctcstè riconf'crniala clal Hus cli Garnicr. L'crctlilù elci caratteri criminosi, certamente verrà rinforzala da una educazione calliva; ccl è il caso dei Lemail'C, dei ìllln. etc. - casi inclivicluali cd eccezionali coi cruali non si può spiegare I.'evoluzione clcllc collettività. Del resto nella stessa Sar·dcgna e nello stesso Niccforo si trova la smentita alla teoria clclla scuola cli antropologia criminale. Nella Gallura egli riconosce elle una volta prevalse l'omicidio per vendetta; oggi invece al nemico si uccillono le pecore e le viti. (p. -14) Il progresso non è poco. Jlcglio questo progresso nrllc criminalità di lntta l'isola avrebbe poluto constatarlo se avesse posto rncutc a ciò elle era l'omiciclio per· vendetta in Sardegna alla fine del secolo scorso e sul principio dell'attunlc (E. Heclus: Geographie Univcrsclle Voi. J. p. 09G). Ancora: I.a Corsica, tanto vicina psicologicamente e geograficamente alla Sar(lcgna, colla sua diminuzione notevole cicli'omicidio - gli omicidi eia 23,H P<'I' 160,000 abitanti 11cl 18io-38 llisccnclono a 9,78 nC'I 1867-80 - stncliata dal compianto Hournc-t, (Dc la rrimilwlilé c11 Corse) riconl'crma la fcclc confortante nella moclifica!Jilitàclclla ra~=a e perciò nel progresso clelr umanitù <lappoichè per· qua11to fantastici i signori loml)rosiani non a1·1·ivc1·annao sostenC'n', elle questa e1101·rnceliminuzionc ncll'omiciclio, che ha messo la Col'sica. tanto eclcl)1·c - e 11·istamentc per la 11c11c/ella: a livello clellc mig·liori r·cgioni celte cl'Italia sia clov11taalla sostituzione cli una rnzza a quella 111cditcrrcwca. Il ft•nomeno è dovuto escl11sh'anwntt•al mutamento nella conclizionc sociale. Potremmo e clovrcmrno disperare clclla Sardegna e ciel mezzogiorno cl'Ilalia se rosse provalo che un governo onesto e inlclligcnte per lu11gaserie cli anni in-

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIE 'ZE SOCIALI !07 vano avesse fallo convcl'gerc i suoi Sfol'zi al miglioramento <liquelle coni rade e di quelle r/lzzc maleclcltc. ;\la r Italia nuova - lo conlt•ssano Iulli - finora nulla cli bene per esse ha fallo, molto di male. * Alieno dal Yolgare e pernicioso r/wuvi11i:m1c, elle consig·lia cli nasconclcre le piaghe elci propl'io paese r cli esal.tamc anche i clifclli, eia anni ccl anni ho levalo alta la voce per ·deplorare la t1•istizia !I clic condizioni politiche, intellettuali e morali del mezzogiorno e delle isole. Più cli dieci anni or sono pubblicai La Deli11quen:w della Sicilia e le sue cause elle mi valse le invettive deg·li ignoranti o dei malevoli della mia isola natia compensate clellc lodi, c!Je rammento con legittimo orgoglio, clell'Holtzcnctorf. Ed è poco elle per aYere scrilto la verità - anzi meno clella vel'ilà - sui costumi politici e morali del mczzog·iorno fui fallo segno acl un inauclilo, ignominioso tentativo cli linciaggio entro l'aula di :uontecitorio, eia parte di una banda, ch'era stata presicclula, in nome dell'offeso decol'O ciel mezzogiorno ... clall'on. Duca di San Donato. Ciò ricordo pc,·chè si sappia elle in mc non sono tenerezze morbose per il mio paese e per i miei concillacliui. Jla a loro dissi spesso parole aspre e elle mi facevano sanguinare il cuore per il desiclerio arclcntc, immenso eh' è in mc cli vederli guariti dalla lebbra elci clelitto, clcll'anall'abctismo, Clelia corruzione politica. La rampogna in apparenza c1·11clelc - come appare cruclele al bambino il chirurgo che taglia sul vivo e caustica - parli clallr mie labbra per l'amore sincero elle porto alle conlrade natie, che vorrei vedere inn,lizalc al livello della nwg·giol'Cciviltù. Sfel'zai cl11rnmcn1c,slt·1·zni a sang·uc, pel'cllè ho l't·cle antica ·e salda nella perfetlil)ililà clclla mia razza, che g·ov1•1·nJi)l'Cviclenlie persevcranl i in concol'SOcon citladini illuminati ed cnr,·g·ici, potrcl)l)cro ricon(lu1Te all'anlico splenclore. Questa lt•cfcmi li11·it conlinua,·e per la vin baltula sinora ma mi costringe in pari le111po alla protesta COllll'0 le stolte ll'0l'Ìl' (lei SIIJ)C/'/Wltlilli l' Cieli!' Sllj)Cl'- 1'(1::::c, elle segnalano 1(11·azznrn11lcdelta 1t0u alla prog,·cssiva 1rasf'ormazio11c,ma nlla cli,11·uzionc. DR. NAPOLEONF. COLAJAN:-I Concezione sociologica delsl toria La ricerca delle cau~e dei fenomeni sociali e giuridici e dei fatti sto1·ic·ipresen1a molte difficoltà per le seguenti ragioni: 1 ° perchè grande è il numero delle cause ai essi; 2° perchè complessi sono gli elementi costitutivi di ciascuna causa; 3° perchè le cause si compongono in modo meraviglioso fra di loro, sicchè riesce impossibile in taluni casi determinare a quale delle cause componenti si debba riferire un particolare effetto: 4° perchè variabilissime sono le con !izioni dell'ambiente esterno, nel quale le cause divengono opei·ative. Ma, poichè è tendenza naturale della nosLra mente il 1·idurre il molteplice ad unità per renderci ragione dell' oedine universale, così nella stol'ia si è cei·cato sempre di ridurre i vari elementi dei falli sto1·ici ad unico fattore, ad unica causa, da ritenersi perciò causa suprema: come nella fisica al secolo nostro si è tentato di ridurre ad unità le forze fisiche, considerandole quali trasformazioni del movimento. Ma se i fisici sono concordi nello ammettere I'imità delle forze fisiche (che è poi anch'essa im'ipotesi, cQme <la tutti si 1·iconosce), non lo sono invece i filosofi della storia e gli storici, i quali attribuiscono a fattori suprnmi diversi la origine dei fatti stol'ici e neppure si contentano di parlare di ipotesi, ma con grande sicurezza parlano cli verità. La causa della diversa pr.sizion~ presa dagli uni e dagli altri è da riporsi: 1 ° nello in~ieme delle ragioni sopra espresse, che rendono difficile la ricerca dei fattori veri dei fatti storici: 2° nella natura diversa dei fatti fisici e dei fatti storici, poichè i primi formano oggetto di osservazione e di esper·imento e possono essere studiati con la massima diligenza : i secondi invece formano oggetto di sola os~ervazione, e questa nel maggior numero dei casi non è diretta, ma indiretta, percbè non tutti i fatti storici cadono sotto i sensi di chi ne ricerca le cause. Ed ai giorni nostri è venuta fuori la dottrina cosidetta del materialismo storico, che ha avuto forti propugnatori e nel tempo stesso non pochi avversari, per la quale si sostiene, che la struttura economica della società è la base reale, su cui si eleva una superstruttura giuridica e politica ed a cui corrispondono determinate sociali forme di coscienza, sicchè il diverso modo di produzione della vita materiale determina in generale il processo sociale, politico ed intellettuale della vita (1). Questa dotti-ma è stata combattuta; e si è osservato contro di essa, che i fatti storici, le istituzioni sociali, ecc. non si possuno spiegare tutti come risultato dei mutamenti o delle modaliti1 della produzione economica. E questa osservazione è grave ed è vera, perchè chi studia senza preconcetti i fatti storici trova, che es i sono stati e sono determinati da fattori diversi, e che solo in alcuni momenti storici i fattori economici sono prevalsi sugli altri fattori. Engels ha cercato di dare chiarezza alla dottrina del maestro e sottrarla alla critica aspra degli avversari, ed in una sua lettera sc1·iveva che la situazione economica è la base, ma i diversi momenti delh superstruttura, cioè le forme politiche della lotta di classe, le forme giuridiche. le t· orie politiche. ecc., esercitano la lòro influenza sul procedimento delle lotte storiche e ne determinano sopratutto la forma. Secondo Engels. adunque, il momento economico è il momento determinante nella storia, e le teol'ie politiche. gim·idiche, filosofiche, ecc., esercitano anco la loco influenza, ma determinano sopratutto la (01·- ma. Or è vero, che le idee politiche, giuridiche, religiose, ecc., possono influire a far mutare /'or- (1) Carlo 7\larx, Il Capitalf'. Tracluz., Iran., del 1875. pilg. 32.

i08 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI ma alle lotte storiche determinate òalle condizioni economiche, ma non è vero che le condizioni economiche siano sempre le cause determinanti dei fatti storici. I materialisti della storia sostengono appunto quest'ultima proposizione, ed a nostro giudizio sono in errore. Il lato debole della loro dottrina sta nell'esagerazione di una verità sociologica, che è questa: l'attività economica è uno dei fattori della storia, o per dire più chiaramente: fra i vari bisogni umani che esigono soddisfazione hanno grande importanza i bisogni economici, e fra i vari sentimenti che agitano il cuore umano prevalgono spesso quelli della conservazione della vita e del miglioramento delle condizioni economiche. E l'errore sta nel trascurare gli altri fattori della storia, nel ritenere che la espressione fattori storici sia espressione da empiristi della ricerca, da astratti analizzatori, da ideologi che ripetono Herder. Quella espressione, a nostro giudizio, è scientificamente esatta: è risultato diretto dello studio dei fatti storici considerati dal punto di vista sociologico, che è il solo punto di vista da cui debbono essere studiati i fatti storici, quando di essi si vogliano trovare le cause o le leggi. Ed invero i fatti storici, sono una grande cate: goria di fenomeni sociali, e non possono essere studiati se non col metodo proprio della sociologia: ad essi debbono applicarsi i principi generali di questa scienza. Or la vita sociale, secondo ci insegna quella scienza, si svolge per la coefficienza di molti fattori, cbe dapprima debbono essere studiati psicologicamente, essendo le mutazioni sto1·iche manifestazioni di fenomeni psichici, o effetti di alcune idee o di alcuni sentimtnti prevalenti in certi tempi ed in certi luoghi. Col mutarsi infatti delle idee e dei sentimenti relativi ai fini umani, al valore dell'esistenza, ai bisogni particolari della vita, ecc., mutarono i fatti storici. Niuno d'altra parte potrà negare, che l'ambiente esterno eserciti la sua influenza sull'attività psico-fisica umana e determini fenomeni speciali psichici, idealità sociali nuove, che non si possono ridurre all ideale economico. I materialisti dtilla storia dimenticano poi che uno dei fattori determinanti i fatti storici è ii fattore etico, cioè, l' ideale del miglioramento umano sotto tutte le sue varie forme di manifestazioni, e quindi l'ideale della giitstizia, ò della giusta proporzione dei rapporti umani. E non considerano d'altra parte, che è appunto questo fattore storico che ha generato i fatti storici più importanti di abnegazione, di eroismo, e che ha efficacemente contribuito ad alleviare i dolori e le sofferenze della vita a coloro che lottarono e lottano per la loro conservazione ed il loro miglioramento, e non riuscirono e non riescono al conseguimento dei loro particolari ideali. Chi esamina, adunque, attentamente le cause dei fatti storici scorge, che non possono ridursi tutte all'elemento economico ; essendo esse cause di natura diversa, cioè, politiche, religiose, morali, economiche, ecc. A questo risultato conduce necessariamente lo studio della storia fatto dal punto di vista sociologico. F. PUGLIA. dell'Universita di Messina Si pregano vivamente i nostri abbonati a volersi mettere in regola coll'Amministrazione. Solo quelli che lo famnno sollecitamente avranno diritto a ricevere in premio il libro dell'on. Napoleone Colajanni sul SOCIALISMO. SCIENZA E POPOLO Ora compie l'anno. Insegnare al popolo, la sua infelicità: questo innanzi tutt.> ! LASSALLE. lUi trovavo a Tunisi, e mi recavo a Cartagine, ogni giorno, insieme ad un professore tedesco, della cui amicizia sono orgoglioso, cd un giovane collega, uno di quei neurastenici, che nello sguardo cupo, nelle labbra sdegnose, nell'andatura stanca, portano impresso il marchio della moderna educazione. Si parlava di socialismo, cli questione operaia, di cultura. Fu appunto in uno di cruesli quotidiani pellegrinaggi, eh' io udì, per la prima volta, nominare gli Jfochsclmlkursen popolari. l\'lc ne parlò con entusiasmo il tedesco, descrivendomi a vivi colori gli operai che s'affollavano nella sala, che ascoltavano silenziosi la lezione cli fisica, filosofia, igiene, latino, greco, e che uscivano senza rumore, cruasi preoccupati di ciò che avevano ascoltato. Ed allora, come oggi, pur pendendo dalle labbra del mio amico, crollavo la testa, mentre l'altro compagno spingeva lo sguardo lontano, quasi volesse strappare a quel terreno muto, a quel mare, che si frangeva monotono sui neri scogli, il tragico e misterioso segreto del passato. Questo ho ricordato, scgucnclo l' inchjesta che la Zulmnf l, l'autorevole rivista berlinese, ha iniziato e quasi compiuto, questione importantissima, e per sè stessa e pc1· gli uomini. che la trattano (1). La domanda, se non erro, è la seguente: i corsi superiori popolari, le Università popolari sono o no utili? clcbbono o no estendersi a tutta la Germania ? • ,. * Nel '03 alcuni giovani docenti clcll'Università cli Vienna presentarono una petizione al Senato accaclc- (1) Vedi ½ukunft, N. 39, 40, 41, 43, 44, giudizi del Men• ger, Cohn, Dahn, Brentano, Forel, Lampzecht, Ziegler, Schultze, Dodel, Lassar-Cohn, Detmer, Gartuer Schmidt Reich, Rollet, Reyer, Hasbach, Gastnér, Buchnév.

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