' RIVISTPAOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Direttore: Dr. NAPOLEONE COLAJANNI DEPUTATO AL PAllLAM.aNTO ITALIA: anno lire 6; semestre lire 8 - ESTERO: anno lire 7; semestre lire 4. Un numero separato Cent. 20. Anno Ili. - N. 4. Abbonamentopostale Roma30 Agosto1897 Sommario. Dr. N. CoLAJANN-I L'anarchia e gli anarchici. LA RIVISTA- Crisi agrarie (Cause, proposte e provvedi• menti). Prof. G. ALESSIO- Decentrament0 e tributi locali. S. RAGUSAPARISIO- Dopo il Giubileo (Il federalismo e l'internazionale). IL PATOLOGO- Malinconie universitarie. P. FONTANA- Letteratura sociale. MAGALHAELSIMA- La federazione nazionale e internazionale. Sperimentalismo Sociale. Rivista delle Riviste. Recensioni. L'anarcehia glianarchici· I. Og•ni nuovo clclitto commesso llngli nnarchici rende cli. lristc allualità la lcoria clcll'anarchia e i fa.lii elci suoi proseliti; l'esame delle une e i giudizi sugli Mtri se capitano nll' indomani di uno cli questi !lclitti rumorosi e che destano una inclig·nazionc più o meno sentita nei vari strali sociali, cli conseguenza, raramente saranno sereni cd obbiettivi; spesso anzi saranno impeciali da cruel volgm·c e· abbietto opportLL· (') 8ull'anarcbia e sugli anarchici e' è una ricchissima Jetteratuia. Per comodo dei lettori della Rivista popolai·e omettendo di citare gli scritti di Proudhon, percbè assai noti, ricorderò alcuni libri e alcuni articoli di riviste, che espongono e combattono le teorie dell'anarchia. Englànder: L'llbolizione dello Stato, con prefa~ione di F. S. Merlino. Pierre Kropotkine: Le revolté; Id. La conquéte du pain. Paris. Tresse et Stock i892; Id. L' inevitable anarchie (nella Société Nouvelle Gennaio 1895); oltre una serie numerosa di opuscoli di varia importanza; Jean Le Vagre: La socièté au lendemain de la revolution. PHis 18&9; Jean Grave: La Socitééfuture ; Sebastien Faure: La douleur univei·selle; A. Hamon: Psicologie de l'anarchiste-socialiste; Id. Un anarchisme fi·action du socialisme? nella SociéteNouvelle, Marzo 1896; Id. Le Po1·igrisme et le Congrès de Londres Paris. Stock 1897; lohn Henry Mackau: 'Die anarchisten. Kultu1·gemiilde aus Ende des XIX Iahrhunderts Zurick 1891;G.Sarno: L'anarchia, Napoli 1890;F.S.~1erlino: Necessité et bases d'une ententf', Bruxelles; Cesare Lombroso: Gli anarchici, 2· Edizione Fili Bocca, Torino 1895; Georges Renard: Libertaires et liùeratres; Socialisme libertail·e et anarchie, PJris, Librairie de la Revue Socialiste; G. De G.reef: Introduction à la Sociologie (deuxieme partie) Bruxelles 1889; L'évolution des dc,ctrines nismo, che induce molti a grnvarc la mano contro i vinti ciel momento, nella speranza cli acquistare benemerenze presso i potenti, che dispensano grazie e favori ai loro cortigiani e clifensori. Scrivendo ali' inclomani ciel delitto cli Santa Aguecla sento cli non potei· essere confuso cogli opportunisti cieli' indignazione; i q11ali, forse, inneggerebbero all'anarchismo se lo vedessero vittorioso. Ho coscienza cli non potere essere male interpretato perchè, in momenti di calma e quando gli 11narchici non avevano acquistata l'ocliosa celebrità oclierna, avevo manifestata la mia opinione, proclamando la necessità cli quella netta distinzione tra socialismo ed anarchia, che posteriormente, con mio vivo compiacimento, ho visto riaffermata in ItaUa e fuori da scrittori e eia socialisti cli ogni scuola {1). Ogg•i riprcnclo l'esposizione e la critica sommaria dell'anarchia con la stessa serenità cd obbiettività cli una volta; e se la r.iprcncto oggi si è pcrchè l'assassini.o cli Canovas ha fermatq l'attenzione degli italiani sull',ll'gomcnto, in 1111 paese in cui sui rapporti tra socialismo e anarchia si possono enunciare da un uomo politico come Crispi, eia un funzionario come l'ex Prefetto Fiorentino, da un giurista come Garofalo, spropositi e calunnie veramente piramiclali. politiques, B•uxelles 1889; Let'ourneau: L'evolution politique et<'., Paris. Lecrosnier et Babè 1890. Sil•io Venturi: Regicidi ed anarchici (studio di patologia sociale) Catanzaro 1895 ; Nordau : Le menzogne convenzionali della nostra civiltd, Milano; Bernstein: Die soziale 'Doctrin des anarchismus (nel Neue Zeit, fase. 12, 14 del 1892); Mormina Penna: La dottrina anarchica, Firenze 1894;A. Posada: Sociologia ed anarchismo (nella Riforma tociale di Nitti. 10 Gennaio 1895); Giorgio Plechanow: Anai·chimo e socialismo, l\'lilano 1896; Ludovico Fuici: Socialismo ana,·chia e democrazia, Messina 1895. La lista è lunga, ma è tutt'altro che completa. Non vi ho compreso qualche !,bro di pùliziotto che non ha né valore storico né valore scientifico. (1) Affermai la necessità della distinzione tra socialisti e anarchici per ragioni scientifiche e pratiche nella conferenza sul socialismo scientifico tenuta nell'aula mae;na dell'Università di Palermo il 3 Giugno 1890. Allora molti socialisti italiani - e di quelli che ora vanno per la maggiore - si mantenevano su di un terreno molto vago e indefinito sui rJpporti tra socialismo e anarchia. Si sa che la divisione avvenne nel Congresso di Genova alcuni anni dopo. In seguito alla mia conferenza avvenne una polemica sull'Avanti! di Palermo (Agosto-Ottobre 1890) con F. S. Merlino.
62 RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI " ,,.* Dcli' idea anarchica, come di ogni altra teoria, si ricercarono i prcccclcnti nella più remota anlichità e in ispecie nei p1·imi cristiani e nei 111i/le1111art: nel Dies irw, dies illa·solvct seculnm i11favilla, si scorse un preludio alla pal1(listn1zionc cli llal~ouninc; come ncll',./lba,:;io di Télème tlescritta da Rabelais si trova il moclcllo della Terra promessa dì Willia111l\Io1Tisl.lc1·• be1t e gli llcrl)crlisli col loro Pèrc lJ1H'ltc:mc, prclu· scro ai metodi di propagancla attuale, mentre sul te,·• rcno filosofico il Dcscbamps precorse Hcgcl e Bcntham precede Kropotkinc nel precisare il significato clclla pal'Ola cmarchista, come colui, che nega ogni legge. (Jl/orn1ina Pe1111a). Non corrono le idee più esatte sui precursori del· l'anarchia, su coloro che la popolarizzarono in q11esta seconcla metà ciel secolo XlX. La priorità si assegna di orclinario a Proudhon, che certamente colla sua celebrità dette crcclilo e popolarità alla clottrina: ma il comunista lllay nell'J/nnianilaire adoperò la parola anarchia (1.8/4.1e) !Ila...:Stirncr (181~5) nel. libro: L'i11divid110 e lo s11aproprietà, espose la teoria nnarchica. li Plechano\v come veri Jonclatori della dottrina considera )la...:Stil'llcr, Prouclhon e Bakounin; mentre il Bcmstcin, con evidente esagerazione, assegna un grande valore a lliakau. Da Proudhon derivò in Italia Carlo Pisacane; e eia entrambi Friscia e Fanelli, eh<';prima della venuta cli Bako11nintra noi, espose1·0 idee somiglianti alle nnarcbiche. Plcchanow chiama epigo11i gli scrittori Sltcccssivi (GraYc, Fame, Ican Le , agre, Elievant, Tukc1·, lllorl'is, iUCl'lino,Sarno, i\la• latcsta, Hamon, Aullcron etc.); non si dimenlichi, pel'ò, che tra gli epigoni vi sa,•cl)bcro un Kl'Opotkinc ccl un Elisco llcclus, clic 1>cr il valol'c scientifico spi('gato in altl'O campo godono <li grande e 111e1·itatafama. ,b· sai vicini agli anarchici sono i cosi detti socialisti i11tlipc11dc11ti (Kcir Har(lil' in J11ghilterra, ]ll'llllO WiUe in Gcl'111a11iOa,on,l'la "\icuwhcnnis in Olanda ccc.) e annrchizzanli - ini si passi la barlJarn parola - si tl'ovano nclln fiorilu1·n lcltcrnria elci dccaclc11/i. Si ~a che alcuni haruw rnlulo accostare ai lcoriri dell'ann1·• chia anche Leone Tolsloi. La propagauda di (<11/11. che ha atti,·ato Urntc maledizioni sull'anal'chia e sugli amll'chici, in lutto il monclo civile, ha reclutalo i suoi detestabili apostoli tra i così tlctli com1111istia11arcltici, il cui sommo pontefice riconosciuto è il Kropotkinc; gli cmarchici in• clividualisti si avvicinano maggiormente agli economisti ortoclossi e stcnclono quasi la mano ncll'csalla• zionc clcUa libertà e cieli'incliviclnoai Dc )Iolinari, ai Pareto, ai Panlalconi. ·011è facile e porre la dott,•ina anal'chica, che non ha 11·0,·atoil sistematol'e, come il socinlismo nioclcl'llo lo lro,·ù in lla1·-..e rccono111ismoin Smilh e HiC/ll'(lo. La diflicollù non sorge clallc di,•crgcnzc parziali t,·a i sing·oli scritto1·i,ma clal vago, <lall'indetel'lninato che tutti li aYYolgee li annuYola. .TcanLe Yagrc - un pseudonimo - a/ferma elle non si sa nulla su ciò che clcvc e può essere la fntura società anarchica; si conosce ciò che 110nsarà. E non hanno torto i profani se non riescono a comprenclcrc un orga11ismo.... senza orga11i. Dall'nffcrmazionc cli Tcan Le Vagre si desume che la critica clclla Società alluni.e è la piattaforma predilclla e comoda dcli' anal'chia; ma nella stessa dannata Società presente qualche anarchico trova gli argomenti positivi in favore rlclla clotlrina.Cos·ì il Kropotkine ora esagcranclo, ora muliJanclo,ora male interpretando i falli, c1·cdc poter dimostrare clic l'iniziativa incliviclualc può in lutto sostituirsi aU'azionc clello Stato e con maggior profitto per la Società. lllax Stirner, il più logico e radicale, ritiene cl1e l'umanità sia un'astrazione, e cbe cli reale non ci sia che l' inclividuo coi suoi bisogni, colle sue tendenze, colla sua volontà; l'ente supremo essere l'uomo; le virtù cosa vana; ridicolo il sentimentalismo ciel racli· cali borghesi e elci socialisti utopisti; l'egotismo sfre• nato e illimitato, unico criterio direttivo delle nostre azioni; doversi ccrcnrc non la libcrt.ì, ma l' appartenere a sè - la Snilà (eigenlteil). Hidotta a questi lel'mini l'anarchia, si comprende che non poteva incontrare tortuna tra le masse: troppo ne contracldicen1 il tondo cli simpatia, cli altruismo, cli solidarietà, che volere o volare, sono il prodotto .. huono della sccotai·cevoluzione cl ellesocietà umane. i\leglio riuscirono a popolarizzarla cruanti- da Proudhon a Kropotkinc, a Ileclus - misero in evidenza i danni reali o immaginari clcllo Stato, dei governi, dei poli• ticanti au1·awl·so acl una serie più o meno lw1ga cli catas1rofi sanguinose, cli devastazioni e cl' incendì - preconizzarono r a\\·cnlo cli una Società, nella quale I' imli\·i(l110nrlla rnassinw pienezza della sua libertà, pu1· consrgurnclo la completa soclclisfozionedei p1·op1·i bisogni e delle proprie passioni, non avrebbe arrecato il menomo nocumento alla libertà degli altri coi quali sarcbllc vissuto in rapporti inspirati alla più elevata soliclarirtil, al più puro alll'uismo. D'onclc Je fantastiche e idilliache descrizioni che si tl'O\'ano in libri 1an10diversi - qual.i acl esempio la Co11quèlc dn pain cli Kropotkinc e 1'c1n1pl'Oniessa cli William lllonis, l'artista prcraffacllisla - cli una Socielà fntltra, in cui: lutli coopereranno spontaneamente al l>ene proprio e al. bene degli allri; si asterranno eia! male senza bisogno clicoercizione; sceglieranno e mutcranno.lli)eramcntc il lavoro e l'occupazione con un meraviglioso atm1cnto nella produzione; prenderanno al nmcchio (cm tàs) tutto ciò di cui avranno bisogno; muteranno residenza e alloggio e viaggeranno, con tutte le comodità e col lusso riserbato ai soli milionari, quanclo , onanno. In siffatta Società anche la clonna, per nverc la sua completa libertà, potrà fare a rnrno di allaltarc i propri figli e li aflidcrà all'allattan1eHlo artificiale: Ja superiorità cicli' allattamento naturale, clice Jeau le YagTc, è un pregiudizio borghese! Accanto a queste al)e1Tilzio11i è giusto ricordare che e· è una trasfornwzionc preconizzata (la l{ropotkine in alcune splcncliclcpagine della C011quèlc du pain, elle può e dcrc essere Yagheggiata eiaqualunque uomo di mente e cli cuore che conosce i danni incalcolabili dcll'.11l11alcentralizzazione rlell' industria e clclla sua
RIVISTA POPOLA.RE DI POLITICA LETTERE E SCLENZESOCULI 63 netta separazione dall'ag1·icoltura. Tutli dol.Jl.Jiamofar voti calorosi per un avvenire in cui sia possil.Jilcche gli ll;Omini,riuniti in piccoli centri, alternino il la. vm·o agricolo col lavoro industriale. Da molti vennero rilevate le attinenze trn l' anar· chismo e la IJ01·ghesia, che non può allingcr·e forza per coml)attcrlo nelle proprie teo1•ic a base di lasciar fare, lasciar passcll'c; in crueste attinenze intellettuali trovasi la spiegazione del r,1lloche in Parigi molte persone coumw il fant stanno fra i con,pagni e che molti scrittori e artisti decadenti in una ali' aristoc1·atico 11/ercure dc Ji'rance si.mpalizzanocoll'anarchia. Potcrnsi aggiungere che il ì\ictzsche nelle sue divagazioni cli pazzo geniale - il profeta dei clegenerati supernomini italiani - colla esaltazione dell' io discende da i\fax Stirner; e questa discendenza spiega alla sua volta l'ammirazione e la deferenza che la Société Nouvelle dimostrò sempre verso il disgraziato autore cli: Così parla Zarathuslra e di /il disopradelbenee delmale. Sotto questo aspetto Ira maggiore importanza la filiazione dell'anarchia da Spcnccr - il gran(le filosofo, oggi, ciel conservatorismo. l\'ei Saggi di polilica e di morale ed anche un pò nel 3° volume clclla Sociologia Il sistematorc dell'evoluzione pal'lò in guisa tale dello Stato, eia dedursene che il maggiore progresso spe• rabile per l'nmanità consista nella sua scomparsa. Ora l' abolizione dello Stato è il e/on caratteristico dell'anarchismo. iUi preme dichian11·eche q11cstor·al'l'icinamcnto 11011 è mio, ma del Posada, non sospellato. come lo rui io. di aver voluto accomoclarc il g1·amle ,filosofo ingles; alle teorie elle mi sono care. Chccchè ne sia della legittimità di questi riavvici• namenti, ciò che importa maggiormente è il conoscere ciò che obbiettivamente vale la dottrina anarchica. Prima di sottoporla ad esame critico, giova })erò sapere crualc atteggiamento banno preso i suoi soste• nitori verso i punti principali della mcd.esima. Si sa che Spcnccr negli stessi saggi dipolitica e di morale primilivamentc e poscia nella Gius/i::;ia e nella polemica col Dc Lavclcyc e col Weismann, si è con• tracldetto, e trascinato dall' evidenza elci falli si è ri• credulo sul nihilismo politico e amministratiYo. Altri anarchici puri non sono meno dubbiosi cli lui su ciò che costituisce l'essenza della dottrina. Jean Grave, desolato, confessa che nemmeno nella Società futura cesserà ciel tutto l' autorità cli quelle maggioranze contro le quali Scbaslien Faure ha ma• nifestato tutto il suo disprezzo profondo. Il Sarno riconosce che il clclitto può essere atte• nuato, ma non iscompa1•i1•gàiammai: d'onclc l'ctema necessità di una coercizione, elle tr;spm·c anclrc per quanto velata dalla poesia campestre in Terra pro• messa di William i\Iorris. Ancorn più: l'indiviclualismo pu1·0ecl assoluto, vc,·o fondamento razionale dell'anarchia, viene l)Cllamentc rinnegato eia molti anarchici, che insistono sul bisogno e sulla utilità c!cll'associazione e elci!'organizzazione con tutte le loro conseguenze logiche. l/ Hamon con altri francesi è tra questi ultimi; e, c,·cdo, prima cli lui il i\tcrlino nelle Nécéssitéet bases d'une entente e nel vigoroso articolo critico stilla Giusti~ia di Spcnccr (Société Nouvelle) aveva esplicitamente manifestato siffatto pensiero. Oncl' è che coll' associazione e coll'organizzazione noi ci troviamo clifronte ad un anarchisnwsen::;aanarchia, che mi permise sin dal 1892 di pote,· intitolare un arlicolo pubblicato ncll' Isola (~. HH): U11a11archicocontro l'anarchia. (1) Queste concessioni, se non conversioni, cli anarchici costituiscono la migliore p1·opccleuticaper la critica cieli.atco,•ia cicli'anarchismo. Questo presuppone la perfezione mor·alc. Se e quando potrà raggiungei·si crucsta assoluta perfezione non s'indaga qui r ora; basta all'uopo osservare che pe,· la massima f'clicitù clcgli individui, in osservanza clella legge economica della nwssima utilità e delminimo s/or::;o, la quale ri• marrà più vera che mai in una società anarchica, saranno nccc sari: organizzazione, direzione e coer• cizio11e, per quanto attenuate e trasformate. Sicchè non all'abolizione clcllo Stato si potrà ri11scire,ma ad una sua completa trasformazione, che metta capo cli· rigendola e 1·cgolandola alla coope1·a::;ionvoelontaria - il grande iclealecliSpcncer - ed all'autoarchia. La teoria anarchica, in0ne, bisogna provarla al ci• mento dello sperimentalismo sociale, cli cui è sintesi l'evoluzione compiutasi sinora: 1° L'evoluzione sociale avvenne sinora nel senso anarchico, cioè verso la crescente climinuzione ciel• l'azione clello Stato - in guisa elle, inducendo dal passato al futm·o, possa preannunziarsi come meta ideale - per quanto cli lont,missima realizzazione - la sua totale abolizione? 2° Ammessa la conseguita perfezione morale, ma clati i continui progressi tecnici e scientifici, la ere• sccnte complessità dei fenomeni sociali - sinora in• <lubbiamcnte constatali - è possibile immaginare una Società senza direzione? A queste due domande la storia risponde recisa• mente: no! DR. NAPOLEONE 00LAJANNI. (i) Il Merlino intervistato all'indomani dal Congresso Socialista di Londra da un redattore del Pungolo parlamentare di _Nap?li s_i~icbiarò pronto a rinunziare alla parola anarchia, d1 cm sr era tanto abusato, per considerarsi un sociali3ta indipendente o libertario. Credo che non alla sola parola egli abbia rinunziato• ciò che chiaro e meglio apparisce del suq ultimo libro: 'Pro e contro il socialismo. In un discorso tenuto in Roma 1'8 Agosto c~ntro il do• micilio coatto invocò un'intima unione tra socialisti repubblic_ani e a~arch!ci ... (del suo tipo) per combatter~ per tutto c10 cbe c è d1 comune tra loro. Il Merlino si rammarica ~uando qualcun~ gli osserva egli non essere più quello d1 una volta. Egli ha torto; ad ogni modo la buona causa non ha che da guadagnare dall'attitudine oggi assunta, anche se dovesse essere temporanea. ~ La Rivista Popolare di Politica Lettere e Scien%e 1ociali esce il 15 e il 30 d'ogni mese, in fascicoli di 20 pagine in 4• grande. Per abbonarsi, spedire lettera o Cartolina-Vaglia all'Onorevole Dr. Napoleone Colajannl - Roma.
64 RIVISTA POPLOAREDI POLITICALETTEREE SClENZE SOCIALI CRISI AGRARIE Cause, proposte e provvedimenti III. Smarrita, o appena imbroccata la diretta via per sollevare con rimedi radicali la depressa agricoltura italiana, che nella ripartizione della somma del bilancio dello Stato fa la figura della vera Cenerentola - come la chiamò l'on. Nicolini dopo tanti altri - dai medici professionali o dilettanti, dagli interessati direttamente, o indirettamente si sono fatte molteplici proposte d'indole generale o particolare, le quali per la efficienza sono di varia specie : alcune possono agire a scadenza troppo lunga e assai indirettamente;· altre sarebbero efficaci e con una certa sicurezza e rapidità, ma in - contrano gravi ostacoli d'indole finanziaria ed anche intellettuale; né mancano, infine, quelle di cui si è esagerata l'importanza e che per una strana singolarità vengono preconizzate con insistenza e con una certa unanimità e che mostrano quante illusioni possono annidarsi nella mente di chi soffre e va in cerca affannosa di espedienti, che dalle sofferenze lo liberino. Occupiamoci della prima categoria di proposte nella quale comprenderemo lo studio e la pratica dell'agricoltura e il rimboschimento. Il Dottore Clemente Grimaldi nell' assemblea agra1·ia di Catania presentò una elaborata relazione « sui mezzi atti a far salire in onore lo studio dell'agricoltU1•a ». Con ragione, facendo sue le parole dell'illustre Prof. Giglioli, deplorò che in Italia i proprietari non prediligano lo studio e la pratica dell'agricoltura - in venti anni nella scuola superiore di Portici, la più popolata e la sola del mezzogiorno, tra 197 giovani, che presero la laurea solo quattro proprietari si son dati realmente o intieramente all'agricoltura! Com' e scarso il numero dei proprietari studiosi della materia che direttamente l'interessa, pur troppo, è ancora scar$is simo quello dei latifondisti, che conoscono e vivono sulle terre loro appartenenti; d'onde il fenomeno dell'assenteismo, che ha conseguenze economiche e sociali tristi e che immiserisce continuamente le contrade,· che ne sono vittime. Coll'assenteismo il prodotto di un paese viene consumato in un altro; e malamente consuma1o al baccarat, nello sport, nelle stazioni balneari, colle baldracche. Nè siamo noi ad accusare i latifondisti del pessimo uso fatto delle ricchezze dagli altri prodotte; più seYero si mostl"ò altra rnlta il Profesrnr Basile ve1·so di loro; né li ha risparmiati il Dott. G1·imaldi: entrambi conservatori della piit bell'acqua. Coll'assenteismo, disse il Grimaldi, applaudito dall'Assemblea agraria il proprietario ignora le sofferenze del contadino che c<ltirn la sua terra, non si commove quando lo sa senza lavoro ed aumenta l'odio fra le classi sociali. Aggiungiamo che se il proprietario degenera coi vizi della città, il contadino si demoralizza per necessità ed arriva a considerare il furto come un supplemento di salario o un correttivo di angarici patti agrari. Si capisce che questi proprietari assenteisti dalla scuola e dalla terra, ben diversi dal tipico gentiluomo campagnolo inglese, né valgono, né si fanno valere; d'onde la po o importante rappresentanza che ottengono in Parlamento e la niuna o meschina o sbagliata azione, che vi esercitano. Il gruppo agrario a Montecitorio apparisce o scomparisce come la figura di un caleidoscopio e brilla per la sua poca importanza. Iu quanto ai mezzi per modificare questo stato di cose, quelli proposti nell'Assemblea agraria, ce lo perdoni il Dott. Grimaldi, ci sembrano puerili. La pompa nelle distribuzioni delle onor·ifìcenze da farsi direttamente dal Re farebbe aumentare le feste e i cavalieri. Non c'è penuria ne delle une, nè degli altri; e con facilità i cavalieri diventano commendatori ricevendo una specie di passaporto per la prigione di Regina Coeli. Il rimedio vero è diverso. I latifondisti impareranno a proprie spese la verità del dilemma posto dal Grimaldi : di fronte all'aumento delle imposte ed alla concorrenza straniera essi o devono perfezionare le colture o devono sparire. Più rapidamente si convincerebbero della fatalità del dilemma se lo Stato italiano disonestamente messosi ai servizi di una classe, non impedisse coi cannoni e colle cariche di cavalleria la pressione salutare che eserciterebbero i lavoratori, che vorrebbero rendere soltanto umana la propria condizione. La storia recente degli scioperi dell' Alta Italia e quella ormai dimenticata dei Fasci siciliani insegnano di quanta scelleratezza sia capace il governo italiano per favorire uoa classe torpida, ignorante, dilapidatrice, che altro non sa se non invocare repressioni feroci e sanguinose. Se i latifondisti non vogliono istruirsi; i piccoli proprietari, gli affittaiuoli, i mezzadri non possono procurarsi le cognizioni necessarie per migliorare le colture. Per loro sono utilissime · le cattedre ambulanti; nè sappiamo comprendere l'opposizione ad esse fatta nell'Assemblea agraria di Catania, di fronte alla buona prova che dettero nell' Emilia. Credere e sperare che il maestro elementare possa sostituire un vero specialista è una illusione; e se in Italia non possiamo sperare che le University eJ·tension vadano a portare l'economia e le scienze sociali tra gli operai, facciamo almeno che le cattedre ambulanti vadano a diffondere le nozioni di scienza agraria tra coloro che ne hanno urgente bisogno.
HIYISTAPOPOJ,AHEDI POLITICALETTEHE E SCIEi\"ZESOCIALI 65 Poche parole sull' imboschimento e senza discutere sulla maggiore o minore azione esercitata dai boschi sulla copia delle pioggie e sulla loro distribuzione. Anche ammettendo col Lagasi, che questa azione non esista, l'utilità dei boschi rimane grande e indiscutibile : impediscono il denudamento dei monti e perciò trattffilgono maggiore quantità di acqua dove cade, regolano il corso dei fiumi e dei torrenti, non favoriscono la formazione delle paludi, costituiscono una grande ricchezza per la collettività. In Sicilia ben diverso era lo stato delle cose quando i suoi boschi non erano stati selvaggiamente distrutti. «In un clima quasi tr,,picale la « distruzione dei boschi è stata seguita dal dissec- « camento di molte sorgenti ed attualmente nel• « l' interno mancano i mezzi per una irrigazione, « assolutamente indispensabi°Ie per una intensa col- « tura, e che pure altre volte aveva avuto un ufc ficio molto importante nella economia rurale della « Sicilia. « La Sicilia sotto gli Arabi offriva uno spettacolo « pieno di vita, di moto, di attività; una popola- « zione numerosa, affaccendata e ricca, campagne « ben lavorate, poscoli ricchissimi percorsi da nu- « merose mandre, monti rivestiti da una rigogliosa « vegetazione, acque abbondantissime e largamente « utilizzate. » (Sartorius von Ewaltershau1,en e Bertagnolli, citati negli Atti del!' Assemblea agraria 78 e 79.) E intanto in Sicilia e lungo tutta la catena degli Appennini si continua a tagliare bestialmente i pochi boschi ancora esistenti ; e lo Stato assiste inerte alla vandalica distruzione limitandosi per mezzo di certe sue guardie, alla dipendenza del Ministero di agricoltura e commercio, ad impedi1'e il dissodamento delle piccole proprietà e permettendo che esse esercitino una indegna camorra a danno della povera gente. Invece occorrerebbe molta energia nell' impedire o nel regolare i tagli e molta cura nel rimboschire. L' importanza dei boschi è tale che il LeroyBeaulieu, liberista fanatico, vuole che lo Stato s'incarichi della loro conservazione e riproduzione. L'economia pubblica e la pubblica salute gl' impongono questo compito, a cui lo Stato italiano sinora è venuto meno ; ne accenna a rinsavire. Coloro, poi, come alcuni congressisti di Catania, che sperano nell'imboschimento mercè l'esenzione delle terre consacratevi dall' imposta fondiaria secondo la legge sul nuovo catasto del 1 Marzo 1896, mostrano di conoscere poco la legge e i governanti italiani. Aspetteranno ancora cinquant'anni! Dato e non concesso che lo Stato Italiano trovi la buona intenzione e i milioni occorrenti per procedere seriamente all' imboschimento, è innegabile che i benefici del provvedimento nelle zone imboschite si risentirebbero dopo molti anni e la loro influenza, per quanto sicura, non sarebbe facilmente avvertita. .\..Itri provvedimenti d'immediata azione vi sono e primo fra tutti la sistemazione del credito fondiario e del credito agrario alla portata di tutti e al massimo buon mercato. Tutte le trasformazioni agrarie e tutti i miglioramenti desiderabili nelle colture sono intimamente connessi al credito fondiario ed al credito agrario. Le operazioni di credito fondiario - che si riesce a fare oggi, non per migliorare terre ma per consolidare e unificare debiti - rappresentano un disastro : il prodromo del fallimento. Non può riuscire allo scopo un'operazione .che dà alla terra il denaro al 5 e mezzo 0io quando la terra non dà che il 3 0io. Un credito fondiario bene organizzato, poi, che assicuri alla terra il capitale necessario per il suo miglioramento, presuppone un buon catasto geometr·ico, che sarebbe una fortuna, anche se facesse risparmiare alla proprietà fondiaria metà di quelli 80 milioni all'anno calcolati daU'avv. Davide Sacerdoti. Complemento indispensabile del credito fondiario dovrebbe essere il credito agrario, la cui funzione ci sembra sia stata confusa dal cav. Trombadore con quella del primo. La terra in Italia ha bisogno urgente di denaro a buon mercato per le case, pel bestiame, pei concimi, pei magazzini, per le vie, per le piantagioni, per i prosciugamenti, per le irrigazioni ; ha bisogno di danaro al 3 0io e non lo ha che al 10, al 15, al 30, al 50 0io come confessarono nel 1884 i ministri Magliani e Grimaldi ! Dove trovare questo denaro ? Qualche cosa si è fatto - ed è merito di Luzzatti e di Codronchi - per i municipi di Sicilia, per liberarli dall'usura. Molto dovrebbe farsi per lib2rare dall'usura la terra dell'intera Italia. Il ponderoso problema da anni ed anni viene discusso in Parlamento ; ma senza risultati pratici. Un avviamento alla soluzione si avrebbe colla Banca di Stato, cui arriveremo; ma ora ne siamo lontani. Il catasto geometrico sarebbe fondamentale ; e non lo avremo. La formazione dei risparmi sarebbe indispensabile ; e il sistema tributario spoliatore la impedisce o la mantiene entro limiti insufficienti al bisogno. Questa la verità. Chi può mettere in dubbio la immensa e immediata utilità che si avrbhbe dai pozzi Norton, dagli sbarramenti, dai serbatoi, dai prosciugamenti, da tutti i mezzi che favorirebbero la irrigazione di terre le quali riuscirebbero le pii'1fertili? Chi può negare che la economia nazionale e la salute pub-
66 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIE 'ZE SOCIALI blica ricaverebbero benefici grandiosi e pronti dal1' incanalamento del Simeto e di altri fiumi in Sicilia, dal canale delle Puglie, dal!' incanalamento ulteriore del Po? (1). Ma per ottenere tutto ciò occorre : denaro, denaro, denaro ! E il denaro non si trova e lo Stato, imprevidente o disonesto, ne ha sottratto ancora di più all'agricoltura per la speranza d' i11t%carlo esso e colla sicurezza d' ingrassare pochi industriali, modificando profondamente la legge sugli alcools del 1889. Questa legge costituisce uno dei migliori titoli di onore dell'on. Edoardo Pantano e fu colpa grave degli on. Boselli e Sonnino l'averla distrutta a solo benefizio dei distillatori di cereali. Bisogna ritornarvi se si vuol giovare all'agricoltore. I voti in favore di questo ritorno sono numerosi e noi siamo sicuri che, a momento opportuno, l'on. Pantano saprà spiegare tutta la sua energia intelli gente per realizzarli. Veniamo, infine, ad un provvedimento sana totum reclamato da Venezia a Trapani • e che rappresenta una grande illusione, a nostro modesto avviso. C' è la crisi vinicola? E s'invoca la coltivazione del tabacco. Sopraggiunge la crisi degli agrumi? E nella coltivazione del tabacco si trova la coltura sostitutiva parimenti rimuneratrice. Insomma nou c' è sofferenza agraria, che si risente particolarmente da terre irrigabili, per la quale non si additi il rimedio nella coltivazione del tabacco. E si grida contro il governo che a detrimento dell'economia nazionale compra le foglie di tabacco al1' estero; e si protesta con grande indignazione contl'o il Fisco che mette ostacoli di ogni sorta all'allargamento di tale ricca coltura. Noi, che del governo e del Fisco non possiamo essere sospettati teneri, diremo una franca parola · perchè ci sembra mollo dannoso sviare le menti dallo studio dei rimedi efficaci e veder-le insistere in quello dei rimedi illusori, che fanno sorgere speranze irrealizzabili. Che possa allargarsi un poco la coltivazione del tabacco in Italia lo concediamo; ma neghiamo recisamente che questa coltivazione possa essere la panacea per parecchie crisi agrarie. 1on possiamo dilungarci sull'argomento non consentendolo l'iudole della nostra rivista; ma rapidamente ricorderemo che bisogna andare molto (I) Di questo inranalamento del Po si ò tatto propugnatore instancabile il Notaro Edoardo Regoliosi di Sartirana, il quale giustamente ad un capitolo del suo opuscolo : L' Incanalamento del Po (Mortara 1897), ha premesso questo motto di Gibbon: Il freno impos10 ai fiumi è la più bella e 1·ilevante fra quante vittorie gli uomini possano ottenei·e sulla ribellione della naturn. i•: buonissima la relazione del Prof. A. Aloi all'assemblea su tale argomento. cauti nel provocarE', a benefizio di pochi, delle misure che potrebbero nuocere alla finanza dello stato che dalle manifattura dei tabacchi ricarn circa 150 milioni all'anno senza danno e senza distu1·bo dei contribuenti. Ora sicuramente verrebbe nocumento grave allo Stato se diminuisse il consumo dei tabacchi da fumo; e diminuirebbe sicuramente adoperando in maggiori proporzioni che oggi non si faccia, le foglie nazionali, perchè queste sono inferiori per qualità al tabacco turco e al tabacco americano. A1 Prof. Giglioli toccarono delle aspre romanzine nell'Assemblea Agraria di Catania per avere detto coraggiosameute tutto ciò ; poco mancò non ne uscisse colle os a rotte. Noi gli diamo ragione. Contro di lui, dal Cav. Lanza di Scalea, si chiamò a testimonio il P,·of. Cossa da Messina che trova i tabacchi indigeni buonissimi e da non disdegnare il paragone con quelli stranieri. Ma c' è un parere che vale ancora di più: quello del Prof. O. Comes !della scuola di Portici), ch'è un ,ero specialista, la cui competenza è indiscutibil••. Ora il Comes tr.,va cbe il tab ,eco attualmente coltivato in lta• lia è cattivo in generale e non può sostituire quello forestiero. :'-!onnega che possa migliorJrsi, e per migliorarlo occorrono sistemi razionali nella coltivazioM e nel diseccamento delle foglie. I quali sistemi alla loro volta h nno bisogno : di buona volontà, cli buoni tecnici e di molti capitali! (L'avvenire dei tabacchi in Italia. Roma 1894). Concediamo che per virtù dello Spirito Santo arrivino ad un tratto in Italia la buona intenzione, i buoni tecuici ... e i molti ca11tiali; e dopo ? Rimarrebbe sempre la necessità di comprare una buona parte di foglie di tabacco all'estero; è il parere del Comes. Diamo torto ali' illustre professore di Portici e concediamo l'impossibile, cioè che tutta la foglia estera pcssa essere sostituita dalla fogFa nazionale. E dopo ? Di ben poco rimarrebbero mutate le crisi agricole attuali. La dimostrazione è facile, chiara, evidente. Non parliamo della produzione del vino, dell'olio, delle mandorle ec., che oltr•epassa il mezzo miliardo; fermiamoci agli agrumi e ai loro derivati : se ne esportano per circa 45 milioni all'anno. A quanto ammonta tutta l'importazione di tabacco estero? A circa sedici milioni all'anno! Queste due cifre non hanno bisogno di commenti e lasciano conchiudere, che se si allargasse la coltivazione del tabacco secondo i desideri di molti proprietari e di molti professori, eliminando l' importazione estera, noi avremmo ottenuto questo risultato sicuro: alla crisi del vino, dell'olio, delle mandorle, degli agrumi, del sommaco etc. avremmo aggiunto la sopraproduzione e la relativa crisi .... del tabacco! LA R1v1STA.
RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 67 Decentramento etriblutciali L'opinione pubblica quan<lo accenna al gra,·e problema del decentramento non ha .il più deUevolte un concetto chiaro e preciso deUe varie questioni politiche ed amministrative in quello comprese. Non di raro strnniera alle grandi ditTicoltà, in ctù s' imbattono le soluzioni razionali, par non afferri o non sappia scoprire l'intimo nesso, che lega le ,istituzioni finanziarie alle istituzioni amministrative. E invero questione assai importante, se tallme funzioni clell'autorità dello Stato abbiano ad effettuarsi piuttosto daIle magistrature compartimentali o provinciali che dal potere centrale. l\la non è questa la vera questione del decentramento. Quando pur si dimostrasse viziosa la distribuzione degli otTicifra organi supe1·iorie .inferiori clello Stato, clinicoltà non inso1rnontal)ilisi presenterebbero a chi intenclcsse meglio regolarne il riparto. All'oppostonon scmJ)Ì'edee immaginarsi scemata l'influenza cielpotere ceniraie o rese indipendenti Je au. torità provinciali, sol perchè a<lllossatedi competenze più estese. Finchè gli stessi utrici apparlcrranno allo Stato, dal centro partirà coslantc, sotto forma cli im• pero O cli consiglio, una sola volontà clirellrice.Nè lo spostamento delle funzioni polrà climinuirc il danno li' ingerenze indebite o c01Tul11·ici.Fors'anco diverranno su autorità minori più insidiose e pct11lanli La vera questione del dcccn11·amen10sia, a ben guardare, nella razionale distribuzione clclle !'unzioni rra lo Stato e gli organi degli interessi locali, conse· gucnterncnle nell'assegnazione. sia all'azienda dello Stato, sia alle aziende clcgli rnli minori clcllc facoltà mnminislraliYCe finanziarie più adalle allo svoJg·imcnto di tali funzioni. Jnvcro alcuni 11flicisono naturalmente proprii dello Stato, considerato come 1111it;\ 11nivcrsale e morale, in quanlo riflcllono l'a;i;ionedrl cittadino su lutto il territorio cd anche fuori (l'esso. Altre attribuzioni nll'opposlo per In loro 01·ig·i1lp('c, 1· La nnlura clei sel'vizii e meglio ancora J)Ci vanlagg·i che procurano, sono s1ret1amc111lcegale a clalc ccichic cli territorii, a dati aggruppamenli di popolazioni• Non può essere argomento di così mollcsto arlicolo il tracciare nei singoli parlkolari le varie ragioni e specificazioni d'un'asscgnazione possibiJmcHtc logica delle firnzioni pubbliche (,J).Possiamo sollanto indicare alcw1i c1·ileri,in mollo però affollo somnw1·ioe riassuntivo. Può studiarsi l'argomento, sia in relazione al grado cl'importanza assunto eia taluna funzione 1·ipcllo alle all1·c, consiclcralc uniformemente daH'aspctlo clrll'ulilità u11ivc1·salrs,ia in relazione alla maggiore o minore estensione della prcst,1zione effettuala elcipotere pulJblicoper i singoli memb1·iclcllcaggregazioni coattive. (1) Per una dimostrazione di questi ed alLri concet_1id~l presente articolo V., il mio studio sulla i·iforma clet tributi locali (Giornale degli l•:conomisti 1° Aprile - 1° Giugno 1896). Alcnnc fimzioni spellano anzit11ll0allo Slato, perchè concrrnono l' intcgTHù e la conservazione clell'aggrcg·,1to sociale, eh' esso rappresenta e guarcnlisce, o .si rilcriscono a' suoi alli fini mo1·alie intcllelluali. <_(nimlila dilèsa nazionale, la sicurezza Jrnbblica, l'amn1inis11·azionetiella giustizia e la lliffusione clclla col.- lura intcllcltnalc in ogni ramo o pnrle cli essa sono !'unzioni csscw:iali dello Stato. Altri utriciprevalentemente spellano a singoli aggruppmnenti lii popolazione, ma per specialimotivi si stringono ·alla competenza dello Stato. Ciò avviene in parlicolare quanclo, eiaun vizioso andamento del modo normale d'esercizio della hmzione, possa Yenir minacciata o compromessa l'utilità universale. Ci riferiamo a preferenza al servizio clell'igiene e cleUasanità pubblica. Da ultimo, nonostante si amcli di consueto ad autorità locali il socldisfacimento di alcuni interessi di utilità collettiva, essi non di raclo assumono una importanza universale e la trattazione ne Ya riservata allo Stato. Il sistema dei mezzi di comunicazione e cli trasporto per quanto si attiene alle relazioni internazionali e alle percorrenze nazionali ciel territorio, l'ordinamento clelJa circolazione, la tutela degli interessi commerciali, inclustriali ccl agricoli, sono utrici propri (lelJo Stato, quando si riferiscano a tutto il tel'l'itorio o ad una vasta parie cli esso e si cst1•insechino in una azione di coordinamento, cli ispezione e di controllo. Di fronte allo Stato - specie in Jtaliu - stanno aggruppamenti di popolazione, risieclcnli StL arca limitata, vuoi addensati in date mnsse di caseggiati, v110isparsi sur un territorio circoscritto da unilonni o som\gtianli condizioni topogn1nc11eo di coltivazione. Sono i comuni, vuoi urbani, vuoi rurali : la loro composizione come l'origine e il moclo attuale cli essere hanno inizii, vicende e caralteri affallo indiprnclenti dall'autorità dello Stato, il cui s,·olgimcnto o preccclellcro o accompagnarono con cerchia propria e quasi. parallela cli interessi e cli competenze. I bi.- sogni della polizia e della Yial>ilità,i servizii clcmogranci e dello stato civile, le varie rnani{cstazioni cli coorllinamento e cli integrazione clell'attivitùpuhbl.ica in materia cli bcnenccnza e per le città più popolose la rappresentanza degli interessi commerciali, compong·ono le forme più comuni e più importanti dell'azione municipale. Si clanno inoltre unioni amministrative speciali, interposte fra lo SUilo e i comuni, e queste trovan soltanto in apparenza nella trallizionc storica la loro giustificazione. La loro ragione lii essere dipende anzitulto <!alla conrormazione territoriale, specie dalle condizioni naturali <lei sistema oro-iclrogn1fieo o liltoranco O (la quelle ilC(fUisitc C succcssi,•c(lcll'o1"ClinalllCnlo elci mezzi di comunicazione, perfino clall'i11clole speciale degli allrggimncnli agricoli o imlusll•i,llidella po110Jazio11Qe.ueste unioni amminislrative prendono il nome cli comparlimcnli, provincie, circoli, clistretli, consorzii r rirnlgono la loro attirilù o acl una serie cli uflici.o ad una pa1ticolarc f'unzionr, pc1· cui sorsero o ful'ono insliluite. r servigi llella Yiabilità s111u· na zona notcl'oimcntc estesa, la protezione contro l' inou-
68 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZE SOCIALI dazione dei fiumi e dei toncnti, la cura di forme cli beneficenza riferite ad ,ma vasta cr1·chia cli le1Titorii piuttostochè a gTuppi adllensali lii popolazionr, pr1·- Jino ogni oppo1·1u110an'Nlimcnto co1111·r0nalallie o altre influenze dannose alla agricoll111·acli alle inllustric, sono au1•ibuzioni nalurali e c0111·enienlai lla giustificazione territoriale cli siffatli organismi. A parte poi eia tale diversa cornpctenzn spetta alla legge di determinare non soltanto le no1·mc cli controllo, ma, eventualmente, il limite cli partecipazione dello Stato n1:lla direzione e nella spesa necessaria a crnegli uffici nei quali, unitamente ai semplici vantaggi di un terrìtorio, è impegnato un'interesse universale. Il problema ciel decentramento non è però risolto solo perchè si sieno ripartite in modo razionale fra gli organi dell'attività pubblica le svariate funzio1ù del potere collettivo. In verità la soluzione può llirsi appena incominciata. Amministrazione e finanza - non conviene climenticarlo - sono tra loro in intimo rapporto. Se chi crede proprie clello Stato, clelleprovincie e dei comuni le stesse atlribuzioni amministrative giuclica consentaneo a tale concetto cli assegnare all'uno e agli altri enti pubblici l'identico sistema tributario, è all'opposto fondamento essenziale cl'una teoria razionale ciel clccentramcnto cli allril)uirc allo Stato e agli enti locali sistemi tributari ciel pari separa ti e disgiunti. Arrestiamoci alquanto su ([llesto punto. Negli stati accentratori, specie in Italia, l'nmministrazione e la finanza cnwialc e degli enti locali costituiscono un'ailacciarncnto intricalo e prcssochè impossibile a clisccmcrsi cli uflici e cli carichi. Salvo cliffcrcnzc cli proporzione, uguali sono le attribuzioni dello Stato, uguali crucllc dei comuni e delle p1·ovi11cic. Grazie al fatale istituto clcllc sovraimposizioni il ·sistema tributario dello Stato si stl'ing·c inclissolubitmente nl sistema tributurio clegli enti locali. Anzi un'arrett'ato prcgiuclizio incatena le menti e l'opinione pubblica, climcntica delle origine storica llel l)alzcllo e clell'in(lolc effettiva clcllc sue inciclcnzc, s'ostina più che mai nel considerare come un' imposia locale i clazii cli consumo, faccnclonc, più per traclizionc che per convinzione, la pietra angolare ciel sistema t1·ibutario mtwicipalc. Consaernti acl ogni moao ordini si('. falli, niuna riforma ,rn1ministrntirn o finanziaria è possibile. li. contrnllo delle spese locali è mescolalo al controllo llcllc spese clcllo Stnlo cli il go,·e1·no cd il parla111c111S00LIOincili a inll0l'lll'C alCllltCllè nelle imposte sulla tH·op1·ictàreale e in quelle sul consumo, preoccupali cli non ferire le lonli traclizio1rnli della finanza comunale. Ora il primo alto della riforma è appunto cli richiamal'C og•ni0l'ganismo pu!Jhlico all'u(~ flcio che gli app,u·lie11e,pcrcliè rsso possa e clebbaco111picl'lo con l'intera co eicnza clella p1·01wia1·esponsabilitù. ìUa 1101è1 questo cl1r un primo passo. E' un· ilh1sionc il. creclcrcsuflicicnte la consapevolezza morale ciella propria responsabilità pcl' (;_rn1c effcll il o l'esercizio. Solo li cliritto d'imposta rc11<1pcossiilili e concreti negli organi amministrnlivi il sentimento e l'azione reale elci. la loro responsabilità. In particolare negli enti minori, clovc, per la semplicità degli utlìcì, si manifesta piit cviclente l'azione colleltivn ciel. poterr pubblico, la 111assimaing·lcsc. tuxation is rcpresc11tatio11 riceve la sm1 co11sacrazio11cpiù legillirna. 1~ qui rilol'lla emcacc e vcritiem la co1-rispo11clc11tzra un'ol'(Jinamcnto razionale clell'n111111inistrazioencuna riforma illuminata clclla finanza. ~ ,. * iUa ciel grare problema un'altro aspetto merita luce e riscontro. La permanenza cli orclini tributarii, che inaspriscono, senza possibile norma o mism·n, le gravezze dello Stato, ne ritarcla o anche arresta quella avvcnturntn trasformazione vc1·sopiù pcrfetli moclerni atteggiamenti, elle agevolano il conseguimento elci suoi fini elevati. La coesistenza in mano dello Stato e ai poteri locali clclle imposte personali - ehiaminsi queste dazi cli consumo, tasse cli famiglia o focatico o acldirittura imposte sul recidilo e sul patrimonio - rcnclc possil>ilcla clivisionc clcgli addensamenti locaJi clclla popolazione in due classi, la clominante e la dominata, CfllCStacostretta a subire il peso clell'imposta, quella pronta a ripercuoterlo. Dove infatti la civiltà è po'co progredita ed è meno desto il sentimento altruista che inspira e guida, la classe che, per manchevole svolgimento dcli' interesse collellivo, ha saputo monopolizzare il potere politico se ne riYalcper far pagare alle classi dominate Jc spese di servigi pubblici, non cli rado acl esse inutili o infrulluosi. Yalgano acl esempio i bilanci locali clella nostra cara Sicilia, in cui ricorrono cosi frequenti le spese per costruzioni o per clotazioni cli teatri ccl è pur troppo tanto oppressivo il dnzio locnlc ! l\la quando le imposte callo110su chi llclihcrn la spesa, più seria e contenuta è la deliberazione, più vigoroso il co11trullo,men rrcqucnte lo sperpero, più si1·cllo il legame ciel contribuente alla vita amministralivn, più vivo l'incentivo acl aumentare la proclutlivilil elci {011clei delle alt1·c hasi colpile. Al contrario la separazione cli cluc classi, provocata dal sistema lril)ulario colloca lo stato moderno in clirella anlilc i coi propri fini e col proprio caratlcrc. L'azione politica non diventa l'espressione cl'un interesse comune o Ja conscia pn1'lccipazione a vantaggi insieme provocati ccl ollenuli: essa rimane l' invrterato ritlcsso (ICIclominio e dcil'opprcssionc, una nl'lificiosa sovrapposizione (lri celi prepotenti sui più cleholi o, se meglio vi aggrnda, il mcclio-cvo nelle npparcnzc inamidnlc e ipocrite delln ci.viltàmodema. E co11siffatte insliluzi0.11ila lusinghiera parvenza cli n1H11·iiclcali e di nuove impromcssc lr11desempre più ad allo11tnnarsì e a svanire. . • • Su queste basi l'alt unzione razionalr del dcce11ll'cl· mento no11è possibile senza rassegnazione ai corpi locali <li una base imponibile propria e separala eia quella dello Slalo. Siffatta separazione è richie ta dal 1·appo1·torra I' inllok clella spcsn e la natura clcll'oggctto i111ponihile,<lacchè i sù1goli dispenclii clcvo110, pr1· qua1110è clato cli liu·e. fl11·01·i1u·nc incremento di , alore e <li rcclclito nelle ])asi colpile. E' <lomanclata allresì da Ile esigenze cl'un severo contro Ilo delle erogazioni. Anr.i eia tale aspetto essa è la garnnzia più
RIVISTA POPOLAllE DI POLITICALETTEllE E SCIEi.\ZESOCIALI 69 sicura della condotta dei si1rgolienti. Conlcmpo1·anearne11tcaiula l'opera rifonnatricc tielle pul)l)lichc inslituzioni e dù ai sistemi finanziarii la eJaslicilù voluta dall'imlolc e tlall'mnpiczza sempre crcsecnlc clcllcfunzioni amministrative. Un quesito, e non licw·, acl ogni modo adunquc si presenta. Quali sono le l)asi impo11ibilipit'i.adallc alla nalu1·a agli uflici dei corpi locali? Si lrovano sollanlo nella proprictit reale o JJ111·anconelle manifestazioni di1·cuco indireuc del rrtlclilo J)ersonalc? O converrà slu(lia1·c ordini J11islimeglio rispomlcnti ai carallcri speciali delle sing·olc caLegoric di corpi locali? A llliO modo di vedere è ormai rnù1ssioma di Lccniea finanzia1·ia la preminente allilu(linc tiella propriclù reale alla tassazione locale. Fu a lungo discusso - specie in Germania - se le imposlc munici1JaliStLlrc(ldilo (nilor localivo, di. fallliglia ccc.) poLcsscrn ofl'ri1•crorlllCconve11icnli(li illlposizione. iUa la doltrina - ccl anche l'esperienza (I) - tendono ad accostarsi vicppiù alla opinione negativr1. i.Uanca anzilnllo il (lesi(lcrato legame tra la base imponibile e l' inclolc delle spese locali. Il rcclclito mal si evolve li.a chiu i o lilllilali ambicnli, né da quelli consegue incrcmcnli effettivi,a lllcno elle i comuni e le provincie non usurpino le funzioni clello Slalo. ArlJilrario 1101d1i ra1·0 è l'accerLamcnto e sogg·iacca muHiformi influenze o 1wcconcclli, a cui sa sourarsi l'azione finanziaria ciel governo. Si assoLtigliano invece le fonti naturali dei prodolli erariali e vi cospira l'azione sparsa per lutto lo Stalo degli enti minori. Indole ben diversa offre alla tassazione locale la proprietà reale. I lcrrcni e i 1'abl.J1·icalriisentono di continuo gli cffolli della spesa elci comune o clclla provincia. Quanto più si trasformano e rcmlono perfolli gli 0l'(lini catastali, l'acccrtarncnlo cli quei profitti è soltralto a irritanli controversie. iXè,per quanto l' impo izionc personale possa comprendere anche il 1·cclclilotlcrivante dalla prop1·iclù fondiaria, siccome rnia manifestazione clcll'allivilà economica ciel conlribucnlc, l'imposta reale riesce a sottrarre ai poteri del fisco alclma delle sue proprie risorse. Si potrebbe clulJitarc, se non fosse opportuno cli.raccomanclarc il sistema tributario locale a tutli i profitti anche commc1·ciali, non a quelli solo derivanti dalla proprietà reale. E se ne pot1•cl)JJcro,Hlclul'l'c1·agioni,né poche, né lievi. i\Ia, a ben g·uartlarc, data la mutabilità e la Yarictà clcll'ordinamcnto moclcrno delle industrie e <lei traffici, dato il suo continuo 1·apporto col sislcma nazionale cli. internazionale del commercio, clata la agevolezza con cui la proprietà Jondiaria e il capitale mobile potrebbero mcrcè l'azione elci potere politico rcciprocamcnlc rirnlcrsi l'un sull'altro elci peso elci carichi pulJIJlici, 11011crcclo di. diparlirmi dal concetto aclollato. Certo l'estensione clcll' imposta locale ai profitti inclustriali può trol'arc un qualche r1pparisccntc appoggio in molil'i cli cquitù. )la i pericoli ne son troppo gra,·i, né si cornl.Jallono che da popolazioni fornite di la1·G'acollu1·a e di clclli scn~i cil'ili. In ogni caso però la soluzione, che fa (lei prolilli ({) Le imposte locali sul reddito hannoproYocato3nche di recente in alucune grandi città olandesivere esplosioni di malcontento. reali la IJasc imponibile clegli enti minori, ha d'uopo cli vcnil· completata c1uando si tenga conto li.ella cliversa natura dei n11clci.comunali. La profonda clifforcnza esistente fra i comuni runili e le cillù, specie le grandi cillù, non puù passare ina, 1·crlila. Imponente ~ il fabbisogno finanziario lii queste. Dnllc prestazioni locali risentono vantag·gio ,lllchc il capitale mobile e il lal'oro, e in ,uia misura supcrio1·ca quella elle alla pr0J)l'iCtà foncliaria fosse dato parzialmente cli ripercuotere. Taluni bisogni materiali delle grnnlli cillà dil·cnumo poi cli lanlo Jll0llleuto da asswncrc il ca1·aucre cli esigenze cl'orclinc i11Lcllcllualce mortJle. Ora ))Cl'le ciLUì,specie per le gTnndi cillit, le imposlc sui Lc1Tcnie sui fal.JI.Jricalinon sarebbero suITicicnti a colmare la cifra ciel fal.JI.JisognoS.embrc1•cl.Jl)cmcil'altronclc erroneo lii clccamparc dal primo conccllo, 1·iservanclo ai soli. grancli comuni o alle città un polcrc cli clirclla imposizione sul rcllclito pc1·sonale. iXc vcrrelJl)c turbato l'allllnrnenlo cli lulla la riforma. Ora o si esplica un concetto razionale in ogni sua parlc o torna meglio non applicarlo. Più ulil.c consiglio l'assicLu·ai·cai nnmicipii urbani ima partecipazione percentuale (dola=io11c) sul prnll.olto complessivo cli quelle imposte personali, sia sul cousumo, sia sul rcdclito, elle l'erario avesse a riscLt0Lc1·cnelle singole aggregazioni cittadine. Uguale beneficio ne vc1Tcbl)cai comuni, ma l'azione di controllo, cl'acccrlmncnto, cli direzione e cli rH'orma rimancbbc allo Slatò. Concludendo, una saggia applicazione ciel concetto razionale ciel clcccnlrameuto suppone le scgucnli innovazioni: 1° Determinazione esalta clcllc funzioni e delle spese locali, a parte claUc funzioni e clauc spese clcllo Stato, in conformità ali' inclolc e agli uffici elci singoli enti. li° Assegnazione allo Slalo e ai corpi locali cliclue sistemi tributari separati c. clislinti. 111° A111•ibuzioncallo Stato ciel recidilo pc1·sonale come base imponibile, ai corpi locali della proprietà reale, ferme le restrizioni accennale nei riguardi elci comuni urbani, specie delle grancli cillù. Applichiamo all' Halia questi concctli e 11cclisccnclcranno alcune conseguenze cli pregio 11011trascurabile. Talune funzioni, oggi esercitate, per quanto parziahncntc clallc provincie o clai comuni, clovrcbbcro assumc1•si clallo Stato. Fra rrncstc l' inscgmnncnto primario. Oltre a ciò ccsscrel)i.Jc l' ilwiclo sistema clipartecipazione degli cnli minori al!' inscg11amc11Lsocconllario e uniYCrsilario; il. quale, senza 1·iuscirc ali' i.ntcnlo, perturba e imrniscriscc le finanze locali. Le prestazioni cli carallcrc inlcllcllualc e mo1·alc ollrcpassano Jc Lcnclcnzce i Umili di capacità e cliespansione crun comune o tl'una prnvincia, nè possono che venir co1npro111cssctla ristrctli appag·amenli o all'opposto sacrificare con larghe e generose S0lltlisfazioni. la finanza clegli enli minori. più colli. Allo Stato clo1TCl)l)rroassegnarsi tulle le imposte personali: quincii anche i clazii cliconsumo. Ai comuni ccl alle J)l'0l'incic le illlj)0StCsulla proprictù (lri ICI'-
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