Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno II - n. 21 - 15 maggio 1897

RIVISTPAOPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI Direttore: Dr NAPOLEONE COLAJANNI DEPUTATO AL PARLAMBNTO Il ALIA: anno lire &; semestre lire li - ESTERO: anno lire 7 j semestre lire 4. Un numero separato Cent. 20. Anno Il. - N. 21. A66onam,ntopollaltJ Roma 15Maggio 1897 Sommarlo. LA RIVISTA- La monarchia e le spese militari. GIACOMONov1cow - Il sensorio sociale. NAPOLEONECoLAJANNI- Alla scoverta della razza giovane. RUGGIERO RLANDO- La nazionalitzazione della terra. CAESAR- Il momento artistico. All'Esposizione di Venezia. GIUSEPPEPARATORE- Il Re. (Dramma di Biornstjeme Bjomso11), Cronaca Politica. Sperimeqtalismo Socia!e. Recensioni. Si pregano caldamente gli abbonati di mettersi in regola,al più presto pos• sibile coll'Amministrazione. Lamonarchia elespesmei.litari. Molte quistioni palpitanti di dolorosa attualità, avrebbero oggi potuto richiamare l'attenzione della Rivista: il misterioso assassinio Frezzi, il processo di Bologna colla coda Crispi, la catastrofe ellenica; ma abbiamo veduto non potere o non dovere intrattenercene. Dell'assassinio Frezzi, che a Londra o a Parigi avrebbe provocato qualche colossale protesta non possiamo dire per timore di procurarci sequestri o processi dai presunti assassini, che si sentono inviolabili ; della catastrofe ellenica con tutte le attese amare disillusioni dei filelleni più o meno retorici, nonchè della rovina irreparabile del Crispi rimasto malamente impigliato nell'imbroglio bancario Favilla non vogliamo occuparci, perchè ci parrebbe ingeneroso incrudelire sui vinti e sui caduti, anche colla semplice esposizione dei fatti più ben constatati. Preferiamo trattare un argomento complesso, politico ed economico, che tutti li vale e che oggi dovrebbe interessare il paese più di qualunque altro: l'ordinamento militare. Ed all'ordinamento militare accordiamo anche la nostra preferenza perchè potremo esporre la nostra conclusione sulla discussione avvenuta nella Camera dei deputati, colle parole non sequestrate di un giornale monarchico. L'esercito è la istituzione, che i partigiani convinti e intelligenti della monarchia vorrebbero meno discussa; l'esercito intanto, per vera necessità di cose anzichè per volontà d1 uomini, è stata ed è la istituzione più discussa nel paese e nel parlamento, perchè tale qual' è non risponde nè all'esigenza dei partigiani del militarismo nè a quella dei democratici anti-militaristi ; non risponde all'ufficio, che vorrebbero assegnargli gli uni e gli altri; non risponde alle tradizioni e alla condizioni della nazione. Da oltre un quarto di secolo l'esercito ha assorbito le migliori risorse del paese ; ha costato oltre dieci miliardi. Per lunga serie di anni si votarono sempre le spese occorrenti pel medesimo con uno slancio incredibile: ogni titubanza, ogni remora sembrava, e con sincerità, un delitto di lesa patria. Alla fine venne l'ora del disinganno e dell'esame demolitore; si vollero conoscere i risultati ottenuti con tanti sacrifizi economici, che avevano fiaccato la nazione. Non c'è dubbio alcuno sulle qualità morali dei singoli componenti di quello che dovrebbe essere l'organismo preposto alla difesa suprema e alla grandezza d'Italia. Soldati ed ufficiali di ogni grado in cento occasioni mostrarono un coraggio, una abnegazione, uno spirito di disciplina superiori ad ogni elogio ; soldati ed ufficiali negli incendi, nelle epidemie, nelle inondazioni misero a repentaglio la loro vita con ammirevole premura accaparrandosi l'affetto e le simpatie di ogni ordine di cittadini, che non vennero meno neppure quando i primi furono destinati nell'odiosa missione di massacrare gl' inermi contadini di Sicilia o di fare la concorrenza per comodo dei padroni ai poveri lavoratori messi in isciopero. Ma le belle doti dei singoli elementi, che compongono l'esercito non valsero a dare all'intera sua compagine quelle speciali qualità, che rendono l'organismo adatto alla sua funzione; nè a quella che vorrebbero assegnargli i militaristi agognanti

402 RIVISTA. POPOLARE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI alla gloria, nè all'altra più nobile e più proficua, cui lo vorrebbero destinato i democratici : la difesa della patria. Da Custoza ad Abba Carima non ci fu un momento solo in cui si potè sperare che l'esercito si circondasse di aureola gloriosa e !li mostrasse adatto alla difesa efficace e vittoriosa contro un nemico esterno. S'indagarono le cause di questo fallimento colossale della istituzione più costosa e più prediletta della nazione e se ne riconobbe enormemente difettosa l'organizzazione dai giudici più competenti e meno sospettabili di avversione verso l'esercito. Il Generale Primerano ex. capo dello Siato maggiore in Giugno 1896 disse in Senato che il suo ordinamento è tale che condotto ad una guerra europea ci avrebbe procurato un disastro superiore a quello di Abba Carima - ù·repa1·abile. L'odierno Ministro della guerra, generale Pelloux, alla sua volta, nelle relazioni dell'ultimo disegno di legge da lui presentato, confe~sa che il suddetto ordina mento si avvicina al caos. Tanta concordia di giudizi costringeva tutti alla ricerca delle cause che avevano pt·odotto effetti così disastrosi e di rimedi pronti ed efficaci. Aperta la discussione sulle prime non si tardò a riconoscere dalla immensa maggioranza, che causa principale del caos attuale, che condurrebbe alla disfatta i1·1·epa1Ytbile in una guerra europea, era la sproporzione tra la spesa allogata io bilancio per l'esercito e il mantenimento dei dodici corpi di at·- mata, che in un momento d'inspi gal.Jile follia si vollero Cl'eare per compiacenza di ministri, che si piegarono a misteriose influenze e forse in adempimento di obblighi internazionali dalla Nazione e dalla sua rappresentanza non contratti e non conosciuti. Questo non è il giudizio tendenzioso delle parte repubblicana o dei borghesi incompetenti. Cn mi litare ver;1mente illustre e coraggioso come il Generale Ricotti; un monarchico eminente che fu ed è Presidente del Consiglio dei ministri come l'onorevole Di 11udinì, lo divisero e lo manifestarono solennemente iu di verse occasioni nel Senato e nella Camera dei deputati. * * Riconosciuta la causa del male grave un dilemma presentossi inesorabile ai tecnici ed ai politici d'Italia: o consacrare una spesa maggiore all'esercito o ridurre le proporzioni e trasformarne radicalmente rorganizzazione. La spesa maggiore non trovò sostenitori altra volta neppure tra i megalomani. Infatti anche l'ultimo ministero Crispi amichè aumentare il bilancio della gueri-a e della marina, li diminuì sensibilmente. Quel che ne pensassero gli altri era facilmente prevedibile: volevano la riduzione dei corpi di armata o la trasformazione dell'ordina mento militare. I monarchici, per fini relativi alla politica interna, volevano la semplice riduzione da dodici ad otto corpi per ottenere un esercito piccolo ma forte per la sua compagine; i radicali, i repubblicani e i socialisti invece volevano e vogliono la trasformazione fondamentale sulla base dell'ordinamento territoriale della nazione armata, ad imitazione del sistema svizzero, che assicura ad . un tempo la massima economia e la massima forza difensiva contro lo straniero nemico. E questo sistema espose e tlifese più volte alla Camera e nei suoi scritti l'on. Colajanni; e riassunse nel suo discorso dell' 8 Maggio i motivi tecnici, economici e politici, che lo rendevano di gran lunga preferibile a qualunque altro. Le maggiori spese militari furono escluse ad unanimità perchè si riconobbe che le condizioni economiche del paese non le consentivano. Il giudizio reciso non si fondava soltanto guardando il bilancio dello stato, il cui pareggio instabile e malsicuro sotto l'on. Sonnino fu ottenuto mancando alla fede pubblica, colla riduzione degli interessi del debito della nazione; ma maggiormente accreditavasi e diveniva davvero induscutibile ponendo attenzione al bilancio ed all"economia della nazione. Ivi il deficit era spaventevole e lo dimostravano e lo dimostrano tuttavia le cifre inesorabili del debito pubblico e del debito ipotecario dei privati, dei delitti, dell'emigrazione, dei fallimenti, delle diminuzione dei consumi più necessari - pane, carne, sale, vino, petrolio, zucchero, caffè etc. (;) Questi dati erano e sono così chiari e convincenti, che nel constatarli per lo passato e nell'ultima discussione si trovarono in pieno accordo uomini, che militano nei più apposti partiti politici: Fortunato e Colombo, Carmine e Colajanni Meardi e Bissolati; cioè: gli uomini di destra e di sinistra, i monarchici e i repubblicani, i socialisti e i radicali. (2) Dato questo stato di cose si comprende che gli on. Di Rtidiaì e Colombo sul 1802 abbiano sostenuta vigorosamente la necessità della diminuizione delle spese militari e che abbiano preferito dimettersi, soggiogando alle solite influenze misteriose, anzichè lasciare immutato lo statii quo. Ritornati al potere nel 1896 dopo il disastro di Abba Ca_ rima, vi riportarono le loro antiche idee - cui dava significato più chiaro ed autorità maggiore la presenza del generale Ricotti nel ministero - e si supponern che f, ssero stati separai i gli osta- (I) I leltori in questo stesso numero sulla rubrica dello spe,·im,n talù,mo soeiale tr0Ye1·anno alcuni dati eloqucr.ti sui consumi. (2) Avremmo desiderato riportare alcuni brani di riviste monarchid10 autorevoli - Economista di Firenze, Eeonomista d'Jtalia di Roma, Idea libe,-ale di :-.Iilano ecc. - che sostengono le stesse idee esposte in Parlamento dai cennati deputati; ma ]o spazio ci difetta. Sa,·à per un'altra volta.

RIVISTA POPOLAREDI POLI'I'ICALETTERE E SCIENZESOCIALI 4Ù3 coli occulti, che avevano impedito nel 1892 le trasformazioni inevitabili nell'ordinamento dell'esercito. Così non fu e si ebbe nel luglio 1896 la crisi e l'uscita dal ministero degli on. Ricotti, Colombo, Carmine, Gaetani e Perazzi. L'on. Di Rudinì venne meno ai suoi precedenti e preferì essere chiamate politico astuto anzichè inabile galantuomo. Egli mutò d'idee di punto in bianco - e glielo rimproveravano amaramente, esercitando un diritto ed un dovere, gli on. Colombo e Carmine - rimase Presidente del Consiglio e in una al suo ministro della Guerra Generale Pelloux presentò alla Camera dei Deputati il progetto di riordinamento dell'esPrcito èhe ancora è in discussione. Che cosa si sarà ottenuto di buono quando il progetto sarà divenuto legge dello stato? Nulla, assolutamente nulla. Per porre r·imedio al caos non bastarono le centinaia di milioni buttati nel baratro militare dal rrimo ministero Cri,pi - J 887-91 - e basterebbe r ra la decina di milioni, che vi destina il secondo ministero Di Rudi oi? Via! è troppo grande la sproporzione tra i mPzzi e il fine, che si vorre1be raggiungere perchè ci siano uomini avveduti e disinteres>ati, che possano crederlo e sperarlo. Del resto lo ste,so ministl'o della Guerra nella relazione che prende il disegno di legge confessa che i milioni in più e i pieni poteri, che domanda non condurranno ad una modificazione sensibile; l'organizzazione fondamentale dell'esercito rimarrei tale qual' è. Sono le precise parole del generale Pelloux, che vennero confer·mate, dal pii1 brillante difensore del progetto ministeriale: dall'on, colonnello Marazzi. Dunque? La legge sarà impotente a giovare all"esecito, togliendovi il caos; non servirà che a peggiorare le condizioni economiche della nazione. .... Nella Camera e nel paese il disegno di legge pre sentato dal secondo ministero Di Rudinì per riordinare l'esercito non ha trovato difensori che abbiano potuto adoperare buoni argomenti;nellaslampa sopratutto non si è riusciti, che a tentare di gettare una luce sinistra sul consenso che c'è tra gli uomini de parti opposte e non potendosi dimo_ strare che la riforma ~ia u1ile all'esercito ed al[l nazione si afferma ch'è gradita e giovevole alla m0narchia. Egli è così. ad ernmpio, che nel Don Chisciotte, l'abile penna riel sai·aceno ha tentato colpi1·e l'ono revole Colajanni mettendo in evidenza il fatto che il medesimo applaudiva fi·equenternenle ed arno1·osamente l'on. Colombo, mentre i colleghi di prwte moclemta gli stavano fraternamente intorno. Que3ta era una tr'as(orma:.ione bella e buona, secondo il parere del simpatico giornale romano. Il fatto in realtà indicava una t1·asformazione; ma chi si trasformava non era l'on. Colajanni, bensì si trasformavano gli uomini più onesti e più di carattere della destra, che riconoscevano la giustizia delle idee e del programma di tutta l'Estrem,a sinistra. I vari elementi che la compongono per fare cosa grata ai ministeriali dovevano forse protestare contro gli avversari, che, superando lo stolto bigottismo monarchico e preoccupandosi esclusivamente degli interessi nazionali davano loro ragione? Non dissimile da quello del Don Chisciotte, nella sostanza, è il linguaggio che tiene un altro giornale monarchico, il Don Mai·zio di Napoli. Questo in un articolo di fondo dal titolo: Repubblicani e trappisti afferma che sono logici i primi quali vogliono la prosperità economica della nazione e perciò respingono le maggiori spese militari, mentre tradiscono la mona1·chia i trappisti, cioè gli onorevoli Colombo e Carmine - e Meardi, e l'eloquente ultra-unitario Fortunato dore li mette? - che si associano ai repubblicani rinunziando alla megolomania ed alla gloria. Altri giornali monarchici altrove hanno espresso identici sentimenti ; ciò che mostra che la concordanza nel giudizio non è accidentale e che il fatto giudicato è ·molto importante. · Noi non ci permettiamo ulteriori commenti per molte 1·agioni e concludiamo osservando che i criteri del Regio Fisco in \Tapoli sono diversi e più larghi di quello di Roma· In Roma, infatti, il Don Mai·zio sarebbe stato sequestrato; e non a torto perchè dal!' insieme delle sue considerazioni sui trappisti e sui repitl,blicani un buon loico avrebbe potuto dedurre che l'esercito in Italia dev'essere destinato a difesa della monarchia e che la monarchia è la nemica delle economie nelle spese militari. No~ è questa una conclusione falsa e sediziosa? LA RIVISTA. PREMIOAGLI ABBONATI Stiamo preparando per gli abbonati della nostra Rivista una nuova edizione del SOCIALISMO di Napoleone Colajanni Opera esaurita da vari anni nella edizione Tropea (un volume di 400 pagine che costava L. 5). Del successo che oUenne quest'opera al suo apparire fanno fede le riviste di più disparata iÙdole dalla Nuova Antologia che lo chiamò « una critica dotta e ingegnosa di ciò che si è scritto intorno ai disparati argomenti della criminalità e del socialismo » alla Rivista cli Filosofia scientifica dove l'illustre, Sergi lo trova « seri tto con calma e serenità scientifica, pieno di verità e schiettezza» e « de,tinato a mettere sulla vera via l'applicazione della teoria darwiniana alla sociologia per quel che riguardi\ i fenomeni economici ».

404 Rn'ISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Giudizi di grande autorità sono pure qu illi del Listz, pel Geyer nella J(ritische Viertejahresschrift, dell' Anguilli e del De Dominicis nella Rassegna critic a,di Enrico Ferri, contro coi appunto era stato scritto il Socialismo, di Achille Loria, di Filippo Turati. li prof. Schupfer nella Rivista di scienze giuridiche afferma che « la scienza sociologica tentativo scientifico ancora indeterminato, ha fatto un gran passo col Socialismo del Colajanni :; Il quale è definito dall'avversario Lucchini nella Rivista penale a proposito sampre del Socialismo : filosofo seri o acuto erudito. E il Lombroso nell'Archivio di psichiatria annunzi6 il libro come una delle più importanti pubblicazioni avvenute in quell'anno. La Revue philosophique del Ribot rilevando l'importanza del Socialismo diede ragione al Colajanni per aver attribuito allo Spencer un socialismo incosciente. Abbiamo infine giudizi tutti favorevoli del Laveleye, del Tarde, del Garofalo, del Puglia, del Morselli, ecc. IL SENSORIO SOCIALE. Vilfredo Pareto, in un frammento pubblicato in questa medesima Rivista (1), così si esprime: « In un paese, i cui abitanti ascendono a trenta « milioni, supponiamo si proponga, sotto un.. pre- « testo qualunque, di far pagare una lira all'anno « ad ogni cittadino, e distribuire la somma totale « fra trenta persone. Ciascuno degli spogliati pa- « gherà una lira, ciascuno degli spogliatori rice- « verà un milione. « L'azione, dalle due parti, sarà molto differente. « Le persone che sperano guadagnare un milione « all'anno, non avranno pace, giorno e notte: com « preranno giornali, cercheranno dovunque parti- « giani. Una mano discreta pagherà le cambiali in « sofferenza dei legislatori bi"ognosi, nonchè degli « stessi ministri. Tutte cose queste, che si fanno « alla luce del giorno negti Stati Uniti, dove, come « ci sono le borse del cotone e del grano, c · è « quella anche dei voti. « Dal lato degli spogliati, invece, l'attività è « molto minore. Per fare una campagna elettorale « ci vuole danaro, e le difficoltà materiali, che si « oppongono al domandare qualche centesimo ad « ogni cittadino, sono insormontabili. Qual via sce « gliere? « Domandare ad un piccolo numero di persone « delle contribuzioni più considerevoli? l\fa allora « si corre il rischio che queste sorpassino l'am- « montare della perdita, alla quale è esposto il do- « natore. È per sola filantropia, infatti, che un in- « dividuo sarà disposto a sottoscrivere dieci lire, « con lo scopo di impedire lo stabilimento di una « imposta, che solo di una lira lo graverebbe. Eco- « nomicamente, egli, senza dubbio, in questo caso, « farebbe una cattiva speculazione ». Non si potrebbe dir meglio· (!) Riui,ta Popolar•. 28Febb. '97. La difesa dei propri interessi può, in certi casi, costituire una perdita e una speculazione svantag· giosa. E, naturalmente, nessuno vuol farla. Così gli interessi particolari hanno un enorme vantaggio sui generali. Tuttavia se gli interessi particolari l'avessero sempre vinta, la società non avrebbe fatto alcun progresso, e sarebbe andata giù, verso una decadenza sempre più profonda, una anarchia sempre più grande. Le società, invece, son progredite. Nel secolo XIV la Germania, coperta di castelli feudali, era piena di cavalieri, predoni, che svaligiavano i passeggieri, sulle strade maestre; ed·oggi la più grande sicurezza regna, giorno e notte, per tutte le vie. La schiavitù è stata abolita, il servaggio e scomparso, la eguaglianza dei cittadini innanzi alla legge è stabilita, i codici penali han perduto la loro antica ferocia, la tortura, l' inquisizione non esistono più. · Come si sarebbe potuto avere un progresso, se l' interes,se privato avesse tenuto sempre la prevalenza sul pubblico? I cavalieri ladroni dal Medio Evo non potevano ricavare alcun beneficio individuale, dalla rinunzia alle loro rapine, e così gl' inquisitori, perdendo l'immenso e terribile potere, e cosi i nobili abbandonando i loro privilegi. Si sa che gli individui e le corporazioni hanno sempre difeso le loro prerogative con la più grande energia. Come ha vinto, allora, l'interesse pubblico ? Per la differenziazione sociale, e con la formazione d'un organo intellettuale, che noi chiamiamo il sensorio sociale. Ogni uomo ha bisogni materiali (mangiare, vestirsi, ripararsi dalle intemperie), per provvedere ai quali lavora. Se tutta la giornata è assorbita da questo lavoro necessario, l'uomo è un produttore di ricchezza e fa parte della classe economica. Quando poi costui non ha la necessità di lavorare tutto il giorno, per soddisfare i suoi bisogni materiali, allora egli comincia a differenziarsi dalla dalla classe economica, ed il sensorio si forma. Il tempo che l'uomo non impiega nell'acquisto di ricchezze, è consacrato alla vita della mente o del sentimento, in altri termini alla scienza e al piacere. Il numero d'ore consacrato ai bisogni psichici è molto variabile; ma nè il lavoro economico, nè il mentale può mancare completamente. Non vi è riccone, che non sia obbligato ad impiegare parte del tempo per l'amministrazione della sua fortuna, non v' è contadino, che non abbia la sua occupazione mentale, sia anche quella d'andare a messa la domenica. Perciò è impossibile stabilire delle diversioni nette tra il sensorio sociale e le altre classi, il che, d'altra parte, non pregiudica l'esistenza di quello.

Rll. VISTA. POPOLA.RE DI POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIALI 405 « Non si può fissare con precisione, dice(1) egre- « giamente il Pareto, l'anno, il mese, il giorno, il « minuto in cui finisce la giovinezza ed incomin- « eia l'età matura. Ciò non impedisce di conside- « rare separatamente i giovani e i vecchi ». In generale il sensorio sociale è formato dagli individui, che consacrano la parte maggiore della loro attività ad occupazioni dell'ordine intellettuale e generale, piuttosto che a quelle d'ordine materiale e individuale. Perchè questo sia possibile, è necessario che i bisogni materiali siano prima soddisfatti, e che si possegga, quindi, una certa fortuna. Anche qui, tutto è relativo. Il milionario, che lavora giorno e notte per accrescere i suoi milioni, resta nella classe economica; Spinoza, che, contentandosi di pane ed ac• qua, scriveva libri, apparteneva, certo alla intellettuale, pure essendo poverissimo. L'inazione è una sofferenza. Dal momento che si ha una certa fortuna, si cerca subito una occupazione intellettuale o meglio si corre al piacere, sotto tutte le forme. Ed uno dei più grandi piaceri, per l'uomo, è l'estensione del proprio orizzonte visuale e intellettuale: lo prova la grande attrazione, che esercitano i viaggi, su tutti, ed il fatto che la lettura, per molti, è un godimento, di cui non si può fare a meno. Gli uomini di tutte le classi hanno la stessa natura fisiologica: nessuna classe esclude l'amore del sapere e del piacere. Solamente, coloro che non hanno la cura del pane quotidiano, possono consacrarsi più esclusivamente alla vita mentale, alla scienza, all'arte, alla filosofia, alla religione. Allora l'organo della vita intellettuale si differenzia nella società, e con la civiltà cresce e si complica. La funzione mentale si differenzia dalla economica, come nel corpo umano, la funzione della nutrizione da quella del ~~~~ ~ La ragione che ci impedisce di ben comprendere la differenziazione sociale, é questa, che noi vediamo molti professori, pittori, preti, abbracciare le loro professioni per far denaro, per motivi economici. Autori rinomati, cantanti, accumulano talvolta ingenti fortune. avendo delle occupazioni, di ordine mentale. Non si dimentichi però l'or·igine di queste fortune. Se Verdi è oggi ricchissimo, questo dipende dall'avere un gran numel'O di produttori voluto dare una parte dei loro guadagni per udire le opere del maestro. Allo stesso modo il prete vive delle offerte dei fedeli. Ragion per cui, i produttori del pensiero e del sentimento, hanno bisogno, per vivere, d'una fortuna personale, quando non son nutriti col lavoro dei suoi antenati. (I) Cours d' Economie politique - Lousanne - Houge. t897, 'rome Il. pag. 385. Ben presto s' è visto, che la differenziazione delle funzioni aumentava la intensità della vita collettiva, o, in altri termini, le somme dei godimenti intellettuali. Si è notato, infatti, che se ciascuno per proprio conto, dovesse difendersi dagli attacchi in. terni ed esterni, la perdita di tempo sarebbe enorme. La polizia, i tribunali, gli eserciti, le assemblee legislative da questo fatto traggono la loro origine. Dopo la differenziazione in classi economica ed intellettuale, ne è venuta un'altra, che ha diviso la classe governante dal resto della nazione. La classe governante dal momento in cui ha incominciato ad esercitare la sua funzione, ha cessato di produrre ricchezza. Un gendarme che veglia tutto il giorno alla sicurezza delle strade, un giudice che siede al tribunale non possono far ciò che a condizione di avere una fortuna personale, per rendere dei servizi gratuiti, o di ricevere una rimunerazione dagli individui, che producono la ricchezza. Non vi sono confini netti tra gli individui che compiono le differenti funzioni sociali. Un uomo può essere gendarme oggi, e negoziante ovvero agricoltore domani. I fenomeni sociali sono estremamente mobili e si prestano poco a distinzioni spiccate e geometriche: da qui la grande difficoltà della sociologia. Un individuo diventa professore di chimica, sia perchè s'interessa a questa scienza più che ad ogni altra, sia perchè desidera percepire lo stipendio fissato per una tale cattedra. In questo ultimo caso, egli resta, poichè lo scopo della sua attivita é solo il denaro, nella classe economica, ma, in apparenza fa parte della intellettuale. Così un altro che diYenta deputato, solo per avere lo stipendio, che in alcuni paesi a questa questa carica va unito, e per ricever, diciamo così, regali, resta pure nella classe economica, benchè officialmente faccia parte della governante. Tutti coloro che si occupano di politica, tenendo in mira esclusivamente, i propri interessi particolari, sono poco adatti alla funzione governativa e legislativa. Le nostre lingue moderne qualificano questi individui con l'aggettivo politicanti, che è divenuto, giustamente, un appellativo ingiurioso. Per appartenere alla classe dei governanti senza essere politicanti, si dovrebhe possedere una assoluta indipendenza economica, cioè a dire, una certa fortuna personale. Allora una società può dirsi ben costituita, quando ha come governanti un numero sufficiente di cittadini disinteressati, che non si siano proposto il saccheggio delle pubbliche finanze. E questo non basta: la classe dirigente deve avere certe attitudini mentali.

406 RIVISTA.POPOLA.REDI POLITICA.LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI Governare un paese, significa preoccuparsi degli interessi generali del medesimo. E perchè ciò accada è necessario potersi rappresentare il paese, nel suo insieme. Si può avere una chiara rappresentazione d'un paese, per via diretta, visitandolo personalmente; per via indiretta, conoscendolo dalle descrizioni, che se ne sono fatte. Quando si tratta di vasti stati come, anticamente, l'impero romano, oggi il britannico, la conoscenza diretta è quasi impossibile, e la indiretta difficile, se si considera che lo studio della geografia è poco divulgato. Ogni cittadino ha la rappresentazione netta di uno o più comuni, ed un altra un po' più vaga di una provincia o di una regione, perchè, come si è dètto, coloro che conoscono in modo soddisfacente la geografia del loro paese, non abbondano. Ebbene, senza questa conoscenza, non si ha la rappresentazione esatta della società, cui si appartiene, e non si può esser considerati come parte del sensorio. Se l'essere vivente dimenticasse immediamente le impressioni che gli vengono dal di fuori non ci sarebbe più individualità psichicamente cosciente ; coscienza e memoria sono due tet-mini inseparabili Così anche, se gli uomini dimenticassero i fatti dei loro predecessori, non vi sarebbero piì1 individualità nazionali. Quindi, per avere la_rappresentazione vera d'uD'l nazione, bisogna conoscer d'essa, non solo il presente, ma anche il passato: allo studio della geografia deve esser accoppiato quello della storia. Stupisce ad esempio, vedere quanto presto il ricordo del passato sparisca dalla memoria delle masse popolari. Milano ha subito per quasi due secoli la dominazione spagnuola, finita appena nel 'l7 I4, eppure quel popolo non se ne rico1·da più. Senza le arti del disegno, e la scrittura, senza lo studio, insomma, le grandi nazionalità non potrebbero avere una vita tanto lunga. Ora la conoscenza molto estesa della storia, come quella della geografia, non è accessibile, richiedendo un non piccolo lavoro, ad un gran numero di uomini. In fine, per far parte della classe in parola olti-e alla conoscenza della storia e geografia, è necessaria, almeno superficialmente, quella della struttura politica e sociale, del proprio pae~e. Le notizie sulle istituzioni di un paese a due fonti possono attingersi: pratica e studio. - Infatti molti sono gli individui, chiamati a prender parte, più o meno diretta, agli affari del comune, i quali comprendono, bene o male, la funzione delle istituzioni locali, senza cont\lre gli altri, in numero minore, ché possono venir eletti nei consigli della provincia, ed alcune ceutinaia, tra milioni, eletti deputati e nominati senatori. Queste persone possono acquistare direttamente la conoscenza delle istituzioni politiche del paese - conoscenza, che, s, intende bene, s'acquista in una maniera più completa, con lo studio sistematico del diritto. Cosa non molto facile se si guarda il numero meschino degli uomini versati nella scienza del diritto. In altri termini, per servirmi delle parole di Angiolo Vaccaro ( 1), si può affermare che il « sen- « sorio sociale è composto da coloro che cono- « scono la geografia, la storia e la struttura so- « ciale e politica del proprio paese e che hanno « delle volizioni, che ad esso si riferiscono, vale a « dire, che antepongono la prosperità generale, al « bene proprio. Ma l'esistenza_ di questi uomini non « basta ancora per costituire il sensorio sociale; « bisogna ch'essi abbiano della notorietà, che sieno « capaci di interessare la coscienza sociale. « A tale uopo è necessario ch'essi siano ricchi, « che le loro ricchezze sieno acquistate onesta- « onestamente, che nella loro famiglia sia la tra- « dizione di alte qualità morali, che non godano « alcun privilegio, ali' infuori di quello ascendente « che deriva dal loro merito, che siano franchi, « generosi, disinteressati, liberali e progressisti! « Certainente voi sarete curiosi di sapere come « mai una élite di queste specie, una classe d'uo- « mini così straordinaria e sbalorditoia possa for- « marsi in questo basso mondo. Se quel buontem- < pone del cardinale d'Este vivesse ancora, io Iion « so che direbbe al mio amico Novicow, il quale « mostra in questo una fantasia di gran lunga su- « periore a quella dell'Ariosto. « Eppure il Novicow crede sinceramente di far « della scienza positiva, e ritiene che questa classe « di ottimati debba formarsi naturalmente, come « s' è formato il cervello umano! » 11Vaccaro perde complttamente di vista il lato relativo delle cose, il solo che sia positivo. Quando gli organi sono ben costituiti l'uomo è sano, e può vivere una vita intensa e piena di gioie; quando gli organi son mal costituiti l'uomo è malaticcio e mena una esistenza misera e languida. Ma tutti comprendono che in tal caso, le parole bene e male costituiti debbono prendersi in un senso relativo: non vi sono stati, e non vi saranno, mai, degli organi assolutamente perfetti. Se ve ne fossero, l'uomo sarebbe immortale, salvo, ben inteso, il caso di morte violenta. Nel campo sociale avviene proprio lo stesso. In Inghilterra i dE}putati non sono pagati, e non mancano migliaia d'inglesi, che son pronti ad occupare cariche legislative, senza alcuna rimunerazione. I membri della Camera dei comuni e dei lords, sono, (I) Rivista seientijlca del diritto - febbrajo 189ì. pag. 114,

RlVISTA. POPOLAREDI POLITICA.LETTERE E SCIENZHSOCIALI 407 nella maggior parte dei casi, persone degne di stima, che non sono ai loro posti per saccheggiare le finanze dello Stato. Così essendo la classe dirigente, relativamente bene organizzata, e compiendo bene le sue fonzioni, l'Inghilterra è un paese prospero. Le cose non vanno allo stesso modo in Turchia, dove i funzionari si preoccupano solo d'arricchirsi, derubando i contribuenti e lo stato. Ecco tutto. É perfettamente scientifico affermare che la prosperità d'un paese, come la salute d'un uomo, dipenda dalla sua buona costituzione. « Il Novicow ritiene che questa classe d'ottimati « si sia formata naturalmente » - dice il Vaccaro. Proprio così! Ed il nostro onorevole contradittore non deve che guardare attorno per convincersene• Anche nell'impero ottomano si forma adesso un partito, quello della Giovane Turchia, che si pro pone la rigenernione di quell'impero osmanli, come un tempo s'era formato, sotto la direzi0ne di Mazzini, un partito della Giovane Italia, che aveva in mira la rigenerazione della vostra penisola. In tutti i paesi del mondo vi sono dei ladri, ma vi son pure dei patriotti. Il Vaccaro giungerà dunque ad affermare che Gioberti, Massimo D"Azeglio, Mazzini, Manin, Cavour, e Garibaldi per non citare altri, non avevano desideri disinteressati riguardo alla loro patria? E stato pel denaro che tutti costoro han lavorato, han versato il loro sangue su tanti campi di battaglia? Ohi oserà sostenere un paradosso di ·tal fatta e pronunziare una simile bestemmia? Nel ·185!) gli italiani pagavano 575 milioni d·imposte ai sette stati della penisola; oggi ne pagano 1.764 al loro governo unico. Pure, se si proponesse agli italiani di pagare nuovamente quanto nel 1859 e tornare alle divisioni politiche di allora una immE1usamaggioranza non accetterebbe, certamente. Veda, dunque, il Vaccaro, che i motivi economici non sono sempre vincitori. Il nostro contradittore è troppo metafisico, e non si dà la pena di guardare il mondo com'è. L'uomo è un essere estremamente complesso. Il desiderio di benessere e di ricchezza è una delle molle, non l'unica, dell'umana attività. Se c'è della gente che ama la musica, ci sono altri che mano la pittura. Mille aspirazioni si contendono l'anima umana, ed il vero sapiente, tutte deve considerarle. Yolontari italiani combattono, attualmente, alla frontiera della Tessaglia per la Grecia. Dirà il signor Vaccaro, ch'essi lo fanno per una idea di lucro? Gli italiani che avevano votato la loro attività alla rigenerazione della patria costituivano una minoranza; non tutti si precipitarono su i campi battaglia: un gran numero continuò a spinger l'aratro, a lavorare nelle officine, a trasportar mercanzie. Il che mostra, che, in Italia, s'era venuta formando naturalmente, una classe di individui, che metteva gli interessi generali al disopra dei particolari. Tutto questo avviene in ogni paese, in ogni tempo dovunque si formi, appaia quel che noi chiamiamo sensorio, élite, nobiltà. 11 nome non toglie, nè aggiunge nulla, Ma quando una società non ha un organo di questo genere abbastanza sviluppato essa è come un essere vivente. cui manchi il cervello, Esseri senza corvello esistono, ma negli ultimi gradi della scala sociale, come i selvaggi della Australia e dell'Affrica. Torniamo ora all'articolo del Pareto, dal quale prendemmo le mosse. Come avviene dunque che l'interesse generale possa vincerla sul particolare? Questo dipende dalla funzionfl dell'organo detto -sensorio, che mette in circolazione certe idee, le quali si spargono per la nazione e finiscono col diventare passioni popolari. Allora le idee· diventano irresistibili, e gli uomini arrivano a dare la fortuna e la vita per farle trionfare. Tali sono state, ad esempio, l'idea della unità italiana, è della eguaglianza dei cittadini innanzi alla legge. GIACOMO Kovwow. Allascovedrteallraazzgaiovane. Fra gli scrittori contemporanei italiani pochi hanno avuto la fortuna di acquista1•e larga fama in giovanissima età, quanta ne ha avuta Guglielmo l<'errero: fortuna ben meritata perchè in lui la coltura si accoppia all'ingegno, la laboriosità alla intraprendenza. L'accoglienza che la stampa quotidiana ha fatto al suo ultimo libro (1) sta a provare l'esattezza della constafazione. Gli studi del simpatico scrittore torinese in apparenza sono staccati e ciascuno si potrebbe credere che stia da sè; invece in realtà essi si svolgono attorno ad un'idea centrale, che tutti li inspira, li connette e li coordina: l'idea della differenza delle 1 azze, della superiorità e della inferiorità di taluna di esse, che costituisce uno dei problemi che più meditano i migliori etnologi e sociologi dell' epoca nostra. Volendo portare un giudizio complessivo su questi saggi del Ferrero, non esiterei ·ad affermare che quello su Londra, mi è sembrato puramente descrittivo ed il meno importante; migliori e più originali quelli su Mosca, sul terzo sesso e sull'antisemitismo; tutti li vince l' altro su Bismark e sul socialismo tedesco per lo interesse che desta la sua lettura. (I) L'Europa giovq,ne. Studii e viaggi nei paesi del nord. - ,1 ila no, Fratelli Treves, L. 4. '

408 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOOIALl Prima di sottoporre ad esame ìl contenuto essenziale del libro, pago di gran cuore il mio tributo di ammirazione allo scrittore, sinceramente e colla coscienza che nella lode non influisce in alcun modo il fatto eh' egli sia un amico e un collaboratore della Rivista; ammirazione per le idee che espone anzichè per i pregi dello stile, che mi hanno impressionato e mi hanno trascinato a leggere senza interruzione, perchè di questi, per mia disgrazia, mi sento incompetente a giudicare. Chiunque, infatti, ha studi economici e sociali, anche non profondi, non può che lodare incondizionatamente il Ferrero che per protestare contro l'esagerato zoofìlismo inglese esclama con amarezza che in « Inghilterra è meglio essere un cane che un povero »; e si deve lodarlo quando considera come un fenomeno patologico l'immenso celibato della donna in Inghilterra, pur riconoscendo che da quel fenomeno la società inglese è riuscita a cavarne qualche cosa di buono : la più libera organizzazione della carità ed una influenza benefica sul matrimonio monogamico. Mi associo alle sue riserve sul materialismo storico, sulla scientificità - mi si psssi la barbara parola - del socialismo tedesco, sulla leggerezza di quest'ultimo nel fal'e previsioni sull'avvenire. Il Chiappelli e il Croce lo avevano preceduto nel richiamare i socialisti alla realtà in quanto a questo carattere scientifico che alle loro aspirazioni vogliono assegnare e sulla non lodevole abitudine presa di predire il futuro non prossimo. Perspicue e ben fatte sono le sue considerazioni sulle differenze tra le società operaie inglesi e quelle di altri paesi, tra il socialismo idealistico tedesco e il moto sociale inglese lutto improntato a spirito pratico e ad un concetto sano di evoluzione. Ha 1·agione nel ritenere che: « Giudicare due società « dal numero dei loro vizi senza confrontarle con « le funzioni che compiono è così assurdo come giu- « dica.re la bontà di fabbricazione di due strumenti « dal loro stato attuale senza considerare il tempo « diverso che essi hanno già lavorato » (pag. 390). Infine, se non come previsione che si avvererà con sicurezza - come tale il Ferrero l'avrebbe già condannata - ma quale santo ideale di cui si vagheggia ardentemente la realizzazione, con lui ammetterò che: « Non l'arte, eterna cortigiana; non la. « ~cienza, sempre scettica , indifferente ai grandi « dolori, saranno la cura massima della società del- ~ l'avvenire; ma la giu~tizia pratica tra gli uomini, « la salute fisica, la sa Iute morale e la felicità » (pag. 471). Aggiungerci che quest'ideale di salute e di giustizia non escluderebbe l'arte e molto meno la predilezione e le cure per la scienza. ,,_ * * Sin qui l'accordo quasi compie lo coll'amico Ferrero. Vengo ora alle riserve per veni1•e poscia al dissenso manifesto e fondamenlalo. Premetto sullo une e sull'altro, che sullo spirito dello scrittore deve avere esercitato una grande influenza l'illustre Professore Lombroso, col quale ha collabòrato; da lui avrà preso le teorie sulle razze, nonchè la inclinazione alle facili e paradossali generalizzazioni, generalizzazioni, della cui giustizia sì può sospettare a priori quando si pensa alla giovanile età del loro autore ed alla poca esperienza pel'sonale, che avrà potuto acquistare pe1· giudicare di mezza Europa e delle più vitali questioni in una corsa abbastanza rapida fatta. nelle capitali degli Stati principali del Nord. Così è che si potrebbero sollevare dubbi sull'antitesi che stabilisce tra cesarismo e capitalismo. Il cesarismo antico non si accoppiò :con quel capitalismo ch'era possibile esistesse nella morente società romana? E il capitalismo della Germania odierna non si svolge all'ombra del cesarismo più schietto ? Altrove afferma ohe: « L'unità politica della Gel'mania, « quantunque compiuta con molta maggio1· cautela e « saggezza che l'unità italiana, non vale il sangue e il « denaro che costò. Oggi l'unità politica è poco più che « un fantasma> (pag. 85). Qui è evidente, per lo meno la esagerazione. Il movimento economico, come fatto cosciente, sinora seguì sempre il movimento politico e nazionale. La storia della stessa Germania lo dimostra. Prima dell'unità politica della Germania fu possibile Lassalle, nazionalista; l'azione ài Marx e di Engels comincia proprio all'indomani della proclamazione del nuovo Impero. Cosi in l·alia. Il Giappone che ha acquistato la coscienza nazionale gia comincia ad essere agitato dal problema economico-sociale, che si può dire ancora non essersi affacciato in Grecia e nei Balcani. Si può deplorar!', a.dunque, che la Germania abbia acquistato la sua unità con soverchia spesa di uomini e di danaro e si può anche desiderare che nello sviluppo di un popolo venissero pel' così dire saltate certe fasi; ma sinora l'esperienza c'induce a ritenere fatale, necessaria la successione di tali fasi. Passo sopra alla paradossale condensazione delle differenze tra la civiltà latina e la civiltà germanica nel contrasto tra le paste e i biscotti.. .... (pag. 193) e domando: è proprio vero che « l'avvenire appartiene oggi come in tutte le età, in cui si domanda agli uomini un grande sforzo attivo, alle razze a carattere squilibrato, ai popoli civili che conservano ancora qualche cosa del harbaro nel loro carattere?» (p. 683). E può darsi come vera quest'altra legge generale: «: Quando un poro'.o dotato d'intelligenza suffi- « cicnte si accosta alla ci viltà, vi fa tanti maggiori e « rapidi progressi quanto più lontana dalla nuova con- « dizione era la sua condizione antica? ». (pag. 299). ì\Ia la generalizzazione più discutibile, in ultimo, mi sembra quella che il Ferrero stabilisce a proposito di Bismark e che aveva svolto nell'opuscolo: Reazione parlando di Crispi. La chiama legge storica della singolarità e la formula nel seguente modo: « Quasi tutti i grandi uomini politici ebbero un « carattere morale e intellettuale singolare, opposto « cioè al carattere del popolo che governarono; e « proprio a questa diversità. di carattere dovettero « il lol'o successo, perchà avendo qualiti>,, che man- « cavano alla nazione, e mancando di difetti comun << a tutto il popolo, poterono agire potentemente su

RIVISTA. POPOLARE D1 POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 409 « lui ed essere ammirati e seguiti come uomini unici> (pag. 56), Uno o due casi, anche se esattamente esposti ed interpretati, non possono assolutamente bastare per enunciare una legge, colla qua.le si dovrebbe spiegare tutta la storia dell'umanità ; come non si può nemmeno accettare l'altra legge che enunzia, prendendola dal Mogeolle, sul Corso fatale della civiltà dal Sud verso il Nord. * * * E vengo al punto più importante, che sinora mi sembra sia sfuggito ai critici italiani, che si sono occupati del!' Europa giovine. Guglielmo Ferrero è convinto della superiorità della razza. germanica sulla razza latina. La sua convinzione giustifica e spiega colle osservazioni, che cercherò di riassumere colla maggiore fedeltà possibile. Con 'l'aine ammette una profonda diversità psicologica tra le due razze e crede che il fatto si connetta ad una diversità organica fondamentale in una grande funzione della vita; forse nella funzione riproduttiva (p. 123 e seg.). Il forse farebbe credere ad una prudente riserva, che non è tra le caratteristiche della scuola !ambrosiana; e infatti tutto il libro elimina il dabbio sulla esistenza delle diversità. t1•a le due razze e salla causa organica, antropologica che la genera. La precoce pubertà, dei popoli del Sud - qui ci entra il clima! - è una deHe cause meno avvertite, ma principali pe1• cui è così difficile di diffondere tra la gioventù l'abitudine sistematica degli esercizi fisici. « (pag. 127) In Italia e in Francia non sarebbero possibili i collegi promiscui della Scandinaria senza veder sol'gere inconvenienti morali. (pag. 129)» La supel'iorità. sociale della razza germanica sulla razza latina è iu gran parte determinata dalla differente morale sessuale. > (pag. 177) « È una legge gene1·ale - ancora una legge! - della natura, che la capacità. ùel lavoro metodico è in ra1?ione inversa della sensualità. » (pag. 201) « La precocità sessuale esercita una influenza maligna sullo sviluppo fisico e morale dell'uomo » (pag. 179) La differenza tra le due razze in quanto all'amore si manifesta nell'arte : prevale l'idealismo nei poeti inglesi e si distingue dalla sensualità latina (pag. 145). Una conseguenza più complessa dell'idealismo erotico è l'odio della razza germanica pel vizio a1•tistico. Il mondo latino, perciò, ha biasimato severamente l' Inghilterra per la condanna di Oscar \Vilde (pag. 102 e seg.). Manca la gelosia tra i Nordici e pel'ciò manca il diritto di vita e di morte del coniuge tradito (pag. 149). :i'\on si limita. a queste affermazioni il Ferrero e passa ad assegnare alle singole razze il lo•o cai•attere patognomonico in questa guisa: « Quando fu fatto il mondo, a ogni l'azza toccò una debolezza speciale: il latino ebbe la sensualità; l'uomo di razza germanica l'inclinazione alle bevand<l alcooliche; lo slavo l'una e l'altra. Ma pare che nella distribuzione dei grandi mali dell'umaniti, la razza germanica abbia ancora avuto fortuna e che nella lotta per l'esistenza gli ubbriaconi nati debbano alla fine battere i lussuriosi. » (pag. 216) .. * * Non m'indugio a riprodurre la fantastica. divisione delle pa.rti tra le varie razze nel la vorìo di colonizzazione e mi limito a ricordare che nella colonizzazione, more anglico, un tempo ebbero il primato i romani, che dettero gli esempi più luminosi ai moderni; e che nello sfruttamento coloniale, more germanico, genovesi, amalfitani e veneziani altra volta furono eccellenti, insuperabili. Roma, Venezia, Genova, Amalfi allora erano abitate forse da Inglesi, da Scandinavi, da Tedeschi? Ma.! Nè voglio divertirmi a. notare lo contraddiziou11 che c'è tra l'affermata capacità. di nn opem smisuruta che predice al popolo russo (pag. 225) e l'a.ssogna.ta lussuria ed ubbl'iachezza a.gli slavi. La sensualità. sola sarebbe bastevole per condannare i latini ali' inferiorità; la sensualità aggravata dall'ubbriachezza in vece assicurerebbe un grande avvenire alla razza che ebbe in sorte questi due grandi mali .... E non insisto su questa contraddizione pel' la benevolenza che il Ferrel'o mostl'a verso gli ubbriaconi, che viene a confermare quanto sostenni nel libro sull'Alcoolismo pubblicato undici anni or sono e a cui poco o nulla avrei ora da mutare. Devo fermarmi a questa minore sensualità della razza germanica d'onde deriverebbero tutte le sue doti preclare; minore sensualità. che l'amico Ferrel'o illustra con alcune pagine splendide dedicate ad una antica saga nordica dalla quale l'amore è sbandito pel' lasciar-e il dominio al tetro pessimismo economico. Ma se queste saghe valgono a darci l' indole psicologica del popolo dovremmo concluderne che i nordici devono essere i peggiori uomini del mondo; poiohè i delitti più ne1·1e più numerosi sono quelli suggeriti dalla passione dell'oro. Questa passione dell'oro tra i nordici prediletti da Dio o dalla natura, si rivela pe1· lo (appunto nelle cose di amore ; poichè un italiano tradito ammazza, mentre un inglese rHlessivo si fa pagare in contanti il tradimento. Il maschio giustiziere può fare orrol'e; ma non desta una insuperabile ripugnanza il lurido maschio speculatore? Ma è poi vera la vantata moralità. sessuale nordica? Chiunque è vissuto lungamente in Germania lo nega. Ciò che lo stesso; Ferrero dice sulla facilità., sulla incoscienza vera, colla quale si danno le ragaz:1.e di Berlino (pag. 166 e seg.) riduce proprio a zero l' idealismo erotico gel'manico. Se si fosse trattenuto a Vienna, a Monaco, ad Amburgo sono sicuro ohe l'amico mio si sarebbe guarito dalle fisime fllonordiche. E sarebbe stato forse un peccato perchè ci avrebbe privato della dilettevole lettura del suo libro. In quanto alla tardività. sessuale dei nordici un illustre professore italiano, che venne educato nei collegi di Germania mi narrò dettagli, che non posso riprodurre per la paura che queste pagine cadano in mani caste e pure; aggiungo che le edizioni del libro di Tissot si dovrebbero moltiplicare prodigiosamente

410 lHVISTA. POPOLA.RE DI FOLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI in Germania per mitigare i futuri dei seguaci di Onan. Ciò che lessi molti anni or sono nella Wiener llle_dizinische Presse su di un libro di un medico mi, litare russo - il dott. Guttcheit se non erro - mi venne così confermato da chi aveva la conoscenza diretta, l'esperienza immediata. Alla frigidità nordica attribuisce il ft1tto della promiscuità dei due sessi nelle scuole scandinave, senza inconvenienti. Ed anche qui è in errore il Ferrero, perché p1•oprio nella Scandinavia da questi contatti• fra i due sessi nasce l'inconveniente solito; o meglio nascono figli illegittimi numerosissimi da unioni che solo più tardi vengono regolarizzate. E lasciamo da parte la superiorità che viene ai nordici dall'abitudine sistematica degli esercizi fisici, resa possibile dalla frigidità sessuale, perché è noto anche ai galletti arrosto che Roma e la Grecia in 'quanto ad esercizi fisici credo che 11011 siano state anco1•a superate. E la Grecia antica - non abitata da slavi o da tedeschi I - educava sessualmente alla nudità dei giovani dei due sessi. Tutto questo smentisce l'idealismo o la tardività sessuale nordica nel significato che si vuole assegnarle; e rende incomi;rensibile quella influenza biologica benefica che le è stata attribuita a meno che non voglia ammettersi che coll'onanismo e coll'unisessualità, di cui mi intratterrò tra poco, non vi sia disperdimento di forza e di energia. Indubbiamente il popolo inglese oggi è quello che riassume e condensa in sè tutti i pregi e le vfrtù della razza anglo-sassone; e chi conosca la mia prelezione al corso di statistica nell'università di Napoli del Novembre 1896 sulla misura del progresso sa come e quanto grande sia la mia ammirazione per l'Inghilterra contemporanea; ammirazione divisa dul Ferrero ; cui, però, sfuggirono i punti neri dell'oggi, e dimenticò tutto il _passato lasciandosi trascinare, pe1·ciò, ad interpretare stortamente il presente. L'ammirazione per la splendida efflorescenza britannica, però, ci deve richiamare alla mente con leggittimo orgoglio ciò che i migliori scrittori inglesì affermano sempre ; cioè cba la evoluzione del popolo inglese é la sola che per la sua continuità e grandiosità si rassomiglia a quella di Roma e di Venezia. A che razza apparteneva la gente che abitò l'una e l'altra città? Di più: la magnificenza della civiltà e della prosperità britannica non deve farci dimenticare le pagine brutte della sua storia e le turpitudini dell'oggi. Le brutture che deturpano nel presente l' Inghilterra •- a pa1•te la piaga del pauperismo che non le è esclusiva - si riferiscono pe1· lo appunto a quel1' idealismo sessuale con tanto entusiasmo descritto dal Ferrero e con tanta leggerezza interpretato. Ohe ci sia del marcio in Danimarca, cioè in Inghilterra - e dal punto di vista della 1•azza citare l'uno o l'altro paese è la stessa cosa - non se lo nasconde lo stesso Ferrero. Egli, però. si conforta pensando che in Inghilterra è viva, clamorosa, la reazione contro l'immoralità sessuale nei puritani; e cita la campagna celebre intrapresa da Stead contro il mal costume. Si, la protesta energica non poteva sorgere che a Londra perché Londra è la vera Babilonia moderna in quanto a vizi di certo genere. E perchè poi non ricordare l'analoga indefessa c~mpagna che in Parigi conduce il buon Senatore Berenger, il deriso Père la Pudeur? Non so dove attinga le sue informazioni il Ferrero e non posso spiegarmi perciò dove abbia pescato gli elementi per affermare che il mondo latino abbia biasimato severamente l'ingbilterra per la condanna del decadente Oscar Wild. Questa la si direbbe una calunnia conti-o il mondo latino. So e ricordo benissimo invece che in Italia assai più severamente del poeta inglese a suo tempo venne condannato il padre Oeresa , senza trovare simpatie in alcuno, non ostante il suo genio poetico di cui l'amico Cavallotti una sera ci fece conoscere un saggio. Questo è certo che in Italia e nel mondo latino non s'è visto ancora alcun lord Douglas - l'amante riamato di Oscar Wilde - passeggiare trionfante e glorioso )e città di Europa per la triste celebrità acquistata. Nè si creda che il caso di Oscar ~Tilde e di lord Douglas sia un caso isolato; ciò che sarebbe escluso dalla campagna precedente dello Stead. Ma per richiamare il Ferrero, conoscitore profondo di studi psichiatrici e criminologici, a giudizi più esatti, voglio rimandarlo a quegli annali dell'unisessualità che il Raffalovich va pubblicando negli Archives del La- · cassagne. Estraggo dagli ultimi numeri qualche dato tolto da un libro scritto da un inglese. L' Havelock Ellis, scrive dunque, che il soldato inglese si prostituisce senza fare difficoltà al signore che lo paga (a monsieui· le payant). Allo stesso Havelock Ellis narrò Jobn Addington - un altro inglese - che nel popolo inglese non avvertivasi alcuna differenza tra la ripugnanza che destano le abitudini unisessuali e quelle eterosessualii E si vuole ancora la misura giusta di questo idealismo sessuale degli Inglesi? Il Ferrero · vada a cercarla nello scritto che Edoardo Carpenter - un inglese sempre I - ba consacrato alla spiegazione, e direi quasi alla glorificazione della sodomia..... · Dell'altro, se lo spazio me lo consentisse, potrei aggiungere in quanto al presente; ma mi affretto alla conclusione fermandomi un istante sul passato. 11 quale è ta.le che insegna esse1•vi stati in Inghilterra periodi di progresso alternati con altri di ,,ero regresso, che escludono quel privilegio delle buone qualità politiche e morali, che , orrebbero attribuire generosamente alla sua razza alcuni scrittori latini. Non ripeterò qui ciò che ho dimostrato nella Sociologia Criminale in quanto alla delinquenza dell'Inghilterre, e mi limiterò ora, sulla scorta di due grandi scrittori inglesi contemporanei, a mettere in rilievo qualche alti•o punto del ca.rattere inglese. Si ammira, e giustamente, l'organizzazione e la prosperità de: lavoratori inglesi. Ben diverda, però era la loro condizione in principio di questo secolo, era anzi tristissima., mentre, come ba provato il

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