Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 9 - 15 novembre 1895

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 137 forme lelle1·arie, preralgono, sopravvirnno e si tra- :;mettono quello che meglio si adattano a' tempi, ed a soggeUi confacent,i ali' inclole d'un p:ie e e <l'una dal-a ci,·i!Ut; ossia quello che meglio esprimono o 1·ilraggono lo naturnli bellezze e gli umani sentimenti e pensieri, e gl' intimi moti e la rn1·ia vita del cirile consorzio, 0l'l'ero i desiderii e gli ideali d'un popolo. Ma il giudicare della vitalità d'una nuorn forma lettera1·ia prima che siasi ampiamente svolta ed esplicata non è facil cosa. E le difficoltà crescono se in essa, sin dal suo primo reniro alla luce, appare l'impronta cl 'un ingegno sonano. Così per esempio a me pare che non possa ancora dir.si se i metri barbari sieno una nuorn conquista della poesia italiana, o se avranno una lunga Yita. li Carducci seppe col Yigore del suo ingegno e con la larga e sicura padronanza dell'arte poetica dar nuova Yita a 51' infelici tentativi di Claudio Tolomei, ed ai saggi non ispregevoli del Chiabrera, ed a quello ammirerolo del Tommaseo. E ricostituendo (come scrisse il 'l'eezza, quando furono pubblicate le prime OJi ba1·bw·c) i i·itnii classici seppe acco1·dcwli con tanta al'!e nel .rno pensie1·0 poetico che non paiono reminiscc1i.:::edi (01·,11e(lefunle, ma ci·ea:::ione rirentc e nuoz;a. Olt,·e a ciò il poeta, malgrado l'oslontato cullo del paganesimo, o la riorncazione degli antichi Dei della O1·ecia e di l{oma, spirò, in quelle Odi bai·bare od in alcune altt•e pubblicato poco dopo, un fecondo alito del pensiero model'llo 1·ibellante i aJ misticismo medioevale. ì\la l'indole della nostra liugua, e lo abitudini del nostro Ol'occhio mal s'adattano, credo, a cotos1i moll'i; quindi mal ,·i si acconcia anche il nostl'o gusto a1·listico, quale è ronuto fo1·111andosi per una non into1'1'otta tradizione ed educazione lettera1·ia di cinque secoli; e po,·ò i rnrsi barbari non potranno mai ri lempl'arsi alle fre clic sorgenti popolari ed essere largamente diffusi. .\.ggiungasi a ciò che i molti imitatol'i o seguaci del Carducci non hanno saputo infonderl'i nuoro Yigore di vita, mentre le più recenti Ocli bar-ba1·e dello stesso Carducci mostrano, nel loro insieme. una continua e miserorole decadenza. 1el pa . aggio d'un periodo letterario ad un allro quando l'uno lentamente decade, od il successirn muoYe incerto i primi passi, odosi sO\·ente il rimpianto di chi ripeto che la lolterntu,·a degenera, e l'arto muore. :'Ifa in Ye1·0 non decadono o muoiono che lo Yecchio foggio o le fo1·mo non pii1 adatte a· nuol' i tompi. E nel no tro secolo che pi ì1 froquonli sono stati cotesti passaggi, s'è piÌI spesso :-;entito canlae la nenia a l'arte mo,·ibonda. I Classicisti dopo il ·15 rimpiansero la mesta foga dogli Dei proletlol'i ed animato1·i doll'al'Le e della poesia; e non anisarnno il nuorn spi1·ito Yitalo cou che il romanticismo t1·asformava o rianimava l'arte irrigidita nelle vecchie forme. Poi i Homantici, feriti nel loro sentimentalismo, lagrimarono la perdita degl' ideali amorosamente accarezza.Li. Altri intanto hanno più YOlte imprecato anche alla scienza che di teugge la poe ia. Eppure questa alla luce de' ritrovati scientifici acquista nuorn vigore, e più alte aspirazioni, e meglio intende il pianto delle cose e l'anima del mondo. Senonchè gli scrittori, poeti e romanzieri, naturalisti e veristi, si sono indi smarriti pifr volte e perduti fra le minute cose e le inezie, e lordati spesso nel fango delle brutture mo1·ali. E frattanto i neo classici vagheggiano cose e tempi già trapassati. E Simbolisti, Parnassiani e Decadenti inseguono forme vane e caduche; ed appalesano la loro degenerazione. Vogliono solitarii, e chiusi nei loro cenacoli, seguiee le dilettanze d'un' arte aristocratica; e non s'accorgono che come ora le famiglie e gli ordini ar!.istocratici, co ì i loro gusti e sentimenti artistici rapidamente degenerano. ;\fa ripeto non però l'arte muore. Segue essa la legge dell'evoluzione; modificansi e mutansi lo suo forme; ed indi riappare sempre rinnol'ellala; consolatrice de' nostri dolo,·i, e superba esorlatrico cli generosi pensieri e di forti e magnanime imprese. Però la letteratura deve, come osserrn il Foscolo, adempiere un alto ufficio civile. Gli iwinini cli letta·e, scrirn egli, men·tano la tmi:;cia di ti·aclitori clel loro sacro dovere, se con colpetole t1·asciwan~a ti·alasciano cli 1·isve· gliw·e negli uomini, e con gli :scritti e coi eletti, le genei·ose pas:sioni, cli rencle1·e co11iuni, col dimostmrle, le itlili vc1·ità: di aggiungere vezzi alla ril·tù; e (inalme,ite di dil·zj;l!i·ela pnbblica opinione al vantaggio ed all'avan:samento della civile p1·ospe1·itd. L'arte per l'arte ò una formula vana ed inconcludente, che però indica la decadenza e l'esaurimento d'un periodo letterario. L'arlo non vive fuori della civile società, anzi è di quesla un elemento integrale; e quindi acquista nuorn Yigoria sempre che si accresca il suo rnlore sociale. Ed è perciò che la moderna letteratura, in quasi tutti i paesi civili si é ritemprata agitando e tenendo Yiva la quistione sociale, o meglio significandone e rappresentandone, anche inconsciamente tah·olta, i varii aspetti. Ed anch'e o il realismo, pur ritraendo le pit1 sozze cose cli questo mondo, le tu1·pitudini e le vigliaccherie di gente abbietta, ha servito e serve a fai• meglio conoscere i Yizii proprii del nostro tempo; a denudare le piaghe sociali; ed a promu0Ye1·e quindi il deside1·io d'una nuova Yita. L'intimo trarnglio delle nazioni si riflette nella letteratura, e quindi si YOggono ora in questa le lotte od i contrasti doli' indiridualismo col socialismo. Vi si sentono le arnarn rampogne, e vi echeggiano li;)

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