RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 121 li qu:Hlt·o viene cornpleato da questa, altra pcnnclhtb: i superiori, di ordine militare o politico, non sti111n,noaffatto In, Polizia ai loro servizi. So di un'alta autorità politica, che incn,ricat::isi direttamente della. riccrcn, degli autori di un delitto celebre e misterioso, quando credette cli n,vere in mn,no le fila che dovevano condurre alla scoperta dei delinquenti a chi con lui collaborava a.llo stesso scopo ra.cco:11andò: Per carità non lo sappia X .. E X era il questore, che si riteneva capace di mettere in sull'avviso i presunti rei! Si sa quanto apprezzi l'on. Crispi il questore Lucchesi, di cui dice: egli è tanto scemo quant'è birbante. E se lo tiene caro credendo di conoscerlo a fondo; e lo tiene n, deliziare la sua Palermo dove è maggiore il bisogno di un fu117,ionario onesto, energico e intelligente. Arriviamo al capo supremo della Polizia: a Sensales. Per la venuta di Sensales in Sicilia, sotto Giolitti, c'è nel libro ciel generale Corsi una reticenza, ch'è tutta una requisitoria formidabile. Ma tutto quello che potrebbero dire i più avventati avversari della Polizia e ddl suo cap0 sarebbe una bazzecola al paragone cli ciò che ne ha scritto un fanatico ammiratorn cloll'on. Crispi in un giornale poco noto di Roma. Yak, la pena. di 1·ip.rodu1·rola silhouette che ne htt fatto l'avv. \"iola, 1·ipet0, perc!tè viòne da chi ha 1111 culto per il PrcsiJentc del Con,iglio. Ecco le testuali parole: « Il caso Peroni col fenomeno 'l'ara.ntoht - 11 fe. « nomcno pcrma.ncnte Lucche::;i con il caso ·cutò- « Col1mgo-Drago cd a.ltri - il ca::;o vJm/,3 col fono- « meno Santoro - il fenomeno l'en:1ino col caso Ba- « d,doni - il ca.so sottra:;ione dei docume.iti col fc- « nomeno Fel7.ani - l'altro l\Ja1·cscalchi - con tutla « la. rifio1·itura del brigantaggio, e fjttcgli altri innu- << mernvoli casi, che hanno ril'el.,to ,tltrctt,tnti fono- << meni polizieschi, por noi che non sin.mo nè anarchici, « nè socialisti o nommeno radicali, come non siamo « assolutamente oppositori doll'on. Cri,pi, tutti cote- « sti casi e fenomeni tristi, e dolorosi t1·.1ggono l'o- « riginc cln, una sola, osclusi va, unicn, causa: Scn- « sn,lcs. « Finché il senatore Sensales avrà la direzione ge- « ne1·ale della Pubblica Sicurezza, in Italia non è a « sperare una Polizia organica 111or.1lmente e mn,te- « rialmente. Egli è nato disor3anizzatore, e corrom- « pitore come si nasce poeta, o ladro. Kon ha la co- « scienza della improbità. Si compiace della menzo- « gna. come di una capacità diplomn,tica poliziesca « tuttn, sua propria. L'inga.nno è il suo elemento na- « turnlc. Lo praticò sempre; ed essendogli riuscito « - perchè salì, ed arrivò ornnque - lo ha elovato <, a sistema.. « Scambin, la. resistenza con la ferme7.za, e resiste; « e, perché resiste, si crede un ::\Icttcrnich, o un « Fuuchè. Ln, sua produzione naturnlc è creare clis- « sicli, scompigliare tutto, gualcire ca.ratteri, pertur- « bare spiriti e cosecn7.o; e chiunque lo tonne o si « guastò, o ebbe sventure, e disonore. « Toccò Giolitti, o l'<,l'l'iò poi sentieri del corre- « zion,tb - sta Yicino a Crispi, e gli sta preparando « so non la rivoluzione, ccr(arncnte giornale brutte, « e dolo1·ose.... » (ll Mezzogiomo ì\. Hl8 del 1805). Dal generalo Co1·si scendendo sino all'avv. \'iola adunque, c'è una. concordia merttvigliosa di giudizi sul senatore Scnsa.les; giudizi che sarebbe bene pet' il decoro ciel pn,eso venissero provati calunniosi. Ma se ta.nto concordemente si. accusa il Direttore generale della Pubblica Sicurezza è egli possibile che il ministro dell'Interno nulla ne sappia? No, egli sa tutto, almeno cosi affermano i suoi intimi ; cosi afferma il Viola che cli casa Crispi è assiduo frequentatore. Se tutto conosce, e da tempo, e non provvede in modo alcuno, la responsal,ilità del capo del governo è immensa: egli è altrettanto spregievole, per questo riguardo, quanto lo stesso Senseles. È suo complice. A sua difesa, o meglio attenuante, si insinua che il Presidente del Consiglio viene stornato da.I prendere un opportuno provvedimento « dalle pl'Cmurose intromissioni di qualche fido « il quale, inconsciamente serve le bieche mire cli quei « siciliani, che all'ombra clell'on Crispi hanno da « sfogare ire, odi, rancori ... » Chi siano queste perle cli siciliani che 1·iescono a far raggira1·0 l'on. Cl'ispi non è eletto o sa.l'ebbe bono che si conoscessero; certo è che dclln, difesa può ripctcl'Si il noto: ve::o el taeon dei buso. Egli ne esce accoppato eia questo dilemma.: o è un inbecille o è un b1·iccone ma trico lato. Sia. l'uno o l'altro, intanto rimn,nc assodato che la Polizia è frncida dalla base al vertice; cll'essa non può inspirare fiducia al popolo; che i cittadini dovono scorgnc nella mcdesimn, non un organismo la. cui funzione deve riuscire pl'oficua alla società, ma un pericolo continuo cli n,ttcntati contro hi loro libcl'tà e l!ontl'o i loro diritti; clic essa infine non dù come la davano la Polizia dei governi dispotici, la garanzia della sicurezza clelli1 vita, della integrità personale e ciel godimento dei beni comunque acquistati. Ln, nostra Polizia, dice il Codronchi ch'era originale, inimitata e iniruital,ile dal lato tecnico; è insuperabile dal punto di vista politico morale per la sua azione malefica. Essa è degna in tutto e per tutto di questo periodo tristissimo cli tra.nsizione, nel quale può governare senza controllo e senza resistenza un ministro, che non è nè amato nè stimato eia coloro che lo n,dulano, l'ubbidiscono e lo servono per loschi fini p1·ivati e contl'o ogni concetto cli utilità collettiva. L'organismo è questo e non può ri$ann,r1o l'onorevole C1·ispi; a lui potrà l'imancro un solo merito: quello di accellerarne la dissoluzione facendolo tiervire sempre più allo s!'ogo delle i1·c, degli odi e dei rnncori suoi e dei tiUOi. Il momento della riforma $ana od opport111ia. non è arrivato, perché manca
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