La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 22 - 31 maggio 1925

b 90 tito non avrebbe avuto alcun bisogno di muoversi dalle proprie posizioni. Ma è reale questa proletarizzazione, o non cadiamo invece in una verrhia e smcnlita illusione marxista? Lo stesso errore com1nise il partito socia. lista quando, nel processo cli sviluppo del- ! '.industria agricola, vedeva, cogli occhi della fantasia o deJla speranza, scomparire la piccola proprietà ingoiala marxisticamenle dalla ~rande proprietà fondiaria, e anche allora aspettava a braccia aperte che i piccoli coltivatori si decidessero a discendere nelle pii, tormentale fila dei salariali agricoli. Ma atte~e in, ano! ostcnr1·e oggi questa proletarizzazione nel campo agricolo, quando invece la piccola proprietà e Ja piccola impresa si , anno molLiplieando, mi sembra assurdo. Su questi col Livalori la socializzazione della terra non può presentare alcuna attrauiva. Nella proprietà colleuiva non si sentono abbastanza proprietari e continueranno a co]- livarc eoHa ,naggior cura la bella, areadica siepe che delimita il loro campo, lieti di poter affermare: « Questo è mio>>. D'altra parte non si può affermare che la socializzazione della terra avverrà allraverso la grande azienda industrializzala dopo quanto è avvenuto in Russia e avviene un po' in tulli i paesi a pre,?alenle economia agricola. Il partilo socialista potrà trovare consensi in questo campo attraverso ]a cooperazione dei piccoli cohh~atori se riuscirà a dare ad ess.i la coscienza della identità dei loro interessi rogli interessi <lene masse consumatrici. )fa con poca speranza, chè le masse contadine co t-ituiscono anche oggi la riserva più feconda della reazione dominante. Nel campo delle industrie assistiamo al molli plicarsi delle piccole officine e dei modesti laboratori i quali, per una quantità di ragioni che è qui il caso di esporre, riescono, coli 'istallazione del piccolo motore e ciel piccolo tornio, a sostenere la concorrenza delle grandi hnprese capitalistiche; così nel campo commerciale aumentano i negozi e i piccoli esercenti riescono a trovare il loro equilibrio economico. Che cosa può fare il partito socialista per questi artigiani e per questi esercenti? Continuerà a creare cooperative concorrenti, cogli elementi migliori della classe lavoratrice, e li allontanerà dalla propria orbita politica. Non ha per essi nè la parola di conforto, nè il mezzo economico per aiutarli. Sono queste le tre categorie tipiche che costituiscono le cosidette classi medie. Vediamo la posizione economica degli intellettuali che si possono classificare tra i lavoratori della me"ute e che sono costituite da tre principali categorie: i tecnici, le professioni libere, la burocrazia. I tecnici hanno oggi un padrone capitalista dal quale dipendono ma dal quale, nella maggior parte dei casi, sono bene trattati. Del loro padrone conoscono le inclinazioni e i desideri e possono perciò soddisfarlo. Sarà altrettanto agevole per essi servire i cento, i mille padroni delle imprese della classe lavoratrice, i quali di solito pagano assai peggio del padrone capitalista? Il loro orientamento politico dipende in gran parte dalle capacità di assorbimento ~ dallo sviluppo, assai scarsi fino ad oggi, d, queste jmprese di produzione della classe operaia. Abbiamo infine i professionisti liberi e gli impiegati della burocrazÌa il cui nu1nero, purtroppo, non decresce. Si tratta di categorie economicamente improduttive, il mio-lioramento delle cui condizioni non può :versi che da uno sposta1nento di redditi. Ora io mi domando: il partito socialista, finchè rim.qrrà un partito proletario e di classe, che ha sulle spalle il peso enorme delle classi manuali, puÒ impoverire ancora di pili i lavoratori del braccio a favore cli questi professionisti le cui condizioni economiche sono innegabilmente superiori? Non aveva torto quell'organizzatore socialista quando, divenuto sindaco del proprio Comune, fateva respingere sistematicmneote "le domande che i suoi impiegati comunali presentavano per essere ammessi nel partito socialista. Che cosa può fare per costoro un partjto che sia l'espressione dei bisogni della classe lavoratrice? In nessuno di questi strati sociali avviene quella proletarizzazione em,u1ciata da] Claudio Tre1,es, h1 quale può ridursi ad alcuni ceti risparmiatori: possessori di rendita pubblica, dcposilanli e creditori cli Banche e di privati, colpiti duramente dalla svalutaz~one della monela e discesi fino all'ultimo gradino della piramide sociale. Il loro poslo sarà però occupalo da coloro che in periodo cli prosperità economica salgono alla loro volta alla condizjone di piccoli imprenditori. Più vasti sposta1nen ti si potrebbero registrare verso il vertice de1Ja piramide, 1na non interessano la nostra tesi. Quando il P. S. U. si sarà accorto che poco ha eia mietere nel campo delle classi medie, supererà la sua crisi restando sè stesso, cioè l'espressione politica delle fa1.angi lavoraLdc·i. cl LA RIVOLUZIONE LIBERALE Una maggiore aderenza trov<"ranno queFtte classi negli altri partiti, non socialisti, di demoC'razia e verso di e~c;i i;i orientf"ranno. F, sarà tanto di guadagnalo 1w1· la chiarez1~, delJa vjta politica "cerlc· divi,:;ioni ar-mbrcranno illogiche e inff'l•ondr. 11 partito unitario dovrà arH'Ju· ricordarsi d1c i partiti <li n1asse non vivono sohanlo ùi freddo calcolo o di loi;ica o di raziocinio come cenacoli di filosofi o accolte di matematici. La ragione pura 11011 ;. 811fTÌ<'<-nl<• per r-e ste~ga a muovPre questi partiti ai quali occorre q1w] tanto di ,·mpiri8mo o di mito rhe /> incli•pPn•ahi]f' per rlare una fede avvenjriata a 'Jll<"'Slf· mailse ehP non vivono di solo pan<,. Trovnà allora una ma1<giore aderenza negli aml,wnti della <"lasse lavoratrice e potrà com picrr~ <·on maggiore efficacia e con piu largo profiuo <1ueJl'opera di educazione civjJ,, ,.J,c f'OHtitui8<'e la ~ua missione e 8arà il 8U0 titolo d'onor,·. H. H1cuzz1. Unnemicodellaplutocrazia Bf"n<'h<' dia Juogo a un rcrto traffi<'o, Ja stazione di Bricherasio ;.. modc6ta, come s'addice a 1111a ferro, ia che porta dal ('apoluogo al fondo di una \ alJc chiu~a: industria e commercio son dati dal posto, Javoro e bisogni continui che ignorano lo spccul.alorc e il ,·ircolo vorticoso dell'affare. J I paese sla pittorescamenlc nascosto corrw JH"t' offr-ire a] , iaggiatorc un tono più attenualo del]a dura vita d'ogni giorno, e, acco111pagnandoti, fJ verde dei viali, mezzo decor.ativi mezzo portati da fruttiferi alberi dt giardini adiacenti, tl introduce con genlile~za e non<"uranza nelle slraclc dalle case qua campestri, là adallale già ad opifici. U contadino .a cui c]1iedcrai di rnoslrarti la vil1a e il setificio di Giretti, non si confon~ derà, anche se tu non gh avrai parlato in 8chiello pien1ontese: c'è caso anzi che ti risponda in disinvolta lingua italiana come t1uegli che è uso a ricevere_ visite ~li riguardo ed ha già .accon1pagnato a1La soglia del suo clepulato scrittori della lontana Jnghjlterra e uomini di convegni internazionali. Bricherasio è tu( nome conosciuto nelle poste di Lullo il mondo. Bricherasio è la sede italiana deHa Lega anliprolezionista d'Europa ed ollre Europa. Un paese non indegno di Lale colore e di tali ambizioni. Furono la fortuna del Piemonte, durante secoli di storia oscura, queste ambizioni equilibrate di piccoli centri industriosi, che hanno avuto un nome ahneno noto a Parigi e a Londl'B: Pinerolo, Biella, Chieri, Asti, Cavour. Ogn.i ingegno che vi crebbe in luce non ha rinunciato al colore locale della sua fama, ha voluto essere il gentiluomo paesano, anche nel n1omento in cui gli toccava incontrarsi con le più raffinate diplomazie. Nella corsa verso l'Europa questi piemontesi quasi lutti anglomani portavano con sè con culto testardo il ritratto del campanile natio. Il predominio della capitale non fu mai un monopolio come successe invece facilmente già in epoche remote a Milano, a Firenze, a Genova, e anzi la concorrenza a Torino nei continui commerci tra Francia e Italia, prima che si parlasse del Cenisio, era sempre una buona carta da giocare. A Bricherasio poi, come in tutta la valle ciel Pellice, s'aggiungeva, a questi generici fauori, l'impulso della razza repressa dalla lotta relicriosa e per la sua stessa solitudine valdese desthiata .a non lasciarsi soffoca1re nella contesa dei co1nmerci e delle industrie. Non s'appagarono i contadini di un'agricoltura modesta ma fiorente, con vigneti rinon1ati in due previncie; n1a per la natur.a stessa del lavoro campestre dedicarono i lunghi riposi concessi dalJa stagione a nuove arti, sicché sin dal '700 l'incluslria della seta della valle del Pellice era diventala oggetto di studio e di teoria per quella schiera di economisti, cli cui i11interrottan1enle il Piemonte sin da quei giorni si onora, da Vasco e da Solera a Luigi Einandi. Un'industria patriarcale, aderente alle possibilità ciel Lempo e del luogo, in principio legata anche ai Jin1iti dell'attività fa1nigliare, più artigia11.alo che industria, 1na se si guardano le cose nella sostanza, una ri,·oluzione, la nascita del capitale, la sovrapposiz.ione dei beni 1nobiliari a1l1agricoltura. E i nuovi artigiani '.avventuravano con tanta audacia nell'impresa che presto chiesero mercati ·internazionali e libere frontiere. Bisogna tener conto cli queste origini secoJari per spiegarsi le halla~lie del deputato Girelli contro le più recenti superstruttnre dell'industria torinese metallurgica e siderurgica; la sua avversione alJo spirito p1utorratico della sedicente industria 1noderna; l'odio ai monopoli, la diffidenza verso Je leghe industriali. Tulto il liheralismo cli Edoardo Giretti, che si respira nella sua biblioteca tra le belle rilegalLn-e inglesi e la collezione deli'Econo1nist, confortalo di lunghe Jellure e di inchieste internazionali, ha questa schiena natura provinciale, è in buona parte la ribellione del genLiluomo di campagna. Accanto a1 suo setificio c'è la villa con la biblioteca, il giardino; prati e can1pi al cli là. Non almo,ffera ciltadina, non costrizione di m□r.a, di fabbrica, cli civihà d'acciaio. La base di tullo è la vita di }HO\ incia coi bassi costi, esigenze elementari, costumi frugali: 1nano d'opera femminile; minime spese generali perchè i"I capita.Lista è anche imprenditore. Cresciuta senza Stato, senza piani fantastici di rjorganizzazio11e sociale, in un am bienle guardato anzi con sospetto dallo Slalo, quesla industria ha i diritti della sua i:oJitudine~ ha il dov,•rf• di csprjmere tutta la sua lol(ira anlislatal<•. '\ala dai piccoli sa<'rific·i quotidiani <· da 1111a profonda pas• sione di indi JH'ndrnza <· di dignità, deve essere anti-para%ilaria <·on Ja f,;rof'ia deJ mora"lisrno protestante. Invece della sua batlaglia trentennale, ad Edoardo GirC'tti toc<·arono t,;r•mpre Jc so1ite accuse <li ar;traLLista, di J<Jgico puro, di fanatico della scienza. Non vollero capire che le prove della sua scienza er.ano nella sua opera quotidiana; che Girelli prima che una fi. gura della politica italiana è una figura dell'economia italiana. È la piccola e la media industria che difende i suoi legillimi interessi Quesla schiera di imprenditori che sdegnarono le avventure finanziarie, che non cercarono la ricchezza, ma Ja libertà e l'indipendenza anche in fatto di economia personale, sono i primi e soli nazionalisti lungimiranti che abbia avuto ]a vita italiana. Essi furono j primi ad avere ]a grande intuizione che do po La decadenza del Rinascimento, l'economia ·italiana, non potendo più vivere come al tempo dei Comuni di commercio con l'Oriente, doveva trovar modo di far vivere accanto all'agricoltura, da ~ola insufficiente, un'altivilà produttiva mobiliare, capace di sfruttare l'abbondanza cl.i mano d'opera della penisola e di sostenere la concorrenza internazionale giocando su questo fattore. C'è un valore di simbolo nel fatto che questa classe industriale rechi ancora i costumi e i caratteri del proprietario di terra, del gentiluomo di campagna. Senonchè il processo in Italia era appena iniziato quando in Europa sboccava già nei sistemi giganteschi del capitalismo finanziario. Ai medi industriali toccò allora vedere intorno a sè organismi grandiosi che si improvvisarono a col pi di Borsa: imprese che si fondavano ad nn 'altezza di costi insostenibile, dopo aver acca parra ti giornali e Enti pubblici; rapide fortune e improvvisi crolli, arrivismi forsennati di plutocrati. Come abbiano reaITTto, con quali sentimenti e preoccupazioni 0 abbiano seguìto questo sviluppo si può documentare tenendo presenti gli sfritti di Edoardo Giretti, seminati in giornali. di provincia come La Lanterna Pincrolese o nei .,.randi quotidiani o letti alla Camera per ~utto il pubblico dei contribuenti. Piccolo, nervoso, inquieto; occhietti agili di osservàtore sotto una fronte quas)rata; parlatore veloce, incalzante, ;andatura audace e sallellante, Edoardo Giretti sembra annunciare già col suo aspetto, tra il bonario e il pungente, un'atmosfera di battaglia. Ebbe l'ossessione dell'indipendenza sino dalla giovinezza. Fu contro Giolitti già prima dello scandalo della Banca Romana, quando l 'antigi0Jittis1no proprio ai. con~ni de]]a provincia di Cuneo voleva dire g10carsi qualunque avvenire politico. Invece Giretti continuò a presentarsi candidato in tutte le elezioni politiche, con una costanza ripetuta ad ogni sconfitta. Battaglie inglesi, f,.tte coi numeri statistici alla mano: qu..:nto c-1sta il dazio sul grano; quanto e;uadagnano ogni anno gli zuccherieri; a chi sern.lno le spese militari e ]e iinprese coloniali. Ca1npagne condotte col più rumoroso senso del1'inoppot"Lunità, combattuVe ad persfJnasn, cmninciando coli 'urtare e imbestialire i f,'1.·andi elettori, i parroci, i direttori di quotidiani. La resistenZa contro la guerra libicH e il suffragio universale gli valsero infine a sconfiggere la cricca gio]ittiana che da Torino e da Cuneo lo perseguitava sin nel1a valle, e Girelli fu deputato nel 1913. In Parlamento tra la politica generale e le anguslje dei semi-partiti tutti giolittiani si trovò isolato. Nelle sue focose campagne non incontrava che nernici; nel gruppo radicale stesso d.i cui faceva parte era malviso perchè non lasciava pass.are liscic le malefatte dei compagni. Del reslo le sue allituclini di po]emisLa preciso e documentato non potevano essere apprezzale in tm'accoha di retori e cli ignoranti serdli. Nè Giretti poteva farla a capo-partito perc-hè la sua era una posizione di moralista più che di politicante: i suoi interessi non si Yolsero m,aj alJa politica generale, ma prevalentemente alreconomia e ai costtnni pubhlici. Con jl suo tempera1uento cli dissidente, con la sua posiz·ione di industriale, ne1nico dell'agricoltore assenteista eontc del plutocrate rapace, la sua parlc doveva ridursi a quella di rivedere le bucce a chi credeva di fai'la franca. Uno spulciatore di bilanci pericoloso! Ma il giorno in cui per µ:li intrjghi degli .avversari non tornò più in Parlamento, l'opera poteva prosegn.ire sul giornalismo. La qualità d,,J deputalo non è essenziale in que- &ta fi{!ura rii persecutore dei furbi e rli dP• nundatorP di affari loschi. Anzi il Parlamento diventava una tribuna arLifì,·ior;a pr,r un'opera carallerisLica del eolJegio, che ha il suo luogo naturale nei r-o• mi,d, e rlcve esplicarsi accanto al JavrJro dr,ll'ind u8Lriale. Gov,·rni Gio]jtti, :'tittj o Mu-aoJini ~mpr"" ,,j s<Jno d,~j trivellatori ,la denunciare. dei ;,idPrurµ--ici da combattere. Che poi Giretti "ia i,tatfJ an<'hf' .anti-bo1scevico e sia oggi antif a'-c·i'-ta intcrr·'-"a piU per Ja psiroJo~,ja r·he p,•r la '-loria. (,on~ervatore di stampo inf!]e..se J>"T -,4°'µ'1·,·ta-pirazione in Giretti ,.';. piu la puritana filantropia verso le da~r.j umj)i ,'.hP la r•ompren-ione deJJa lotta di <·Ja"~P P deJ miv, di rf-dr·nzionc de~Ji operai. ()uP-tj limiti. a dir,· j] ,,.ero.. ,,. lo hanno trattr> in valutazi,,ni ri--trf•lte, e partigjane al tPmpo del famrn-o <·a•-o~Yfazzoni&.fanno onou~ aJla f;Ua serietà r]j UùrYlù tutto -~run peZZ<J. in f•Ui lo atudiw,o è J,, .'-te~~o rhe J"indu,triaJe. Ma in <JUroslapa,sione il delus<J di tutte le hatta,rlie non può trovare una nuoi,,a ragione di parJare da una tribuna nazionaJe. Re,pinlo dallP <:ricche dei politicanti " r!P~li sp<'('uJatori ha ECOperto la natura Vf'ra dF-lla '-ua forza. fii P ritirato '!:U un terreno in r·ui egli è as-olulamente imbattibile. :',ella -ua solitudine ~ un esempio, un organo dPJJa società futura, sognata prima di leg~1::re SmiLh, nPIIP pa•-eggiate del giovfoetlo lunzo • il Pe!Jice, aJlo spettacolo di nn •af!Yicoltura, che rende quanto deve, ma non ebauriscP le capacità lavorative della razza. Cn esempfrJ di individualismo trionfante, per cui l'iniziativa personale di oggi garantisce la lib<>rtà collettiva cli domani. PIERO GOBETTI Editore Torino - Via XX Settembre. 60 Critica. A. A..,1.1:sTF.: Vita di Bellini L. lU A. D'E:s,RÈVES: Il fondamento della filosofia giuridica di G. F. Hegel " ';',;if) P. GOBETII: La filosofia politica di V. Alfieri G. MARONE: Difesa di Dukinea G. PREZZOLINI: Papini A. R1cc1ARDI: Scritti teatrali, con }) 6 "10 » 6 pref. di A. G. Bragaglia " 6 G. SCIORTINO: L'epoca della critica » 3 A. TtLGHER: Lo spaccio del bestione trionfante (Stroncatura di G. Gentile) M. V1 CJGUERRA: Un quarto di secolo (1900-1925) » 5 }) 5 letteratura. A. B.u.LIANO: Vele di fortuna F. M. BoNGIOAN:-11: Venti poesie T. FIORE: Eroe svegliato asceta perfetto T. F,onE: Uccidi R. ]ESURUM: Il dono di Lucifero C. D. Looov1c1: L'Idiota E. PEA: Rosa di Sion E. PEA: Prime piogge U. Rn'A: Passatismi L. 5 » 8 )) 4 » 10.50 )) ;o )) 4 }) -! }) 4 ,, lfl Scrittori del Baretti, Questa serie comprende i più forti scrittori che si siano rivelati nel dopo-guerra. Non è nella nostra indole metterci a stampare gli scrittori quando hanno già una fama da sfrullare. oi ci proponiamo di scoprire gli artisti al loro primo libro. Stampando uno scrittore assumiamo di fronte ai lettori un impegno anche per il futuro. La collezione « ScriLLori del Baretti » sarà per la letteratura quello che sono per la politica i Quaderni della Ri l'Oluzione Liberale. PRlMA SERIE P. SOLARI: La Piccioncina - Romanzo L. 8 R. ARTUFFO: L"lsola • Tragedia » 10,50 G. VACCARELLA: Poli;;iano » 7 E. MONTALE: Ossi di seppia - Poesie » b.50 L. P1GNATO: Pietre - Poesia » 6 R. FRANCHI: La /lla,schera » 5 I prinù tre volumi· sono usciti. Gli altri tre u:-ciranno entro giugno. Si spediscono franchi di porto contro vnglin di L. 40. Tutti gli abbonati agli Scril• tori del Baretti avr::mno diritlo a scegliere un volume trn le nltre nostre edizioni letterarie, che ~arà loro inviato franco di porto. Novità. .\. BALDIN! • E. CECCHI - C. E. OPPO Armando Spadini Con unn lettern di A. SOFFICI, un sommario bibliografico, giudizi e tre tavole fuori testo. L. 2 • Sessanta pagine e tre tavole. È il più serio tentativo della c1·itica italiana cli dar ragione dell'arte di Spadini. È il solo libro che possa dare al lettore un 'idea completa dell'.argomento.

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