La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 37 - 7 ottobre 1924

152 'quota• e che ,·alga la pena di annettersi e:e.11lmaia di migliaia di allogeni pur di conquistare la catena K ! L'altra constatazione riguarda i risultati de1la politica militare dell'on. Mussolini. E' noto che secondo i profeti dell 'èra nuoYa uno dei grandi meriti del fascismo consisterebbe nell'aver sollevato l'esercito dal baratro nel quale era caduto quando in Italia regnavano le tenebre dell', a.nti1ta.Zione,. Ora il colonnello Gatti che in questo libro si mostra assai benevolo verso il fascismo c l'on. Mussolini dichiara (pag. 250) che , ,w/la realtà iL disegno di rio-rdinam.ento dell 1 esercito nel gennaio del 1923 fu l'antico ordinam.ento pro,n;isorio del 1919, appena ritoccato, e che , il Milùste.ro Diaz fu quindi anch1 esso, com.e i precedenti, Ministero d'aUesa piuttosto clic di fatti,, perchè • l'intelaiatura cle11'esercito restò quella di prima (10 Corpi d'Armata e 30 Divisioni; troppe seccudo Gatti), la costituzione del suo Comando press'a poco; e continuò il contrasto fra bilanci ed organico, che fu. u:na delle -nurggiori cau.se del 1nisero st-ato- dell 1 esercito nel 1914 e nel 1919 ,. Dunque, sia pure nel pieno fulgore della luce fascista, per quanto riguarda l'esercito le cose sono su per giù come quando regnavano le teneore dell 'antiuazione. E il colonnello Gatti spiega questo fatto con le seguenti parole! , Il presidente .M11Ssolini /, uomo che sa che cosa signHichi la forza di un paese - probabilmente sa meglio che cosa significhi la forz.a di un partito - e come sia necessaria a11e sue manifestazioni di vita. Si deve p_e-,,.sare, di fronte a questa stasi che il presidente non abbia giu,- dicato an.co-ra 1Jer11,to il rnmnento di interessarsi dell'esercito. ìl-lussoliui, uomo politico, è simile al Principe di Casa Savoia che quel carciofo dell'Italia mangiava foglia a foglia; e l'assetto dell'Italia egli si è proposto di farlo - si vede chiaramente - a foglia a foglia. Fino a quando non ne ha ben masticata una ( !) non comincia Pa]tra. e Il momento delJ!esercito, a tutt'oggi non è ancora venuto: verrà>. Verrà! Ma quali sono le vere capacità masticatorie dell'on. Mussolini? Fino ad ora l'esercito ha sentito il morso della Milizia Nazionale! NOVELLO PAPAFAVA. • tafunzione economi~a Irpina nellevicende deltrapasso unitario La provincia ru Avellino, anteriormente aJ '6o (Principato Ultra) aveva un'estensione più notevole e di versa da quella che poi ebbe, coJla formazione dello Stato unitario. La ragione principale è da ricercarsi in ciò: cbe, inesistendo al '6o una provincia di Benevento (ma solo un ducato ecclesiastico, di superficie ben limitata) nelle regolamentazione interprovinciale che ~egtù il mutamento politico, l'Irpinia f:' una di quelle regioni che concorsero alla costJtuzione della nascente provincia beneventana ; e ciò mentre i territori ad essa aggiunti in virtù del rimaneggiamento amministrativo, di ben poco la compensarono, quantitativamente. ~osì cbe in definitiva ne risultava una conformazione provincialJe ben più ristretta, in rispetto a quella del precedente regime politico. _ . Ma non è nell'appariscente fatto ammm1strativo, il significato più notevole del trapasso. Questo, invece, è da cogliersi nel crollo dl ~ fiorente economia di scambi, senza dubbio la prn notevole, fra queJle di tutte le terre del reame borbonico. • ** L'isolamento del Napoletano, dal resto della vita italiana, si manifestava in mani_era clamorosa, sul terreno economico, col tnonfo delle tariffazioni protetti ve. Non essendo nel nostro tema, una critica della politica commere1ale borbonica vogliamo notarne soltanto le conseguenze più importanti. . Ogni ostacolo allo scambio -:- è . nsaputo - spinge ad un equilibrio produttJvo mterno, non nat1<rate ma ben preciso. Nel Napoletano, poi'. si verificò questo fatto: un polarizzarsi degli scambi tra Napoli e le Puglie, nel mentre le altre t~e del Reame vivevan di vita beatamente municipale. Le Puglie e Napoli vanta.va~o ec<mo~1e complementari. Perciò 1 due flussi notevoh e compensativi di scambt non pote\·ano n~ll rend~re lieta la terra che ad essi faceva da mtermedrntrice: l'Irpinia. E la rotabile transmanna_, che tra Bajano e Bovino si svolgeva sul ter17-t~no del Principato Ultra, assommava1 monopolist~ca~ mente 1 tutto il h1a.ffi.co tra ile p,iauw·e puglies.i e Napoli la Capitale. . . L'Irpinia, perciò, viveva per pnma cosa eh un'economia a cui essa, intima1nente, ~a est~anea. E sl che erano insigni i vantaggi delP 1ntermediazione ! . . Basta pensare alla funzione a cui soddisfacevano certi affollati terranei immaru ~ _le et...,- \·erne n - che ora sono meri e squ.alhcli. sopra- '-'anzi archeologie-ii per immaginare tut_to l~ bene che l1 Irpinia doYesse direttamente nt~re ~a uel iigurgito obbligato di uomini e _di ~estu~. q !\.vellino era allora l'anticamera d1 Napoh, lri:sta la significativa espressione del De _ces~:· Tute.re economie cittadine erano sorte e s1 ra,,, ~- vavanG a causa e per il giovruncnto che l 'eserct. zio della, [unzio11e ospitale porta.va seco. , , O t abbiamo detto direttamente. Ma se e ,..._ues 0 1 ' • ta • in.d4:retti. difficile dire con esattezza·de1 van ggi LA RIVOLUZIONE LIBERALE piodotli dal traffico inten-egionalc, ciò nonostanlr- son da repuL:1.rsj 11otcvoli. Non si saprebbe concepire e provocazicrne > economie.,;, di diverso gem;rc, per s.pic:garsi come mai l' Jrp-iuia, e costituzionalmente iniclon<:a, pur mostrava maJ1.ifestazioni elaboratrici varie e consistenti, ad es. i 'industria molitoria e clc.llc paste, che di poi perdette, per ... non più riacquistaJe. L'insignificante ( ;:çonomicameutc) ruclcro che l· oggi la Dogaua di Avclllno, a c:uale causa., s.<: 11ou a quella, dovette la rinoman1...a che ebbe, 11elme.reato de11cgranaglie, così che essa ardita. mente anticipò le modcrn'c istituzio11i bo1·sistichc del le merci? * * * 11 '6o significava molle cose per I' Irpinia, sul tcrrcuo economico. L'a,·\·enimento unitario nel mentre portò con sl· più ampl e diversi jucliriz.zi di politica commerciale, alPinterno poneva a fronte economie L.-u1to ,·arit e cLi\·erame:nt.cevolute, spingendo a nuove lencle117.,cdi trafficii così che il trapasso politico originò, a breve SC1denza, J1j1J.anguidirsi deJl'ecouomia di scambi tra Napoli e le l'uglic, e poi lo storno definitivo cli essa dalla rotabile tradiaionale quando un'altra linea (fer1oviarfa) su di,.'1erso itinerario congiunse i] Tirreno a 11 'Adriatico. ** * Molto si è parlato e si parla di una linea ferroviaria che, unendo Napoli ed Avelli no con la Puglia, riconferisca a}P Irpinia il primato antico o, per lo meno, la porti a vivere una vita economica più intensa di quella che presentemente non sia, facendosi notare che con essa sarebbero ancora soddislatte preoccupazioni di indole politico-militare. Ma quanti sanno che il pensiero di una linea ferroviaria attraversante l' Irpinia già son'lse a Ferdinando Il, quando inaugurò la tratta (do-- mestica) Napoli-Portici; fatto, questo, che per 1l11a volta tanto, mise il Mezzogiorno borbonico, all'avanguardia del rinnovamento? Ferdinando II in quell'occasione si augurò che, p~oseguita la costruzione insi11ot a Castellamare e Nocera, potesse vederla indirizzata per Av'ellino al, lido del mare Adriatico. Deve qui ricordarsi come col '6o già e,·a fallito un tentativo cbe in seguito avrebbe assicurato ali' Irpinia, se realizzato, la bramata continuità dell'intermediazione negli scambi. L'ing. Melisurgo, che si guadagnò tutta la gamma di giudizi che è compresa tra il • basso avventuriero> e lo e spirito veggente,, ideò la costruzione cli una linea ferroviaria che riattaccandosi a Sarno alla tratta che portava a Napoli doveva, con un sistemai di gallerie, condurre ad Avellino e di qua in Puglia. Il progetto fallì per circostanze varie ; con esso falli pure il più proprio tentativo per riserbare all' Irpinia i vantaggi che ad essa parevano connaturati. Lodevole il proposito di quanti attualmente sostengono la bontà della costrnzioue della nuova linea. Per ispirito di • realtà • è fatto, però, obbligo di avvertire quanto sia difficile vederla realizzata, per non ingenerare equivoci e acri risentimenti, laddove, con opera metcxlica td incessante, è per ora da reputarsi fortunati se si ottengono soddisfazioni ben più modeste ma sinora inappagate. G. DELLA COl{TE Vertenza Cian VEl{BALI Dl vEnTENZA CAVALLEnESCA tra i signori On. Vittorio Clan e Dott. Piero Gobetti I. L'anno 1924 addi 17 settembre, ore II, nell'ufficio del Prof. Giuseppe Broglia in via. XX Settembre 541 sono convenuti i signori : Grand'Uff.' Prof. Giuseppe Broglia - Comm. Ino-. Luigi Accusani di Retorto, rappresentanti deli'on. Ciane i signori Amedeo Gigliotti D'An_ circa Publicista e Dott. Giuseppe Saragat, rappres;,,,tanti del Dott. Piero Gobetti. . 11 Dott. Gobetti, ritenutosi offeso per 11 tele. gra.mma (sul quale l'on. Cian figura.va primo firmatario) <liretto al g~ande mutilato Carlo Del Croix come protesta alla nota pubblicazione comparsa su e La Rivoluzione Liberale » del 2 corrente, ha incaricati i signori Gigliotti e Saraaat di chiedere ali 'on. Ciau quelle spiegazioni e c;,iparazioni che rite.ne.:;sero necessarie per la tutela del suo onore. (1). Convenuti i q_u.attrn rappresentanti, muniti di pieni poteri e vrevio esame dei _recipt"oci~~dati riconosciuti regolai-i e conformi alle leggi cavaJlercsche, prendono in esame la questione. (r) }fi p,·eme spiegare cJie io gimJ.Si_al!a s{ula <t" Cimi perchè trascinato per i capelli. Nc·n "" s011ride1Ja.affatto l'immàgi11e d,i. costringere L'o1101·e,.Jolep·l'Ofesso1·e a scendere su,l te·ne110. . Letto il teLegrarrnmae C(Yl1,statatoche la, pr"tm~ firma era quella del p-ro/. Cian, mentre per gl, all1'i (On Gemelli, Bagnasco, Bertac~hi, Pedraz: zi) si tratta·ua di gent.e a nie sccnio~ciuta, p_regai un mnico di presentarsi al prof. Cia,n.che 10 co110sco da q·ualche mmo e di chiedergli con, q~a~e ani?no gi1t.diClrsse le cose e se a lui o ad, altri_ 10 do-vessi ri-voigerm:i per a-vere ripa.razimie. Il Cia111si rifii.ctò di ragionare e così n:uo-vamente offeso, io do-vetti mandargli i padrini. (p. g.) 1 Signori l'rof. G-iusep)JC:Broglia e lng. Acrnsani di Rt.lol'to, premes:,o anz.itutto che - c:ome da ,Uchi,unzione loro rila.<,<-ialadal proprio mandante: e ddla quale i signori (;igliotti e Saragat prc.-ndvno \:isione - l'on. Cian rinuncia a far ,alc:re ,I diritto che egli avrebbe cli rifiutar<; la sfida 1,u l'et.à superante di parcc<hi anni il limite consc'lltit.o dal C0<lic<;Cavallercsc;o, dicbia.- rallo che: la qualità di offoso d<;ve spettare al 1~rof. Viltorio CimJ perch(-: il signor C,r,be::tti, oltraggiando a quel modo Carlo lJel Croix, lla oltraggialo in lui ]'itali.ano, il collega al l'arlamenlo e l'amico J><:.r~oaledel (~rande JJutilato. I bigg Broglia ed Ac-cu:-.aniosservano inoltre che la inlc-rp,etazione che si vuol da altri dare: sulla frase.-ingiuriosa, deve respjngcrsi senz'altro 1J011 reggendo alla prova nè della grammatica, nè della logica; gi.acchè dal.o e non concesso per un momento che tale interpretazione fosse accet.. tabi1c:, stissisterebbe sempre l'accenno irriverente ed offensivo a Carlo Del Croix in quella forma dispregiativa cli plurale (degli altri ,Del Croix,). In opposi,.ione a quanto sopra, i sigg. GigLiotti e Saragat obiettano che non vi è alcuna possibilità di djscussione in merito alla qnalilà di offeso del JJott. Gobetti, anzi tu lto perché la frase incriminata non è, nè può suonare offesa per il grande mutilato Carlo Del Croix - come può rileYarsi da una analisi logica e grammaticale del cont.csto - e anche per le specifiche e leali dichiarazioni fatte in merito dallo stesso autore della frase che esclude ogni e qu.alsia.si idea dispregiath·a diretta contro il Carlo Del Croix. Perla.nto, !'on. Cian, ai:endo offeso seD7.a ra.. gione alcuna il dott. Gobetti, non può esimersi dalle resJ}ClISabilità derivanti dal suo atto, nè negare le dovute riparazioni. Successi\·aruente i rappresentanti dell'on. Cian cccepisc01,o allo stato attuale delle cose la capacità cavalleresca del signor Gobetti, essendo questi a parer loro, ed in certo qual modo, autosqualificato per la qualità' stessa dell'oltraggio arrecato a Chi, dopo aver donato la sua giovinez,.7.a ll'Italia, è rimasto simbolo ,.d.vente, puro e sac:ro agli italiani tutti del sacrificio per la Patria, e si trova ne11'assoluta impossiilit.à, nonchè di tentare la minima reazione, di aver conosceru.a diretta dell'oltraggio stesso. Per questo secondo ]}11.lltoi signori Gigliotti e Saragat obiettano che esso non è meno infondato del primo, aD2itutto pcrchè, essendo insussistente l'offesa contro il grande mutilato Del Croix, cade da per se stesso il motivo della pretesa incapacità cavalleresca del Gohetti; inoltre per il tassativo disposto deJl'art. 15 del Codice Gelli, ed infine pcrchè l'atto compiuto dlll Gobetti· non è compreso nè contemplato in alcuna delle cause squalificanti del Codice stesso. Data la disparità d'opinione tra i rappresentanti dei signori On. Cian e Dott. Gobetti, i sottoscritti, a nonna dell'art. 2)9 del Codice Cavalleresco Gelli, ritengono di investire dell'intera verten-7..aun Giuri d'onore bilateraJe di tre membri, in seguito a che dovrebbero procedere, a nonna dell'art. 285 a, alla design3.7Jone dei proprii giudici. Ma, poichè, per dichiarazione dei rappresen- 1 tanti del signor Gobetti, _èattualmente in corso altra vertenza cavalleresca concernente gli stessi fatti e già demandata per i medesimi ]}Unti controversi ad altro Giurl d'onore, i sottoscritti dtengono opportuno di soprassedere alla designazione dei loro Giudici, in attesa di conoscere il responso dell'anzidetto Giuri, senza pregiudizio di ulteriori deliberazioni. Letto, confermato e sottoscritto. Torino, 17 Settembre 1924. PRO!-'.GIUSEPPEBROGLIA ING. LUIGI ACCU.SANIDI RET0RT0 J\)1EDEO GIGLIOTTI D'ANDREA GIUSEPPESARAGAT II. L'anno 1924, il giorno 30 del mese di settembre alle ore 18, nello studio del signor Prof. Broglia Giuseppe, in via XX Settembre 54, in Torino, si sono nuovamente riuniti in dipendenza cli quanto convenuto nel verbale della precedente Adwian1...a.del 17 Settembre 1924, i signori : Grand'Uff. Prof. Giuseppe Broglia - Comm. In'g. Luigi Accusani di Retorto, rappresentanti dell' On. Cian ; e i signori: Amedeo Gigliotti D'Andrea, Pubblicista e Dott. Giuseppe Saragat, rappresentanti del Dott. Piero Gobetti. I quattJ-o rappresentanti presa visione del 1esponso emesso il 20 Settembre 1924 dal Giuri d'onore costituito dai &ignori Demetrio di Bernezzo - Felice Casorati e Presidente Generale Alberto Ca,·aciocchi nella vertenza NarcHni-Gobetti; consi,lerato che la vertenza Ciau-Gobetti ri ,·este uelle sue linee generali come già antecedentemente rilevato, gli stessi caratteri della \'ertcnza Nardnii-Gobetti, 1·iteugono che i punti controversi siano stati esaurientemente esaininati e risolti cla11'auzidctto Gi url. Per i I che convengono di accettarne le conclusioui1 dichiarando chiusa la vertenza e rimettono ai. loro mandanti il presente ,·erbale unitamente a quello della riunione precedente. GIUS~P1 11': SARAGAT PIWF. GHJSBPPJ-: BROGLIA 1NG. LUIGI ACCUSANI DI RET0R'f0 AMEDEO GIGLIOTTI D'ANDREA Vertenza Baccarini uno dei 1,rimi insultatori fu il segretario genera~e della Associazione :l!utilati sig. Baccariw the mi telegrafò da Firenze invitandomi a ritenc.rmi schiaffeggiato. Gli telc.-grafai preann.unc:iandogH l1invio dei miei padrini e facendogli presente r:he avrei liquidate le cose con lui appena e.-.:m1ritc1c due vertenze torinesi già inizi.ate. Jl JJa<:carim, sempre da .Firenr.c, comunicò a1 giorm.1.li questo mio te1€:gramma. seguitando a,] ingiuriarmi qua. e Là su per le gazzette. Avrei p<>tuto d.or.10 qu<--stosue> c:onte::{DO.')(',sp<...-ndere il prif_c.... <Jimcnto cavaneresc:o, tuttavia per eccesso di cavalkria, gli mandai app<-na le cr,se di Torino furr.mo messe a posto, i miei due rappre.. sentanti. .,,.\f..a ecco che a Piren7x i1 signr1r .Baccarini risulta irreperibile come si verJe dalla S<C,g-uente lettera dei mit."1cari amici P. Burresi e C. Coste tti. E' difficile capire perchi:: il ~ignfJr Hacca-rini ~; di verta ad insultare e a cambiare dimora. ?.L questi seno i nuovi costumi ca.valle-reschi. Caro Gobetli, a,·evamo accettato con \"ero piacere cli rar,- r,rcsc;,ntarla nella ,·erten7..a che Lei ba iniziato contro il signor Giovanni Baccarini, ma dobbiamo con vivo rincr<::.5C'imentorimetterle il mandato perchè detto signor Baccadni è residente " Roma. ,I ~ella speranza che lei p<>Ssa. vere le rh-e1L clicazioni necessarie, le mandiamo i sensi delfa. nostra solidarietà politica e mo:-ale. Con saluti fervidi A\'V. PIEROBCRRESI GI0VA'1'1IC0STETTI,PIT70RE Firenze, 29 Settembre 1924. G.B. PARAVIA &, C. Editori • Librai • Timografi TORINO - IIIUNO - flftENZE • IOlll - NAPOLI - PlLEIIIO Biblioteca dei Classici Italiani BA.RETTI GIUSEPPE PROSE scelte ed annotate da LUIGI P1cc10,-,: L. 12 • Buona la scelta fatta dal Piccioni, ed opportuna a far conoscere il Baretti intero, anche 10ellepassionceUe sue men degne e neJle imprese sue men serie (come1 p. es., nelle \·endette contro prete Biagio Schiavo) ; e buono l'ampio ap-- J}atato di note illustrati,e, storicbe e bibliografiche, nelle quali il Piccioni ba trasfuso la sua lunga e diligente preparazione di studi e ricerche intorno al Baretti e intorno al.la letteratura nostra del secolo xvm. Utile anche l'i11àice dellecose natabili da lui aggiunto in fine>. (Gi<>rnale Storico della Letteratura Italiana. - Fase. 150, pag. 451). IN Pl(EPAnAZIONE MELCHIORRE CESAROTTI I CflNTI DI □SSlflN a cura di GUSTAVO BALSAMO CRIVELLI PIERO □□BETTI - Editare TORINO - Uia XX Sellembre, 6□ Con vaglio. di sole lire 45 gli abbonati a Rivoluzione Liberale possono abbonarsi alla prima serie dei « Quaderni della Rivoluzione Liberale » che raccolgono gli scrìlli fondarnentali della nostra cultura politica. Essi potranno però approfìltare di questo prezzo d·i costo, solo se spediranno il vaqlìa prirna del 15 ottobre. Tutti i volumi saranno pubblicati entro dicembre e si spediranno franchi di porto. Contengono opere di M. Missiroli, V. Nitti, L. Sturc;o, Stuart Mili, A. Poggi, O. Zuccarìni, G. Ganga/e. O.G.E.B. - Còrso Principe Oddone, 34 - Torino. PIEROG0BBTTI- Direttore-responsabile

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