La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 17 - 22 aprile 1924

b LA RIVOLUZIONE LIBERALE CONTRIBUTIALLA STORIA D'ITALIA come • cafoni,) come nati fuori d'a 'belle Na~ pule, rn.,1. insomma. ,;.ono anch'essi figli de • lo Patre nuoste ,. Chillo ma.~colo, che ci dà da mangiare a tutti. Hanno stampato, a i'iapoli, (cav. Gennarelli, editore), le e Poesie motti e pensieri• del rorumendator Edoardo &arpetta. Don Felice Scio- -.ciamOC'C.:app3re in questo suo volumetto nella sua luce completa di patriota partenopeo, d1 pensatore e cli poeta. Al cli là degli splendori ..cenici cli « Na m.u,gliera scur11osa • e cli e TebjJ.10 11' z·uralo 11, salla fuori l'amico dl Ile11edetto Croce, che lo chiama famigliarmente , Dcm Edoardo•, anzi « cm·o Don Edoardo•: i due iUuslri napoletaui si espongono le proprie opi. 1ùoni sul teatro dialettale, e don Edoardo si dichiara lieto di essere dell'avviso del suo « 1llusl<e ed affettuoso aniico ,. Il cittadino Edoardo Scarpetta_ si presenta poi nella sua intere,.za: amantissimo della sua bella Napoli, devoto al suo re e alla monarchia legiltima. La sua Xapoli è conforme alle tradizioni piìt Qa\dc e antore\·oli. • l'opolo sc111pc al/ero e disperato, barc101e c11 cepolle e sorve appese, li-O ca11zo-11e, nu. mwro su,ppunlalo, 1111 fesla e nu. miracolo ogni mese. Di11t' a nu. 1.1ascio sette figli e 'a mnm,11« darmene nzìeme _ t•iap·ule si chia111ma!, Il re - Scarpetta parla cli Umberto I - il I e ,è • I.o Patre nuoste :1. Colui che ci dà da mangiare a tutti. E' • fig/10 a Re Vittorio, lo patre de '""' l11tlc: Chillo che li pericoli sapea affro11tà da forte. Chillo che stern a dicere: , O la '"Dittoria o morte :1. Quando Umberto I visitava Napoli, , facea bella a vedè, che t1<tte là alluc. ca-vano: E1rvi--ua Umberto Re!,. Infine, anche Don Edoardo e allucca :1 entusiasmato: « Vi-va lo Re 1 lo Principe, E"'JVhJa. i\largherita, Lo Ctelo pozza dare/e Salnte e longa 'Vita. , E 1110 cwnpagne~ a-u.nile'Ve Co ,nme, strellate forte: Vi-va, 1Ji1.1a la Patria, E a li nenz.ice: Ylorte ! J Cn napoletano di sentimenti così sanamente .ortodossi, non potè non essere crispino devoto. Don Edoardo Scarpetta lo fu. Interessante la didascalia che egli premette ai suoi versi in onore di Francesco Crispi : e A'"Je.ndo chiesto a donna Lina Crispi una fotografia, di S. E. il consorte, la b1,o-na e indimtnticabile Signora 1ni in'Vitò a colazione nel s-uo villino a Via Amedeo. Alle frutta., per di1noslrare a Le'i e a. S. E. la m ..ia riconoscenza per .l'affettuoso e cord'iale penstero 1 lessi a 1no' d·i brindisi alcumi 'Versi,. Le ragioni per cui Don Edoardo Scarpetta t! erispino convinto. sembrano le parafrasi dei di- •corsi dei candidati mussoliniani : nè con.tengono miuore copia di argomentazioni JX>liticbe, dei programmi odierni. e E' Crispi il forte arbusto in tempi nato, Quando il sole d'Italia era poeta, Da 111olti e troppi 1n..ier fu circondato Ma 11iun lo raggiunse ad aurea me-ta ! Ci fu l'olmo, fu il pino, ei quercia fu, L'aute superbe, fauze e niente cchiìt ! À l pari di Bismarh, 1wmo di ferro L'han detto e han d-1:tto bene. Oh, chi più forte Ca1'atlere del siw f Ah, ben non erro, Nel dir che t fatto a vincere ogni s01'te. A dar novella fede e forza nuova, -Quanno l'auto sconocch.ia e non se mova I •. Il capocomico napoletano è orgoglioso di a.ve- -re un , uomo di ferro , per cince. Lo popolo che zampa, abballa e ri,,e ,, cli cui Scarpetta si pro- 1 ,dama figlio, si compiace cli essere retto eia. un e forte carattere ,, e sopratutto il paragone con .Bismnrk lusinga tutti quanti. Ma Don Edoardo Scarpetta non è eschLsivo -nelle sue simpatie. Egli • fuie smammato a Napoli l) : e • ogne Napolitano non sa che sia ma. iizi.a -va con lo core ·mm.ano , . Perciò, immediatam;nte dopo la esaltazione di Don Ciccio CriMpi, egli ci dà, nella. edizione eia. lni curata, nna _poesia a Giovanni Ilovio. Anche qui, la poesia p,-ende argomento da un ~isodio clella vita dell'eccellente Dan Eduardo: -perchè per 1ui, più ancora che per Goethe, tuitta la poesia fu autobiografica. Precede La spiegazione : e J l 18 marzo del 1900 1 recando1ni a salutare ,Giovanni Bo-vio, quasi guarito della sua lunga .e gra11e i11fer1nità, gli lessi alcuni versi, che egli mostrò di gradire ,g,ssai 11. Ed ecco come il ventoso spettacoloso filosofo èella democrazia i1taliana apparve agli ingenui -e chiari occhi di Don Edoardo: , Mo che te sto vicino e te rifletto ... Mo che sta bella faccia sto guardann• .. . lo dico c/z/ 1 0 Signore, nCt: scun?metto .. . Cii ttico ha fatto cumme fece tan110 ... D' 10 Para-viso n'migelo ha pigliato, E da là ncoppe nterra t'ha menato! E n'angelo si tu 1 che na guardata basta per darce pace e allegria, sì n'onuno, 11a pers011a è. torturata da gran 111,iseria o da malinconia. Non chiagne cchiù., se calma, se cunzola 1 basta clie tu le dice na parola! E' Napole che al/1<cche - Tutte q11a11te, pezziente, ricche, Zazzere e signurt:, ogge, 10 nemico tujo 'o cchiù birbante o 'VÒ o no nvò ha d1 alluccà isso p-ure ! Tratt0111iese de gioja o de delort, .n1m canosce pulitica stu. core!». 18 L'ull!mo n~-rso riassume lultu la saggc7..7..apolitica e sociale cli Don J,doardo, elci popolo napoletano, anzi <lcl popolo ilaliano: e .'\/un canosce fnrlitica stu. core! :1. Don Edoardo Starpetta, con opportuni superficiali a<latL1meuti, avrebbe potuto prendere benissimo il posto cli Dc NicolJ alla Camera, e tenerlo con quella sodclisfaz.ione di lutti, che coronò per due legislature, 1 'opcra presidenziale dell'illustre uomo di Stato napoletano. « Nu.11 conosce pulit1ca stu CO?'e/ ,. Ciovanni Bovio è il patriarca, è • n'M1gelo d' 'o Paradiso,, Fraucesco Crispi i:. e l'uomo di ferro•· Repubblica e monarchia 110n c'entrano, e neppure Africanismo o anti-afric:mismo. e Nun canosce PlLlitica stu core!,. Tutti e ùue, Crispi e lk)\,;O, in fondo, rientrano nell.:1.comune ideale famiglia napoletana: c1e11lra110,se vogliamo, Leggete, vi dko, le e Poesie, motti e pensieri , di Don Ed<rJrdo Scarpella. E' un poeta degnissimo della grande ora. A proposi lo. ,\ vele notato che, nell'ultimo ritratto concesso all 'ammirazio11e dei lettori della Illustrazione italiana, l'on. Mussolini 1 finalmente, ride? Ri<tc, intc-n<lele? ~ I~ n'a11gelo sì lu,, che na xuardata basta pe' darre pace ed. allegria .. ,. )fu sJ : l'on. Mussolini insieme con Cris-pi e con Bovio. Ci può stare anche lni. Se Don Edoardo chiedesse una udien1.a a Palau,0 Chigi, certo gli sarebbe concessa: e potrebbe chiudere il suv ca117,0niere clegnfasimamente. G. A. STATO MAGGIORE FAZIOSO Ricordate la guerra! li generale Giardino, ignaro di lttLli gli e·1etiti della pace, ha continuato nel clopo-gue1Ta a parlare ai suoi soldati del Grappa. li generale chiama\·a sagre i suoi discorsi, li intitolava R1cordate la guerra! Tutta.via queste orazioni, oggi piccole faci nella bufera ( !L quasi per adulazione al uuo\·o sole, volevano racchiudere un programma politico, il solo programma politico onesto, secondo un generale fazioso e irrequieto: obbedire! Ai suoi soldati diventati cittadini, offriva il consiglio retorico e goffo di tutti i panegirici : -v11Jefe ed ope. rate seni.pre come se foste ancora e senipre i soidat,; del Grappa. Macchè retodca I Giardino ha scambiato quel complimento per una norma di vita! Il generale Giardino è un fenomei10 che può nascere solL'lnto come Patologia cli un regime democratico. Soltanto in uno stato di assoluta e schiacciante libertà era possibile tollerare un chiacchierone zotico e generico come lui, uu perpetuo esibitore di glorie mHitari, un confesso rncompetente pronto ad interloquire su tutto. In un regime militare per es. avrebbero applicato la censura almeno tutte le volte che Egli si fosse rivolto con tanta commozione al cuore ciel popolo: chè la parola popolo in certi climi non è di buon gusto nè di buon augurio. l';<è sulla disciplina sembrerebbe che giovi insistere con· discorsi; e il ripetere tre volte La parola obbedire 1 in tema Cattaneo e e cinque giornate :1 rivela i modi e la convinzione del sergente maggiore. Ma con la sopportazione di Nitti il fazioso distribuiva lezroni d'ordine e faceva parlare cli sè e <li prossime congiure e di alte complicità. Nitti Io seppelliva nel ridicolo lasciandogli la libertà di congiurare. li suo esempio in Senato provò che la libertà cli parola reca in sè sufficienti diiese. L'incultura del generale sovversivo tutte le volte che egli pretendesse amenamente interloquire nei discorsi, finanziari di Luigi Einaudi o in argomenti di politica estera veniva misurata. dalla voce stessa. 11 suo nazionalismo sovversivo tuttavia anticipava il fascismo: e perciò non servivano idee e eultlura, ma sagre e commem<frazioni. In periodo di disoccupazione e cli inquietudine il grido: Ricordate la guerra era un programma e una parola d'ordine. L'odio contro Nitti Giocando stù co·m•batten tis1na la reazione po- \eva sempre presentare il volto ingannevole della democrazia. Per tutto il '19 Giardino giuocava di demagogia, a gara, non dico con Nitti, ma con tutti i partiti cli sinistra. Chi vorrà dare del ministero Nitti un giudizio storico dovrà tener conto della vittoria che egli seppe ottenere prontamente sullo spirito militarista e sovversivo dello S~to Maggiore. Nessun nome ha tanta virtù cli far imbestialire il generale Giardino quanto quello cli Nitti. Può essere un prime merlto. Quan<le Giardino capì che si poteva essere un poJ più coraggiosi e aperti, percbè i tempi st~ vano mutando, - sotto il ministero Giolitti - le sue prime dichiarazioni in Senato furonc un, serie di viulentissime e poco s!gn0rili inguri, contro l'e,."{ presidente. Anche nel ca.50 Giardiu, si trattava della rivolta ciel disoccupato. A Nitti che parlava di contadini e cli operai il generale rispondeva opponendo il popolo, storica arma in Italia per i faziosi. In mancanza di guerre lo Stato maggiore aveva bisogno cli parate, cli feste, di sagre. Tre quarti dell'odio degli italiani contro Nitti è spiegato dalla sua repu~nau·l.3. per le sagre. Giardino lo spiegava al Senato sin dal 14 dicembre 1918 : , Non io chiederò cli certo festeggiamenti e<'- cessivi, dopo tanti lutti e mentre tanti lutti durano. Ma l'austerità è contro natura, per noi tta. liani, e particolarmente per il soldato itabano, che come muore lietamente, quando muore nelJa gloria del sole, cosi ama che alla gloria del sole, sia110 riconosciuti l1opera sua ed il suo sacrificio,. Il fascismo è tutto qui : le sagre utilizza.no degli uomini che con Nitti erano fui-enti di essere ]asciati nell'ombra. Bisognava vendicarsi di questa inaudita costrizione all'autorità. Le colpe vere di Nitt.i - colpe gravissime - sono quelle clcll'uomo di Stato che ba un progrnmma e dopo averlo inserito nella realtà non riesce a compierlo, in parte per eccessivo ottimismo, in -parte pe1 errori di stile e di misura. Ma se voglio tli fronte alle colpe ennmerare i suoi meriti basta che io riscriva le obbiezioni del generale Giardino: smobilitazione degli animi, amnistia al disertori, appello ag1i operai e ai contadini contro il combattentismo disoccupato, provvedimenti di polizia. li progra1mn.a di )litti fu il solo programma conservatore serio della borgberia italiana. Soltanto la rivoluzione operaia avrebbe diritto di chiedergli. conto dell'avvelenamento che egli produsse col riformismo nelle file della socia! democrazia. Ma egli potrebbe contrapporre i suoi me~ riti di addomesticatore della reazione. C'era una esigenza prima, insopprimibile nel dopo guerra: disannare <rli animi, garantire il ritorno al],, r:c-:-malità. L'amnistia ai disertori, di et 1 = :.i esa.- lf~rò l'importanza, ha il suo senso in questi iolitica cli smobilitazione integrale. I sold.at: .'.lov.::.vt.·.10diventare cittadini : per garantire l'o. dit1:.~pubblico bastava la guardia regia; nè ..,._;. coneva spaventarsi. di conflitti sociali e dl ìotta politica: Nitti tardando le elezioni di un anno e facendole nel '19 in condizioni cli singolare ljbertà, senza i1ltimidazioni nè truffe di prefettura, conduceva la più abile politica cli ricostruzione e di prevenzione del fascismo. Sbagliò cli misura nella sua fiducia. Appena egli cadde la rivolta dello spirito militare cominciò a scatenarsi. Il volto della frode Se dovessi descrivere UJl ritratto compieto del generale Giardino io sceglierei di farlo mediante un parallelo con Ludendorf. _-on so se il naziQnalismo miope e retrogrado dello Stato Maggiore si sia espresso mai in altd modelli cosi signi- :ficafivi. Nell'uno e nell'altro gli studi <li strategia hanno soverchiato ogni versatilità lasciando so,Itanto, dopo la vittoria, ùna sfrenata ambizione. La provocazione e 1a pervicacia s'alterna nella lord politica con, la falsa umiltà, con l'o:i>- portunismo, e con un insinuante volto di conci.- liazione. Il signor Giardino non ha nessun diritto -di atteggiarsi oggi a• nemico coraggioso, 'e della prima ora, del bolscevismo. Il suo coraggio, di fronte a Nitti e al bolscevismo nel 1919, gli suggeri soltanto il maechiavellismo. Altro che prima ora! Passarono parecchi mesi prima che la tattica mutasse. Il programma di Giardino • nel 'rg era ... modesta.m.ente wilsoniano; pace e nazione armata. La naz1011e armaia fu uno dei caratteristici equi voci ciel dopo-guerra. Il fascismo stesso potè presentarsi come una applicazione del principio, sebbene in verità si trattasse piuttosto cli un falso. La nazione A a1"'mata quando va in guerra; ma in pace, l'esercito permanente con una ferma determinata di un periodo breve ma non bre\·issimo, integrato da scelti corpi di polizia rappresentano la politica militare più sag·gia e più den1ocratica. Tutte le altre frottole pacifisj:e diedero delle armi ai militaristi. Per un tipo come il generale Giru·dino, che aveva conosciuto in guerra i cittadini, ma. solo come militari, il programma e nazione annata , era una risorsa inaspettata per prolungare una situazioue eccezionale e conservare in pace i comand~ tenuti in guerra. Si trattava di fondare un Yero e proprio arbitrio, un regime di tirannide in cLti l'organica e la tattica tenessero il posto della politica; e mediante la disciplina, il motto e t1itti i ciltadini sol.dati :1, il miraggio della conservazione della pace, si rendesse stabile la strapotenza militare che era stata necessaria in guerra. Giardino fu ~o dei più fervidi sostenitori della nazione annata, della disciplina democratica: ma egli non si dimenticava di avvertire giudiziosamente che nazl.on.e armata non doveva significare • la confusione dell'esercito nella Nazione, ma la fusione della nazione nell'esercito. In questo modo, candidamente, lo Stato Maggiore conta.va di farsi si• gnore in Italia . 67 La diplomazia del generale . ti dLcorsi del generale Giardino si parla soltanto di politica estera. Senti l'uso del vecchio gcn,-rale rli tene-re lo sguardo sempre rivolto al nemico. La politica interna è un aspetto della politira mflitare: consiste per metà nella legge di reclutamento e ,Jevono farla i generali. Egli S<:opre il suo giuo<.ù nelle invettive contro la polizia , che è abituata a<l ubbidire a cletermi11.ateaul<,rità politiche senza il controllo della apolitica gerarchia militare,. Per il vincitore del r;rappa il regime ideale è il controllo d.ella apolitica gerarchia militare. Sulle questioni cli merito egli dichiara modestamente La propria incornpeten1.a; ma a patto di sollevare su ogni t~-rrcno La pregiudiziale della difesa nazionale. Iliw~na oceupare La Dalmazia. Bisr,gna impedire gli scioperi. Bisogna aiutare i pesdcani. Perchè:? Ah, non sarà mai che il generale Giardino pretenda cli usurpare l'ufficio altrui! Argomentino. i tecnici e il generale sia scusato. Egli è infomI)<.-1:cnlein questioni di dettaglio. ::-;on spetta a lui La difesa d<:Ue sue tesi. La cliSCllSSione è assolutamente libera. Purchè si concluda che bisogna occupare !a Dalmazia, imIX--dire gli scioperi, aiutare i pescicani, perchè nel decidere non si tratta più di politica, i: in gioco la difesa nazionale! Certo il dogma della patria nacque nella caserma. La gioia di vivere Dall'ottobre 1922 e'/, W1'aria nuoYa in Italia. Si respira la gioia cli vivere. Ci si incontra, ci si apre, fratelli con fratelli; È: quasi una so:.:- presa l'entusiasmo; coi vecchi regimi si sarebbe finiti tutti immusoniti d'austerità. Tutto è passato. Anche Tittoni può cantare Gto-uinezza. Che cosa sogna l'opposizione cli dissidio tra esercito e camicie nere? ?>la allora i generali sarebbero a capo delle camicie nere! Ma non vedete che allo Stato e1laggiore non par vero che tutto sia passato, cli trovarsi finalmente nel suo regi me ? ); iente nuove guerre : anche Giardino preferisce la pace : ma nella pace il comando. Xon più congjure: è probabile che Diaz abdichi ,·olon tariamente per il generale cli tutte le sagre. E '.l[ussolini serba Wl naturale rispetto per l'uomo che in Senato chiamava teppisti i bolsce,ichi, e sul disarmo delle fazioni propone,-a che si cominciasse dai rossi si che arrivati al fascismo, ai lealisti si tenesse conto delle difierell7..e. Xel '19 Giardino faceva la sna politica giocando sugli ufficiali, Mussolini ba giocato nel '22 sugli ufficiali congedati. Lo spirito è quello: niente politica, ma sagre e gioia di vi~ vere! p. g. (1) Con questo titolo, presso l'Editore Morula.- dori sono ristampati i suoi discorsi... politici. PIERO □□BETTI - E.ditarr~ TORINO - Uia XX Settembre, 60 J(ovifa: GIUSEPPE SCIORTINO lt'EPOCADEltltll.CRITIGA L. 3,00. Pri.1ni giudizi della stan1,pa: , Rapido, incish·o, acuto è interessant.! come ind.iz:io del modo con cui la generazione nuova guarda a quel La dei fratelli· maggiori che l 'banno preceduta nella via della critica e della filosofi.a , . Il .,fondo, 20 febbraio 1924. , Una sintetica tra:ttazione dell'estetica e della critica in atto dal De Sanctis in poi,. Le Fonti, clicem.bt;e 1923. • Un ottimo contributo alla storia della critica: ha, pregi di onestà, cli semplicità e cli sintesi,. IL Piem,onte, 14 marzo 1924. • Il libretto trae agilità e compiutezza dalla solida preparazione dell'Autore•. Gù,r-nale delL'Isola, 8 mano 1924. , L'Epoca della critica è un documento tangjbile dello s,iluppq a cui è pen-enuta La critica gio\·ane •· L'Ora, 5 marzo 1924. • l\el libro ,·'è un equilibrio perfetto mantenuto con serenità a.mnureYole > . Il nuovo Salento, 29 febbrafo 1924. e Con un linguaggio limp:ido e il più possibile preciso tratteggia un volto chiaro e senza contra.- 1ioni brnsche della critica contemporanea c.he si può abbracciare agevolmente c.ome un. panorama rimpicciolito e pure con tutte le linee somatiche illwn.i.nate a giorno~- Il Popolo, 22 mar= 1924. • Scopo del libro: esporre gli orientamenti e le condizioni della critica nella sua essenza , . Il Lunedì, 23 febbraio 1924. • Lo Seiortino dimostra qualità non comuni cli indagatore e cli studioso , . Il Mtmdo che scrive, febbraio 1924. • I.-0 Scio:ti no è Wl giovane studioso che ba il grande pregio cli pensare con la sua t'esta , . L'Eco della Sicilia ed.elle Calabrie, 6 aprile. e Precisa con singolare esattezza le posizioni ideali elci nostri critici,. Nuo-vo Paese, 15 marzo 1924 Si spedisce franco di porto contro vaglia.

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