La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 13-14 - 25 mar.-1 apr. 1924

,I L,\ Rl VOLUZIO);E Lll3ERALE 51 LIBERALI E L'accordo fra i Liberali e laburisti inglesi a- \Tà potuto suscitare qualche sorpresa soltanto in It.alia1 cloYe il liberalismo ufficiale è rap1.)':resenta.1..oda vecchioni mu1llll1ificati e da giovani arri\7.sti (oggi, invece di ani,,isti, si può usare il termine più elegante d1 fiancbeg~tori). In Inghilterra ,,i erano preparati da un pezzo. Fino all' ultimo decennio del secolo scorso, quando ancora nou esisteva tu1 partito 1abtu-ista, i rap,porti tra i ceti operai e il liberalismo do1ninante hanno subìto varie fluttuazioni, attraverso le quali è venuta tuttavia maturando l'odierna alleanza. Prima del periodo rivol\J.z.io,- nario che cuhniua nel 1848, il movimento liberale e quello genericamente democratico (che esprilne molte rivendicazioni proletarie) non hanno limiti ben definiti e spesso si confondono l'uno con l'altro. La politica dei mancesteriani di quel tempò ha cercato costantemente d,i attirare a sè la democrazia cartista.. Ma a misura che il liberalismo si determinava come un. partito di classe - della classe manifatturiera - si andava sviluppando contemporanearrnente la antitesi de1nocratica. L' opposizione economica tra padroni e operai fOillentava la lotta, politica tra liberali e den1ocratici. )I Le Yicende di questa lotta sono state poco appariscenti (quindi poco studiate) per il fatto stesso che, col fallimento dell'insurrezione cartista nel 1848, la democrazia inglese non ha avuto politica propria, ed ha continuato ad operare solo con un lento lavorio di penetrazione e I. La 1otta po1:itica LABURISTI male innanzi all:i. legge e neppure l'uguaglianza di fatto dci comunisti, ma un che cli n1e-.tr..ofra l'tma e l'altra che gl'iuglesi desigua..no con l'espressione: equalily of opportnnily. Ed è prop1io qtti il ptw.to <loYe s'incontrano il p~ogr01:lito liberalismo e il moderato laburis111O, che sorge e si organiu..a. 11cll'ultimo clecen1J.iodel secolo scorso. Tra la dottrina cli un Sidney Webb e di un Mac Donald da tl1la pa,1:e e quella d'un liberale come l'J-lobbouse, p. e., daJ.~ l'altra, le affinità sono assai supedori che non le difierenq.,e_ Le concessioni che lo scrili:01 1e liberale fa alla democrazia sociale trovano un perfetto riscontro in quelle che i laburisti faun.o allo spi,·ito individualistico e liberale: la classe operaia inglese 11011 potrà mai dimenticare che alla libertà essa è debitrice della su.a peculi.are organizzazione storica; anch'essa porla sulle sue insegue impressi i superbi motti : Dio e il 1nio diritto; e contro lo Stato oppressore: Togliti dai m.io sole. Ciò spiega come si sia andato g1·aclata.Jn.ente fonnand9 l'accordo liberale-laburista dapprima nell'elezioni del 1906 e poi, su p-iù larga scala, in quelle del 1923. Un simile accordo, alcun.i· avevano immaginato di promuovere in Italia, dal 1918 in poi, senza pensare ch_enon di&pouevano se non di un proletariato raccogliticcio e cli un pseudo-liberalismo forcaiolo: l'uno e l'altro fa. centi, oggi, decorosa mostra di sè nelle file del fascismo. Ma parliamo dell'Inghilterra! d'infiltramento nella compagine dei due partiti Mentre il fatto dell'attardo liberale 0labmista ufficiali, il liberale e il consenratore. Questo ul- non può dar luogo a diverge.nze d'interpretatimo è stato assai p-iù pronto cLelt'altro ad acco- i.ione, assai più controverso è il significato, il gliere nel proptio pn"Ogram:ma alcune improro- valore) della loro vittoria comune, nelle recenti gabìli esigenze di legislazione sociale, e con elezioni. Dai' noi, dove le spiegazioni p[ù profonopportune concessioni democratiche è riuscito ad de degli avvenimenti politici consistono nel reattrarre per ailcuni decelll1Ì nella sua orbita i gistrare la tendenza del loro movi.m.ento verso ceti operai. I liberali invece - almeno quelli destra, o verso sinistra, sono sta.te fornnùate le della generazione di Cobden - erano ostacoJati vedute p,iù catastrofiche o più iberboliche sul a tentare 1tn tale rn.1vvicina,mento dalle rigide nuovo avviamento dell'a politica inglese verso formule del loro credo mances!eria,no: la legisla- sinistra. Anche gli esperti di problemi economici zione sociale, richiesta iIDperiosamente dagli ope. non hanno saputo trarre un partito ad\eguato rai doveva apparire ai loro occhi come un annul- dalla considerazione ché la lotta elettorale e,;a lamento della libertà delle industrie, per le qua- sta1Ja impostata sull'opposizione tra il protezioli essi avevano lottato e continuavano a lottare. nisn10 imperialista e il liberismo. Non si è vqDi qui l'ostinazione <l'i Cobdeu (un uomo che, pÙ- luto vedere in ciò che u:no dei tanti episodii re, era tanto ricco d'umanità) contro la legge della ddl'annosa antitesi fra due conc,ezioru economiriduzione delle o,:e di lavoro nelie fabbriche. che; mentre in rea.J.tà, i te.rorin,i del dibattito I conservatori, invece, meno vincofati da pre- sono 9ggi profonda.mente mutat~. Senza dubbio, messe dottrinali, sono riusciti più agevolmente in un certo senso, si può sempTe dire che ttn'ina sfruttare 1a temporanea difficoltà ciel libera- tema crisi dell'industrialismo sia tuttora aperta, lismo: da Disrneli a Salisbuxy il loro pmgram- in vi,;ta della quale alcune correnti incliustria1i ma. filo-democratico si è andato grad'ua1men,fe at- sono portate ad assumere uu tendenza proteziotuando, fino al punto che Chamberla.in, dopo nis1'a, mentre alcune sono rimaste fedeli all'anil suo passaggio al conservatorismo imperiali- tico liberiSmo. 1Ia non è qul Paspetto più p1~0sta, poteva ascrivere a merito dei suoi allea.ti fondo, nè la più precisa individuazione àei. terd'essersi mes,si sulla via di una politica vera- mini del conflitto, perchè, aifb-or oggi, qt1el che mente mode.ma, mentre la vecchia mentali1tà. rea- y'è di più Yit.ale nell'industrialismo inglese perzionaria s'impei~nava ormai - a suo avviso - siste nel li.iberismo, che gli offre le ,più opporproprio nel partito liberale. tune condizioni di esistenza. Bisogna allora riQuesta acceusa &a in verità eccessiva, pe:rchè cercare l'altro tel)Il1ne della.lotta. proprio quando il Chambet'lain la fonllulava _ Tale ricerca è stata già fatt;i con molto acume (suil finire del secolo XIX) ii partito liberale da un economista tedesco, stu:diosissimo di cose com,piva quella reVisione rad!icale dei suoi pro- inglesi, fin dal 19o6. E i risultati della sua, in-, grammi, che doveva pòTlo nuovamente_ alla testa dagine valgono ancor oggi a-nz.i tanto più o'ggi, del movimento di rinnovazione politica dell'In- che alcune tendenze segnalate nell'indagine di ghil.terra. 18 anni fa, appieno ora ben p~ù nette e accenGià questa trasformazione del liberalismo olas- tuate. ìVIi riferisco al libro dello Schulze-Ga.0sico si era preannUJ12ia.tan.elle ultime fasi del- vernit1,: Briti;scherl1n,perialis11o1w0nd e11gLischer l'evoluz.ione mentale dei due corifei del libera- Freih11del ». Quivi si considera magistralmente lismo inglese: Gladstone e Stuart Mili. n p1i- il lento e graduale spostamento della struttura , mo era una personalità troppo ricca d'interessi econoanica. della Gran Bretagna, da quella di spiritÙali, per potersi definitivamente fermare uno stato industrJal\e a quella di llllO stato--erenel gretto ed angusto mancheste:rianismo; il se- ditoce e rmtier (Glaubigerstaat, Renta,erstaat). condo, pur non ripudiando la sua educaz-ione ben- L'Inghilterra, osserva lo Schulze, nel secolo XIX tha.mista, riusci tuttavia a sorpassare la conce- eta iJ1 tipo di ullo stato industriale espor~1..tore. zio:i;i.etroppo particolarista dell.a vecchia menta- Con ragione asseriva un noto proverbio: ciò lità liberale e ad intendere la necessità di una che Ma.nchester dice oggi, Lond:ra dirà domani. integni.zione dell'in.di'Vidualismo, capace d,i ade- Il liberismo economico e tutta la sb7.tttura poguarlo alla crescente complessità dei rapporti so- litica delfo sta.to liberale erano stretta.mente conciali e politici. Queste stesse tendenze si an- nessi a qnesto péculiare orga11is.mo industriale. da,rono facendo larga.mente strada tra i politici Ma, al presente, ciò che ieri diceva Manche• militanti del liberaJjsmo :" molte false preven- ster, oggi non ripete più Londra: anzi lo Stockzioui cont.i·o la legislazione operaia furono de- Exchange londinese subentra al posto della borposte; l'importanza dell'eclucazioue di stato ebbe sa di Manchester, e, da condizionata che era, un più largo riconooc:imento, la necessità di la condiziona a sua volta·. Londra è diventata regolare e controllare i r~pporti economici (spe- il cuore del mondo econom,ico inglese: ivi s'in ... cialmente quelli internazionali) si fece sentire coutrano tutti i valori economici di tutti i conpiù viva. In rapporto al problema sociale, que- tinenti ; ivi si contraggono i prestiti moud:iali e sto nuovo orientamento si rivela nella maniera si oper'ano gli investimenti mondiali. Al posto del tutto nuova d'intendere il rapportò fra la li- dell'industriale subentra il finanziere, al posto bertà e l'associazione. Mentre per il liberaJjsmo del produttore iJ, creditore. Ora gli interessi esclassico le coalizioni operaie eserdt!ano un'azto- seuziali di un paese-creditore sono indipendenti ne spiccatamente liberale sia col forzare, mercè dagli interessi liberisti delle industrie locali; al il loro intervellto, la libertà del contratta cli lavo- contrario, al finaru!iere, allo speculatore, imro, sia (ed anche più) con l'esigere it controllo porta p,rOD1uove1'eartificialmente qualunque indello Stato su quel contraatto; pel nuovo liberali- tra presa che possa creargli llll lucro. Di qui la lismo invece, in questa medesim;J..azione si pale- sua prefei·enza per gli investimenti coloniali, sa uno spirito schiettamente liberale: infatti, dato ro spirito protezionistico dcl.le colonie; di esso ossenra giustamente, non è libero l'operaio qui, d11llque, l'intinno nesso tra lo Stock-Exisolato e privo di mezzi, nel trattare col padrone, challge londinese e l'imperialismo protezionista, ma diventa libero sol·o con l'a~lio clell'ass0r tra la politica estera e gli interessi dei creditori ciazione, che lo pone in grado cli trattare sopra inglesi. un piede di eguaglianza e gli assicura quel trat- Lo Schulze Gaevernitz mostra COille nella setamento umano, se11za il quale llOl1 possono nep- conda, dietà del secolo XIX sia andato comparar pn,r sussistere le condizioni elementari della Li- tivarrnente diminuendo il numero degli individui bertà. In questa concezione del nuovo libero- interessati nella produzione industriale strettaJis,mo 1a « libertà » sconfina nell'uguaglianza mente inglese, e crescendo invece quello dei (delta'. demo~razia); non la mera uguaglianza for- rentiers, che incassano i dividendi d'intraprese che essi ihrnor::ino quasi dd tutto; e come, per c<mscguc.---nza, ;-.i sia andato nur>vamentt: sp<r.;tando il <.c11fro di gravit1z1011e ecr,nornica dai paesi iurh1striali rkl nocd-est ai paesi del sud dcll'Inghilt<-rra, i suburbia di Londra, che già nel tempr., dello stato agricolo avevano ~.vut<, una imp:-;rt..'lnza predominante:, e la riacquishmo Of'P, sotto ben altro titolo, ma con la stcs~ ins<::gna c-onscrvatrke. Infatti la psicologia dcl rentier è; quella cli c:hi ama il guadagno ben tutelato e protc:tt.o, scnr. .a le 1</ttc e i ri!-.c-hidella con<:.orrenr..,.. Essa si 1nanirfl...:;t.a;1nche ne-i costumi più inge11lilit.i <:: t'affinati, nelJ'arnore ckl com/01't e <lcl lusso, in upposiz.ionc col ro7,zo e severo tenor di vita degli inglesi di un ,;,:,colo fa; nella passione sfrcnat,1. degli sport,, nel gusto del decadentismo artistico. E' t.utf:a jnS<nnrna una concezione d<.:lla vita, che ~i fa lentamente s.trada e che rappresenta nel suo compi.esso una attenuazione dell'energia vitale e creativa de] popolo britannico. L'antitesi tra lo stato-industriale e lo statorentier, che lo Scbulr.,e Gaevemitz vedeva già chiara fin dal 1900, -appare nella sua massima evidenza nel periodo del dopo guerra, e in virtù della guerra stessa, che ha ingigantito la figura ciello state>-creditore. Ma, a sua volta, la guerra non i:. monopoJio di nessuno - c:lasse. e, ind-ivi<luO!- ; c:Ssa sta ugualmc-nte per tutti e contro tutti. Provocan<ÙJ la più vasta. crisi industriale che la sturia ricordi, spingendo all 'estrerna miseria r1uel ceto orJ(:.rajo C"hc un secolo e m<::zz/J ,H Javvro tenace an:~va reso partec-ipe della pr()sperità <lell'i11rlu:-;trianazionale, la guerra ha finito col su.c;cifare il sen_so r1e1 peric.-olo, e con esso l'attività vitale del JX;polo che ap,pariva aitf:1111:ita.Il significato intimo della vittoria liberale e labnrista è proprio qui ; quali che siano per essere nel futmo i rapporti dei due partiti ,incitori, è certo di grandissimo momento il fatto della loro solidarietà nell'ora del JX~icolo, che minacciava per Pappunt-., H loro patrimonio com11ne: quelJ'iruJu.c;tria, da cui attingono eguale ragione d'essere i liberal-i e i laburisti. J nostri scrittordli nazionalisti anche stavolta colgono nel segno; quando ostentano - m.efistofelicamente ! - cli rallegrarsi dell'tnfrollimento degli inglesi, di cui la reren.te con,·ersion.e a sinistra, sarebbe una chiara testimonianza. Il significato del fatto è precisamente l'opposto; ciò che ,·a1e anche indirettamente a segnalare da quale parte stia l'infrollimento. GUIDO DE RUGGJERO. II. I CONSERVATORI Negli ultimi tempi, prima. dell'avvento laburista, i conservatori inglesi han.no seguito una politica che si potrebbe dire industriale, per gua,. rire le sofle1·enze dell'industria e per il bene, sempre i potetko, clell'es-portazione. Se, stanchi di vociferare alle appare:n.7.,e, i conservatori avessero ricercato le cause del male essi avrebbero agito di:fferentemeut~ e più relativamen,te: essi avrebbero senz'ailtro lamentato l'abbandono fatto dai tory, nel 1780, dell'agricoltura per l'indn&tria. Oggi l'Inghilterra deve i1nportare i due terzi dei generi '.alimentari occof'r'enti, cosa che obbliga la nazione a riguadagriare nelle officine il valore di tali importazioni alliuentari. Ora. la guena, con le sue sel'vaggie distruzioni, ha r·ovinaito i· compratori inglesi' e il cambio, mantenuto alto specialmente a causa della balcanizzazione dell 'Emopa Centrale, suscita una serie dt ·coneorrenti temibili. Prigionieri_ - nel 1914 c'ome riel 1922 - del miraggio industriale, cousenratori inglesi non si sono voluti risolvere ad abbandona.re a tep1po opportuno la loro tradizionale politica protezioS:·a. Q1iesto sist~, tra gli altri'. inc:oniveni~- ti, ne ha uno immediato ed è quello di rendere caro il costo della dta. E poichè il care>-vita .J:;.rta gli alt-i salra.'ri, che a loro volta causano l'alto prezzo dei prodbtti, non si poteva spetao'e i'n queste condizioni u,no svilu,ppo delle esportar zioni, nè del consu.mo interno. Aggiil.tn.gan&i le esigenze d~lla mano d•'opera: gli operai inglesi, come gli altri, hanno voluto dopo la guerra vivere come prima lavora,ndo di meno. La loro forte organizzazione sindacale s'è sempre opposta a qua.Jsiasi ridu:,,ioue di salario come a qualunque abbassamento del famoso livello di ,,i,ta, lo sta,11,. diard o/ li/e, div'enut.o intangibile, come un dogma. Donde la disoccupazi,one. Comunque però il consenratorismo inglese - che aveva mantenuto sem.mp.re fermi i suoi postu. lati - dopo le elezioni del·1922 s'è incomi:nciato a scindere in tories puro sangue e in nuovi venuti· che banno riconosciru.to tutti i mali del regime indtistriale e che sarebbero forse voluti andare tanto lontano, q=to i liberali, su:11aivia delle riforme per trovare lll1 rimedio agli abusi. • Allora i• conservatori erano al poterei con una maggioranza schiacciante, che sembrò giustificare la rivolta del Carlit:on Club cont.i·o Lloydl George, ma frn.1essi vi era un buon numero di « managers » del partito, uomini che non si appagavano t.i·oppo delle appru·en.ze e che vedevan.o le cose con calm.a maggiore. T1'a i membri cb'e erano tor.nati in Parl:ameuto sotto il titolo generico di conser'V'ator'i, ve ne era1no una cinquantina che erano personalmente gli aderenti di Chamberlain. Essi erano nettamente opposti, a quel che si chiama . , reazione » e, come disse Sir Archibald Soldvi<lge, « essi crèdeva.n.o in un grado più o men.o forte nella collaborazione con na7.ionalii-liberali, ,. E costoro servirono: di temperamento durante il governo d!l Bonar Law e di Baldwin, e raddolcirono alcuni presupposti del programma rigido dei venti conservatori, come sovratu.tto apparve dai discorsi che essi tennero in. occasione della ultima, campagna elettorale. Ba1dwiu, parland:o a.i suoi elettori, ribadi il coucetto che egli e i suoi aderenti volevanQ innaJl.'?i tutto soddi:sfare a quatt.i·o interessi naziomli : l'interesse degli industriali, quello dei consumato,ri, quello degli agricoltori e quello delle Colonie, per qrumto sotfo quest'ultimo nome si dovessero solo comprendere i Dominions di razza bianca e le colonie delJa, Corona, ma non L'India, il cui svilU4]1poindUstriale ha sempre costituito per Balclwin « nn i=enso pericolo )I_ Ai coloruiali, l'allora premier accordava alcu· ne taJl.iffe preferenziali. Ag1i agricoltori della metropoli concedeva urua sovvenzi011e annua· di una lira sterlina per acro di terra coltivata. Ai c011Swnatori Baldwin faceva speraire una diminuzione dei diritti sul the e sullo zuccaro ~. poichè i consumatori delle città 1 per Ila maggiore parte vivono delle industrie o del commercio, l'ex-premier faceva loro balenare l'idea di un migliocamento a causa della pro&perità dovuta alla riforma doganale. Agli industriali Baldwin prometteva infatti la protezione doganale, che costituiva poi la parte essenziale del suo pr<>- gramma. Egli, come industriale, si vantava di conoscere bene ciò che bisognava ai manufatturieri inglesi. I differenti articoli di quel programma erano fra loro connessi. Grazie al reddito dato daUa tariffa doganale lo stato contava di pa,,oare le so,ven7ioni all'agricoltura e di far fronte agli sgravi imposti sullo zuccaro e sul the, come, aumentando 1~ risorse dei consuma.tori, Baldwin contaYa di sviluppare l'importazione dei prodotti coloniali. Se non che futti questi inteTessi erano puramente empirici. I cok>niali. non ,edevano in tal modo tradursi in atto la grande idea di Ioseph Cbamberla.in, già ripresa, dal priillO ministro australiano Bruce. Per realizzare quell'idea, cioè per risen•are il mercato inglese ai prodotti agnicoli delle colonie e i me;:cati coloniali a.i prodotti m:lustrjal.i dell'Inghilterra, sarebbe stata necessaria l'istituzione di diritti doganali sui grani e sui generi alimentari stranieri : cosa che gli elettori nOn aYrebbero accettato. 'Gli agricol<tori avrebbero a:nche essi voluto dei diritti sui cereali e sul bestiame straniero, ma non vennero loro concessi e furono solo consolati con la P'romessa d'una sovvenzione. Quanto ai consumatori essi avrebbero potuto doillalldarsi se una tariffa doganale non avrebbe au.men· tato il costo d'ella ,ita, prima <li accrescere le ris<ll:Sedel popolo miinuto. Dal canto loco gli industriali sentiva.no di non avere tutti interessi unifonni. Il prog,r0mma quindi, di Baldwin, prettamente conservatore ed antisocialista, aveva, dati i tempi, un vero e proprio difetto d'origine, che sia pure in piccola parte tentò di correggere il leader di quella frazione liberaleggiante, che già aveva collaborato nel governo coalizionista di' Llody George, lord Balfour, il qual.e non si dissimulò i pericoli che potevano provenire dalla balttaglia di Baldwin. Balfour infatti spiegò cbe per istituire il regime protezionista non sarebbe stato sufficiente che il partito conservatore avesse ottenuto la maggioranza alla Camera dei Comuni. Con tnt- • to ciò Ba,lfour, pur non sentendosi sicuro del successo proclamava che tutti ì membri conservatori dovessero lavorare per la vittoria e considerava in sostanza che la situazione sarebbe stata molto grave se il partito conseratore fosse stato battuto. , Io rifiuto - disse allora Balfour - di credere che noi saremo in minoranz.a. J\fa se noi giungessimo ad un tale stato di cose che ci interdica dli realizzare il nostro pmgramma, ci troveremmo i.n una posizione che potrebbe provocare, dal punto di vista politico, episodi ancora più sgradevoli di quelli che abbia pre>- dotto alCWia coalizion:e. A sua volta in,ece lord Birkenhead, che aveva pure partecipato al governo di caalizi.one pronunciò un. discorso industriale piuttosto che politico. Per quel che riguardava la politica interna egli si contentò di polemizza.t'e coi liberali libero0 scambisti: in politim estera egli sembrò disinteressarsi del continente europeo. Egli fece so-lo a1lusione alla Conferenza di Genova. ,Noi facemmo - disse Bi.-kenhead - lll1 gran.de sforzo a Genova, I<! credo che se noi fossimo stati sostenuti di più, forse quello sforzo sarebbe riuscito e, se fosse riuscito, i nostri problemi attuali sarebbero stati alleggeriti nella proporzione di uno su due. )I Applicando anch'egli poi tutta .la sua ele>- quenza nel! 'esporre i bisogni industriali dell'Inghilterra, l'antico collaboratore di Lloyd George ebbe però anch'egli l'infelice idea d:i. sost0nere con molto vigore la causa del p,rote;z.ionismo, tanto· che l'oratore sembrò attribuire la p;osperità della Francia nnicaanen-te al regime protezio-

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