La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 38 - 4 dicembre 1923

CONTO CORRENTE POSTALE RIVISTI\ STORICI\ SETTIMf\1'11\LE DI POLITICI\ ESCE .. Diretta da PIERO GOBETTI - Redazione e Amministrazione: TORINO, Vja XX Settembre, 60 IL MARTEDÌ Abbonamento per il 1924 L. 20 - Per il Il semestre 1923 L. IO (Gon diritto agli arretrati). Estero L. 30 -'Sostenitore L. 100- Un numero L. 0,50 (Vabbona1n,ento non disdetto prilrna del 15 dù·endn·e s'intende rin11ovato per un anno) Anno II ~ N. 3?J - 4 Dicembre r923 SO.MM ARI O: AUGUSTO MONTI: La politica scolostica del fascismo. :_ V. Ciawro: L11Chiesa i'nzlono;, -- U., M. di L : Poslille: Nem)neno la Spagn~. - P. BURRESI: Jley;sione Liberale: ùonelu~ione. - A. CAVALLI: La Riforma in Italia. - La Vita Regionale: G. FoscmA·1•n: J.,, horghcsia 1riesti110. _...f.\,: li fascismo in Jl"''"'~llA, - Dzj taeqaifo di PoeocarantP. ' ' LDPOLITICA 5 OLA5TICD DELFASCISMO ,~a quel fascio; il fatto <.;he,non il fascismo, ,\ccentrando coll'andar dei secofi nc,Ueproprie na il capo del fascismo è ora interessato alla numi i poteri direttivi dell'au.lorità religiosa e c,~fesadi alcune di quel\e idee~o meglio alla suborclinando al proprio pottl<: quello cli tutti Pregiudiziale Liberale Abbiamo già detto tante vo'1te, e ripetiamo ora, e ripeteremo ancora, che nel momento attuale tutti i problemi della vita italiana sono assommati e ridotti ad un unico problema: quello della libertà. Parimente abbiamo detto già, diciamo ora e diremo ancora chissà quante volte, che la questione della libertà non è sta.ta posta ex novo in Italia dal fascismo, ma è questione annosa e, ad ogni modo, preesistente di assai alla marcia su· Roma; l'avvento al governo del fascismo non ha fatto che acuire tale qùestione, anzi non ha fatto che dramatizzare tale questi01J1e,rendendone i termini più semplici e più chiari: il fascismo ha tradotto in diritto quello che già, in complesso, esisteva di fatto, ha cessato di usare quei tali euifemisrni costituzionali e liberaloidi con cui si esprimevano le dittature burocratiche che governarono l' Italia dal '6l in qua, ha fatto più ermetica la chiusura che prima non era a tenuta d'aria perfetta. Come tutti gli altri problemi così anche quello scolastico esiste ora in Italia unicamimte come problema di libertà; ed anche oer la. libertà. scolastica vale guanto s'è detto per ti:,tte 1éalfre-libei·tC'1a qùestiòITé ~flii'i è stata dal fascismo posta per la prima volta, ma è stata invece dal fascismo· dra.rna,tizzata ed esasperata: soppressione della scuola elementare slovena e tedesca nei distretti allogeni, diritto di vita e di morte concesso, ai presidi sui professori, imposizione del giuramento ai professori universitari e medi sono tutti atti che paiono, e difatti sono, per dei liberali, mostrurn,i; ma a tutti questi atti ed a ciascuno di essi non è difficiLeitrovare gli antecedenti in altri atti e provvedimenti attuati o tentati in tempi non troppo remoti e sotto governi che si chiamavan liberali: onde si può dire che il fascismo, anche nel campo della scuola, non ha posto le basi di un edificio nuovo, ma ha solamente imposto il coronamento ed il fastigio ad un edificio ch'era venuto crescendo negli anni. Di nuovo, di proprio, il fascismo ha port.ato anche qui• la sua impazienza di indugi e di riguardi: il processo di burocra,tizzazione della scuola che, iniziatosi ufficialmente col i904, si era venuto svolgendo gradualmente dal '04 al '06, dall' 11 al '13, dopo la marcia su Roma si è vertiginosamente accelerato, le tappe sono state bruciate, ed in dodici mesi 'il procedimento, che sarebbe durato decenni, o che si sarebbe, per una rivoluzione, interrotto, è stato portato 1J;lsuo pedetto e spietato compimento. Ma la scuola di stato italiana, cioè la scuola burocratica, da quando aveva cessato di esser laica ed era degenerata in scuola neutra, era divenuta una cosa inerte, opaca, un corpo senz'anima, e andava ·diventando anche per la classe dirigentEJ più un ingombro che uno strumento di governo. Il fascismo, che è anche quella classe dirigente galvanizzata dalla paura della rivoluzione, ha pensato di ravvivare a' suoi scopi e per i suoi interessi quel corpo, trasformando la scuola 'di stato in organismo politico attivo, in scuola fascista: il tentativo, disordinato e grossolano, non è riuscito, anche per il cont.egno in genere o indifferente o diffidente degli insegnanti, ed allora è '"eirnto di rincalzo l'ideahsmo attuale, iI quale ha preso sopra di sè il compito immane di ridare alla scuola dell'Italia fascista .un' amma, uno spirito, la sua anima, il suo spirito. Giovanni Gentile accettando dopo la marcia su Roma il portafoglio dell'istruztone da Benito Mussolini ha avallato di fronte all'interno, e più di fronte all'estero, la cambiale del fascismo: Benito Mussolini, per disobbligarsi, ha consegnato la scuola italiana al!' idealismo attuale. La democrazia pseudo•liberale it4liana, madre del fascismo, aveva fatto della'seuola un organismo burotutela dell'uomo che le imper ava, non è gli altri Vescovi della Cristianità, il papato rocratico, l'idealismo attuale, associato al fa- motivo sufficiente perché noi si ·mentichi- mano mira ora, come sempre, a costituire - a scismo, ne ha fatto qualcosa di meglio e 'JO quei nostri doveri, e non si prenda posi- trav~rso l'organiu..azioneecclesiastico-politica. ci)<: qualcosa di peggio: una chiesa, una setta. , ione, ancora una volta, dove occorra, a di- su.scita, rafforza e dirige in. ogni Stato - un 2lCòrnpito delle generazioni venture sarà, 1esa di quelle idee. In secondo luogo noi tro imperialismo religioso-politico che assoggetti nei riguardi della scuola, di disfarla ammi- f.iamo oppo itori dalla politica fascista in i poteri nazionalmente costituiti cli ciascun ponistrazione per rifarla palestra, di disfarla ,.e. nerale; ma, come s'è già detto parecchie polo al suo supremo controllo. chiesa per rifarla scuola: còmpito degli -,01te, questa opposizione la facciamo per Orbene, in tal senso il CattoLicismo,anche se educatori di domani sarà, più semplicemen- ,notivi nostri e intendiamo condurla, almeno permeato cli forme latine - anzi forse appunto te, quello non di ridare, ma di dare alla J)er ora, con armi e tattica nostra; se noi, per questo - non solo non è, nè può essere antiscnola italiana la libertà. tn tutti i campi, ci teniamo a distinguerci nazionale, perchè sttpernazionale; così come '1 Detto· questo noi potremmo anche non ag- ,Ja altri nemici del fascismo, tanto più sia- Cattolicismo, preso semplicemente come relig:iogiunger altro sul problema scoiastico nel- ;no gelosi della nostra singolarità e origi- ne, in quauto cioè mira a stabiiire e regolare i l'Italia fascista: esame di stato, d·emocratiz- na'lità a proposito del probi~ scolastico:· rapporti tra l'indivi<luo e l'universo è anaz.ionazazione del latino, programmi scolastici, continuare a tacere a questo riguardo po- le, perchè supennondano e universale. soppressiani di classi aggiunte, creazione di \rebbe anche significare consenw da parte • licei femminili, son tutte quisquiglie appetto nostra alla offensiva democratica e masso- • * alla questione fondamentale della libertà da nica tentat..a contro il Gentile all'inizio del- l'n rapidissimo sguardo alla esp<:rienzastorica ·C011quistare o da riconquistare, e il nostro l'anno scolastico; nilente di pii.I lontano da:i - affidando alla cu.ltura di ciascuno dei lettori ,tempo e l'energia no~ra anziché perderci nostri istinti e dalle n_ostre convinzioni di ,u. integ!,3_re ampliare Je osservazioni appena nella discussione di tj'Q,este inezie, meglio questo consenso: se n01 siamo contrari alla suggerite - offrirà nuo,·i elementi di giudizio. li potremmo impiegare nèl risa.rcire, ,con iì1.f'.'""" politica scolastica che_ il sen. Gentile con- • :aa sil,ria - obbiettano _ presenta esempi ziative educatrici nostre, ai danni fatti dalla duce m nome del .fascismo lo. siamo per ra- clam.o,osi cli Principi e Stato che si accapa.rraropolitica scolastica del fascismo, e nel prepa- gioni quasi sempre diverse da quelle che no, favorendola, la simpatia e la riconoscenza rare così le forze che dovrannò sconfiggere ,muovono quegli altri opposit.ori, lo siamo della Cl.ùesaromana, riuscendo a farser-e:Yalido e sootituiNl quelle ora dominanti. Ma noi per le stesse ragioni per cui, a:i tempi della strumento cli dominio. Pensate, ad esempio, al.la dobbiamo, pur contro voglia, intervenire an- costituzione del Fascio di Educazione Na- fortuna della politica di Costantino,. che nella diqcussione che si fa intorno ai zionale, eravamo accanto ai Gentiliani con- Certo' la politica costantiniW:. parrebbe 3 tutta partico-lari g,ek1a.co_sid,etta r-iforma Gent,ile, tro i _democratici ed i massoni._ . prima confortare l'asserto cui vogLiamoopporci. lJèr·-a.'uè-ra~'i'ù1i.r.--t--u~i~ti;l)1~·~it'~!-~&t:~{¼ .@- i~· ~~-l_4api1Q]L8Jçcess)v1 esam1neTemo parti- T1 P-r:1nde o·uerriero infatti e 2Tandis&iE" twm.o firmatari del manif~to""per la costituzione colarmente la politÌ-c'.as.ooìastica- dell'ideaìi--d} -;,tao, 4ìll§cr nou-soTo 'a s=TI~;ze di u;1 fascio di Educazione Nazio_nale o_a_de- smo ~ttuale fascistiz_za'.0 0 e ?iremo, sui più cristia~e per abbattere._i competitori che si apre;nt1 a detto fasc10 dopo la. sua 1St1tuz10ne: 1mp01tanti _episodi d1 esso., 1opmione nostra poggiavano al paganesimo; ma facendo del Cri,. come tali noi abbiamo dei doveri verso certe e dei nostri am 1c1. stianesimo quasi la reli~ione dello Stato concenideff contenute in quel manifesto e sostenute AUGUSTOMONTI. trò effettivamente nelle~suemani la som'madella potestà religiosa oltrechè politica. :-;on bisogna LA eHIESl-\ NAZIONALE Una tendenza, non molto diffusa, _ma efficacemente rappresentata, in aku11i strati degli uom.iui della c1ùturn e della pohtica, è qttella •volta a ilnpri.merc al cattoLicismo un.a for'.ma sempre più spiccatamente « na:ùonale », di riuscire inSolJllila ad affezionare il c.,_'ltto1icisn10 al sistema italiano). serYendosene come strun1ento di. coesione all 1interno. Noi rn;ghiamoal pari di voi - ragionano press'a poco cotesti fautori di un çattolicismo nazionale - alla Chiesa cattolica il di.ritto cli .intervenire nell~ cose dello Stato ; affermiamo anzi _ con assoluta intransigenza) l'autonomia piena, la sovranità inc-ontrastata dello Stato, in confronto <li qualsiasi altro potere. Ma non bisogna <limenticare che il cattolicismo è anzi,tutto romano, e quindi italiano; e che una pqlitica. cli persecuziO'lle o cotnunque una lotta antireligiosa riuscirebbe fatale alPital:ia. Lo Stato invece deve favoriTe ancora cli più il Cattolicismoi costituirsi attraYerso una saggia politica di protezione e insieme controllo, UJl clero devoto e clirettamente i1JJteressatoa far \'alere il potere dello Stato (perchè social:nente protetto ed economica.tnente ben compensato). Volete negare qual forza di attrazi001e monclialerappresenti per 1'ItaLia l'esserci del Papato, il convergere.di mplteplici elementi che costitui• scouo il sistema cattolico Yerso il centro irridiatore che è in Roma.? negare qt1al mirabile' coefficiente deJl 'imperialismo nazionale, non sarebbe il Papato, alleato d.elloStato italiano? Quale vigoroSa fo;-za per i1espansioue, il predominio della nostra razzai rappresentino, ad esempio, - e più ancora potrebbero rappresentare - le miss,ioui cattoliche nell'America ,lei Sud e nel.l'Asia.Minore? D'altra partei il senti.mento r;eligioso, è cosa in,coercìbilmente radicata nello spirito uma~ 110; tanto più, quando i con1e in Ita.lia, esso si ,2. rivestito di forme e atteggi.a.menti propri dello , spirito italiano. Lo Stato non deve respi.nger·e nessuno dei valori cbe si sprigjouano dal seno della ~azione, ma tutti accoglierHi intensificarli, clisciPJ..inarH, qneJJi rel.:ig:iosin modo precipuo, i1Lqilllllto non sono, come vu0le il superficialismo demagogico, una i1nposizio1.1e di w1a classe inter'essata, ma una spontanea i11coerci~ile esplosione della più profonda coscienza popolare. Ciò che somiumnente impo1ta è consolidare l'organis1no nazionale; saldarne} piuttosto che clisgregarne gl-i elen1enti, perciò è necessario che la gran{ie tradizione cattolica che da Roma ebbe il suo centro m.ediatore non sia distrutta o combattuta, ma orientata nell'orbita della vita nazionale italiana, in modo ~he il cattolicismo si trasfonni in un elemento di forza e cli Yita. dei grande organismo st.atale. Esaminiamo questi argomenti. « Il cattolicismo è anzitutto rornauo, èl CÌUtJ~ qne, cosa italiana». Quel d1t11que va considerato. . Il cattolicismo è ì·omanoi non eè dubbio; ha assunto cosi l 'in1pronta. che l'ambiente storico in cui siè specialmente affermato gli ha imp1'esso: una tradizione costante cli spirito romano e poi. italiano si è insinuata net grande organismo religioso}. rivestendolo delle ferme che il nostro suolo, inesausto creatore di vitei ha pere.nnem.en.- te creato .e ricreato. .Ma rom.mio, per riguardo al cattolicismo, è equivalente a « nazionalmente» iUJ.iano? Ecco il p,Ullto. L'Italia 11011 è piùi se Dio \·oglia, nn'espres- . sione geografi.ca, non è più sol-ta-nto una gloriosa tradjzione storica e artistica, è una realtà nuova che 1.·uo] vi vere e affermarsi come nazione (ei possibilmente come grande nazione che plasma e trasforma nella sua vita superiore la và.ta dei siugo1i organi che la compÙngono). -;! Ora il Cattoiicismo, qual esso è, - e più anco1~a- quaPesso vuol essere non intende- affatto diventare un oi-gano della vita nazionale italiana, ed essere plasmato e trasformato nella vita su'pei;ore della Nazione. Esso a-spira a4 esse-re, anzi, 'lt-n centro 1-rradi.a• 1,are d.ì _forze e a.ssi1n.:ilatore di organi, a1itonom.o e sovrano, di 1t·na m1,tonomia e di u.na sov·ra,11:itàJ che 110n mnm.ettonO 11è limitazione nè, ·malto m,e: no, s11,bordi.nazìone. Q11esto è nella essenza siessa, indistru.ttib-ile ,del Ca,ttolicis·nw. Il e.attolicisrno è romano sopratutto in qua.u.to erede spirituale dell'imperialismo ro111ano, in quanto toglie da Roma le origini e ..Ja forza di espansione. fermarsi alla superficie dei fatti, ma indagarne le cause. Orbene, anche a un iudagatore modesto balza agli occhi che Costantino ebbe a fronteggiare 1u10.cond.i7...ione di cose assai men complicata e assai più faci,1e ad essere dominata, che non queila che lo Stato Italiano si trova ora cli fronte. lnuanzi tutto il Pontificato romano non aYeva assunto quel. v<-1-Jorseupremo nella gerarchia ecclesiastica, di cui attualmente è in....-estìto. Il Papa di Roma doveva guardare anzi con gratitudine la mano benefica che oltre solleYare la Chiesa dalle Catacombe, teudeYaa far prevaìere la sede ,li Ro,;,a su tutte le altre. Inoltre la Ch.iesanon aveva saggiato. ancora il potere tempora]e: la « YOloJ?tàd'i dominio :e non era anCOra fatta con-· sapevole; non mancavano certo aspirazioni granclio..':.ìe indizi cli trisfonnazione, ma non potevano tuttavia esservi nostalgie del passato e pretesti di rivendicazione, la Chiesa. meglio che al tristo passato volgeva gli occhi al miraggio dell'avvenire. D'altra pa.,te Costantino - e qui si rhtela specialmente il stto genio politico - ebbe l'accortezza di non far mai sentire il peso della sua a'._torità e specialmente. di non a.cca:m, pClre 111,a-i p'~fetese dì .diriitoJ accontentandosi dì crgireper -vie di fatto. La suscettibilità dei teolog; era rispett.1..tai l'an1bizione degli ecdesiastici soddisfatta con onori e ricchezze. Così che, durante il lunghissimo suo regno egli poteva ben dire di aYer raccolto nel suo pugno tutto il mondo nella sua duplice espressione religiosa e politica. Egli infatti e approvava e anche nominava Vescod, compreso quellò cli R01na, dirimeva questioni tra Vescovo e Vescovo, tra città e città, tra Chiesa e Chies3.i indice"~ couciliii li presiedeva, apparentemente pe.r regolarne la discussione, in realtà girndicava in supremo appello della loro validità, ordinava a1la Cattolicità di accettarne i deliberati, fissava il rnlore delle form.ulazioni dogmatiche, raccoglieva insomnia i cliritti che avrebb<:rospettato al.la totalità della Ecclesia, pratlcanclo quello che in seguito il Papa dì Ro111aa.flermerà essere cli sua unica e legittima spettanza. E bisogna riconoscere che le forze crìsti-ane, riuscirono effettivamente di magnifico ausilio alJa potenza cli Costanti11oi reageudo contro i ten-· _ tativi disgregatori che da. va1;e parti ·si orclh·ano eç>lltro la sua autorità} in qu~11to comprendevano che le lo-ro smti erano vincolate al prevale.re del1'Imperatore.

li4 Ma questo 1naguifico edificio pogg.iava evide.11teruente sopra un colossale equ.ivoco che Pllnminente avve.ni1'e do,-eva scalzare d'al1e basi; in qu.."Luto,mentl"e lo Stato prestuneva ormai di avere definitivamente aggiogato aJ. suo carro la Chiesa e fattala stmruento· della prop,:ia af!ermazione1 la Chiesa, ·viceversa, mirava attrav~rso lo Stato, cli costitui,rsi le co11.di.ziou.inecessarie cli autodtà. I snccessori di Costantino - successori al suo trono e uou alla su.a mente politica - si mos,trarono incapaci di domi.na.i· ancora stLlla Chiesa, la quale - dileguatosi gradatamente il primo senso d1 riconoscente devozione per Colui che l'aveva tratta dalle Catacombe e illlpostala dom.inat,rice sulPocliato paganesimo - andava acquistando maggior coscienza del la p1"opria dignità e sopratutto della propria forza. E mentre da un lato tentava l'assurdo deUa sua posì1...ione di su.dditanza religiosa dall'Impero e costittùva con serena fe1~ezza la pl'opria atttonoruia spì1ituale, concepiva dall'altro l'à,ttçl:a.ce_ ù:isegno di rovesciare la poslzione e •di asservire essa Io Stato, anzic11è esserle serva. Djsegno straordinario e audacissi1uo, e.be tuttavia resero possibile l'irrimediabile ùecadere dell'Impero e l'oscurarsi de] concetto stesso di Stato nelle 1nen~ ti che più avrebbei' dovrnto possederlo con lucidezza; e poi l'abile insinuarsi che la Chiesa fece nella rozza roscienza dei barbari in'l[asori, consacr3.ndone il dominio sulle rovine della latinità, e sopratutto la. tenacia indomita con cmi la Chiesa ne persegnì l 'attuazi01;1.e. Fra la molteplicità degli episodi che in proposito ci offre la storia moderna mi piace ricordare il tentativo napoleo.uico di appoggiare la Chiesa al carro della sp.a fortunata potenza. •P'ersuaso della inYincibile resistenza del sentimento religioso specie negii strati popolari, e del possibile -valore politico della organizzazione ecclesiastica quando gli fosse asservita Egli 1111r'ò ·,,_persuadere la Chiesa a collabor.are alla consolidazione del prop,~o potere. E appena potè disporre liberamente delle cose dello Stato, inaugurò una politica di conciliazione, che la coscienza popolare esigeva ormai con crescente ansietà. ~aturalmente Napoleone era guiidatO, come già Costantino, da un, criterio esclusivamente utilitaristico, vedere in Napoleone un disinteressato ' o comunque uno spontaneo esaltatore dei valori religiosi, quasi dalla sua stessa c~cienza religiooa gli venisse l'impulso per la ricostituzione del Ca.ttolicismo, sarebbe grave· errore, come fu errore credere per lungo tempo che Costantino fosse indotto allà politica filocristiana da una.,. personale simpatia verso i principi costitutivi della nuo,a religione; dal desiderio di rispondere "ad una specie di' imperat'h-o catègorico della propria coscie1V..adi presunto neofita. Xapoleone non vide nel sentimento religioso E: ne11a organizzazione ecelesiastica che un ottimo strumento di go...-erno. Comprese che la massa del popolo francese, stanco ormai di lotte e persecuzioni e stomacato dall'abb.iezione di cui la Dea Ragion.e aveva desolato le pure navate di Xotre-Dame, gli sarebbe rimasta grata, e éhe riçonoscente e devota doveva anche rimanergli la massa del Clero sollevata dalla sua miseria economica, liberata dalle s,ue angustie sp:iritua1i. La po1itica di conciliazione condusse al Concordato del 15 luglio. :\.[,a fu una .J conciliazione > soltanto apparente. In quanto se la Chiesa, pur di sollevarsi dalla burrasca sanguinosa che l'aveva schiantata, afferrò 1a mano che si tencÌeva miserie.orde a ricomporl.e i brandelli dispersi del suo corpo; essa d'altra parte sentiva risanguinare le 'ferite anti• che, costretta a sanzionare la menomazione dei suoi diritti più gelosi e a vincolare la , figlia primogenita, all'autmità di un despota. Sì che il concordato meglio si sarebbe potuto chiamare compromesso, in quanto effettivamente in ciascuna delle parti contraenti c'era la limitazione mentale cli non attenersi ai patti e di cercar di sopraffare l'avverso amico. ;\apoleone ne cleite per primo e qua.si subito l'es~o, aggiungendo di proprio arbitrio, con uno di quegli atti caratteristici in cui il despota si sovrapponeva all'uomo di Stato, i famosi "articoli organjci ». Xapoloone instaurava e praticava fermamente 1a politica del] 'utilitarismo religioso, che trovava partigiani ferventi perfino in un.a parte del clero, economicamente interessata al prevalere napoleonico, e aveva anche in Italia un teorizzatore acuto in l'lelchiorre Gioia, per cui Ja religione è nulla più che una istituzione sociale, sottoposta elle leggi dello Stato e alla volontà del principe e « i ministri del culto sono funzionari pubblici che l1 principt sceglie o rigetta, secondo che promuo\·0110 o no Pistruzione mora1e che è ]o scopo del loro ministero li (I). L'autorità del Papa sul cl.c-rofrancese e perfino sulla costituzione dogmatka della Chiesa era, così, ridotta ai m.lnimi tenYJini. :'\apoleane poUc cantar vittoria. }la fu bren::, il trionfo cozzava contro l' Infrangibile. ll Cattolici,mo si può pie-gare - e con Pio Vl 0 si piegò - ma non si spea,a; (flectar, non flan~ gor ... ). La Chiesa poti: nelle tristissime continsen1.e ln cui il suo potere era ridotto, abdicare L A R l V O L U Z I O N E L 1 .B E R A L E. a grra11parte dei suoi diritti religiosi, pu,r di conservare 1wa parvenza di autorità politica; ma non poteva tassegnar~i a.lla sua condizione. 11 suo assoggettamento non potere essere che u.na questione di· tempo. Napoleone conobbe più tardi - non occorre che io mi attardi a illustrarlo - il peso di quella mano, che non sialza soltanto per benedire! La realtà è, che canup.rimere un poi:ere che ha rachci così salde e diffuse è cosa, se pu,r mggiungibile, arduissima. Ancor più arduo è far sì che iL g,iogo non si spezz.i, che sia soave tanto che non aippaia come giogo-. , La Chiesa romana ha lottato ancora più aCcanitinuente contro i tentativi di dissorluz.ione e cli costruzione della sua autonomfa .. religiosa e del sno imperialismo spi,rituale, che contro quelli i quali cou-i.battevan il suo pote.re territoriale: o co,111.unque·politico. Se la su:a invettiva è aspra quando si attenta ai suoi diritti politici è addirittura lacerante quando si toccano i suoi di.J.itti ecclesiasti ci. . E se talvolt.a, sotto la pressione c11 eventi ina'eprecabili, essa cede, accettando patti lesivi della sua ,autorità ecclesiastica, il suO convenirJb;,,.a sempre implicita la volontà di riaver&i e cli rjico11qui.stare i:11teralibertà. Qualsia-si compromesso imposto a,l Vaticano, anche se uffici9-lmente accettato, rigermina fatalmente la loJtif, E' evideilte che non piegandosi mai e per .nes· suna ragione il Papato a farsi stnime1.1.to della Nazione, non vi si piegherà neppure il clericalism'o, il qua•le noll è se non, l'esercito devoto e disciplinato del Vaticano: E il problema si rip,-esenta, al,lora, in questi termini : o si lascia che l'avversario penetri gra,. datainente i11 tutte le branche de1Vorgall1smo nazionale cogli intendimenti e i metodi che noi stiamo speritnentando èol governo di Nlussolini fino a compromettere o a distruggere l'organicità e l'autonomia dello· St.ato; o si costringe violenten1ente la Chiesa, come tale, ail dominio dello Stato, manomettènclone 1'auto1'i.tà &phitnale e i1 patrimonio dogmatico : riradendo in quella politica d1 persecuzione antireligiosa che, col C'tttolicis~no Nazionale, si presumeva di evitare. VINCENZO CENTO. Itll .RifORJA I~ ltllhlll Conscientia nel riportare qualche periodo dcl mio articolo Sagre e Palli (R. L. n. 34) travisa sostanzialmente il 1.uio pensiero, facendomi dire quel che non ho 1nai pe11sa.to, e cioè : « che l 'acco1noclanti.smo sociale ltallano si spiega, sia per la deficienza industriale italiana che contribuisce aUa mam:anza cli una viva coscieri~ di crasse, tanto capitalistica ~he proletaria., sia pel m.a:ncalo a,v11entodeb radica.lisnio evangelico il cui Ja'lli-niento « si li deve « alla » Chi'esa catiol1Jca che dopo CostantiJno, «si)) spaccia conie cristianesi,nio e non fu (sic) ef!et/Jivomiente aUro che pagamesi·mo travestito ». Ora, quest'appulnto che la Chiesa sia essa la responsabile della mancata attuazione del radicalismo evangelico, è la tes:i. protestante, ma non è 1a mia; perchè mia è invece quella che ved'e in Costantino il ·trasfonnatore del racl'icalismo cristiano, il quale da elemento di disgregazione e cli rivolta, mercè sua divenne prima un elemento e poi l'intera sostanza clel'1 1ordine costituito e crello St:ato. Qui.1tdi, non alla Chiesa, lll..:1. a Costantino si deve 1a « im.m,unizzazione » del r,adicalismo cristiano primitivo. Questo per quanto riguarda la responsabilità della « immunizzazione >> medesima. In qu:anto poi alla illazione che da ciò ricava il1 miio chiusatore, e cioè : che tutti i mali della società politi~ italJaJia., derivino da quel primo supposto tradiirnento·, io non mJ sono ma.i1 sognato di pensarla; poichè invece credo che la Chiesa, in quanto di'retta ei-ede della romanità, abbia av,utb ed abb,ia. un.a missione di dviltà, la difesa della quale rientra più che nei suoi diritti, nei suoi doveri; avendo essa avuta la uece.ssità di farsi va- • lere anche come potenza ci.vile e temporale quan- •lo tale fu da Costantino in poi. Come tale io l'ho considérata senza sentire il l;>isognodi entrare in liizza per combatterh quale d'eposita1ia delh Divina Rive1azfone. • Natura11nente se anche con! ciò io ven70 a riconoscere alla Chiesa il suo carattere temporalistico e ciivile, nondimeno io p"Ossod,imenticare che . dessa è sempre la Maestra delle genti· in qllil.Ilto dep'osi ta.ria d'ella verità diivillia, per accettare il pensiero, unilaterale del Soffici che la considera ·esclusiva.mente sotto ~il primo aspetto. {I) Caratteristico esempio delta concezione che Napoleone aveva della religione a suo personale uso e consumo è il Catechis1no nazionale da lui. Tanto meno P'Oi posso accetta.re le sue conclusioni letteraria1nente feroci; giacchè dopO' anatu,raln1ente composto e impo st o, di cui mi pia- ver anunesso quanto sopra io posso col Croce ce riportare una delle domande : riconoscere la legitttmità deH 'Inquisizione quale D. - Perchè siam tenuti a questi doveri verso stnuneuto e m.e".1.zdoi difesa 11011della fede, 1na l'Imperatore? del romanesimo, dopo però aver riconosciuti i R. - Prin1.o, p~rchè Djo che ere.a, gli .imperi~ molte.pllci ineriti ·di -esso, ro1nanesimo. n.cl pe1-pee li d~stribuisce a volontà, colmando l'Impera- tuar-si delle libere istiot1tzioni rournne e del sento-re di doni in pace e guerTa, lo stabilì nostro sovrano, lo res~ n1inistro della sua potenza e sua immagine in terra. (Non c'è male, è vero?). Ono-, rare e servire il nostro Imperatore è dunque, (modestia a parte ... ) onorare e servire Dio stesso. Secondo, perchè nostro Signor G. Cristo con la dottrina e con l' esempio ci insegnò quel· che dobbiamo a.il nostro sovrano : nacque obbeden~ do ( ! !. .. ) all'eclitto cli Cesare Au~usto; pagò l'im)posta; e come ordinò di rendere a Dio quello che è di Dio, così ordinò di rendere a Cesare quel che è di Cesare. In verità, secondo l'augusto pensieYo del Cesare na.poleonico, ben poco resterebbe di pertinenza divina. :Jn preparazione: Numer<? dedicato alla Germania con articoli di G. ANSALDO; G. V. AMORETTI~ A. CARIATI, u. COSMO,· M. Gnrnco, G. LuzzArTo, A. OBERDORFER, L. S. .\I,VAT0RELL, L. VINCENTI. G.. :B. FARAVIA & C. Eaitori - IAbrai • Tipog1·afi TORIN- OMILAN- OFIREN-ZREOM-ANAPO-LPIALERMO BibliotEdciaFilosofia E Pedagogia G. A. COLOZZA IL GIUOCO nella Psicologia e nella Pedagogia 1 con prcfa:done di X. FÙRNe1,u e le note <li C1rn. UPER all'edizione Leùesca Preozo (l:11 Torino) L. 7 - (fuori Torino) L. 7,50 GINO CAJ,PONl PENSIERI SULL' EPUCflZIONE nuova edizione con introclu'l.. i011c e note cli G·TùVANNJ. VrnA1u Prezzo (in Torino) L. 6 - (f,wd Torino) I,. 6,50 Novità: EMANUgLE KANT. FOHDAZIOHE DELLMAETAF !SICDAECI OSTUMI Trru:luzione di G. VrnARr Prezzo (i1>Tori110) L. 6 - (In.ori Torino) .T,. 6,.50 tiu1ento nazionale, prima attraverso i Comllilli che come il Solmi ha dimostrato sono di origine latina e romaJJa, e non feudale-teutonica; poi attraverso 1a lotta per le inve8tibue, 5-,tccectuta.all'incoronazione c1i Carlo 1'1agno ed alla creazione de.11'impero d'Occidente; infine nella promossa rill.ascen~ umanistica, che f11 il vero an,ticloto della Rifronn.:-i,nonchè la più valida cli!fesa della / latinità e 4ella naz.ione. Noi vincemmo la Riforma. colla superiorità delta nostra cultura, al tempo stesso che la superstite romanità impedà la. possibiilità dLuna occupazione politica dell'Italia da parte cUun.a nazione barbara. Se allora 1111 m.~gnifi'co despota avesse attuato i] pensiero unitatio, itaJiano e laico del Machiavelli, l'Italia si sarebbe rjspa1·miata quattro secoli di servitù, ed oggi potrebbe senza scherzi essere alla: testa dell'Europa e della civiltà. l?urtroppo invece la Contro-Rifonna., quando già l'atie, la. letteratura, il pensiero e lo spirito sereno del più romano dei Sa11ti, il fiorentino S. Filippo Neri, avevano incorporata e sorpassaita l'esigeuza riformistica in una. più armonica visione della vita, some e si accan.ì contro g.Uesigui residui del mov.i1nento rifoi-1natore, non riuscendo colla sua cieca persecuzione che ad essicare le fouti della latinità ispiratrici cli bellezza e cli libertà, ed a d~struggere il po, cli ca.rattere civile che era rimasto nei nostri istituti politici e am~ mi111Strait'ivi, per determinare la co11traffaz.ione dei valor1, !a mancanza cli una coscienza politica unitaria, e lo scetticismo che rese possibile la nostra servitù. Alla Contro-Riforma dobbiamo perciò i1lperiodo cl'oscura.mento del sei e settecento, annullatore così della nostra coscienza e libertà politica che dell'originaHtà della no'ìtra cultura e del nostro pensiero; e noi possùtmo ben clire che quello fu per noi il vero medioevo, durante lo svolgimento del quale i poch·i che serbavano 11ei Jo,·o pett-i il ricordo e l'amore clella. libertà hnono necessariamente degli isolati, poichè 11011 trovarò110 nella società trna rispondenza qualsiasi. N011 bi.sogna d'altra parte credere che proprio tutto durante esso fosse galante morte e fastoso 8quallore: oscuri preparatori lavorava110 ne!Pombra ner tener viva e rirn:;a1cla:re,mediante le i11novazi~ni amministrative dei Con1i1.mi,l'al• larg,unento e 1'accelerazionc clei mezrJi di comu• nicazione, la raz·ionalh-~,.azione dell'agricoltttra, il passaggio dall'artigia11ato all'industria, ecc., la coscicn,...a 1111itmiae politka la lente; di 111()(1c0he quando 1,m"Jll'.lt.anapoleonica \·areò le Alpi per conquistare l'Italia, trovò già qtwsi del tutto P.viluppata 1'an11na nazio11alc, com.e risulta evidente dall'insegnamento e dall'esempio dell' A.Hìe. 1"i, nel pensiero del quale era già chiara la soluzione liberale del problema ~clesiastico, quale scaturi più tardi dall'opera legislativa del conte di Cavour. Ecco coSi a grandi linee indicata la giustificazione laica dello Stato monarchico, in difesa del quale io ho 'crecluto di spendere la. mia povera parola; fermamente credendo che, per contrapposto, dall'indipendenza dello Stato derivi l'i.nilipenclenza della Chiesa, la quale, finalmente libera da preoccupaz,io.ui temporalistiche, può pertanto, amata ed ascoltata, più efficacemente esplicare la sua benefica 'missione di ~afità e di amore. Ciò che poi nel mio a.ticolo, molto inesattamente forse, chiaJno paganesimo, è il fondo utilitaristico evidente nel modo e nello spirito con cui cmti riti sono adempiruti dal nostro popolo, inguaribilmente rim.asto egoista e ba1nbino, anche nonostante il Cristianesimo, com 'è noto a tutti gli studiosi dli demopsicologia, d'agiografia e di folk-Jore. Piuttosto da quanto ho detto su.! perpetuarsi della romanità attraverso ia coscienia unitaria e comunale si potrebbe ricavarne una cOnclusione in favore deìla teoria evoluzionista; cosa che io faccio per constatare che ciò che io chiamo 1'accomodantis:mo fideista-utilitarista del nostro popolo è l'equivalente storico del paganesimo in quanto è fatto religioso-morale; e1 in parte, del romanesimo in quanto è fatto poli.tico, inevitabilmente c,ontra.stante con ciò che chiamo il radicalismo cristiano, il quale è r.ivolutzionarismo, sovvertimento della base dei valori sociali e politici, e in ultima analisi, comunismo; c01ne 1o·climostrano i ripetuti tentativi ereticali dei poveri di Lione, dei rigidi Fraticelli ,italiani de1 '200, degli Anabattisti cli Miinzer, ed ultimamente dei Doulihobors in Russia, ai quali s'è, com 'è noto, ispirato H Tolstoi, il cùi orist:ianesilllo pacifista ed anarchico senz'akun dubbio si riattacca al catarismo lon1bardo di origti.ne orientale esso pure. Perciò 11contrasto è anc6ra e sempr,e tra Roma (che innalzata all'universalità del simbolo potrebbe essere chiamata, sec0ndo la terminologia agostiniana, la Città terrena), e l'Oriente : rigidam~nte ispirantesi all'insegnamento divino dell'eguaglianza fraterna in Dio, vale a d:iire la Città celeste; - d'alla cu:i lotta non può non scaturi.re una sintesi, che è quella storica della nostra vita civi1e. Impostata in questi tennini la questio~ si app,rofouclisce e s'allarga, ~in quasi a divenire una propedeutica della storia, di fronte alla quale le confessioni personali sono inutili. Destinata perciò a ·tallire la pretesa di voler a1·Cificiosamentè creare un movimento riformista in seno al cattolicism'o, se questo movimento non si prefigge di s~lzare dalla radice la base religio~ e sociale della vita civile; se questo movimento non si. ispira cioè alla pretesa disperatamente assurda ma logica del comunismo e dell'anarchia. Ora, soltanto se i protestanti italiani avrainno il coraggio di dichiarai-si' com;nisti, rivoluzionari ed atei, e tali farsi• valere, potranno contare qualc-he cm:a nella vita italiana ed essere degni di avere quel rispetto che si deve a qualunque persona conseguente e sincera~ ma all'infuori di ciò poco o nulla possono sperare, perchè se anche s'affannano a dichiararsi italiani, noi sentiamo. nondimeno che sono, come educa?...ione e com~ •spirito degli stranieri. In Italia il partito popolare, ispirnnd95i alle idee sociali della Rernni 1w11a,,-mn, ed ai principi politici della gloriosa democ1Jazia cristiana, ha attuato .il m.eglio dell 'esigeuza rifotmistica, col fan: rifluire nella vita politica. italian.a le ingenti masse cattoliche che l'odio dei settari multicolori del Risorgimento aveva isolate ed infamate! • DevO' infine aggiungere all'« occorrerebbe riagiitare la questio11e deUa Rifonna 1 ecc.. » del mio articolo, un giu'stificato punto interrogativo, immediatamente seguito da un reciso: No! con punto affermativo, giacchè st>-no sicuro che gli egregi scrittori del periodico protestante di Roma si rifiuteranno di accettare l'inevitabilità della consegnenza scaturente Llalla logica st'essa della loro Protesta. ARMANDO CAVALLI. NOTA Il pen~iero del Cavalli stùla Riforma non ci sembra del tutto. chiaro. Certo non. è il nostro. I dilemmi che egli p011e tra cattolicismo e anarchia, 1'idcutificazione di protestantesimo e comunismo ci lascia.no incerti c01ne tutti i d'ilernm.i eapziosi. E l'antitesi tra Città te.rreiia e Città clivina, tra Oriente e Roma non basta a illw11inare i ·piroble111istorici affrontati dal'. Cavalli. In effetto all 'asse1na di ttna Rilonna in Italia non si J)'ltÒ riparare con ttn tanlivo feno,1neno cli hnita,,ione, oggi che nel ritmo della vita sociale il fatto politico prevale sui fatti religiosti, m.a continua a rimaner viva w1'esigen:i::a di protestantesimo come novhiato cli libertà, di serietà mdr:a,le, cli eclacazio11c moderna. E anche Con.scientia iu qua11to rip,-ende le tradizioni laiche naz.lonali, in quanto illumina tutti gli sf.orzi storici durati per far entrare in Jt,ilia le idee di toll<,ram.a, cli libero esame, cli moralità produttrice, cli libertà politica ha la sua funr~ione evideite e pro-fìc,_ia,

REVISIONE LIBERALE CONCLUSIONE Scriveva, or sono alcuni mesi, A. C. Jemolo Su d1 una rivista gentiliana e fascista, jJ cui redatto'.e _capo evitlentemcnl.e soffre <li gra,•i dislraz1orn : « );cssttu uomo di buon senso può credere che « la storia dell'umauità si arresti o s.ubisca devia- « z.ioni fondamentali in questi aru.ù turbinosi: ]e • idealità che uniscouo tutti i popoli, i valori moe rali e cultarali che superano le frontiere, quel- • l'aspirazione alla fratellanza. wna.na in cui tutti « 1obbiamocreduto, saranno domani come ftu:ono • Jeri. Quelle ir!calità supernaz.ionali possono ~'S- « .-;~reoggi disconosciute, come reazione al fatto • che esse coprirono in un ieri prossin10 nu crom- • pcre di odii scomposti, possono essere ctiscouo- « sciute perch(• le nazioni in w1a crisi di n:Uscria • e cli dolore credono di potersi salva.re sol col « più mostn.10&>egoismo e ripetono il gesto del u naufrago che immobilizza e. trae a morte il sa]- « ,·a.tore : nrn 11011 è che u11momento e la Chiesa « che si crede eterna. non può considerarlo che co- « me un attimo che vola. S)essa saprà dare la s1.w « zm..pron.ta a q1rnl sogno di fratellanza u1n.a11ache • è a"cora il più grande e il più bel-lo dei sogni « che passane illu1ninare il cuore degli uom..ini, « e di cu.i domani gli 1.unn'l/fii stanchi di guerra « senti-ranno ancora L)accornto bisogno che sem.- « pre sen.tfrono) lo Chiesa. sarà la trionfatrice i..; « domani; ma se non OSl!rà, allorchè l)ardire è la • 1:i.rtù dell'ora) se lascie1·à che altre ideologie ed « nitre dotirine tengano a battesimo la imm..an, « cabile rinascita deltimnore, essa sarà la gran- • de sconfitta del secolo, (La )/uova Politica Liberale, n. 2, .L C. ]emolo: Un anuo di Pontificato). Assai di lontano, geograficamente e spiritua:- mente, Heinrich 1Wann nella Neue Rtindschau. del luglio; dopo aver parlato delle miserie dei ~- zioualismi europei, della nostra paurosa impo: tenza a creare un nuovo ordine del dominio della. forz.a bruta, non illuminata da nessuua luce spirituale; si chiede : « In tale situazione molti che ne sono fuori • pe11sano alla Chiesa. Si domandano se essa « si ricordi della sua grandezza.. Si contano e si o: .spiano i segni della sua inquietudine per la de- . a: cadenza della nostra civiltà. Se ~ssa si 1nettessc « a capo àella lotta per la nostra unità ci si po- « trebbe domandare se le forze le sarebbero ba- « stMz.ti, ·ma non se nella. lotta essa diverrebbe « più. jorte di q1.Jel che è stata negli ulti1ni due • secoli. Pron'l.!..nci ·essa la s·ua --volontà e la sua « t,aroia contro il .Yazionalism.o) per la pace 1n.on- « dia le; le ma-sse guarderebbero a lei, presenten• , do la /,ice. • Essa avrebbe finalmente con sè - dopo tanto 1t tempo - 1'ideale, la segreta e confusa spera.11- « za dei !}iù; quella dichiarata dei migliori. « Essa che dominò ed asservì dovrebbe cli nuovo "'« lottare, ed anche - o quale ventura - soffrire, « per la sua antica missione : l1unità spirituale dell'Europa. Tale missione ie verrebbe offerta « una seconda volta in circostanze più difficili e<l "alte. I-la ancara fede in se stessa? E) ancora cci-- ' pace di p,-efer'ùre lo spirito delle tempeste alla « sua -vecch:ia saggezza. mondana f Non la in1Joca- « no amatori del passàto) co1ne 1m secolo fa, al- « l'iaizfo dell1era bMghese. A-more delfavven'itre è , quello che ci rende capaci o Chieso di sacr!fi- « ra.rti anche l)intelletto) e, Dio lo sa, questo sa- « crificio io riservianw per u,ltimo •. ·Voci come queste si colgono ormai ovunque !3piriti ansiosi dell'avvenire soffrano per quanl1..' accade intorno a noi_ Ed il. sacrificio della ragione appar lieve in cambio d'una certez.za morale. Il dogina non atterrisce più alcuno. li gesuitismo si, ed il lassis1no, tutte le concezioni cbe la saggezza 111 ondana ha. consigliato alla Chiesa per non sgomentare la nostra debolez.z.a, e le diplomatiche riserve verso lo stato erede dell 1eresia1 e la sconcertante politica della Curia di Roma, tutto questo sconforta e rende pensosi. Nello stesso numero della Neue Rundschau trovo un dialogo tra. nn saggio cinese ed André Gide sul! 'eterno tema europeo. Dice J 'orientale allo scrittore francese: , Non crede Lei che tutti i ~li- dell'odierua « Europa provengano da questo fatto, che essa , ha. scelto (tra la Religione e la Civiltj,.) la Ci- ' yiJtà, ed è tuttavia legata ad wia Religione che « nega questa Civiltà? Cou quali cavilli riuscite « a conciliarle? Ma in realtà non vi riuscite. V1- « Yete in un compromesso; la Chiesa stessa è , costretta a la.r comj)Tomessi per non perdere « contatto e potere; essa deYe adattarsi a fare « i conti con tutti « i progress.i dello s,pidto. )I poi- " chè si è sempre p;ù allontanata da.I puro spiri- « to del Vangelo. « Ilo Viaggiato molto. Ho visto :Maomettani e « Buddisti, ho Yisto dappertutto costumi, istitu- « zioni, il carattere stesso della civiltà iufonna- < ti dalle credenze religiose: dappertutto, meno , che presso i popoli cristiani. Prop~io la relj- « gione che dice agli uomini: «-Perchè vi affan- « nate? )I' che deta loro di possedere cosa alcuna « 1n terra, che ordin.:'t loro di amarsi e di aiutarsi u a Yicen.da, dl-nru1 voler aumentare la loro statu- « ra di un cubito, di porgere la guancia destra « a chi vi percosse La sinistra 1 propr'io questa re « 1igione irn, formato i popoli -più irrequi,eti, più « ~echi, pji't•dvili 1 più colt.i (tutte fon:ne, anche LA RIVOLUZIONE LIBERALE • qu ste, della ricchczw.), più acuti e più furbi • più _lrafficanti cd a.manti <!elle novità, più viC:. •lenti; popoli, che cercano di cstuiders1 e di ere- • scere ogni giorno più, popoh, il c-ui sentimento • cl 'onore voi definHc vi vissi mo e che perciò si • trova più di frequcute in contrasto con l'umiltà • e colla mitezza ... Non crede Lei che si celi r ~n q~takhc parte un errore, un equivoco, una " 11lus10ne, una contra.ddiz.icme non so , 1uale che vi conduce all'abisso?,. André Cide risponde al cinl'se col vecchio argomento che l'idealismo ha fatto suo per riconciliarsi col Cristiauesimo. Il Cristianesimo (Cattolice~m? e Protestantesimo in ugual misura) è la 1111gl!orscuola dcJl'individualismo. Ma a11a replica del Cinese cbe ciò appunto caratterizza gli Europei e gli distingue dagh Asiatici : la ricerca della personalità; lo sfor,o di formare degli individui, il francese riflette, si rie-orda della parola dell'Eucrate di Montesquieu nel colloquio con Silla: , La produziouc ne è troppo cara., e conclude dentro di sè (il perspicace Cinese non dcYe sentire certe confessioni) 4" La produzione degli iudividui è tJoppo cara ccl il titolo della triste connnedia, che si rappresenta in Europa, potrebbe essere appunto questo: l'aspirazione all'indi ,,idualità, ovvero il sacrificio della felicità. Di fronte alla tragedia del! 'uomo occidentale « il cui cuore è diviso• e che è « in.costante in ogni cammino> la Chiesa ha oggi al suo attivo tutta la parte più mistica, radicale e nega,tiva, del messaggio Cristiano, ha al passivo tutte le concessioni successive fatte a11a .-civiltà » ed ai u progressi dello spi rito :e. Ma in quest'ora di disperazione quelle transazioni e quei compromessi potrebbero essere agevolmente perdonati e dimenticati 1 se essa osasse e sapesse irrigidirsi sulle sue premesse iniziali. E' giunto per Essa. il momento di a.ffe~e di fronte al fallimento della libertà , liberale,, d~llo stato, della società moderna, il fonda.mento religioso della libertà, della società, l'eternità della sua missione divina in confronto all'effimera caducità dei regni della terra, che non sono fine a Solo a uomini, la cui azione sia sostc:-nuta.dalla fede del Vangelo, ì pos.;ibile oggi svolgere una ùurissima lotta L-<"on,,mic:aS<.'llzaspargimento di sangue, come pur avH:nne in que:,ti anni in una deile regioni più tormentate: d'Italia, f.olo a dei fra1 1,-csi e a dei tt.,-Jesc:hi; che sl sentano affrate11ati <lai]'amore di Cristo, è: k·dt:o riunirsi a con· vc·g1u, a brev<: <!istanza dalla Ruhr conksa per invocare la pac<: s11gli uomini di buona vol011tà. .Non sj S<.:orgain questi riconoscimenti obiettivj un 'indtùgc111...a a,l impulsi scntilnc..~taH, una debolezza spiegabile colla soffcren,.s e col travaglio dell'ora; lo ~tori<:o che ne r,rende atto può anzi esser consa1xvole de1l'i1lu.siùne che si cela dietro que:st.a rinata volontà d 'amore 1 può prefr,rire per suo coutrolio a1le visioni beate del mistidsmo, un pessimismo austero e sconsolato; ma in ogni caso rifugge dall'opposta e ben più ridicola ingenuità di celebrare, oggi, ~ le magnifiche sorti e progressi ve •. PI f..WJ B C.:RRESl. NOTA Il sc:ntimcnto che sta alla base del pensiero di Bun;,si è apprc--1,zabilee ricro di risouanz.e. C'è nella crisi presente un'irrazionalità cbe va al di sopra degli schemi facili del nazionalismo e del- ]'idealismo. Ma la parre più feconda. di questa crisi e di questi contrasti non si può ridurre ad una teoria mistica o a una riaffermazione cattolica. La Chiesa. rimane uno degli istituti dominanti della vita m.oderua : ma non abbandoruerà la sua legge e la sua ragion di vita che si riducono a esigenze conservatrici. La ragione è implicita nella 11atw·a stessa degli organismi nati come Chiese. Certo il Cattolicismo può oggi contare sulla delusione di tutti gli uomini stanchi <li lotta; come il fascismo esso può valersi delle ideologie cli amore e di collaborazione di classe. Ma queste sono le ideologie degli schiavi e la Chiesa. le ha sempre bandite per la sua complicità coi tfranni. DALTAC~UINO DI POCOCURANTE sè stessi ma strumenti dell'eterua salute. ' Calibano Non si tratta di d·ialettizzare con cautela l'anti• tesi coll'e,res'ia) ma di proclamarla risoluta.mente 1 di negare recisa.mente tutti i cosidetti valori della nostra civiltà; ed è facile impresa, poichè basta fare udire a.i popoli stanchi di lotta, ai delusi del Progresso, della Scienz.a, della Storia e della Filosofia, della Società e della Prassi, la parola rivoluz.iona.ria d'ell'wniltà e della carità. Avrà essa tanta fiducia in sè stessa? Ancor oggi 1 come alla vigilia di tutte le eresie, si invoca nella Chiesa dagli spiriti più vigili, un ritorno alle origini. E la sua secolare esperienza dovrebbe fa.ria avvertita di questo odierno i-iaccendersi del fascino mistico delle origini cristiane, lievito immancabile dell'eresia nascente. Non gioverà domani, se nuove forze si faranno interpreti di questo bisogno cli unità e di amore, la interna disciplina formale, l'aiuto esterno del braccio secolare. Il campo sarebbe .sgombro per il suo bionfo. Lo stato liberale e le società nazionali, questi nemici tenaci, nell'Occidente Europeo, della Chiesa Universale, sono vinti da niente altro che da loro stessi, per il loro stesso intimo svolgimento. E tale disfatta segna 1 come vedemmo, l'aspetto esteriore della. interiore sconfitta dell'tt0mo moderno che eresse , un tern,pio al proprio Io per a.dorarne tiessenza ,. Nè v'ha sconfitta più irreparabile e definitiva di una sconfitta interiore. Quale occasione per la Chiesa per torna.re ad essere, come nel Medio Evo, alla sua maniera « liberale , contro un potere tirannico ed arbitrario, per apparire ancora agli occhi delle moltitudini fedeli degli umili e dei deboli, l'a.ma.nte della giustizia e 1a nemica de.)J.'iniquità, secondo la parola cl uno de:i Papi più grandi? Anche la ragione umana ormai, clim.essala vana stoltezza di innalzarsi a religione, sta per to1:- nare Pancilla hiimil'i!s di w1a Rivelazione, come al tempo della Scolastica. L'illutuinismo nuovo che sorge contro i dogmi dello stato-Moloch creato dalla faziosità nazionalista, contro la degenerazi.0ne della società borghese come un tempo l'altro Illwninismo si levò contJ;o le religioni intristite nelle lotte, degenerate nei patteggiamenti politici - non minaccia la Ch.iesa trascendente, e il patrimonio intangibile del suo dogma. La ragione ha onnai coscienza dei suoi limiti e non avan7.a pretese contro 1e fedi tradizionali, ma se mai rivendica i diritti del criticismo contro una filosofia che cerca, nei suoi contorcimenti ,dialettici, di superare quei limiti. Ciò potrebbe paradossalmente· esprimersi dicendo che Hw11e e Kant lavorano, contro Hege11 per Sant' Agostino. La storia, lo sappiaino 1 non si chiude oggi; ma. lo stesso affacciarsi sul prim.o pia.no della ,;ta europea, de:i popoli slavi al cui spinto, dualista e m.istico, l'Imm.aueutism.o ripugna, ci assicura che le correnti spirituali dell'avvenire saranno sostanzialmente diverse da quelle che trionfarono negli ultimi secoli della Storia Europea, e che1 per una specie di illusione ottica, simile al persiste.re de1l1immagine visiva sul nervo, appaiono ancor oggi predominanti. :--lè d'altra parte appare possibile, dopo tanto infuri.are di odt tra nazioni, classi ed individiui, che le passioni scomposte possano essere plac~-· te cla ragi011evoli voci umane invece che dal mistic.o appe11o dell'amore. Kel forte delle polemiche sul cosidetto revisionismo fascista, l'Epoca domandò il parere di Agostino Lanzillo, che rispose tra l'altro : Il pa1iito è quello che è : un movimento alquanto_ <:ao~co di diverse origini, formato da r<?manhctsllll, da ~ari~aldinismi, da impulsi, da violenze.i da fanahs1lll ecc. ecc. E' un misto di bene e di male, di eroi::;mi e di aberrazioni. . Il fascismo non è dunque un movimento naz1onaJE:e non può essere compreso dagli intellettuali. Questo suo aspetto di forz.a irrazionale dà. al fasci_smo quasi il valore di un profondo _1,stmto nazionale. E' una forza organica, non è tu1. prodotto cerebrale, insomma. La C(!ntriaddizione fra questa ragion d'essere del fascismo e la ragione di Stato è evidente. IL governo deve agire su elementi razionali viver? della politica amministrativa, avere un'a linea di politica ... Il. fascismo di goYerno non può accettar_e. le man.1f~tazioni, le ~oncezioni e specie lo sp1nto aggress1 vo del fascismo nella vita nazionale. La legge è.. _al di fuori dell1istinto. Questo è il fondo del conflitto odierno. Al Lanz.illo, che è uno dei dott1ina.ri del partito, va reso merito per la su.a franchezza. Però occor're precisare un po' più. Il Lanzillo, il quale oppone Ja « forza irrazionale» al « prodotto' cerebrale » 1 non è meno intellettuale di coloro, ai quali nega la possibilità di comprendere il movimento fascista. Egli si appoggia sulla teoria dell)irrazionale) cbe è UJ1 e prodotto cerebrale :1 di moda oggigiorno, e nient'altro. Se il Lanzillo è arrivato a dire quello che ba detto, e se vuole uscire realmente.dalle formule intellettualistiche, deve riconoscere nel fascismo U11 fenomeno caratteristico di primitività e d'infantilismo tanto meno superabile in quanto che un orgoglio accecante gl1impedisce di vedete le proprie deficienze. La legge è uon solo al di fuori, ma al di sop.ra dell'istinto. La vita va dalla caverna al Partenone, da C.:1.inoa Crist~. E Calibano non p.revarrà. La crisi Un lato fondamentale, intimo, della crisi fu messo in iuce, in quei g-:iorn.i,dal La,1J01'0: I fatti mostJ·ano che dalla costituzione àel Gabinetto Mussolini ad oggi il Partito fascista è in cris1 e non trova una funzione da svolgere, a sostegno, a base, ad• jnritamento di quella del governo. La. ragione principale è nella nz.ancanza. in seno al Partito Jascisw di 11n'élite pol,itica. V'era una élite di capi squa<lra. militari e l'on. Mussolini momentaneamente li ha sistemati nella 1\1ilizia Nazionale. Ma la :Milizia Nazionale non offre la base ad un governo politico e parlamentare; i capi m.i1itari nel giuoco ordinario delle fone politiche rappresentano un elemento di debolezza -e l'on. Mussol:iui per la sua opera pratica di governo, per dare al moto che lo condusse al governo qttell'ampiezza e. quella profondità 1 che sperava di compie1·e 1 avrebbe avuto bisogno di elementi politici. Questi gli sono mancati, menfre, dopo i piimi mesi di governo, si è avuta la reazione difensiva dei vecchj quadri dello Stato italiano e delle vecchie caiuarille politiche. I capi fascisti possono, essere disposti a fare i deputati, carica a cui riuscirebbero ad adattare la loro mentalità e ]~ loro natura inguaribilmente i1Ieg<alistica 1 ma 1'alto funzionario dello Stato è una. persona per oui n.utrono un 'avversione innata. Essendo mancato all'on. Ivlussolini in seno al Partito fascista l'elemei1to capace da inquadrare nelle gerrurchie dello Stato, non solo i vecchi quadri dello Stato ita.liauo sono rimasti imm11tati, ma..... l'anno cli governo dell'on. Mussolini ne ha aumentato il potere, per l'inattività del Parlau!ento, nella sua pitt propria funz,ione: quella eh controllo. 155 . Chi fa la politica estera alla Consulta è ancora 11.sen. Contarini, alle Fina.nz.e impera il ragioniere generale dello Stato De P.,cl!is, cerbero di tutti i Gabinetti ; ed egual cosa avviene negli altri ministeri. • ·,:,]l'anno di governo MUS6olini la burocrazia italiana può c011 perfetta rispondenza della realtà dei fatti affermare: , Lo Stato sono io! , . Ed un m"nito perduto clava dall'oltre-tomba, in una pubblicazione postuma della Vita italiana, Vi J fredo Pareto : Vi w.mo grandi correnti di sentinu:nto che mai S<:r;mpai<,no,St;bb<:,nepo;sa.no apparire più o meno alla superfide. • TJi qu,:st,, g'('Tleresono la corrente della fede e qndla dello sc-ettiei,mo, dell'ideale e <lei materialismo, della religi011e positiva e ,lei libero P':nSK-ro (che è poi anch'esso una religione). S1 inganna chi crede di poterle sopprimere. Sotto l'ideologia democratica scorreva la corrente del fa- ,-_,ismo, eh!' <Hlagò poi alla superficie. Ora, sotto d:a E:S&a ,nrnane la corrente avversa. Attenti a eh<:/ a sua volta, n011 dilaghi! Attenti a non da.r e forz.a con il volerla ferma.re del tutto! Teatro simbolista Jn un giornale milanese si leggeva giorni fa Ja seguente graziosa storiella: E' cronaca abbastaw.,a rECente quella dell'iniziativa cli un g-ruppo di giovani i quali si pr<>- ponevano di spazz.ar Yia dall'ambiente teatrale, sopratutto nel re;:-arto lirico, i parassiti che lo . inquinavano. Eran" quattro o cinque arditi, e 1] loro gesto apparve simpatico. Banditi i v<:CChi claqueurs e col motivo di voler esercitare la necessaria sorveglianza, gli iniziatori, impiantato w1 regolare uilicio in via Agnello r5, chiesero alle direz.ioni dei teatri cittadini il libero accesso nei vari ritrovi. Le direzioni annuirono e 1a. nuova poliz.ia teatrale cominciò a funz.iona.re, in.ti• tolandosi come s'intitolava l'uilicio: • Protezione Artisti•· In principio parve che la cosa procedesse con regolarità, ma presto si determinarono inconvenienti e sorse il dubbio che la vECchia claque non fosse messa al bando come era stato proclamato. Taluno dei suoi rappresentanti più noti ricom• parve, infatti, all'iniz.io della stagione lirica che si sta svolgendo al Ca.rcauo; osò pure afferma.re <li essere in contatto con l' , ufficio Protezione Artisti , di Via Agruello. I dirigenti dell 'Cflicio smentirono la cosa ; si videro però poco dopo claqueurs e ant:i-claqueurs assistere agli spetta· coli lirici del Dal Verme, cosa che non mancò di produrre uno strano effetto al pubblico. . La consegueD7..aè stata una. crisi, anche qw.. Teatro simbolista! Determinismo elettorale La legge elettorale è passata naturalmente anche al Senato, è passata senz.a rumore di armi e senza neanche rumori di trombe. Cerimonia in famiglia. « Il disegno di legge non è certamente perfetto; ma la Commissione ha riferito che ogni sistema. elettorale ha pregi e difetti e vuol essere esaminato in relazione alle condizioni di tempo e di luogo nel quale de"\"eessere applicato • - Ecco il ,iatico offerto dal signor relatore. Kei giorni che il signor relatore correggeva probabibnente le boz.z.e di stampa il nuo,o goYe.rno bulgaro, succeduto nel mcxi.o che si sa a quello di Stambuliski, prepara-a le elezioni. Esso ha ro,·esciato tutto del regime di Stambuliski ,sals-o che il sistema elettorale. E perchè? Perchè Stambuliski fu in questo, come in qualche altra cosa, il '"'ero precursore di Mussolini, avendo preparata una legge elettorale che • nelle condizioni di tempo e cli luogo » gli dette una votazione press 1a poco plebiscitaria nelle elezicr ni della primaYera scorsa. Il nuoYo go,erno ha pensato giustamente e.be una legge cosi comcxla faceva parte del bottino di gue.-ra, ed ba indetto le nuove elezioni con la medesima legge imposta dall'av·Yersario. I risultati sono stati brillanti. L'agenzia ufficiosa bulgara annunziava il 19 novembre : e: Le elezioni sono a,venute ieri nel massimo ordine. Il risultato dà la ,ittoria al GoYerno, che si assicura duecento seggi in Parlamento contro cinquanta guadagnati dall'opposizione,. 1924 Nel 1924 Rivoluzione Liberale deYe raddoppiare gli abbonati. Perciò abbiamo disposto perchè tutti i nuovi abbonati per il i924 ricevano gratuitamente la rivista già in queste ultime settimane dell'anno vecchio. Preghiamo vivamente gli amici di rinnovare subito l'abbonamento ; chi lo rinnoverà pnma del i5 dicembre riceverà in dono il bel volumetto di E. Berth, La France au milieu du monde. Chi ci troYa un nuoYo abbonato può richiederci in dono, mentre ci spedisce la cartolina vaglia, Il problema italiano di A. Di Staso. \ PI ERO GOBETT! - Editore TORINO • Via XX Settembre, 60 I1n-niinente: LUIGI EINAUDI LE !..OTTE DEL LAVORO L. i0 Questo volume, e-01quale incominciamo,l'edizione delle opere e-0mplete di Luigi Einaudi, è uno dei più forti saggi del pensiero economico italiano. Data l'importanza eccezionale del libro bisognerebbe che gli amici ci mandassero subito la loro prenotazione e ne trovassero altre (si mandano schede di prenotazione a richiesta) perchè ci riesca più facile' deteirminare la tiratura. Chi ci trova 12 prenotazioni avrà una copia del libro in dono.

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