La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 35 - 13 novembre 1923

CONTO CORRENTE POSTALE RIVISTI\ STORICI\ SETTIMI\Nf\LE DI POLITICI\ ESCE .. Diretta da PIEROGOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 .. Abbonamentoper il 1923L. 20 - Per il Il semestre L. 10(con diritto agli arretrati) - EsteroL. 30 - Sostenitore L. 100- Unnumero L. 0,50 (L'abbonaniento non dis<letlo pri-rna llet 15 dicembre s'ir,tenàe rinno-ralo Pf:W 1,t1'i. annoJ IL MARTEDÌ Anno II ~ N. 35 - 13 Novembre 1923 SO M hl ARI O : G. ANSALDO:Mussolini9mo. - T. }'101m: R•gionnlismo e libertà. - Justus-L' Azione - p. ~-: Polemiche "commtmorutln,, P. BJ'RRESJ: ReTi~io,e Liberale: La •c•nfltta ili Faust. - L. SALVATORELLI: Risposta al critici di Nazionalfnscismo. - V. PORRI: Il rlbnsso del frumento e dell'aTn, - Dal tacqulno di Pococarante. MUSSOLINISM □ .-\ nn anno di distanza dalla Marcia su Roma del .Fascismo, a\Jbiamo avuto la marcia su R9ma dell'on. Mussolini. Le astuzie guerriere di un anno fa, sono state sostituite dalle asbuzie oratorie e mitingaie di questo anno: tipica quella usala in Piazza Belgioioso a Milano, ùinanzi alle camicie nere, cui !'on. Mussolini fece urlare tre g,rancli, clamorosissimi « Sì » con delle domande bellicose, come quella della ripresa della marcia, se occorresse: e dopo aver allenati gli ascoltaLori a dir bene di «si», a dir sì colla bocca, cogli occhi, con il moschetto, con tutto se stesso, presentò una domanda insidiosa circa il mantenimento della disciplina: e le camicie nere risposero urlando di sì anche a quella, perchè ormai l'avvio era dato. Procedendo quindi gi'(J pe, la Penisola, l'on. Mussolini sciolse a Perugia il suo Canto d'Amore a tutti gli italiani, vincitori e vinti: e svelò senz'altro il segreto della rivo! uzionc fascista ,dichiarando ben forte che le mitragliatrici piazzate nn anno fa contro i ~onquistatori di Roma si sapeva che non avrebbero sparato. Rivelazione sconc,;rtanta: nun sappiamo se più sconcertante pPr gli i11etti che proclamarono lo stato d'assedio cuntanclo su quelle mitragliatrici come su armi veramente pericolose o per gli eroi che credett~ro di 11ffl·onta1·ela morte nella identica supposizione. Tutta la epicità della Marcia riposa, nella mente dei celebranti, su questa finzione delle mitragliatrici: !'on. Musso.Jini, senza. pietà, ne strappa i purpurei veli, e si presenta, non come celebratore, ma co• me liquidatore di una finzione. E questa, in fondo, è tutta la morale ciel- .l'anno trascorso. Lentamente, nella opinione del volgo, !'on. Mussolini ha subito una trasformazione: eia capo di una sollevazione di partigiani, è diventato colui che vuole disfarsi dei suoi partigiani. Da uamo ferr.eo, è ùiventato uomo furbo. L'ammirazione per lui, la sua popolarità ,sono cresciute per questo: in Italia, la furberia è sempre stata infinitamente più apprezzata della energia inesorabile e intransigente. Il volgo, non ' soddisfatto delle prove palesi di scaltrezza che l'on. Mussolini dà fin sulle piazze, aLtre ne favoleggia, più tenebrose e riposte: per esempio, nessuno leverà di testa a una quantità di lettori del Corriere della Sera che Mussolini, "furbo», ha influenzato i giuclici di Milano nerchè escludessero la diffamazione nel prÒoesso Farinacci-Giustizia, e così rovinassero !'on. Farinacci. Interpretazione cli cui 1non esiste la minima prova, e pUtr corrente nel pubblico: tale è l'idea che il volgo si fa della " furberia» clell'on. Mussolini: e tale è anche la bassezza della morale degli italiani: i quali non hanno ness,ma difficoltà acl ammettere che il capo del governo influisca sulla magistraitura per cerLi suoi tenebrosi disegni, e che la magistratura obbedisca al gesto di "apri l'occhio». Il mussolinismo, contrapposto al fascismo, è tutto qui: si radica in questa " furberia » dell'on.' Mussolini, e porta il segno della bassezza' morale di troppi itaJiani. Molta gente in Italia fu giolittiana, non perché vedesse nell'on. Giohtti l'uomo cli un certo sistema politico: no. Semplicemente perchè l'uomo di stato piemontese era "il più furbo» di tutto il parlamento: e si creava attorno a lui quel m~to, quella leggienda cli una scaltrezza, macchiavellica, irresistibili per gli italiani. Ma, ai tempi di Giolitti, v'erano pur dei gruppi di oppositori, di " uomini di car,aflbere», di «idealisti», come amavano chiamarsi, i quali combattevano. Giolitti: trovavano, sì, che era furbo: ma deploravano appunto. ch'egli corrompesse i parf;iti, ch'-egli governasse senza principii, ch'egli eccellesse nel trasformismo. Ebbene: gli uomini che fecero parte di quest.i gruppi, uomini, oggi, sui 411arant'anni, son/J mussoliniani anche loro: e quando odono qualcuno rivolgere ,Lll'on. Mussolini le critiche che essi vent'anni IR, rivolgevano all'on. Giolitti, fanno la faccia del prefetto italiano, la fa.ccia cioè, eia macchiavollino: e rispondono che per govern<.lre uno Stato bisogna precisamente far cosi: corrompere i partiti, governare spnza principii, eccellere nel trasformismo. Dove si vede, ch'essi sentivano mancanza, in Giolitti, non cli carattere, ma di rel:orica: non cli principii cli governo, ma cli arte scenografica. Essi si abbandonano al loro mussolinismo ingenuo, perché hanno finalimenLe trovato un Giolitti più giovane, che indossa volentieri divise sgargianti, pronuncia alali discorsi, -e va a cavallo: dà insomma al loro « idealismo» ciò che GiolitLl fu mai capace di dare. Per sondare completamente tutto il vuoto di una certa politica collaborazionista, basta pensare che essa punta sulla « furberia » dell'on. Mussolini, presentando quest'ultimo come un grande uomo di Stato: e fa credere che la libertà, la, libertà dei cittadini, la libertà che è decoro, la libertà che, è intransigenza, possa scaturire dalla coltivazione intensiva dei mussolinismo, dalla vittoria della furberia, vera o supposta, del]' on. Mussolini, combinata colla furberia, sopratutto supposta, dei suoi ammiratori non fascisti. In verità, c'è da restare più offesi a cliscul,ere queste allusioni e questi progetti che non acl avere intronate le orecchie delle apoteosi clell'on. Mussolini, « uomo invial,o eia Dio», « uomo divino», fatte dagli scrittori dell'Impero. Si dispera meno, è tutto dire, della seri-età italiana. Il mussolinismo è oggi l'opinione politica degli "uomini savi»: e dal Guicciardini in poi, questa designazione ha avuto un significato letale per la vita politica italiana: e, sempre, quando gli " u:omini savi » han pulj,.ulato in Italia. l'Italia si ridusse ad essere paese cli maschere e di chierici. Sì: c'è la tendenza a combinare una specie cli blocco antifa,scista. I promoto,ri più zelanti sono appunto gli « uomini savi», gli ammiratori della furberia dell'on. Mussolini, i mussoliniani che criticano Farinacci. Gli amatori della libertà germinata sulla furberia,. Essi clie,hiara,nofaziosi e malineo-. nici coloro che credono che la libertà germini su altri legni più nobili. Ma i partigiani del blocco antifascista si reclutano in tutti i campi: eia! Corriere della Sera che manda in avanscoperta gli scrittori delle Le/lere del Pubblico, a qualche massimalista che ha il cattivo gusto di nascondersi dietro le lettere di Rossetti. Nella mente dei promotori, l'uomo del blocco antifascista dovrebbe essere precisamente .l'on. Mussolini. Ebbene: per la pulizia, se non per l'onore, del nostro paese, bisogna far sai tare questo blocco in germinazione. Bisogna denunciarlo. Bisogna scindere .ogni tacita connivenza con gli adoraoori della furberia, con « gli uomini savi». Che ci sia un blocco fascista, non importa, e sopratutto non compromette l'avvenire. E' il blocco antifascista che minaccia. E' il mussolinismo, che se prevale terrà veramente l'Italia i2 anni moltiplicato 5, come !'on. Mussol,ini ha predetto in piazza Belgioioso a Milano: è la lascerà sfibrata, politicamente diseducata, perfett,a,menle scettica: piena di « uomini savi » e di mitragliatrici che non sparano. Chi ha l'onore d-ella rinuncia, chi non teme di stare all'opposizione, che stima il fascismo e il suo dominio dannosi, non speculi sulla furberia cli Mussolini, non spii le sci,ssioni interne del Fasci,smo, non vada almanaccando macchinazioni patriottiche all'ombra di qualche medaglia d'oro dispersa, non attenda la secessione delle Associazioni ora asservite al regime. Qu.esti sono espedienti da "uomini savi », che non valgono di fronte a un uomo scaltro come !'on. Mussolini, il più," savio» di tutti; colui, che fra tu!J!,igli italiani guicciarcliniani, ama e vugle cli più il suo « particularP », i I suo successo personale. l\es.5una coalizione, nessun blocco . Ciascuno per suo conlo: " tutti facciano. oltre che una qnestione cli principii, una questiane di persone. Ad ho11iinem. Su questa base, la loro vittoria è ta.lmenl~ sicura, che se io fossi tiranno potente ad olfenerla fin d'ora con un cenno non w,r-rei per questo privare me e loro dell'orgr,glio di vederla lentissimamente maturare. E ben lungi dal fare quel cenno, ordinerei a parecchi italiani cli mia conoscenza di prendere immediatamente la tessera del partito dominante, perchè la finissero di essere antifascisti e mussoliniani. GIOVASNI A!'ISALOO. REGIONALISMOE LIBERTÀ Rimeditando sul \·olume di 1'Iicbe1e Viterbo: a:: li Mezzogiorno e l'accentrament.o statale »1 che contiene una serie di importanti articoli su alcuni tra i principali ac.;petti del problema del ~[czzogiorno e del decentran1ento, e che può costituire 1111 buon ,·ade-mecum per noi meridionali, e pensando alle possibilità contradclitorie al riguardo contenute in seno al fascismo ed enn.nciate dai Yari organi del governo, m.i risponcle,·o come i nostri contadini di una cosa che è del tutto fuori del loro potere e della loro scienza, e per la quale co11Yiene rimettersene al tempo alla fortuna o a don1ine<ldio: - O 111:1.schio,o femmina. Ci dasà il fascismo il decentramento e la regione? Forse che sì, forse che no. Ci darà ad ogni modo qualche cosa., o anche non ci darà nulla, il che poi non sapendolo esso, non possiamo saperlo 1101 e bisogna rasse- .....~narci ad aspettare. Il Yolume cli V. insom111a poche o.,sen·az.ioni richiede quanto ai particolaii e molti consensi merita per l 'accuratez.Y.a con cui sono trattate singole questioni ed affermate conclusioni che de\·ono d-i,·entare assiomi per la media cultura. Così può sembrare strano che m1 propugnatore della politica di economie e della necessità di molti capitali liquidi per la soluzione dei nostri problemi agricoli e del conseguente capo- ,·olgimento cldl 'ocliermo sistema fiscale, tutte· cose da lui a-ffennate molto chiaram,ente, si attardi a.Ile « clelusioui subìte in Albania e in Dalmazia dal na:donalismo :e (pag. 6.5) è troYi che « le leggi esistenti a fa\·ore del l\Iezzogiorno ... sono tra le miglioti che ma.i siano state Yotate dal Parlamento » e le giudichi « meditate, in bnona parte, sni bisogni reali ed immediati delle regioni del su,d e sulle lol'O necessità peculiari in ogni can1po n. QLteslo si che può gene.rare funesti apprezzamenti, ben più che il pessimismo di Giustiuo Fortunato e cli Azimonti, contro cui l'A. reagisce Yivace.mente (pag. 26) e pe.l quale mi permetterei di consigliare ~i nostri di comportarsi come Pascal pel paradiso, agi.re con1e se fosse. 11 V. sa perfettamente che, per clirue qualcuna, la legge 10 agosto 1862 per la ricostruzione dell'enfiteusi n1ercè la censuazione dei beni ecclesiastici fu una grande prova della immaturità dei nostri ceti dirigenti e della loro assoluta in<'on1prensione della realtà; ·che la legge 15-7-19o6 contiene ben poco, e ad ogni modo ·ta parte più discutibile del progetto del 1902 sulle anticipazioni di sementi al colono e contro gli arbitri e le angherie dei proprietari, di 1nodo che il fipo dei contratti agrari del l\1ezzogiorno rimane oggi, an,che dopo la legge, imnuttato C quale i secoli sancirono nel Meclio E,,o. Questo sa tanto bene il V. che insiste per conto suo sulla inutilità sociale dei nostri agrari non coltivatori (pag. 14) e ricita note osservazioni del Franchetti e di Sonnino swla feudalità ristabilita dallo stato italiano a profitto delle oligarchie del Mezwgiorno (pag. 146-47) e sulla_ pazza politica fiscale a vantaggio degli abbienti {pagina 6g e altrove), per concludere che < un effettivo risorgimento del i\1ezwgiorno non potrà mai e poi mai derivare da.Il'attuale organizzazione delle forze pròdiuttrici • (pag. 48). E qui bisogna.va accennare che è proprio a vantaggio di queste classi di sfruttatori, per spazza,r via le quali Sonnino avrebbe accettato una rivoluzione, che vanno risoh-endosi dal governo le situazioni locali del Me,.wgiorno. Non so poi dove si voglia anda.I'e a parare col ricantarci il buon senso del Mezwgiorno che < non si lasciò mai conquistare dal miraggio di Mosca> (pag. V). &etticismo, amico Vìterbo1 ness1u1a fede in sè, molto meno nei propri signori; e ~nche nessun sen.::;o politico, n.es5una intuizione nè cli )losca nè di Roma. :'11a io temo che l'.-\. si faccia Yeramente delle i1lusioni sulla possibilità che le nostre ~ abbiano presto a cambiare e che in somma per ronlo suo sappia ... se sarà ma"scbio o femmina. Almeno a giudica.re da certe espressioni: « lo stato in Italia s'è fin ora incocciutito a legare la sua sorte a11'accentramento dei pot.eri ... • ipag-. 15). Tanta gente, anche colta e d'ingegno, si è messa, bontà sua, ad avversare il decentramento sol p€:j an·ersare ... don Stur,.o (pag. 41) ... 1,;no stato chiaro\·egge:nte, fatta l'esperienza. di due o tre decenni, avrebbe mutato rotta (pag. 15r .. Dateci il decentramento e sapremo pro,-Yeclere ad ele- ,·arci " (pag. r2} .. ..\ltro che incocciutito ! Si tratta cii una formidabile rete d'interessi industriali bancari pohtici da spez.7.are. E anche questo ~ l'A. • solo mediante la risurrvione delle regioni, l'opposizione ferma pugnace tenacissima contro il prepotere dell'alta banca e della grande industria , (pag. 68) ecc. ecc. Tutto ciò sta bene. E stanno bene i propositi di fiere1...za,le pr0teste delJa nostra dignità conculcata dallo stato leYiatauo. E, dopo questo 1 che fare? 11 Y. si tasc·a anelare ad una critica, di gusto troppo con-ente, del parlamento e del parlamentarismo per arri ,·are poi inaspettatamente a Kurt Eisner: « noi ,·ogliam.o che tutto il popolo che produce sia chiamato a collaborare direttamente alla cosa pubblica , (pag. XY). )Iagari ! Ed io, per mio conto, sarei contento di poter spiare qualche sintomo.. del parto famoso. Probabilmente, se il Y. ci aYesse dato, Ìll'f·ece che una serie di articoli, una hattazjone organica., si sarebbe sofferm.a.to anche sul presente es-perimento di goYen10 o almeno sul le tendenze del fascismo, senza lasciare-i così a farneticare sulla domanda, cheegli stesso suggerisce al lettore, che egli stesso si è posti, che è insomn1a la quistione principale, uuica, se cioè sia possibile oggi una organizzazione statale forte e sicura, che osi rompere contro tutti gl'interessi· parassitari che finora han costituito la nen·atura dello stato e poggiarsi su altri, nirali e 1eg-ionali1 meno tenacemente avari (nel senso di Villari) e più solleciti delle plebi sottoposte, i quali noi crediamo più sani e più salcli. Xon basta teorizzare che « tutto il nostro passato ammouisce e rammenta che la entità piena ed assoluta dello stato non può disgiung-ersi dalla coesistenz..:.'l.delle autonomie locali e regionali. Lo stato pugliese cli Roberto il Guiscardo sorse e signoreggiò appunto mediante la coordinazione di forze diYerse, senza soppressioni violentatrici 11 (pagg. 5i-58). E anche e: sarebbe ingiusto dire che monarchia e accentran1e11to sono tutta una cosa e che, fin quai1do c'è ]a prima, bisogna piegarsi al secondo. Delle grancli monarchie europee fu accentratrice la francese, ]o sono la spagnuola e Pita.liana; non lo furono la tedesca e ! 'austriaca, non lo è I 'inglese. La centralizzazione non è dunque una norma necessaria all'esistenza della monarchia. Questa come considera.7.ione d'indole generale. );l'"el_ caso particolare d'Italia, le cose mutano. Da noi Cavour, Ricasoli, ì\iliughetti e i loro successori non poterono eflettu,.1re i loro progetti perchè la monarchia tem.eva di saltar per aria. V'à cli più: l'accentramento fu la chiave di volta della conq,usta piemontese, cioè monarchica, del paese.: sol così fu possibile il tentativo di piemontizza:re l'Italia. Fra le repubbliche europee odierne quella cli Francia è ancora accentratrice• (png. 104). Molto meno basta com.piacersi della creazione recente deIl 'ente scolastico regionale, che j\ V.

142· sa ben pJca_ cosa e Ì.ntt'alt~·o che avviamento ad mm solu.z.Ìone anche nel blando senso da lui ,·ol11to cli decentrrunento a.n;ministrati,·o 11ell'ac centramento pdlitico. Xè clell' abolizione delle commissioni prod_i1ciaJi cti assistenza e beneficen'l_. .a pubblica, s~tituite, Come sa il V., dalle giunte proYiuciali annniuistrath-e, che non ~on nulla òi 'meglio dtlle prime, a Parte <:hc sono pagate. Troppe ca.se si potrebbero ossch·arc a quella sùa visione storica snl nostr~ passato e snlk moiiai·chie etÌropee, le qu.ali seuz.~ dimenticare che repubblica non è senz'altro cleccntrnmento, sempre e donmque mirarono a clistrug- ,gere la Yita regi01rnle e tlo\·e non accentrarono, fu perchè troYarono. re.c;iste.nze ·sanguinose; acl ogni modo ~on g-ià gt~a,·i le ammissioni e concessioni del \". sulla monarchia italiana. E ~oi potreiuo contentarcene. Il problema insomrna è squisitamente politico. Che un nomo come Crispi abbia le tra,·eggole per le cose della .sua Sicilia e scambi l'ingenuo fascismo siciliano, che :--iserrant intorno ai sottotenenti e ai capitani dell'esercito regio come a. s·ah·atori cle11e ca1norre locali, per una rorz.a antist.atale, 11011pnò essere un mero errore 1casua.le; nè che :Mussolini, tra i primi at~i del :--uo go,·en10, muova. la. crociata cont~o il sa.rclismo, anch'esso d<i:chiarato peric.olo statale, salYo poi a ricouo:-::cere il proprio errore e, con sqni~ita tattica fasci::."1:a,a cOutinuare la crociata.: no, t\]..tto questo non è sporacli~o, nè s~nza pi'ù profonde rag·ioni. Sergio Pannuhzio, p. e:-;., appunto i-ece11sei.1<10qtiesto ,·olmne non ha clubit:1..tocli àffermare (Ga=zftta di Pugìia, 26-8-1923), cohtrO la nota opinione sulla sal'dezz...1.clell 'unità italiana di uu esperto ponderatore di situar..ioni qual 'è GioHtti, che e pmtroppo pa.rec-chi $Crittari ecl uomiili politici- non aapirono bene i pericoli che attra,·ersò 1'It.:,Ha, anche come unità t,;trit.:1..le,dal 1919 all'ottobre 1922, e parlarono di ci.ecentramento e di regionalismo con una 1eggereZ7..averamente e-;trema, e pToc'lamarono che l'unità italiana non correva più Jkricolo ». E si sa. Se il fascistno non a,·esse salvato l'Italia, e non una !--OlaYolta, che cosa ci :-;tarebbe a fare? ìWa bisogna riconoscere che prevalen~i preoccupazioni tli ordine intenrnzionale fan s1 che tutti questi nomini, anche in buonà fede, mettano da, ... parte i problemi d'ordine inten10 1 meglio e le 7tteschine. questioui interne». l\fi riconlano, sempi:e che li odo parlare di grandezza del paese, cli espansione, di colonizzazioni, di imperialismo in disprezzo delle lotte popolari e de11'a.scensione politica delle plebi, il elio della ·Bibbia che creò prima la luce e... dopo parecc:hi giorni, si ricordò <li creare il ~ole e le ,stelle ... • 11 problema clella. libentà nell:It;i.ha oclienrn'i~ un problema di atteggiamenti e di sfum.attu·e, pjù che di reaJiz7.,azio11i positive• (pag. XIII) rkcno:--ce il V. Appunto, bisogna che diventi, ne11a pratica politica di tutti 1 partiti, problema di realizz..uiot;i po.,;,;iti,·e.Per quanto, com'è stato ossen·ato, il s'indacalismo non abbia mostratr> una coscien:t-'l regionalistica, anzi siano molte le antitesi fra sindac.:'l.lismo, s'intende quello antico, e regionalismo, pure la soluzione dei proble- • mi sindacali e regionalistici non pnò Yenire se 11011dall'auspicata azione e qua5i sollevazione, con tutte le sue incompostezze, delle masse con. tro lo stato e tlalla ferma decisione dei dirigenti politici di ripetere e moltiplicare contro la violenza ~tatale l'esempio del sindaco cH Gork, in attc~a e in ,·ista, $'intende di u.11a1mo,·a. e- più s\·e1ta e so110 organiz7,.a.zione della ma.cchina dello stato, che, a parer nostro, ne uscirebbe più rin,·igorito e agguerrito per Je competizioni interT1..azio11:-i.li. 11 \ •. addita fra gli stati con federalistici 1:i m1<;YaRus:--ia. ìHa, that's thc question, come è:. .,·ano parlar di sindacaUsmo e di finalità immediate o remote del socialismo in regime di mancata libertà, così la libertà elaboratrice e.li esperienr..e e di teorie, matei-ia -della storia, t base ~ condizione sine qua llon per una proficua diS<..'1tssionee per Uua anche pnulente azione in se_.:1so_r~iczn~.1-~"~ico •.-..... . .,,A'.]:.o~~-~f..\~O. FI?~EriERO ÈiOB_i:tti -Editore TORINO - Uia XX Settembre, 60 ::Jmminente: J.L·Jc;J EJ.S ..\lJVI liÉ udtfE OÈU l.tAVO~O L. IO Q11e:s.tv,·olumc, col quale i11comi11ciamol 'e:dizio11e delle u1>c1·ecompi<::tc: cli Luigi Einaudi, è.: u110 dei pill forti :-.aggi del JX>t1Sieroeconomico italiano. Data l'importanr.a cccc:zionalc del libro hi~gt1erebbe d1c gli amici ci maJHlasscro SHhito 1~ lortJ prenotazi<..mc e 11c tro,·assero altre {si mandano schcdc di prenotazio11c a richiesta) pcrchc <"irit• :,(.--:1piu facile detc.-rmi11are la tirat11rn. Chi ci tro,·a 12 pn:uoL'lz.ioni a,·rà 1111:1 copfr1 c~l libro in dono. "b'ÈdO DEbbÀ ST.AffiPA,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e ri,·iste fonda.to nel 1901, ha sede ESCLUSIVAME"TE in Milano (12) Corso Porta Nuova, 24. Chieòete opuscoli esplicativi e tariffe con !x'm plice bigli_etto da vislta. • d I· O 18 LA RIVOLUZIONE LIBERALE PàLEMìCHE " COMMEM□ RflTIUE " Il " Corrieri? della Sera ,, ' .Si.g11or 1 Di-rettore, );cll)nltini.O 11nmcrOdella J?.ivolu.zione Liberale [,:ila, accennanclo co11parole di giu:-:to ap.pre7.z~1.- 111CutoalJ'Opera s,·olt:'.l da Luigi Albertll1i snl (. ·orriere dellh Se-'ro ecl al Seth,fo; n.gghmSc qualche rimare-o intorJJo alla decisione recente presa dal Corriere di non commeutarè fatti di politica i11terna genct·ale, che non mi paiono inspirati ad equità. ~on aidattarsi « a crecle1·e che il Cor, rifre 11011 abbia potuto fare a meno di tacere , cd affcrm,lre che I1 .-\lbc.rtini « avrebbe anche dontlo permettere che si precipitns:-;c contro di lui e contro !a sna opera la Yiolenza di una spedi- :t.ionc pnnith·a » sono frasi che possono essere i11te~·p1·etate1iel senso· che la condotta del Co·rriere si sia inspirata a criteri pnmmente. materiali cli sah·ezza pri\·ata della persona e aell'az.ienda. F, la, impressione è suffragata dalla Sua conclusione: « ):"essun clanno alla cau:-:a :--e le lezioni cli ~tile a,·csscro donito cli,·c11tare eroi~ che n. E' proprio ,·ero che un atteigia111ento « eroico» non avrebbe recato cla1i110alla causa? S0110 un se1;1plice ~sen·atore; e mi l'imito a ricostruire e.lai cli fuori Ja successione dei fatti. ì\1a chiunque abbia riflettut'o a questi, ~i sarà condnto cli una Cosa : che, a torto o a rng'ionc, i fascisti a ,·evauo finito per cons.iclerare il Corriere della Sçra come il loro tu1ico avversario. Quanto più questo si sforza va ad usare lW.i li ng·uaggio tem.pera,to, qllanto più nou Jesina/·n., se meritati 1 elogi ai singoli atti del governo attuale e liJ11.ita,·ala critica. a:i principi cli orcUnc costi_tm1✓ionale e di libertà politica, tanto pilt i fa.scisti inferoci,·auo: dagli uo1l1i11jche stavano àttorno al Cà:podel fascismo, al giornale del pn~sidente del consiglio, ai rappresentanti clel partito ne-i consigli 111ilanesi e· cii altre ciÙà. !\on si sa per quale motiYo, l' oppo~'1zio-ne clell'A1.1a,nti!, della Sta.mpa., del 1'Tondo :-;ebbene tanto più generale e ,·i,·ace, lascia,·a i fasci:;ti incri'fferenti. La loro bestia 11era era il .Corriere. );'elle pro,·incie ~i iupecliva la Yendita ,si seqnestravmw i pacc::hi, si intimidi- ,·ano i riYenclitori. Contro d1 esso in sostanza era diretto il minacciato decreto sulla stampa, il quale doveva in poche settimane rinscire a sopprimere il foglio tahto od.iato. Il decreto f:1 «~ospeso » quando si· Ykle il Corriere rinm~ciarc :-:cl ogni commento politico. ="'011si può edclcnte• mente, cla chi non sia a<ldcntro nei propo:-;iti segreti degli attuali go,·ernauti, affermare con eer_ ., tezza assoluta quanto sopra si na.ri-a per intnizione, ma le coincicle11ze scrìo certamente sig11.i- -fica.nti. La domanda c-he Ella, signor direttore, pone è qne:--ta • ha fatto bene od ha fatto 111aleil Corr riere ad e,;tare, f.>e.rquanto era in lui la sopl,)ressiorn.~? Balli che la sopprcs.s-ione di nn giornale produce effetti _permanenti, irre,·ocabili. Una ,·alta soppresso, il giornale non rinasce pili: la sua organiz:r.azioue, la quale f: c01nposta di tracU.~iollÌ, cli rapporti perso1iaH1 di sentim.enti, di abitudini del lettore a comprare ogni ll)attiua il suo foglio, è distrutta. Altri giornali, altre iclee prenclono il posto lasciato n1oto. Di rettori, reclattori, c:ollabo1~atori s.i disperdono. La vlta dene 1h:110. L1a.11tic6organismo è scomparso. E' davl'ero , eroico• lasciarlo _scomparire? A parte il dolore, psicologico ed ru1che1 ammettìamolo, e;conomico di vedere morire la propria creatura, non sarebbe pHt ccmoclo ,·i,·ere tnrnquilli, e godefsi i frutti del proprio la,·oro passato? I/eroismo ;~011 sta in,·ece nel rima11cre snlla bn.;ccia, nel continuare a serdre il pubblico con infonna.z.ioni precise, imparziali, che di.ano ai lettori una immagiue esatta di ciò ç-he accade, a11che se l'immagitle torni a lode o ad esalta7.,ione cH coloro che hanno impostO il silenr;io; ma 11011 tacP11clonc--mme110ciò che da altri si dice, co:--ict:hl: i lettori possm10 formar:--i m1 giudizio prOprio? J1uò dnr.;,i che ad altri paia • eroico» lasciarsi saccheggiare e soppi-ime:rc; a me sembra invece che l'eroismo di chi seguita a com.piere q11ella parte cJel suo <lo,·erc che gli ~ consentita dalle drc-o.-;tanze, sia di 11na lega più pura. Ha 1111 to110 pi li alto. J l'ST1·s. );O'!'.\. .\'oi face~Jamo uJJ problem11 di politica, J11sl11t,; presenla.1,n caso di mornle 1ildh•illuale. 1lbbia111n dunque ra;:im1e lulli e due. La ··.:('rità è ,,ursta: i.:he ogr:i in flalia solo i co11scr--.,,atoripossono fare l'opposizione al fascis1110. Il Corric:rc della Se:ra che 11011 fu. neutra./isla <' non iJ1dulse ad altl'J.;Kia• menti demaKOl{iCi è il co11traddilore idrate. Così si spiega la feroce ira fascista clic a Juslus jJarc inspie,::al>ile. In questo se11so dicia1110 d1e ,I /ber, t1'11i ha il do-vere di 110n tac:ere. Tacere ·varrebht' ri1nrnciare alta b<t-ltaglia, ,·olpa tanto pi'lf grtl"i..'e quando si è soli i11 cam,po dotai-i di tlltil11di11i alla ·::itloria o alla rhiarifict1zio11l'. Intransigenza COn queslo titolo L' Azio-11e di Roma, ~ettimaHal.e aniico dell '011. Ho1iomi, pnbblica ts nbvembre) : L'a.u:ni"Vt'r.rnrio dc.ll'tl co·11q1l.ista dei kotere qa fart:e d.el. fascismo se ha "vis;to p·iegm·e le ull.im.c pavide coscicl1ze democ}'aticl1e d.ina'll=i a·i do,ni• ,wtori - -i casi del senato-re Sca/o-ri e del. generai.e Di Giorgio so110g/:i. ulti111i niiserevo/.i episodi di rinu:nda al ca:ratt.erc - ci ha. rh.,etato miche il ,,aiore di la.luni atteggia.menti di scrittori ricchi d'i11gegno e di operosità, quanto mancanti. di quel senso di 11i'is11·,:ache 1111.liatoglie alla sincerità del pensiero e dell.'espressicn1e, ma a,..: può e"vi• ta.re di cadere in gt.'ll,d.1zi precipitos-i ed ingi:usti su. u.o;nini e cose il citi as·petto paradossale •J1on 1 '>u.ò costituire a.tcuna gi11,stificazio11e morale. .Vnl!a di più falso ne!Ja ttisi e Hel tonQ abbia, ,·,,.oletto dell'articolo che Fiero Gobebti ha scritto ·Per la sua Rh·ol~lr;ione. Liberale, pu.bbl'lca.fo 111 antz.cipa.zione dalla. Voce Repubblicana, in comm1,em.orazio11e della ·ma.rcia, s·1tRa-ma. Lo stesSo gio1·. 11.alr rep11bblica110 ha. fatto le smi riscrre s11/.pcn, siero « stretla:mc11le perso11ale ma 110bi.lissi1110 » del Gabelli; a noi, i·nvece, tale 11.obif.tà-,~on si è manifestata appic1101 pacl1f se la conclu.sio11e del, lo scritto esaf.tante il disinteresse e /.'intra:J1sigen• =a di fronte ai do1ni1wto, i d tro1·a co11se·11zieh.ti ;1oll a parole soitaHto, la denigr,a.zio1H' m,orale (Par. liamoci chiarame11te) degli uomini polf!tici più ra.ppr('sentati-vi che quas·i soli souo rimasU a 1.1iso aperto a co11trastare l'opera. 'tic/ doiniHa'tori rite1tu.ta dmmasa allo Stato ed. af.la cdu.cazionè. dei citt.adini, fatta i11 u.·n.1oradi {·;ipu.di.o dei tron/atori, non ha alcu.n carat.te·re d.i no•bi.f.tà e non rispon, de :11ep-pwrc alfa. ""Vetità e alla ,giustizia. La. m.enta'lità _di. l'it•ro Gobctti non difjeristè 1110Uo da 11uella fasci.stq: leggendo i su.ai scritU poNtici i/. pensiero rico,rre spesso a.gli arti'coli -che il Popolo d'Italia p1tbblica·oa pri 111adel 28_ otto• bre 1921 a-firma 1\fu,ssolini, e che ora pubblfca dt qua:11.do l!1 qu.a.ndo senza finii'a; stabU(te 'le p1~0porzioni d.i i.ngeg'n.o e s~ridà, egli pOtrebbe eSscre 1m bl/(m cvllabo-ratore de~-U scrittori dell'Impero e sfonili ... A "".:1.1ersoalla demo1:-razi:C,,,paradossale, disorie·11t.alo> i.l gfo1.1mw scrittore· pi~montesc si abbaHdona a.{ ...Jirtu.osis,no d,elfa fri:rse e del Pen, siero ri.tli•11.ntoorigint;/.e, .gi'lldica e m.a:;;.da.. Nesswn senso di re;ponsa.bi.fità lo guida, a:nch.e perchè nessu:iw respo11sah·1./:Uàricadt~ su.fl~ s1te spa.l.le. Persegu.itato i-nihistame·wte da/. fa.sd.smo 11.on.g:lie ne serba rancorè, ma è al/'opposizione 1 ~ma \oP· posfaio11e « strettamente perso11ale », se.m,i•«Pologdica per -il. bucc, di 1.. 1ioleHt.a. crit.ica. dei n&n fascisti e" soprat.ntto d'ei democratici rimasti tali. IJouo:;1i . ....i 1111•11rlola,Slnrzo_. Ru:im.i. sono i. s-u-0i bersagli .. .' perchè col/.abon1110 c.011la f.oro cri.ti:ca, al }ascismo. C:obetti presci11de da q11ell'a che 2la _f-nuzione dc/1111.omo po!-itico, che ,l-0",ì p·uò esserc' racchiusa 11ell'·intransi!.;e11za tipo 73or•d.i.ga,det qual{! esalta prof1rio I.a ·• ,;1e11talità iJ1fa,1it.i.le "· rfinpro"Jerata da i.cnhi al capo ,de] comunisnl.o itaUa,w. E rt!fora 'V<"de/30110111i 1 St,irzo, A..11ie 011do~ la anlifasci-sl'i solo perchè HVJI (~ stat.a accettata la !orv tollabor'a;:;io11c: basso sospetto ch'e çobetli 11011a--.··reb6edw.;ut.q COJICt~pire. E tutto dO é -a11cora in contnfddizio11e con i'el.ogio del -~·iol.itti, smo che « te11d'e1.1a fare di qnesto .paese i11felice e clliacchit>ro11e ·una nazione ·l'icca ed europea ». Scrittori come il. Gobetti, effetto della crisi mo- ,alc in c,li dibat.tiom.o, H011souo fatti. per eiontrìlrn.ire ali.a chiarificazio11e del.le jdee e de{f.e co· scitnzc: a·manti più del paradosso che òe/.Ja gi'llstizia, spregi1idicati per dire tal7.iOlf:a ---veri,t.àscot• ianti ide11Ufi.ra110 spesso la f.i.bert.iì di giudizio co11 la Jaci/.o-,wria e ·indnl.~0110 al l1togo comHJll': il loro ill:[t't'.![llO g'i11stifica qualsiasi d<ifonuazione. Qzd si parla del Gobd li scdllorc politico, s'inlell de. li quale non si /.od.erò -in lcmpi piiì se·reni. d·i (11..,cr scritto cose di q;u,st,o i,:cucre: (Segue metà· delta « Com111emor:1zioIJC))). E' lll'.CCs.rnrio Jt!·I' risaltan, "'1'artificio .'W cui st /,asa il Gol>elli f Il pre.rn111.o ardon• collabora, zionislico col fasdsmo è 11nasua gratuita a,fjerma. :;ioHc: ed il prob!ema nl'°n può essere posto sulle possibilità collaborazio11islt!, ;110 s11/lt• rond-izioni po!iddie rcali:;;;atc dal fascismo. So11 fu.ro110 filo• fas(isti i repubblicani qua,1do .\l11ssotiJ1ì si procla. ma-va tc11de11zia/111r11f.cn•p·11bblica110? Mo/t.i demo, cralici JJOJ/ {11ro110a.ttralli al /asds1110 dalle pn·• 11,,,sscdd go--..•t 1 r110 dt!l bo polo! lfr{'ubbficani, po• polari, de111ocratici, coJJ1battc,,ti e libemli 11t,11 si, so110 lro-:.·oli COJ1cordi f>rtH1a r011lrt1 il bolscc "✓ismo, poi co11lro il Jascis1110? 1 Oggi 111trifa110 risJ;etfo so/fnllfo t"oloro (hc so• HO riJ11asli al foro poslo, cl,c J1{)11 dislr11ggo1I{) frl'llolosa111t 1 11lc ·i! fa•·o fwssalo, (/I(• affrrma110 11,:1fa111e11lce loro i<fre, clic 110J1c/ti('(/m10 11111/a a ncsi;;?1110,ci,r sonn di.d,it.cres. 1 wti a/111e110q11aJJIO (;obelti,, /11· se 1•oglio1w ,accoi.:licrsi jJ('l' prof>a.f.!a• re le loro frfrafità 11011spr,dc o[jrM1t) la toro col, :abora:iOlll' critica 11011 al fa." is11111 J1anl l'at•se, che si se11to110puri 11clla cosrit•11:;a ,, rnoudi da ogHi co11tatto cale ola/o. .\'r)Jj a questi il (;obl'lli dc;.•e rh:olgere i suoi strali. 1~.:a11ocHoiw111i. la rui dirittura mora/~ ·110-11 è infcriort' atla t:ocr<'11:..add pensiero e ddl'azioi,c polil1ca, 11011può r-~srre colp'i/o dalle SlfC acide iroHie; cowe 11111e}uJolae R1j,1'11i. posso,10 sorridere di clii li {lrC11sa di 1/lrn fare che opposi, ' :.~lo11ctecl!ica ·in attesa d[ nna.. collàl>orazione p&·~- lit!ca; sono tre 11.qm,ini _g;iwulì alla poli!h·a J ~~·(; st.u.dii, -mo-ralmente e intellettual1nente S'!tfi-'ii~Y; iloi,' a.i di,ri~·1rnU fascisti soltanto: essi assol~·.1n~ il loro com,pito d·i politici, ·di stuàiosi, di eàucatÒ>.1 ri con fermezza d.i ea:nif:t~re e puro fe1:1.1ore.Tell~ tare qi colpire lo·Yo, in qu.est'o-ra, sia- .Pure co-n Dii~ radossi da pm te d,i c'lii si procla:1na. oppositore ,•l' -~ClsciS1.no 110,n è da.1.1,.verocl.are prova d·i dishitci-css11la 'h1tra11sige1ìzO, sibbe·ii.e di 11.-,ui ·1n.e·l1,taNt.i. :·;;.,_; nmi ha u:nlia da i1n;fd.iOre. - fatte' sen1.pre le f;rr,. r,orzio11.i -· a q1iella dei ,·arii Fari1111cd, Cai!i, i? si111ili... antifascisti. \ Il j_)rossimo nunicro clc.li'Azio11e pubb1icher~, 4.uesta replica: Signor Dirl'ftore, Ella mi ricluc-e per clispcra:1;ione a intitolare c:ucst.'1.mia ris.pvsta cc Elcgw della filof,ogia ». Se- •conclo il Suo giornale io sono antidemocratico, paradossale, disorientato: i 1niei aYticoli fanno pensare a quel)~ di .Mus~olini, la mia mcntalitù (( 11011 differisce molt'o da. queUa fascista >>. La. 111ia oppc;-izione sarebl)e « semiapolog~tica. pc-r i!l Duce». E' vero che il Duce dcambia le mie apolog-ie con le pc.rsecnzioui, ma io ~ono· così tollerante -e c-ristia1io che .non ili "ser!Jo ra'n('{ffe» cli questa 11e1·ain~ratitn.clinc. ln q11esti lchnini l'fl=it)11e avrebbe csmu-ito il mio rifratto. Lluincli passa a inteT])rctàrmi. Io sono antore dì un elogio del giolittismo (co~e? L·ome? !), e:-;altOBordiga per la sua 111.e.ntal.ità.in· fa11tilt (clo,·e ?)i clenigro Sturzo, cc antifascista solo pCrchè non è stata accettata la s1~a collaboraz:ione », a'cc11:--o.-\mencloia e .Ruini di e non fare che la col'labornr~ione tecnica in attesa di una c011aborazione palifica "· Pennetta c.he io ringrazi l'Az-i.one la qua.le è 1a prima a. farmi accorgere che io ho queste idee. Signor pirettore 1 !o d'evo cli,·e-n.tare pedante e ri. sponclerLe con 1 cl'Ocume11ti: l'abituale ironia non :...en·c quando io non so se dll 1l1i ascolta abbia la. ginsf:a prepat'azione ~lologita. E allora Le cli.rò che Sturzo ed .-\men.dola $i $tt1pi.n1i1.110assai ·di apprendere dal Suo gion1.a.le eh.e io sono per loro un così fiero nemico, perch~ guanH coincidei1Za l, l1uno e l'altro hanno affidato a nic, eclitor'e antifasc-isL:'1.,lo. pubblicazione çielle loro opere e cl'cll'uno e 0e1l'altro io ho· riconosciuto, pé'r primo in Italia, i 111.eritinella lotta per un'Italia politica più seria. e più m.-ntn'ra. Rh.w/uzo11e L'iberale è stato il primo giornale a constatare che :\menclola potrebbe- essere il capo legittimo clell 'oppos-ir~ione intra11sige11te: quando EUa "crede che. io aceusi Amendola scan1bia per un ccntrasto q1,ella che è una semplice discussione sullo stile nntÙascista. l'a.rliamoci tlunque francamente e mi confessi che le interpretazioni proPoste dall'Azione alla mia p,·osn :--oiio :--oltr111to un'astt1zi:1 ·polemica pc1· difeti<lere Bonomi e la sua. lega: In tal. caso io L~- dichia~·o ~enza. sottintesi che uoi ,·e<.liamo i11 Bo11cm,iil primo c0111pli~e e aiubtore (Yolo~1tario o i11,·olonta.d() questa sarebbe psicologia e non po. litiL'a) del fa.'cis.mo, dal giori10 in cni egli tradì Hissolati, fino alla marcia su Roma e ai primi mesi del g0Yen10 di ì\-Iusso!iui, il qmtle pot~ contn.1;eper lnngo te111iposnl suo s.ilemdo. Ora per me solo chi ha <.tn1to un moto di riPellio1le in questi ~ior:11,i,chi non ha calcolato, eh\ si è sen- • titc di un 'attt~a razza preoccuparnlosi cli tUl problc·ma cli clC:coropersonale e 11011 della pòl)olarità, ha il <lii-i.Hodi ~1011e...;sere fascista. 1 l\'Ientre Ri.1.10- /11-=i.oiieLiberale 1~sch·a a Torino, dHrante gli eccidi di clicembte, con articoli inesorabili, ii1titolati La Ti·ra11111de 1 Og-111010 al suo posto, Elo,!.,rto della gl1igliotti11a, Ritratto d.i 1WussOli·ni, Ritratto di 1Jiaz1 che cosa faceva BonOmi? fo ricordo solta11to, Sig11or Direttore, che l'Azione spiò e sperò, timic1,11ne1}te 1 per tutto quest'anno, in Mussolini le intenzioni democratiche. Ricordo che fn1111110noi soli a canzonare ch1 conta.Yn su :Mas5i1110Rocca e Yecle,..a uel mussolinismo la clifc..·>a contro le violenze fasciste. Senonchè tutto questo per i1 Suo giornale non è politica: nn:t~i la 11ostrn disperata rci..is.te11zn t: mussoliniS1110. 1vÌessia posto i fatti io lascio i suoi lct'to1i a (lC<'iclerc.Sarl.!bbe bntlò che. cio,·es-si proprio io po11are le pro,·e del mio disinteresse ~ del mio antifa:--çi~mo. Rivolu=iouc Libl'ralc tutti l'hanno ,·ista alla Dro,·a del fnoco.· lln :--enatore che non sarà mai -mt1ssoli11ia1101'ha definita ricordando il Conciliatore. Che queste pt·oyc le debba portare i11,·eceI'onorc,·ole ]lonomi mi pare più g-i11:-::toe più necessa1 io. l.n c.'osn ,,·rcbbe per:,;i110 1111 :--:ipore di cnrio- ~iU1e cli 110,·ità perclil.' .-:.iamomolli n non ric-ordnre che co~ti egli nhhia frttlo nei primi mesi se~ ...,.11ilialla nian:in :--11 J-{oma. t-- J,a co11~·l11:--io11e l· che 11oi i10i1J)o:--siamo credere a 1111 hloc-Cl)autifH:--cista. a cui' partecipi gente. :--o-:pcHa.. \gli antifascisti che ci prOpo11go110 i loro pro~rn11111fitli blocchi. e di 1·ealiz.:,, ..azione a hre,·c· sc;1Clc--IJ:t.a Poss.iJrno chiedere sordtle11clo 1111 11◊\'iziato cli cH~perazione eroica. :'\011 abbiamo alcuna ragione per .preferire 1111ministero nonomi nl mi11ist<:ro\Iw,soli11i. 11 problema l· cli ln,·onirc per nn1 1talia che nhbia intima ripngnanr.a per il fa..;c-is1110 1 pe1· i sislcmi palcnrnlisliri, per i blocchi e, per le co11cc11trnzloni; pe;- un'Italia in cui og11u110 sappia ..;ncrificarsi p<"r idee precise e distinte. Q\lcsto mi pare realismo j)olitico. ln qna11. to a ile pcr~11e 1;ile11g-oche :.\mendo la C St111·zo sia110, ollrc a t11tto, trOppo a.bili per nòn condi- , itle1·c 1.111 ragionamento siffatto. ~I i ('JT•cla, Sig:11or l>i.retio~·c, ,con _o:--scn•à11r.a P11mo (~OBHTTI.

LA RIVOLUZIONE LIBERALE REVISIONE LlBERALE hll SCO~FITTDAIFAUST dal prore-~o cl 'i nclaginc: dello scie11'l,iatu, la cui scic11,-,aè vera, 11011per il sno cmpirko conte: nuto 1 ma per l'atto del pensiero che la \'iv1.fira. COSì anche ogni n~sultn.to storico, og11i esperie11za l0~ic..,1111ente :--i nbbassa ad empi1·ia. Curiosa <.:.J11clusio11pter 1111pensiero d1c id<.'ntifica la filosofia con la storia! Solo, sempre iclcnlko e sempre diverso, in fo11do r:<1og-ni rcalta c111pirica, ad c,gni JH0~. 'CSS0 spi1iln>llc.:, rimane l'alto clel pensiero, indistinto cd inaffcnabile. I•:• il tri011fo c.; la morte dell'Io, <..:oll'igrande o picc<Jhl poco importa. Fa11st aveva detto: a /Je, fia11ptc11 "il1il/ ic/1 111ci11stqrres lei, " 11 io ,·oglio affermare il 111ios1q>e:1·holo li cd og-gi, nel , 11oto che gli ~i fa attonio, nello !-=colorarsi di ogni realtà empirica ecl estetica, etjca e rei igiosa, sente che il sno io - si chiami esso pure l'.t\tto del Pensiero -- lo circ:011dada ogni fYJ.rtc, cacciando da tHtli g-li ogg-ctti, \Jn tempo dilcttosi, il loro r·o11tcn11to,pl:r riempir!; della su.a vacuita; C.'. ndlo s1,avcnto ('. 11c:1l'ùJ>prcssionc egli geme lamc11tosatiic.-1ite ~ Vacuo fa,nta.sma. tenebroso e macro « l'Jo mi ra,·w,lg-c sieeomc um.Lbt1.ra it. Xclla \'ita politfr-.a e sociale l'uomo mo<len101 1,er le :-;ue;conquisl<:, :,i era fog-giato lo stato na~ ;,,.jonalc e liberale, l'ullico che gli conSE-ntissc di -affcnnarsi pic:11amcnt.e. Oggi lo stato naz.io11alista e: non più li!Jc:rak, questa realtà c-ontradcHtoria, lo rini.,erra anch'esso come m1a bara. tluesto cn,llo della ,ma rcallà JX>!itica, ch'egli s'enL faticosamc:ntc co:,tr11ito, 11011 t che l'aspc.-tt<; estc:l'iore della 'sua i1Jtc:i-iore di.~fatta. .\vanzcrà come nel Faust di Goethe, il coro mh;tico a rico11ciliarlo coli.a Re:altà. 1'f'a.9cendente, o l'croc. morrà disperato, come nel JX>tma.dl Lc11,111 1 cd iil\·idi..indo la perfetta c·mpfr:tà di C&rg-? Prn1<0 Hu1rnP.sr. ;\Tolti nltri argomenti, e di carattere più reali- !--licu, 'polrebbcro co111p,ro,·are questa ckcade11;,.a delia 11azio11ce dello stato nazfonalc. <ìli innu~ mcxc\'oli r,1gio11amc11tieeonomici intorno alla in. Sll fficic11;,;:d1ei mcn::ati nor,io11a.li, le tenden;,;c co11ti 1112n1t.li l1n1C1·icai1eu forse asiatiche, l~l clebole-r.za t:r:z:-!nica delle così dette 11um·e nar,i(!lialità del J°E11rnpt1 cc11tro orientale, o,·e, per la. confusio11c et11l~•;:1, il .!{o,·en10 cleg-li ~lati viene risen·ato ad 11m1 111i11on1nza,taJora i11f-i111c.oame in Polonia, :-ì che- 1 rn10,·i ~tati, formalmente calcati sul modello :dcmocTatico-parlamcntare, 11011si rcgKono anche.- là che s111J'arbitrio e sulla compressione. ::\'la Uile n11r1\isi ,·e1111cfatln cs:H1.rie11tementc d,1 altd,' nè ci g-io,·,1 ;-ipctcrla .. Ci importa invece: accchnarè' nel una differe11;,.a cs~cnz..ialc tra i nazion'n1bmi dell'Europ-a occ.icle11tale e qttelli del~ l'Em .0. 1j:J orientale. l\.lcntrc in quella il ri.-;Ycglio e la fon11a1.io11clkgli :-tali 1H1r,io11alrion;spoSC-ro Hl5PÒ5nT1fCtRITInC1INAZIONnLFD5Cl5MO a mo111c1ilidi,·crsi clell,, 110:-tn1ci,·iltà, ccl ebbero ,_ !Jualched11110 Ila c1·cclnto di ~opi-ire che per come' ~ostralo storièo la cultura. e 1:1. form.azio11e :no I.a tia7~io11e :-.ia. prh·a di realtà concreta, e che ,di- interi pùpoli: Frnncia, Spagna, Inghilterra, :-u tale 11egaziol)e della realtà 1.1ar,io11alcio assi.da 1t:ili.1 e l~crm:111i:1: nell'oriente itn·ece la forma- ttttta la mia. critica del 11azio11alfascis1110S. at'ebbc ,-ic,nc Jci 11n<.wistati è nn fatto meramente poli- molto comodo per questo; ma chi mi ha letto, tiro, 'cìl<' là le forze operanti nella :-.toria e nella con 1111 minimo cli attenzione e di comprensione, cultm-:~ ,r.:.cno_tre e tnttc e tre snpcrna;,;ion:1.li: sa che· si tratta sc11l!plicemente d.:i \t,11 granchio ·pa1isl:'t,·ismo, ciltnra germal1ica 1 gimhli~mo. gro~solano. Qn.ando io parlo di u mitica Nazione», Che· co:-a p~sono opporre ad esse il 1nazio11a- e di " nazione-mito », intendo ~mplicc.mentc dire ili:.:.m~"-C le trac1iz.ioni, non diciamo letto11i od che è mitico, irreale, il concetto che della )Jazioe:--to 111: nrn polacche e r11melle? 11e si fanno 11,az..-ionaJ.iseti fascisti, come di « CllE 1 \·i~ fenomeno dclia decaden;,;a. <kl nazioua- tità astratta. e valore unico per se stante.,, (p. 18), li:.:.m~/n"pp:1.r·~intimam.ente cormess~ ad un feno- c01ne di " legge trascendente che· viene ad imporrnt.:rn;idi Diù Yasta portnta, on,rni ammeSSo CO- si, dal di fuori, alk1.società cd alla storia .,,(p. 19). me 1;\c0,iro,·en;o: la clecaclenz.a e l'isteritintcuto T(a r~al~à cl.e.Ilanaz.,ionc è m1 motivo costante della della -~idltà occidentale .. \ chi guanli· oltre le mia pole1_11-iccaont.r0 un certo socialismo; come :attna-Ù condi;,;ioni politiche cd economiche alle la rea-ltà della classe è un motivo costruite della :•· tnia 1>01emicacout1·0 il nazionalfascismo. ~on è re:1li ,(01-:1.e :-:.piritnali e materiali esistenti in Eu· rop<t, 'fl ppare molto probabile che il éentro inte1- poi colpa ,mia se il mio cerv~l.lo è capace di vedelettn:ai~ dell 'E,iropa si sposti verso 01;eute, re- re come- f)--iacomple~sa quella realtà zti cui de111a- ="ta.rn10alla Germania la funzione d-i,mediatrice. gogbi orecchi-an~, pfl.rtigiani fa1:3-tici e com.pk1.- (;Ji ì~tC'llcttnali tecle::;cld, come quelli che la se.on- cent.i sofisti ,·edono e nrettono. in mostra qn:alfitta, -~-1,iss.ipaucliofumi del· pa11germanesim.o, rese che brano isoi-ato. - ~ 2. B_e·1:_;tc.'r~t • 11011· nll rin1pro,·e1·a proprio f]i ne- .c!1iarsn·eggenti, appai0t,lo sempre più ~onsape. .,.. ,·oli ~l_iC' 111t:="ltoaro funzio_1;e di meclialoi·i tra la gare la t;ealtà na~io11ale, 1_1~c~li"non an~:r.ricono-. decaçlènte cr;lturn. occidentale e la uuo,·a cultura sciuto ché essa oggi costituisce nna. religi~~~,., s.la,·~. l'uniCT\ religione esistente. yeramente, quaùd~ io parlo di naz~one-mito, parmi che questo e~_çlu. :Occiclente si è troppo abituati a conside- mento relio-ioso sia già espresso chiriramente: rare i·l· nazioua1i:-.mo e 1a cnltura di. base e fo1:- .::- • ~· • • non è appunto., il m~to, un fatto. religiosp? ..E ma,,io1Je nazionale « sub specie aeten1.i » per ve- con questo ·è _già risposto aJJ'àltra critica, e;;-p.rC:5derli, qnali ~ono itn-ece, mn fenomeno stodco sa da !3erger.et ·con patetico &uSSiego: aver~ i9.; degli_ ultimi secoli della nostra civiltà. tlato del IL.1.zionalfascismo una irJ1-terpretazio11t:: C.0sl qnan(lo uno s.la,·p -_ si chiami egli Do- puramente eco110;,1i.ca,_proprio oggi cl;ie il 111,,~te-· ~toie,·ski o Lenin -- varia di una m.issio11e uni: rialismo sto'~ico è ,morto ~ se1?olto. •. - .... ~crsale della Rnssia e dello Slavismo, si e.lassi- Se il materialismo storico sia morto e sepoùto,. fic-D.--irtatto senz'altro per imperiaHsmo naziona- io 11011discuterò qni con Bergeret, sk1.. pe!ch.è 11sta..·~ 11011 si comn_rende iln·ece che etrli d,·ela ,. 1 .... • ..., 11011· è il luogo_, s~ p'e.rchè dalla sua sfuii-at..l -1•a~pin:i,_zio11oc l'ini7jata effettuazione cli quella antima1·xistica, questo solo si riciva cli sicuro: -realtà çultnrale, ch_e assimila e plasma sul pro- ch'egli parli ad orecchio. prio.:,110c.lellpgli indi~·idui ed i popoli. Kess~1110 l\'la che io abbi'a data del naziona.lfascismo uJ.1a ·nega .c!1e nua tale realtà spirituale possa costi:. interpretazione prffa~ente economica (come hanno tu ire una ba...o:.e s.aldiss.ima anche ~er un hnpe- detto, con lui, af"tri critici, nà'turaln1ente fa.scisti)' ·ria]is.1110politico. :Ma l'nua cosa ~ l'altra .sono è ll~ "granchio poco mel10 grosso ,di qttello che hen ,distinte e non procedono necessariamente io abbia ne<rata· la n~iltà della nazione. Io bo cH consen·a. Se 110,· tanto varrebbe gabellaue ricondott0 _il na;;ionaJfasciSmo ad un 'dato ceto per :imp~da1ismo politico 1 'EHenismo, il Catto- .. sociale ma ~;-on mi sono mUi s0gnato di caratte1ice...-;i11imo 1eclioe,·ale, _l'Umanesimo italia,no' del ~-izr,are,qitesto ceto~ e la sua attività politica. - Rinascimento. come m1 f;tto pu.ra!nente econon~iCo, anc_he se ta· Ri-pdemlo ques~ mnili Yerità, non ci con- sua costitnr:1cne economt'C.a ho preso c_omepunto fo1i.a..di certo la s.peranr..a cli conYinCere le pie- di partenza per caratterizzarne ·C spiegarne la cole--borghesie latine della sterilità, cui 3:.~io- -psicoiogla. Non es.-i~t0no fatti p{tran~cnte - econo- .110c0J1da1111ateper dece11Jti. Ci fn UJl momernto, miei, come non eslsi.ono - comprenda bene Ber• qnarnlo - sotto 1'incubo di una ca!-3-5trofe fun- gereb - fatti pt11·affiel1tereli&"iosi: .la realtà è cirmlnc.nte - la nostra borghesia ascoltava le pr<r colat·e, e si pttò ragioneYohnente •cei:c.c'Ud·ei _perfezi.e; re1a.tiviste sulla fine cl'e.ll'Occidente, che I corre're il'circolo'pa';tenclo da uil qnaltuiqne punto essi; nienò Yanto del proprio_,." sen?o storico,, cli questo, p\.{rchè {1011 lo si p· 1:e1\ 1cia f.)<:!irl _~_irc0lo ehe la: faceva andare incontro rassegnata se aon intei·o e ci si fermi lì. Che è, poi; l'insegn.amellto ~erenét, al p.rcpr·io tramonto. Ogg,i, sconglua-ato finale cli quei saggi marxist.içi di è.r0'ée che temporanea111e1ite il croilo mateiia.le, pare che' sl Beroeref. cita. alcJual1t0 a sp.i-opos-ito. sia ,1bbandonat..1. ad 1111 senile Ottimis1no,. ì\1a i1 .-:, , 1 - • 1 3 La m.ao-o-iorpa.i-te dei critici rn accettato a let:11:g:ocleg-Hcs~erl ,·i ,·enti non muta le Yicend'e iut~Tlpreta'.l.,i~~èpiccd1o-boi-gh'cie da ine data del delle stagioni ed i sog11i degli inconsci non scon- naz-iomi.lfasc-ismo. Fo\•el obbiètta; però, che il ca~ O"i11ranole clccaclen;,;e. rattere picc-olo boi·gli~se, P,ri111itiva.n1enteesisten, ;---l11t~nto es;; 11011 sente che per la vita percìette te- nel fascism1 0, è à:rìdato scCmparenclo inall ma.no 1e ra_gjoni' ste:=-.~~de11a Yita, che uell.a lotta al chc ..le. ·cl-assi abbienti, specialme 111 te agra,rie; ~i eoltc-llo per la propria esL-;t~11;,;ma ateriale lasciò sono 11,;pac.lt'oi1ifedel 111ovi1i1.entoi,l qua.le oggi 1n.· fede in quegli ideali e in quelle forze che ave- a,-rebbe carattere sOOtanZ-ialmeute conservatore, \":llll) dato· Ull senso alla sua affenna,.--1o'ne è al · - - 1 I 110-n risj)Oncl'ente -in a'.lcun modo a'gh 1nteress1 e e - .suo clon1i11io,·. 110ll s 'accon:re, la nostra bonrhesia, ' d' 11 ..., ..., la piC'cola borp:hesla ridotta a strumento 1 que e ch_e in:ide.11doalle ideoh~gie ed ,ii m-iti de1lo stn~ claSsi abbi'enb. Tùttd •que'sto è sostan 7ialmentc pJclo- secolo "XiX, rassomigli-a al vecchio che sor- vero, 11 ~,a è anche detto, 0 ahneno imp,licitam.ente i-icle degli -id~rl1idella sua giovinezza. Solo le contcn\tto in qnello che è detto <la me. Io ho, apborgJ,1~:-.ieanglo-::.assoni _ Loila 101~0fede, tanto - , i • - punto, sos.tei1uto che 1l't.entativo f-a...;cistad1 costi. derisa, nel pacifisn10 Leg~ çlelle :\"azioni ·ecc. - tu ire nna -forza .sol--i:aleintenned:ià; fra capita,lipaiono pe1· il 1110111en•tfoar~ cece-Lione, e pres~? :;mo e p~·olE'lariato _ anzi si.'t_f?erioi-aed ainbe(tne di es.se infatti si sah·ano a1111e11l0e forme poli- __ ·e?a t1top'istfco; che 11 fascismo era riuscito tiche della nostra civiltà. ,·iittofio:so contro wi-fo ,lèi due suoi nemici ideali E-.CprnJè appare la sorte tlell'incliv~dup, in que- perch~ a.\·e\'a antto l'appoggio cl.e-ll'altso, appogsto tra.monto? Come la filosofia idealista, non gio che uattn~llinctite cjnèsto 11011 m-rebbe d·ato rinseenclo a r,isolvere il suo proble-ma cent.ra1ef colil.é c0ntro ~ Stesso ( 1). Se però il Fo,·el volesse che é quello del rapporto tra l'Io, tras~enci~ute cifre ~ èome pa'.rrebbc cla qualche suo passo - e l'io enrpirfoo, sbocca nel relativismo ç nel ,.s...'1- che t·f fasci-.m•. Ò era iilirjalmentc •un 1110,·iJnento Hp!-,-i'-snw,così 11 t101i:10 n1oder110, perflu~. ogni democratico, divenuto reazionario solo per via, alfeclé' nella Rdgione 'O 1.1ella Sto-ri,a;, t)ella J..ibe1ià lorn uego; pe.rchè il caraJt~e rea,,iouario - e 0 nella Ginstf-zia, si trÙYa isolato, separatoi dai p,roprio. qui cnltÌtJna ,la m.ia tesi, che il Fovel in suoi simil'i clH Ullat ,mtlf',1glip. ·111s:np~rabile~Pare che sia spezr.,ata ;nche la conti11ni•tà co.lle.iene- (])~ ! _t~r~t~i:id antieàpitnJistfci, del 1~;:5to,Ùon ra;,;io11i p'nssate,' perChè onnai la storia, dopo i sono cessatì ai:icbe se faci'lni.ente si afTio·scim10, t,rfofi'fi cle'l1o storicismo, sembra non• abbia più· • per ,;0lont.à st':.essa'del Capo supre1;10. Ba.~ti ric011·- n11l1a'cla dire. Qwe-1p' i-òl:eSSOSt'ofico,· •Che si pensa • e.lare la. rece;1te \e,·ata df°iCudi~élei ~ii;cl'acali fiscine/,/'atto i-li_ cu.i .il pi·nsa.,. no·1r-c1ifferi~~~pet~ ~}1_1•Ha sti t~rineSi co11'tro-gl( inclw;tl·iali. sost.au;,.a. non oppui;na - (; contenuto precisa.mente nella sna posiz.io11eoriginale, ideale, eia<: nella sua pretesa di im.porre una legge traseendentc: agli i11di,·id1ti e al.le classi so..:iali in lotta fra loro. 4. Fqrsc la critica più acnta (! stata que11a fatta da Ansaldo. li quale, alla mia disti.nzion.e della piccola borghesia in • tecnica .,, e<l e u.m.ani!-;tica :e, e alla identificazione dcl1a seconda col na-- r.ionalfa.scismo, ha obbiettato che la piccola borghesia tecnica dell'Italia. settentrionale - • milanese,, la chiama egli, con sigla non arbitraria - entra p,ur 11elfascismo pe1· qualche cosa; e per assai più dell<i piccola borghesia meridionale, tipicamellte 1..: tunanistica •. La prima osservazione è verissima; badi, peròi l'AnsaWo, che le due categorie .da me stabilite (ed io ho avuto forse i1 torto di 11011 avvertirlo esp,ressmnente) erano assai più ideali che empiriche: tendevano a classificare d'ue- m_entalità, pii.1ttosto che due ceti sociali effettivamente distibti e c0ntrapposti nell'Italia odierna; e la. pi•ccola borghesia • tecnica " era posta cla me plù per chiarezza d'i caratterizzazzione e compiutezza scbernat-ica· che per una effettiva r€".altà·•da me attribu.1taJe presentemente. Con- , ;-eugo; ,d'unque, pienmùente con 1':\nsaklo sulla presenza •della ,picc-ola horghesia • « milanese.,, t!el nazfrmalfascis1no; ma forse per il fatto che essa è· con1iposta di impiegati inèlustriali, bancari, et.e. ·mancano nella sua mentalità i caratteri che io attribuivo aUa piécola borghesia « umanisti.ca.» ? Questi caratteri io li compendiavo d11 uno solo: retorica. Ora, certa esa.ltazjone dello sport, dell'auto, della velocità e via dice1ido, di cui parla Ans 4 klo a·proposito dell<t piccola borghesia milanese, è retorica tlelfa più sch·ietta: retorica fuftìrista, se ~i V'tt01e,ma che si ailea benissimo a quella « passatista », o piuttosto non ne è se non una nuova manifestazione. Tanto è vero c-he questi futuristi pseudotecnici sono poi gli stessi che portano i1 l fascio littorio e fanno il saluto romano, ecLiDJ1ieggia110a Roma iniperiale rediviva:· tutte c;ose che più « umanistiche » non potrebbero es.o.c.;èreS. 'intende che per fare della retorica o: umanistica » non c'è mica bisogno cli sapere vera1nente il latino e la. storia romana : al contrai;o, più se ne è cliginni e meglio è. ~cllo sdJuppo eco1101111.acno~tfr1to· clel nostro paese, anche il capitalismo e i fen0nieni con esso conllessi ais11mo110 un carattere -artificiale e « retorico J). In qllanto alla· piccola borghesia 1ne~iclionale non fasciSta, dissento cla.1'1Ansaldo. Che i meridionali siano entrati per, piccola parte nelle formazioni fascis,t.e sino alla marcia su RoIDa, è 1m fatto, che si spjega facilmente pe11,sa.ndocome tutto il c.ampo cl 'azione del fa.scismo fosse, e non potesse 11011 essere, nell'Italia setteut.rio.11ale e centra.le (1nericfiouali, clel restor cc n'è ormai moltiss:imi fu0ri del mezz0gio1110; e anche in quella pkcola bòrghe.sia n1.ilaneSe Hi cui parla Ansa.Ido). :Ma qn.anclo si stnd_iano la mentalità fascista., i suoi e1e1116ltt,i·,i suoi success.-i, 11011 bisogna gum·dare solta.nto ai fascisti iscritti; anzi, i simpatizzanti hai1110più importa,nza di loro (lo !--tesso era accaduto per il socia.Lisp10). Ora, se ne11'Italia settentrio11ale l'opinione sul 1131..ionalfaicis.mo era dh·isa, nella meridionale la compatte.u...a. a snq favoi;-e era dssai più cospicua. Nitti, Giolitti, il s0Cialis1no e la sociahlem.ocra;,;ia i11nessuua pa:1ie d '{t.alia sono stati cl'eprecati e-Yitup~ati con1e nel Mezzog-ion10: e in nessuna par_tc la demagogia pat1;ottarda ha avuto ed ha piit facili tdo'nfi. L'Italia settentrion.ale ha creato il fascismo; ma l'Italia meridionale ha dato il magg1ior co1{iinge11te eh filofasci-smo. E non è caratteri-stico che qna11do si è Yoluto argi11are, ne_i:i\1ez;,;ogon10,il fascismo dilagante, nou si è tro,·ato di meglio che farsi naz..ionalista? 5. Secondo A.ugnsto l\l[o11ti 1 nel mio libro tntto l'intern~-nti.smo in hlocco ('..osteg:giato a.ppnssio11atumentc, e clcnu11ciato c-ome mast,;imo respo11s-abile del fasci::;mo. Che cosa intende, il :Monti, per inten·euti:;m.o? J..,c- campa~rne ciecamente germa.nofobe e setYilmente i11tc..-.iste,bollanti da traditoti dE!lle patria chiu11q11e 11011 Yi ade1;Ya? I tumulti cli piat.za suscitati, co11 tra,:~?mnenti dernagoiici e t~1eschi11emcnzogì1c, contro la n1aggiora!i;,;a. dell~ Camera e il S\~O caJ)O,. g-ià r1·csidente del Consiglio, per quattro Yolte? il « fronte interno» e i tc11tatid di dittatul·e cidlc è m,ilitare? Se tutto qnC$to, e scltaiito questo, fossè ~tato 1'interYcntis.mo, _allora 11,011 ~ap•rei c-he far143 ci : io nun ho nulla da cambiare agli apprezzamenti pronunciati contro quei fe:J1omet1i.){a non scrive il ,\,fonti, a proposito clel • radiosarnaggi- ..,mo tripolino it, che OKgetto delle. :-,t1.e osservazioni i: • nc,n il fatto cl.ella guerra italo-turca e deil'impresa libica, e bu1to m.c-no la convinzione dcll;i ineluttabilità di quella impresa.,, ma piut.- to:;to il e modo con cui fu allora condotta la camJYagna interventfatica., e il prodursi, neJl'amb-fonlé creato. da quella campagna, di qu.ellc, spiritc,, ehe ora, edotti dalla più recente csperien.7_,a, pos-_ siamo c:hiamarc bernssimo spfrlto fasc·ista •? E perchi: <JU(::St,alistinzio11e, buona per lui, no-n dùv-rcbbc es~cr buona pc,-'7" mc? J 11 tutti i JY.,:tssj in cui io parlo rlci fenomeni intc.·-n·entisti, sc-mpre il mio dire si riferisce al « modo con cui fu condotta. la campagna interventistica" e aJ « prodursi di qncJJo sp1rito che ora possiamo chiamare spiri!:(, fascista,, e nc,n mai al , fatto della gu<:rra • o a « Ja convinzione de1Ja ineluttabilità• ùi <':Ssa. Che se poi il _\fonti dc,manda perchè i.o nc,11ho parlato anche d_i,I, rrulfosomaggismo triJX>lino • in quegli articoli sc.-ritti per l'attualità politic-a del dopc,guerra /pare che il )-fonti non Wnga affatto conto di questo: che 11 mio libro è una raccolta di articoli, sc..-ritti in un periodo di qu:,1ttro anni, e: riprodotti', per scrupolo, tali. e quali/, io potrò anche concedergli l'esistenza di tt1ia lacuna.. Pkcula, a parer mio, JX-'1'- chè dopo il 1915 il < radi.osomaggismo tripolino, era veramente una goccia caduta nel mare. .Yla, oltre il"<radiosomaggismo tripolino•, c'è il • neutralismo g101ittiano •- Che quec;to ah&ia commesso degli errori, non c'i::. dubbio, sebbene io non con.senta in una gran parte delle osservazioni fatte in proposito dai Monti. ;¼a se il ]\fonti pretende che io, mc.-ntre scriveYo per realb-.zare quella unione sociaipopolare-democratica, che eg!: dichiara, chi sa percht:, assurda e non clig.nitosa (ancora non ha capito, dunque, che proprio i! 11011 essersi realizzata quell'unione ha portato alia vittoria del fascis,mo ?), lavorassi a svalutare pre>- prio l'elemento costituzionale che io Sper\LVO potesse essere il perno dell'unione, allora gli dirò che io facern della politica e non del flagellaotismo. Per rilevare quegli errori del neutra1famo - <"ostituzionale, ce n'era più che a su.fficien.7..adel Corriere della Sera, del Giornale d'Jta.lia e di tutti _i giornali e gli sc:rittcri interventisti. )la allora, altra e più grave lacuna? E' questione di cpi11ioni. Riunendo quegli articoli in '\:'olurne, io ho mirato a lumeggiare due punti : la mentalità da eui è nato il fascismo, e la situazione poJitica i11cui si è sdluppato ed_è ~rrh·ato alla dt toria. Riguardo al primo, il neutralismo gjolittiano non è stato certo fra i suoi f-.,uiori (quanto cl.ice il lVfo.ntisopra il e: nazionalismo• di Giolitti ripooa sopra un equi,·oco: effetti i-amen.te, GioJitti si basò sulle condizioni specifiche de11'Ita1ia, mq questo era realismo politico_, e cioè, se ma.i, nn~inaZ-io1?3.lismo); per il secondo, occorre _tener presente che, COJne forza politica atth·-a, essq n~titra1ismo è stato sempre vinto: nel '15 da·ll 'inten:eutlfil!10, nel 119 dal massimalismo, nel '20 (cioè ;;-opriq quando _Giolitti è ,-enuto al potere) dai massimalismo ancora, e dalla ripresa interv~tistico-fascista. Ora, le responsabilità politi~h~ssenziali sollo dei ~-incitori, non dei dnti; ·e. Se iJ n;io libro è dedicato so.sfanzialm.ente a quelle, non cred0 _che ne Yenga, al quadro storico, un gran danno. Xon pretendo però, naturalmente, che tutti siano di questa opinione. Conclusione p-ratica : responsabilità ce ne sono state dtt tutte le parti ; ognuno insiste di più su· quelle che crede maggiori, e non si può pretendere dì e.ambiar la testa all<t gente. Ma se il Monti crede che nella raccolta clei miei articoli ci ~ia stato lo scopo_.di ris,u.scitare Yecchie polemiche, erra completamente; e in Yerità sarebbe il solo a crederlo. I f'.'5"isti per i primi hanno capito benissimo che il libro riguardava il fasdsm0, cosa Yiva ed attu-c"Ùe,non l'intenrentismo, cosa passata com.e il neutralismo. Questo supe;~ento di amb"éctue i fe1;on;eni è ~tatò da.. me enuneiato espressamente, fin dal dicembre '20, in un articolo (« Punt_ò di ,;volta,) scritto alla ;-ip,Iia della mia ,·enuta a.Ila Stmnpa. Allo spinto ed al programma cli qnell 'arti<:olo (i.n.,·ocante una concentrazione den1ocratica tra bolscedsD:lo e nazi<>- nallascismo), io s0l10 rimasto se~-pre fedele. Solta.Ilto, oggi che il f~ci~.1no -;iiè .~ntpiantato al potere, su11e rovi~~ 4-ei partiti dern.ocritici, crèdo che non tau.._tocli concentraz.ione e di « fronti unici J) sia i•l momc.nfo, q{iantò di re,·isioue, di ripiegamento intimo <.lei n1ri pàrtiti, per creàre Ulla Yita pofi.tica 111\o'i~a; ('l 1\1églio a'ncora che elci pm-titi, ,-~chi e fnL.:;ti, di Tiucl~i sociali, gruppi, llrdi,~id11i-singoli, capaci appunto di dntlo,~amellto. Kon io certo penso ad esdudere da questo rinno,·amcnto chicchessia, per reato cl 'i nterYen.tismo). 6. La magg-ior parte dei cri.tici non si è soffermata ad esaminare - per apprOvarlo o meno - 1'inquadra.m.ento eh\ me tentatò ae.1 na1ionalfascis.mo· 'nell;i stori:11 politica e spirituale europea.- Hanno in,·ecc in:-.:i:--titòsu qtlesto punto - che per mc è fondamentale, - clne scrittori non prrofc..;sionalmente po.litici, Tilghe.r e Le,; della Vicla., tratteggiando la concezione g!merale e la mentalità dell'autore di Nazionalfascisrn.o. Sulle loro nnalisi, e le sintesi ·conclns.iYe, 11011 J.10nu_lla da - ridire: mi felicito, piuttosto, (1i a,·er troYato ese. g-eti c0sì. fini e penetranti. (Ù1a1ito, 1;_eloro es.~.n1e critico, può a,·er apparenr .a. cl'obbiezione, è, p-iuttost.o, ca.rçttedzza.Zi011è, noichè carat.tertl.~are sig1nifica cl.elimib:tre, e, :per-ciò Stesso, Parz..ialméntc negare. J,t·1cr SAI.rA'fo•nÉr,1,r. ,

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