La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 29 - 2 ottobre 1923

120 COMMEfiTO QUOTIDlf\NO I.a qùèstione tede·sea Le colpe del governo .Stresem.ann-lfilferding si rf.a.ssumono i-n una,: i/incapacità di realizzare 111z.a politica u1iitaria, austeraniente prussiana d·i fronte alle grettezze ba--,.;a1'esi,che potesse far valere agli occhi dell'Intes<L fa fid,z,cia delle masse popol.ari. IL fa.l/ipien.to della reéist.enza. passi-va, che fu su.b"ito gius tam.ente criticata come qu.ella che Pri-ua di agilÙà si precludeva ogni soht-zion.e e ogni conzprmnesso, aiuta la demagogi(b del fascismo ba-va-rese. Ora. bisogna. co-nstata-re che la '"t1alutazione più perspicua della. presente crisi tedesca viene da·i co,iut.ni.sti. Carlo Radek. non deve essere conf1,so coi jaciU. di1rn.lgatori, e coi noiosi apostol·i d.ella terza. internazfon,a.i,e co,J'J..eBucarin e Zinovief. E' 1t.n 11.om.o di pensiero foggiato al. tormento del problema del/'a.zio11e; dia.letti.ca, lucido con le -vi:rtù di cinisni.a e di entusiasni.o proprie dell'e. saspera.::ione eb·,~aicadi 1·a.zza.lVon puoi leggere Radek senza pensa-re a,llo stile e al.la decisi-One dt Trozchi. Radck vede il problema della Genna.nia in Europa. Intende l'fntern.aziana.Li.sm.o come una par. ticolare forma. di politiw estera na=ion.ale, Ha dùuzn::i il fallimento delle solu.zian.i. denwcratiche e nioderate ,· gua1·da il jascisnio ba:varese tenendo presente l'esperienza italiana. Guai agii ine1·- mi quando la politica è con,dotta a1uf.acen1,enteda classi guerriere! Rçidek ha preparata L'organizza.--ione annata dt;.lle centurie prpl.eta-rie. L' esaspera::ione tedesca. ha -zin no·me e um, fronte 1mico : lotta. confro Versa.illes ! ha 1tna. giusti. fica=io11e: la fatale antitesi degfi scopi perse. g1titi da.lla Francia con qua.lfiaS,i po!.itica: d·i pa.ce. Radek. capisce e gi1iSlifi.ca, l'esasperazione 11.a.zio1zale t.ed.escache è una lotta contro l'-ziSwrpa.tore per d-r.fc,,'d.ersidalla fame. Il capitale, egli scr·h.1e tenden.ziosamze1ite, 110n. è soltanto respo-nsabile del.la niiseria ·materiale dei cittadi11,i, 11z,a, anche della. 1niseria nazionale della Germa11ia. La cla·-e proleta,ria 1nentre persegue la sua politica di pace p1tò d11,nqueessere francamente na::ionalista : ha il dO"'uere di non lasci.a.re al jascisnic il monopolio di questo problema d,j d,ign.ità intenwzionale. Di q,ii quella. che i democratdci chiamarono con stupo-re aUea.nza del nazionalism.o e del comunism.o tedesco. Per -vedere a q11ale dei d11ealleati. spetterà I.a porte dell'uo1110 e a quo/e la parte del cava.I/o con··,,.errà attendere gli a.111Jenimzenti.Probab'i/.. niente sara:nno i jattori in.di-·vidiwli a decidere se contro il Kere1ischi-Strese1nann pre1Jarrà -il Karnilo"c-L1uf.endorj e i'! Trotzchi-Radek. Nell'attesa non de-,1-rebbe sfuggi.re a/.l' osservatore l'as}u::ia starica s1i cui i com.-zinisti tedeschi i.n1.- posta110 il loro calcolo. La lotta di classe iTZsegna ai 1Jeri coinbattenti i Ii1n.iti delle classi. in Italia, dlY.'C i socialisti si con1,piacq1iero di candide inipro·:.rvisazioni, il proletariato fece da sè; non -volle alleati; disprezzò. le classi 111,edie e queste alleatesi con. la plutocra::;ia fecero esse la loro ri~.:oi1,zione reazionaria. I comunisti tédeschi in·vece non hanno alcu1w intenzione d.i ri.mane-;e isolati nella lotta politica. Giustificm,do ii mito di classe del.la piccola borghesia ne eludono i pericoli e le rigidezze rea::;ionarie. Ca,piscono di poter sfrutta.re le forze del mal-contento pu.r s~.:iJuppa;:do la loro politica di fntransigen=a precisa. L'accordo con la Ru.s. sia e l'imminenza di gra-vi 1n1itazioni nella politica interna inglese sono le garanzie che la politica co,nimista offre della serietà della swr stru.ltu..ra. Di fronte alle a?Zgustie del reazi011a.- rismo ba-.:arcse ci s01w in questo calcolo t1itte le risorse della. serietil prussiana e le attitudini a S'"iien.tare separatis-rno e regionalisn1,o_ Ognimo che ricordi l'esempio deUa Russia -vede con quale dignità sap,rebbe parlare all'Intesa uno Stalo operaio. Solo le gran.di democrazie proletarie possono s-1.:olgereuna seria politica nazionalista. Il problema è di sapere se la Rivoluzione tedesca che ha già il suo teorico e il suo profeta a~i.rrà anche il s1w statista. In tal caso chi può dire quali saranno le .s1te ripercussioni -nel 11wndo europeo? 2.5 settembre. La polemica dei servi fedeli .\fentre scri--,:iamo il discorso del giorno è la crisi fascista: le polemiche giungono all 1estre1n.o limite delia "JÌO/enza. Quando il lettore ci leggerà appena ;z.cresteranno Kli echi e lo acrimon.w personali. La questione sarà stata seppet,. lita perchi!. è i111-matura. Conte non scorgere nelle varie voci. della con.- tesa una manifestazione -1,•ariopinta di ritornelli a tema obbligato? Ii direttore d'orcheslra è ancora .\/ussolini clte dà la giusta tonalità agli accordi di5eordi. Se la polemica è di-ventata una rissa per il caso Corriere: italiano-Raroncini, 1zo?i bisog,w confondere la prospetti"ca e credere questio,ie generale quella che è appena il ricordo di u1< duello antico di milioni e di spade, In Italia c'è scarso spirito ironico. Lo spetta tore si appassiona incorreg,sfbil,nente allo scena, rio e ai fantocci. Xon gli accade di ",•edere tra !e 11iascher~ corniche q1,el sorriso di intesa che è buo,w tradizione anche trii i guitti. Quanto più ti guitto è compreso della s,w parte (chè se si dimentica addirit.lura che de~veaccendersi a freddo peg,:io per il suo buon ;usto!) tanto più il LA RIVOLUZIONE LIBERALE direttore di scena. sa-rà soddis/af-lo. L' ìmpo·rta.nte è che il. du,ell-o sia preordinato, che Lae1·tc non debba essere sorpreso da. Amleto. A !!ora voi credete che siano st.a.te messe in discussione le cariche e J,avita de-i contendenti mentre tutto è p-rPvisto e calcolato. G u.ardate appena 11:n poco a/, rii là dello scenario. Farinacci ha il, vtso l:r11ce111.n non pu.ò 1wscondere a.etalc_uno che. è il presidente che g~ielo inspi-ra .. Massim.o Rocca dichiara. addi-littu.ra. rii aver scritto pa.ro/e dettate in alto ioco .Barancini fa la s-ua parte più annnodo, ma ostenta di pmlare con la fi.ducia. del duce. Anche De Vecchi professa. il più sacro lealismo. A con1,media fin:ita a·i:1·em-0l'a.poteosi del pacifico ditt.atore. -Gli si sarà ripetu.to ancora una volta. che egli è al disopra di tu.tti, che. è il padrone, che ogJ1uno è a.l suo posto per 11,bbidi:rglI; in -realtd si assiste a wn.a.gara· ad.u.latrice di fedeli se'l"vitari. Si discute sullo stile della cc,rti.gianeria e- sulle i1iterp·ret~.zioni dognuz.tiche. Nessun p~yicolo. ~i;i~solfn.i pe-nnette : s.a che que.sto è compito degno di fiducia,ri zela.n.ti. Q,wnào /.a -uoce del s-ignore si sarà fatta wfi';'e il pubblico r~ c01wsc~rq, il ·valore ripnsto nella favola, al/a. q,w/.e i gi.or,,ali hazin9 -vol.u.(o "½eltere i/. b11ffo titolo: crisi del fascismo. Il fascis11w 11011. è in crisi: il fascis·mo è co·,npaHo, e noi preferia-m:o l\fussolini fascista al(a figu1·_azio11eb'ona-ria e corru,tt,rice di un ì\tlussolini italiano e liberale. '26 sette;,,,bre. p. g. ,,PROB:t'lEffil PRATicrI IL L'agricoltura e i dazi di proiezione. L'agriçolt~a, è doppiamei1te colpita dai dazi di protezione. . Una prima volta è co,lpita perchè gli, agricoltori sono i -prin,:.iJ)'lliconsumatori dei prodotti che -godono della protezione doganale. Gli agricoltori itali.ani_ sono accusati d,i far poco uso di macchine e di concimi per cui .non riescono a produrre a buon mercato o - che è lo s\esso - non riescono a far produrre allai terra qua,nto,potrebbe. L'accusa è fondata; ma_gli agricoltori hanno almeno u:na scusante per sè, ed è che le macchine e.cl i concimi cootano troppo. E noi diciamo che costa.no troppo perchè, grazie alla protezione doganale, si è costretti a comprare le une e gli altri dalle -faLbr,iche italiane, se put"e ~e ne trovano abbastanza. Nell'autu.nno mol~i agricoiiori della nostra provincia 'hannò assistito alle prove di un piccolo tratt9re da coilina. Non si può negare che si tratta di uMJ macchina quasi p,erfetta, sebbene sia, sorto il dubbio che non possa servire agli scopi per cui vennero fatti gli es.perimenti. Poniamo che esso sia tale da. poter risolvere il problema della facile e profonda aratura in collina; bisognerebbe rinu.nziarci, perchè, con la nuova tariffa doganale, questo trattore che ci viene dal]' America, mentre costa meno di 20 mila lire italiane posto Ke\\--York, giunto •in Italia ne costa 40 mila perchè bisogna pagarne circa. 18 mila solo cli dogana! Altro esempio. C'è in Italia un'industria fiorentissima, l'industria delle conserve alimentari, molto eserclitata -anche in Toscana. Questa inòustria potrebbe estendersi e <:0ntribnire a diminuire la povertà del nostro paese. Pensate : mentre molte altre industrie, per vivere meno peggio, hanno bisogno che Io Stato obblighi i consumatori a far sacrificio di ricchezza, questa delle conserve alimentari, essendo w1'indnstria )la-- turale, non temendo cioè la concorrenza straniera non chiede sacrifici a nessuno, e può esportare i propri p,rodottli al co.ntrario delle industrie protette che i propri p,rcdotti non possono vendere all'Estero perchè sarebbero schiacciate dalla concorrenza. Mentre l'industria delle conserve alimentari ci procura un po' di quell'oro che ci manca e più potrebbe procurarcene, quelle altre industrie non fanno che sottrarci ricchezza continuamente. Ebbene, l'industria delle con&:rve alimentari, già tanto fiorente, minaccia di rovinare per causa della prote,,ionc doganale della latta, poichè le conserve alimentari vanno chiuse in scatole di latta. L'industria delle conserve aime;1tari occupi ben 70 tnila <,perai; quella della latta, esercitata quasi esclusivamente dalla« Magona d'Jlalia 11, oc.. cnpa solo 4 mila operai. ll Cr,v("rno, per permettere che l'industria della latta viva la sua tisica vita, minaccia di far mori.re quell'altra e minaccia quindi di far t1'ovarc: sul lastrico da un momento all'altro buona parte: cli quei_ 70 mila operai e: cr,stringc:re gli agricoltori a smettere alcune delle culture più redd'itizic:. Il dazio dc,ga)].alc sn la latta è tanto alto che, quando la scatola di con" serva è pronta, il 70 % del suo cc,,to è rappresentato dal rc:cipiente. La con~c:guc:nza di questo fatto è che le conserve alimentari , engono a costar tanto che: non trovano ormai S(; non un piccolissim<J smercio. Per" tanto, .se continua. cosi, prc:str, mclte fabbri" che di quella industria dovranno chiudere. Se invece il Governo permettesse che i fabbricanti di conserve alimentari comprassero all' Ester0 senza pagar dazio le scatole di cui hanno bisc.>gnc,Jr, srnercic, delle: cm1serve aumenterebbe specialmente all'Estero, e si avrebbero quindi questi risultati : 1° maggiore richiesta dei prodotti agricoli da trasformare in co,nserve alimentru-i, per cui gli agricoltori potrebbero allargare la cultura di quei prodotti '.\uvecedi coltivare prr-odottiche costano molto e fruttano· poco, e probabile niente vedrebbero aumentare il prezzo dei primi, come accàde ogni 'qua:! volta 'una mer, ce è molto richiesta; 2° i 4 mlila.operai della « .Magona » dovi-ebbero forse esser'e licenziati, ma in compenso crescerebbero di IDDlto gh> operai dell'industria delle c®sei;ve diminuendo la disoccupazione e il carico c1 ciperài che, per causa della disocrupazione, hanno gli agricoltol'Ì; 3° poichè - come dicemmo nel precedente articolo - le merci si scambnano con le merci, poichè occorre esportare per poter importare, quando noi ·potessimo mandare all'Estero maggior qù:ati. tità cli conserve alimentari, dall'Estero ·po- 'frebbe venirci roba a buon mercato. Non bisogna dimenticare che una, delle cause del- !' altezza del cambio è il fatto che noi acquis=t!'fun.omòlto dall'Estero mentre dall'Estero hanno poche merci da acquistare da noi. Ilnpòrt:à.nclo molto ed acquistamdo poco, noi non facciamo altro che contrarre dei debiti. E poichè all'Estero non sanno bene quando potremo saldare questi debiti e se potremo saldarli tutti, con l'altezza del cambio non •fan.no altro che riscuotere dei fortiissimi interessi anticipati e nel tempo stesso, garantirsi in qùakhe mòdo. Ecco tutto. Una seconda, volta l'agricoltura· è colpita dai dazi doganali per'ritornione. Dicemmo nel precedente articolo che non e~i'ste alc'un paese dove si produca proprio tutto ciò -che è necessario all'esistenza. Non c'è' alèun paese che non abbia bisogno d'i andare .a. cotnp1"are qualche cosa: in ùn altro paese. E poichè le merci si scambiano con'Je irnerci, è chiaro che, se il paese A n◊n vende :i, _propri prodotti nel paese B, non potrà acqù1stare 'i prodotti del paese B, altrimenti - come vedemmo - il paese B regalerebbe i propri prodotti al paese A. Intend'iamcci : s:i dice cosi per iiecessità cli chiarez,ia, perchè è necessa;rio ,essere elementari trattandosi di materia che la, maggfor.piarte del pubblico ignora; ma il fenomeno è assai più complesso, avvenendo spesso che il pae9e A còmpri i prodotti del pa:ese B senza vendere· i propri nel paese B ma vendendoli. invece nel paese C. Si raggiunge l'equil,ilbrio poichè, .se il paese B uo,u compra i prodotti del p~èse A, compra invece cjuelli del paese C, che a sua volta spende la moneta del paese B per <:0111prarei prodotti del paese A. Serviamoci della enunciazione più elemen .. tare del fenomeno. Poniamo che l'Italia produca una, quantità tale di patate che, vendendole tutte, possa ricavare 100 milioni cli lire. Poniamo che l'Italia abbia bisogno di 200 mila ruote cli ferro e che ciascuna: ruota, se fosse acquistata in Inghilterra e portata da noi senza pagar dazio di confine, ve.01sse a costare li're cinquecento. Poniamo che per causa del dazio doganale s,i sia costretti a comprare le ruote in Italia e che in tal caso so paghino ciascuna lire mille. Poniamo ancorn che noi non si comprr-ialtro in Inghilterra e che le nostre patate, se .non le compra l'Inghilterra, non le compi-i nessuno_ Poichè l'Inghilterra, non avendo nei comprato le sue ruote, non ha. quattrini pc,r comprare le nostre patate, le nostre patate resteranno invendute e gli agricoltori <1vra.nno perduto 100 milioni di lire . .iVIagg'ioreè il danno che ne risentirà tutta la Nazio.ne, nella quale saranno entrati 100 milioni cli lirè in menoJ 111entreavrà spe~o 100 111ilioni cli lire in più per l'acquisto delle ruote in Italia invece che in Inghilterra. Quindi, allo1-cl1èi prodotti agricoli cli èui l'Italia abbonda e più potrebbe abbondare si vedono chiusi i mercati esteri, non bi5Dgna incolparne questa o quella nazio.ne, che spesso è costretta a non comperare da ne.i, non avendo ali' uopo quella moneta nostra che le avr·emmo prtturata acquistando quei prodotti di cui essa è: ricca invece di fabbricarli nei con 1naggiore S]Jesa. ?.Ia più _spesso i nostri prodotti agricoli si vedono ch1us1 1 mercati esteri per la guerra doganale che vien fatta !oro. Resta a vedere se questa guerra è meritala o meno. Spcs~,0 è: meritatissima e !'isponde a una necessità degli altri paesi. ì\'aturalmente ciascun paese cei·ca cli smer .. ciare la maggior quantità possibile dei suoi proclott,. Qua.n<lo i governi Sbno avveduti e _s1pn:cccupano solo dell'interesse del maggior namero, essi 110:, aiutano la produzione cli quelle merci che all'Estero si po.,sono ave,~e cr,n meno, ma procurano invece che altn paesi comp,-ino .rn:l proprio paese quei prodotti di etti gli altri paesi mancano e che il proprio paese produce coa poca spesa. E allora essi dicono a questi altri paesi : « 'oi 11011 fabbricheremo qu~i prodotti che voi prnducet.e più a buon mercato di come potremmo far noi e non andremo a comprarli altro,ve che 110.11 sia eia voi, ma a nn patto: che voi compriate nel nostro paese e non altrove qnei prodotti di_ cni voi mancate o che potreste produrre solo con molta spe,a ". Questo palto si chiama trattato di commercio. Cioè la naz.ione A compila una tariffa doganale avesono indicati q' dazi per ciascuna merce, ma stabi.lisce con la nazione B un patto nel qua-- le è eletto che la tariffa non si applica pe1· le merci a., b, e, d, ecc. p_rovenienti dalla naz'ione B. E lo stesso,sta:b'ili"'sceper altre merci là .nazione B in favore de1Ia nazione A. E allora accadrà che le altre nazioni non potranno porta.i·e nella nazione A le merci che Vi porta la 11azio11e B, nè 'uel1a .nazi011eB le 'i'nerci ·che 'vi porta ·1a nazione A, perchè co-- sterebbe'ro di 'più e non troverebbero qui:1di com1 pratori., In altri tennini, pe1· essere ancora più chiari : poichè l'Ita:lia, pùr no.n avendo ·ferro e carbone, vuol produrre oggetti di ferro a<:·· eia.lo ecc., non li compra in Inghilterra. Ma l'Inghilterra, cl:te 'vive specialmente della produzione del ferro, ha pure_ bisogno ài ,,enciere gli oggetti di ferro acciaio ecc. che produce lei. E poichè non può venderli in Italia, Ii offre, poniamo, alla Spagna, la quale, poniamo, ne ha biso·gno. La Spagna risponde: • Volentieri', mediante un trattato di con:1,mercio,non farò pagare dazi.o doganale a questi tuòi prodotti in modo che i miei sudditi.preferiranno acquistare i tuoi perchè costeranno cli meno anzichè di altri paesi, ma a patto che tu, Inghilterra, fa:rai pagare a tna volta il dazio su-i limoni e le arance che ti vengono da altri paesi e .non sui Limoni e le arance che ti ,,engouo da me •. Accettato i] •patto, l'Italia non potrà più vendere i limoni e le arance di cui è ricca all'Inghilterra e quegli italiani che prcxlucono limoni e arance vedranno questi frutti marcire sugli albe.rii O· Ii ·venderanno per niente. Ora, quando si pensi che l'Italia è un paese eminentemente agricalo e che 11.011 può fabbricare se non ad alto cesto, per manca..'lza. delle materie 2rime, molti prbdotti industriali, è chiaro che alla protezione dogana-- le di questi ultimi non può no11 corrisp::mdere il bcicottaiggio dei prodotti agricoli, che bisogna .spesso rinunziare a coltivare permancanza di mercati esteri o contentarsi ài vendere a basso prezzo. E come più passano i mesi, le cose peggiorano. Per causa della nuova tariffa doganale la Fl'ancia. ultimamente ha rotto il trat-- tato di cOJll'mercio che aveva con noi; l'InghiJterra. manaccia rappresaglie ai no,s/tri prodottJi agricoli perchè essa non può più venderci la latta per le conserve alime11tari ; e gli Stati Uniti comprano in Spagna i nostri agrum~, ciò che impoverisce ancor oiù il disgraziato Mezzogiorno che li produ'.ce. E ce n'è aobastanz·a - ci seml,ra - per essere sicuri di aver dimostrato come la protezione doganale sia - in linea generale - dannosissima e, in Italia, specialmeute all'agricoltura. Tuttavia i difensori dell'industria nazionale ad ogni costo non si arrendono e portano nn altro argomento: questo: che l'halia non può abolire o diminuire i dazi cli protezione perchè tutti o quasi tntti gli altri. paesi in questi ultimi tempi hanno ina&prito la protezione aumentando !e voci e l.a tariffa. Ma questo è il meno serio cli tutti gli argomenti clei nostri avversa.ri. Se noi nutriamo un odio.mortale contro Tizio e, per sfogarlo, inseguiamo Tizio, e -Tiz:o, giunto ..'.l!- 1'uscio cl i casa, vi entra e si hflrnca dentro eh~ dobbiamo fa1· noi" Seguendo la logie; nostra dobbiamo cercare cli sfondare l'uscio per raggiunger~ Tizio. La log~ca dei nostri avversari ci consiglierebbe invece di correre difilato a casa nostra e, a nostra volta, barricarci dentro. La verità è che l'Italia non anebbe nulla da temere dalla protezi011e doganale degli altn paes1. P_ermetta ali'Inghi!terra, p~nru:tta agli Stat 1 Uniti, permetta a tulte le altr.., nazioni industriali eh venire a vendere qu.: alcuni dati prodotti senza pretendere di voler essere lei produttrice di tali prodotti quando le mancano le materie prime r,er farlo co:1 poca ,-pesa, e \'edr-à che troverà aperti tutti i mercati pei suoi prodotti ag1-icoli che soi:o i principali se non unici suoi prodotti 111turali. ARCANGELO Dr ST.1s0. PIERO 60BETTI - Editore TORINO • Via XX Sellembre, 6□ € uscito: Piccola Biblioteca di Scienza - N, 1 H. A.LORENTZ CDHSIDEHAZIOHI ELEMEHTAHI SULPHIHCIPIO DIHELATIVITA' A c-zt.ra di Sebasliano Timpmwto f .. 3 (con ritratto dell'autore) H~ndrick Anloon Lorents, successore spi1;luale dr ll!_axwell, è nato ad Anchem, in Olanda il 18 luglio 1853. Per la sua teoria degli eleltr~ui ebbe,_con lo Zeeman, il premio );'obel 1902. Jl sagg10 c-h~ pubblichiamo è soprat~tto pregc\·olc p_c1:la c-hiarezza e l'eleganza classiche del] 'esuo s1z10ne. 11 l.orentz. avendo conservato il c011ccho..., dell'etere, ha potuto evitare del tntto quei c...1.t1. stro~smi. cl~c r~ndono tanto ostica ai più la tcona dt E111st.etn. O.è.E.E. - Corso Principe Oddone, 34 - Torino PlERO GoBETII - Direttore-responsabile

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